Lo striscione era per la consueta manifestazione del 31. Ogni 31 del mese tutte le forze politiche e non scendono infatti in piazza per richiedere la libertà di parola e di azione, agognata da tutti gli esseri viventi e mai concessa dallo Stato russo. Si scende in piazza il 31 per ricordare l’Articolo 31 della Costituzione russa, quello che garantisce appunto la libertà ai cittadini in tutte le sue forme.
Chiaro che l’ultima manifestazione, quella di pochi giorni fa, coincidendo anche con la fine dell’anno, si riempiva di significati nuovi, si ricercava una nuova speranza e un nuovo inizio e così era stata organizzata di tutto punto. Il solito gruppo enorme di manifestanti era sceso in piazza, la solita polizia era schierata per le strade. A differenza delle altre volte, però, dove sì le repressioni erano alte ma almeno una parvenza di manifestazione era messa in atto, l’unico ordine dato a polizia ed esercito è stato “bloccate tutto”. La manifestazione non è nemmeno cominciata, 60 persone sono state arrestate e le rimanenti migliaia sono state disperse, altre dieci persone sono state arrestate a San Pietroburgo, luogo di un’altra manifestazione. La volontà della Russia ormai è chiara, non che fosse così nebulosa da non intendersi già da tempo: troncare sul nascere ogni tipo di dissenso.
Ciò che risulta strano (spero sia evidente la mia nota di sarcasmo) è che dei 60 arrestati non c’è nessuno che non sia sconosciuto alla popolazione russa, sono stati arrestati solo giornalisti, blogger e attivisti. La polizia, dunque, è andata a colpo sicuro, aveva ordini ben precisi. Non vi stupirete, allora, se vi dico che è stato arrestato anche Eduard Limonov, leader di Altra Russia e candidato alla prossime elezioni presidenziali di marzo. Dite che Putin stia mettendo in atto la sua campagna di truffe già ora?
aleksej
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