Se escludiamo gli anni ’70 e ’80, “anni di piombo” latinoamericani, anni di guerra e violenza, la cooperazione statunitense è sempre stata presente in Latino America. Il loro lavoro radicato nel territorio è sempre stato utile a tutta la popolazione sopratutto per le due principali aree d’interesse: l’acqua, privata in latinoamerica e dunque inaccessibile per i più poveri (inutile sottolineare che i poveri qui muoiono di fame), e il recupero dei giovani, firmatari di un contratto di morte appena entrano in una qualsiasi banda.
Oggi, 2012, gli USA ci ripensano, hanno infatti deciso di ritirare tutti i volontari presenti sul territorio honduregno. Tanti, il numero più elevato che gli USA abbiano mai avuto in uno Stato latinoamericano. Anche Lobo, con la sua orrenda faccia tosta, ha commentato la scelta statunitense come sviluppo normale dopo che la violenza è arrivata ai massimi livelli e ha messo in crisi la struttura delle ONG. La scelta avviene dopo che una volontaria è stata violentata e un volontario è stato ferito con un colpo di pistola a una gamba.
Dopo aver fatto sapere il ritiro dei volontari gli USA hanno anche dichiarato che non amplieranno nemmeno i progetti in El Salvador e Guatemale, pertanto una volta finiti quelli in essere il mondo del volontariato statunitense abbandonerà anche questi due paesi, che “vantano” tassi di violenza e omicidi altissimi.
Ora, io capisco che uno stato debba difendere i propri cittadini, ma allora perchè se Lobo questo non lo fa nessuno lo destituisce? Il problema non è chi colpisce questa violenza ma è la violenza. Anche chi va in territori pericolosi e/o poveri ad aiutare se non aiuta a bloccare la spirale della violenza non produrrà nulla. Ci saranno esiti positivi fulminei, distrutti tutti da nuovi attacchi di violenza. E, in fin dei conti, quando c’è la violenza chi se ne può andare se ne va, vedi gli USA (e come loro molti altri), ma chi pensa a chi è obbligato a restare perchè lì vive?
octavio
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