Ormai sono già passati due anni, nessuno, se non i siti
strettamente e dichiaratamente filopalestinesi, ci hanno tenuto a ricordare il
massacro compiuto per opera israeliana contro la Mavi Marmara, la nave della
Freedom Flottilla che cercava di portare aiuti umanitari a Gaza; 9 i morti.
Israele non ha mai chiesto scusa per l’atto, Israele non ha
mai dichiarato l’errore dell’atto, Israele se ne fotte che 9 persone siano
state ammazzate. Ieri e oggi a Istanbul sono stati organizzati momenti di
commemorazione, dolorosa commemorazione.
La notizia che arriva contestualmente è l’organizzazione di
una nuova nave che questa estate cercherà di rimuovere, nuovamente, il blocco
su Gaza. Tutte le info a riguardo e per chi volesse aiutare le trovate qui.
Lo Stato di partenza è molto lontano e, dunque, gli aiuti
economici sono molto necessari; a questo punto conviene dire che non è tanto il
risultato quello che conta (spero non sia così ma credo che Israele troverà i
mezzi per bloccare questa spedizione, fosse anche con la violenza) ma l’atto di
organizzare con testardaggine un modo eclatante per aiutare Gaza e far sì che
il mondo porti, riporti l’attenzione su Gaza in particolare, la Palestina in
generale.
Israele, intanto, ha già fatto capire che cosa pensa sulla
questione Palestina, sulla questione Gaza, sulla questione violenze contro i
palestinesi, sulla questione abusi contro minori palestinesi, sulla questione
trattamento dei palestinesi nelle carceri, sulla questione odio razziale, sulla
questione divisione in due Stati, sulla questione blocco di ogni valico e di
ogni genere alimentare e di prima necessità che possa servire ad aiutare i
palestinesi.
Nella giornata di ieri un gruppo di soldati israeliani ha
collocato sulla Cupola della Roccia/Moschea di Al-Aqsa una bandiera israeliana.
Pensando a questa immagine ho pensato un po’ a quella dell’astronauta americano
sulla Luna: di colonizzazione sempre si tratta.
michael
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