Parto da una breve esemplificazione geopolitica. Con lo smantellamento dell’URSS e la creazione di tante piccole indipendenze nasce, fra i tanti, la Georgia, territorio di confine tra Europa e Russia che ha al suo interno l’area di Abkhazia e Ossezia del Sud riconosciute, in tutto il mondo, come territorio georgiano, di fatto indipendenti e sostenute dalla Russia. La Georgia ha il solo “difetto” di essere il terreno più valido per bypassare lo strapotere e lo stracontrollo russo sui rifornimenti di gas e petrolio e, per questo è ambito (non sto qui a spiegarvi le ragioni dell’una e dell’altra parte). Da quando la Gerogia è nata guerre e violenze si sono sempre perpetrate sul suo territorio ed è sbagliato credere che solo la Russia sia sanguinaria e accanita su quei due fazzoletti di terra: tutti i presidenti georgiani sono stati messi al potere dagli Stati Uniti, a volte apertamente a volte organizzando finte rivolte, e tutti i presidenti sono stati finanziati sia da USA che da Israele per riprendersi ciò che sarebbe “di loro diritto”.
La Georgia, insomma è stata eletta il territorio di prova di quegli stralci di guerra fredda che le due superpotenze continuano a non dimenticare, un po’ come è successo e sta succedendo in Cecenia e dintorni, il motivo è il medesimo.
Chiarito questo non ci sarebbe poi molto altro da dire sulla notizia che arriva proprio dall’Ossezia del Sud: la Corte Suprema ha annullato le elezioni presidenziali che vedevano vincitrice Alla Dzhioeva, candidata dell’opposizione schierata contro Anatoly Bibilov, sostenuto dal presidente uscente. Perché la Dzhioeva è stata fatta fuori? Per due motivi precisi, il primo è che la sua vittoria come partito dell’opposizione preoccupa non di poco la Russia, il suo delfino, quello scelto dal Cremlino e sostenuto dall’ex presidente, ha miseramente perso. Il secondo è che la Dzhioeva aveva usato come punto centrale della sua campagna elettorale la fine della corruzione: i fondi russi per la ricostruzione dopo la guerra del 2008 sarebbero stati usati per ricostruire e non sarebbero finiti nelle tasche dei politici, politici, ovviamente, scelti e sostenuti dal Cremlino.
Lei, chiaramente, non accetta la sconfitta; lei, ancora di più, non accetta che il Ministro degli Esteri moscovita, intervenendo al riguardo, abbia invitata la vincitrice ad accettare la decisione della Corte Suprema (alla faccia delle libertà e della corruzione). Tutti i suoi sostenitori sono scesi in piazza, la Dzhioeva si è messa in mezzo a loro, l’esercito si è schierato con blindati e militari davanti a tutti i palazzi governativi e disperde la folla a fucilate: non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire.
aleksej
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