Agosto sta finendo e il mondo scolastico è alle porte in tutto il mondo, le vacanze sono ormai lontane e ci si prepara a tornare allo studio. Anche in Palestina ciò sta per iniziare e con l’inizio dell’anno scolastico i checkpoint ricominciano a lavorare a pieno ritmo. Controlli ai raggi X sui giovani dai 5 ai 18 anni, perquisizione forzata degli zaini davanti alle scuole, blocco dei bus per ritardare l’arrivo a scuola. Ma a Gerusalemme Est (e dico questa città perché è eclatante il problema ma in tutta la Cisgiordania non è da meno) il problema non è “solo” questo, il problema è la struttura scolastica che ormai è fatiscente e carente rispetto al numero di giovani. 40 mila studenti oggi frequentano scuole private che ovviamente permettono di avere locali e insegnati “migliori quante è più alta la tassa mensile”. Ma molti giovani come si possono permettere di andare in una scuola privata? Ed è per questo che la stragrande maggioranza rimane a casa senza avere nessun livello di educazione senza che nessun governo o struttura ministeriale si preoccupi di questi bambini.
Il problema dunque è la scuola, una scuola che dovrebbe essere ricostruita e ampliata per permettere un servizio necessario e fondamentale per la crescita di ogni ragazzo, ma che nessuno può costruire. La causa di ciò si può trovare in molti fattori esterni come la povertà o il disinteresse della popolazione palestinese allo sviluppo dei figli (questa sarebbe la posizione israeliana e di tutti coloro che nel mondo votano a destra), in pochi sottolineano il problema reale che è invece Israele. Come si può costruire una scuola se nemmeno si ha la certezza che la propria casa non venga distrutta per fare posto a nuovi coloni? Come si fa a costruire una scuola se il materiale per costruirla è venduto dagli israeliani che impedirebbero l’accesso del materiale nell’are del cantiere? Come si fa a costruire una scuola se il permesso per edificarla lo devi chiedere a chi ti vuole sterminare?
michael
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