171 giacimenti di petrolio e gas, la ricchezza proviene, ovviamente da questi. L’agricoltura si basa tutta sul cotone ma, da quando desertificazione e inquinamento minacciano le risorse idriche necessarie per mandare avanti le coltivazioni, l’Uzbekistan si trova davvero in difficoltà.
La coltivazione del cotone è economia di sostentamento anche per il Tagikistan che, essendo carente di tutto il resto, si trova a dover rendere eccellente l’unico prodotto che può evitare la povertà totale alla sua gente. L’acqua, dunque, è il punto di svolta per entrambi gli stati che, confinando, iniziano a rubarsi tutto il rubabile per accaparrarsi più soldi possibili.
La costruzione di una centrale idroelettrica è la soluzione che il Presidente tagiko ha trovato per porre fine al problema idrico e la decisione di creare la diga sul Vahs è ben studiata sia per risolvere l’economia interna che per distruggere quella uzbeka, la diga infatti non permetterebbe più l’entrata di acqua in Uzbekistan.
Da tempo se n’è parlato ma poi nulla si era fatto in concreto per dare il via ai lavori, ora però sembra che tutti riparta e così Karimov, presidente uzbeko, ha già deciso di controcolpire il suo corrispondente tagiko e ha così chiuso completamente i rubinetti di gas verso il paese confinante.
Inutile dire che la mancanza di gas da una parte e di acqua, quando la diga sarà attiva, dall’altra produrrà problema su tutta l’industria e le infrastrutture oltre che sulla povera gente.
Poi ci sono le questioni politiche, USA, Russia e Cina mangiano e stramangiano su queste regioni strategiche e hanno bisogno che la calma venga mantenuta per poter controllare i giri di gas e petrolio che possono interessare più l’una o più l’altra super potenza.
I due stati sono comunque ai ferri corti, c’è chi già ipotizza uno scontro a fuoco.
A noi ci obbligano a essere spettatori inermi con gli occhi spalancati per vedere se una bomba cadrà o meno. Nel mentre chi gestisce il mondo decide come spartirsi il bottino, poco importa se morirà della gente.
aleksej
Nessun commento:
Posta un commento