Pace è la parola che oggi si ricorda. Pace è la parola che oggi si pensa dopo una notte all’insegna dell’esagerazione. Pace e quello che Nessun Dorma ha sempre chiesto, a grandi e piccini, tutti i giorni dell’anno, perché, è vero è banale da dire, non è un giorno dedicato alla pace che porta la pace che il mondo ricerca.
Pace, che il mondo irride,
Ma che rapir non può.
Ma che rapir non può.
È questo il punto, tutto siamo pronti a dire che la guerra è ingiusta e che la violenza è da bandire ma poi chi davvero pensa a queste parole? E in questo interrogativo ci mettiamo dentro anche noi, quelli che da anni si battono per la pace.
Siamo troppo comodi, troppo assuefatti per poter capire che la pace si ottiene solo con la giustizia e la giustizia si ha solo dopo il perdono, e se questo non c’è allora è inutile che stiamo qui a prenderci per il culo. Siamo troppo comodi e assuefatti per capire che la crisi economica la si può superare solo attraverso azioni rivolte al raggiungimento di un’economia di compagnia, e se questo non si raggiunge è inutile che stiamo qui a prenderci per il culo. Siamo troppo comodi e assuefatti per capire che il diverso, l’altro, lo si può accettare solo se si attua una solidarietà umana, una fraternità reale che superi i confini e le barriere mentali che ci siamo portati dietro da troppo tempo, e se questo non è realizzabile allora è inutile che stiamo qui a prenderci per il culo.
Brilla nel guardo errante
Di chi sperando muor.
Di chi sperando muor.
Il Timone
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