Dai nazisti che cosa ci si può aspettare? Non certo il dialogo, non certo la tranquillità, ci si può aspettare solo la morte. Così è stato in Palestina nel giorno della “naqba”, la commemorazione per la costruzione dello Stato d’Israele nel ’48, e di “naqba”, catastrofe, oggi si può parlare. Un morto a Gaza, dieci morti sul confine con il Libano, dieci morti sulle alture del Golan, decine e decine i feriti in tutti i territori occupati e nei territori “sionizzati”. Andando con ordine bisogna precisare che in Israele è stata istituita un’apposita legge per vietare le celebrazioni della naqba su tutto il territorio israeliano (che per un militare ben istruito nelle scuole rabbiniche significa anche nei territori occupati, in quanto territorio preso “giustamente” da Israele). È chiaro però che ai palestinesi, ragionevolmente, non interessa che esista questo divieto, loro si sentono in diritto di ricordare la catastrofe che rovinato loro la vita, quindi manifestano. Per favore superiamo fin da subito il moralismo, non vediamo in questo nome, catastrofe, un ‘accusa troppo forte, faziosa e discriminante nei confronti di Israele perché da quando è nato lo Stato Sionista Nazista sono state distrutte case, sono state vietate alcune strade, sono stati costruiti i checkpoint, è stato costruito il muro, è controllato l’accesso all’acqua, è controllato l’accesso alla pesca, sono state distrutte centinaia di coltivazioni d’ulivo, sono stati abbattuti centinaia di capi di bestiame. Non è questa una catastrofe?
Israele, poi, aveva questa volta dei motivi in più per attaccare e ammazzare, aveva ancora (e ha tuttora) il sangue amaro per la rappacificazione che è avvenuta tra Hamas e Fatah, e non sto qui a ripetervi le sanzioni che sono state riversate contro la Palestina solo per questo fatto.
Ma cos’è successo in particolare? Nulla di grave, ai miei occhi, nulla che potesse portare a dei morti: centinaia di palestinesi si erano radunati sia sul confine con il Libano che sulle alture del Golan per manifestare, hanno avuto l’ardire o il coraggio, di oltrepassare il confine, appena il primo passo è stato compiuto Israele ha aperto il fuoco, i soldati dicono che hanno sparato in aria per disperdere le folle, i morti dicono che gli è stato sparato contro.
Quando queste azioni barbare e cruente avranno fine? Solo quando ci si deciderà a definire pubblicamente e istituzionalmente il governo israeliano un governo del terrore e il suo braccio armato, l’esercito, composto da terroristi.
michael
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