Come promesso torno a parlarne, dopo che il presidente polacco e la commissione polacca creata ad hoc per l’inchiesta ha emesso il suo verdetto. Facciamo un attimo mente locale: il 10 aprile dell’anno scorso una aereo precipita e uccide il presidente Lech Kaczynski e 95 fra i suoi uomini più fidati, il dramma poi l’istituzione di un’inchiesta per cercare di capire qualcosa. La Russia pochi giorni fa dà la sua risposta definitiva e chiude l’incidente come errore dei piloti polacchi posti sottopressione dallo stesso presidente e obbligati ad atterrare anche con condizioni non favorevoli e dopo che le torri di controllo russe non avevano dato l’ok. Nel mio primo post avevo dato la colpa al povero capo dell’aviazione, era ubriaco e sono stato frettoloso, chiedo scusa e lo giustifico dicendo che era ubriaco perché c’era freddo, lui comunque non c’entra nulla. Come posso essere così sicuro nel dirlo? Perché dopo le dichiarazioni polacche ho capito qual è stato il gioco della Russia. Andiamo per ordine, la Polonia non ci sta alle conclusioni russe e presenta il suo dossier nel quale si dimostra come l’aereo presidenziale non fosse allineato alla pista di atterraggio e per questo si schiantò. “Si trovava 130 metri troppo in alto e 80 metri fuori di lato” e la torre di controllo non disse nulla, ora può essere vero che la torre di controllo abbia detto che il tempo non era perfetto per atterrare, ma alla risposta che sarebbero atterrati lo stesso avrebbero dovuto avvisare che l’aereo non era in linea, ecco allora svelato l’arcano, hanno lasciato che si schiantassero da soli. È poi evidente che la Russia abbia voluto eliminare Kaczynski se vi do anche questa informazione, notate anche che nelle nuove elezioni il fratello si era candidato ma non ha vinto. Nel 2007 come espletamento della sua lotta al comunismo Kaczynski organizzò un vero e proprio programma di estirpazione dello stesso, la “lustracja”, organizzando test da imporre a 700000 polacchi dove gli si chiedeva se erano esistite o esistevano da parte loro collaborazioni con il regime sovietico. Questo non deve essere piaciuto a Mosca, come sicuramente non piacque (il mio post di ieri ve ne può dare un’idea) la forte intesa e la costruzione di solidi legami con i premier di Ucraina e Georgia. Kaczynski non era certo un santo, la sua politica lo mette in luce, ma lo hanno di certo fatto diventare martire, solo perché scomodo rispetto allo strapotere russo e alla sua forza violenta che investe tutto e tutti.
aleksej
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