27 gennaio 2011: il giorno della memoria, anche coloro che non si sono mai posti il problema della follia nazista (e in questa categoria stanno soprattutto i politici di tutto il mondo che cercano anzi di imitare i nazisti sotto mentite spoglie) diventano seri e fanno il loro commento in TV o sui giornali. Io lo faccio con le parole di chi lo ha vissuto ed è diventata famosa in tutto il mondo: Anna Frank.
“Di giorno e di notte quei poveretti vengono trascinati via, senza poter portare con sé che un sacco da montagna e un po' di denaro. Durante il viaggio gli tolgono anche quel po' di roba. Le famiglie vengono divise, gli uomini di qua, di là le donne, i bambini da un'altra parte. I bambini, venendo a casa da scuola, non trovano più i loro genitori. Le donne, tornando dal far le spese, trovano la casa sigillata e la famiglia scomparsa. Mamma dice che la mattina non dovremo più fare colazione, a mezzogiorno ci accontenteremo di pappa d'avena e pane, a cena di patate stufate; eventualmente, una o due volte per settimana, potremo passarci un po' di verdura o insalata, ma niente di più. Patiremo la fame, ma qualunque privazione è preferibile all'essere scoperti”.
Questo accadeva tanti anni fa in Germania, questo accade oggi in Palestina: il 25 gennaio 2010 è stato dichiarato, da Ismail Haniyeh Premier Palestinese per il Partito Hamas nella Striscia di Gaza, il 2010 anno dei prigionieri palestinesi. Oggi, a circa un anno da quella dichiarazione vi riporto dei dati, mentre li leggete ricordatevi le parole di Anna Frank appena lette.
Una stima molto approssimativa calcola 800mila palestinesi arrestati dal 1967 a oggi, durante i primi tre mesi del 2010 1400 palestinesi sono stati arrestati, 90 erano di Gaza. 7000 sono ancora detenuti, di questi 6831 sono stati arrestati per motivi di sicurezza; 2600 sono ancora in attesa di processo, 280 sono agli arresti amministrativi, di questi 3 sono donne e 28 minorenni.
Circa una cinquantina sono i deputati palestinesi eletti e arrestati, 15 sono ancora reclusi, dal 2006, di questi 13 sono di Hamas e 2 di Fatah.
Salim al-Kayyal, Fuad ar-Razem, Sami Khaled Yunis conservano il triste primato di essere I prigionieri più a lungo detenuti, il primo e l’ultimo dal 1983, il secondo dal 1981. Um Bakir è la donna più anziana detenuta, 65 anni, è madre di 5 figli, tutti reclusi.
Le visite dei parenti sono impedite a quasi tutti gli arrestati: per i palestinesi di Gaza la preclusione è totale, per quelli di Gerusalemme o dei territori occupati è parziale e a discrezione del soldato di turno, ai genitori arrestati è impedito di abbracciare i propri figli al momento dell’incontro, parenti di età compresa tra i 16 e i 35 anni hanno il divieto di entrare nelle carceri per le visite. Saed Wajih e Nael al- Barghuti, arrestati dal 1977, ad oggi (sono 33 anni per chi i calcoli non li sa fare) non hanno mai potuto ricevere una visita
5 bambini hanno visto la loro nascita in carcere (e questi sono quelli dichiarati), quasi 2000 sono gli ammalati (anche di cancro) che non ricevono cure, l’unico medicinale che viene passato è un calmante, l’80% dei detenuti ha subito e subisce torture.
I processi durano al massimo 10 minuti, sono portati avanti da una corte di soli militari e vengono svolti in lingua ebraica, i parenti che hanno permesso di assistere possono solo sedere nell’ultima fila dell’aula. I giudici difensori devono conoscere la lingua ebraica e richiedere il permesso per poter entrare in Israele, anche solo per poter far visita al loro assistito.
La detenuta palestinese più a lungo in carcere è Eman Hassan Ghazawi, dal 2001 in carcere, ha lasciato al marito due figli piccoli a Jenin. Cinque mesi dopo suo marito è stato arrestato e condannato a vent’anni di reclusione.
michael
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