Quasi nessuno conosce la storia che sto per raccontare. In Etiopia ha sempre vissuto (per millenni) una piccola etnia di ebrei autodichiarantisi discendenti di Salomone e la regina di Saba più probabilmente arrivati sul territorio dallo Yemen. Il gruppo è quello dei falasha, ebrei neri di un ebraismo molto antico e rigido sempre discriminati e ghettizzati. Solo con gli anni ’50 del XX secolo Israele si è ricordato di loro e ha approvato la “Legge del ritorno”, inizialmente solo poche unità avevano il permesso di entrare nello stato ma con il tempo sono aumentati sempre più. Arriviamo così agli anni ’70 quando un gruppo consistente di falasha si sposta in Sudan a causa della grave siccità e qui inizia una vera e propria campagna di rientro di massa: Karthoum segretamente autorizzò aerei israeliani ad evacuare oltre 8mila persone con l’operazione denominata “Mose” (21 novembre 1984-5 gennaio 1985). Per opposizione dei Paesi arabi, il trasferimento dal Sudan a Israele fu portato avanti dagli Stati Uniti con l’operazione “Giosué”, che coinvolse altri 1000 falasha. Infine, con l’operazione “Salomone”, del 1991, altri 15mila falasha raggiunsero la “terra promessa”. Con il 2007 si decise per l’ingresso totale, nel corso dei successivi anni, di tutta la popolazione. Una volta entrati tutti sono obbligati a seguire corsi d’istruzione sia religiosa che linguistica in Scuole Ebraiche, anche se, data la grande quantità d’ingressi, non tutti possono partecipare a questi corsi e rimangono ignoranti e abbandonati in un nuovo territorio, ghettizzati e disprezzati dagli ebrei israeliani
Due sono le considerazioni a questo punto. La prima è sottolineare la nuova politica di immigrazione israeliana: da un lato permette il diritto al ritorno degli ebrei etiopi, dall’altra ignora il diritto al ritorno dei rifugiati palestinesi nella loro terra. La seconda è che dal 2004 anche i falasha hanno avuto accesso nell’esercito. Forse allora che gli ingressi così voluti da Israele erano solo volti ad aumentare le fila della forza militare?
momò
Nessun commento:
Posta un commento