Degli ammalati, da emarginare, la feccia dell’umanità, uno
sbaglio di natura ecc. ecc. Molti lo pensano ma non lo dicono, altri lo pensano
e lo dicono apertamente riscuotendo, anche, a volte, un notevole successo. Sto
parlando di lesbiche, di gay, di bisessuali, di transgender e di intersessuali
(per elencare tutte le caratteristiche che sottostanno alla sigla Lgbti)
dispersi per il mondo che ancora oggi vengono discriminati e che, ancora oggi,
non possono, spesso, essere liberi di dire quello che vogliono per paura delle
ritorsioni.
Ora arriviamo ai fatti, arriviamo ai problemi veri e propri.
In Russia, per ora solo in alcune municipalità, ma sembra che la legge verrà
affrontata anche in parlamento per diventare, cos’, legge nazionale, essere
omosessuali non viene vietato (ovviamente a parole), ma viene multato. Un
ragazzo ha infatti portato all’attenzione del mondo intero, tramite un suo
tweet, la condanna, che è caduta come un macigno sulla sua testa, al pagamento
di un multa pari a 5mila rubli per “propaganda omosessuale”.
La scusa che giustifica la multa risiede nella volontà dello
Stato russo di evitare e impedire tutte le manifestazioni che promuovano
sodomia, lesbismo, bisessualità e chi più ne ha più ne metta tra i minori. Chiaro
è che, con una motivazione così ampia e vaga, tutto ciò che riguarda il mondo
Lgtbi, fosse anche l’annuncio di una festa, è da ritenersi punibile.
Insomma, in poche parole, la Russia ha deciso, e sembra
proprio che la legge si espanderà per tutto il territorio, che il mondo Lgbti
deve tacere e stare zitto, non ha nessun diritto di parlare e di pensare.
I pasciuti oligarchi assassini possono essere eletti a zar,
i gay non possono neanche dire “Io sono gay”.
aleksej
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