Vogliate scusare la mia assenza di questo periodo tra le fila del blog. Causa: studio. Sto preparando, infatti, un esame di Storia dell'arte della Cina e, come spesso mi capita, mi chiedo se tutto ciò che ci è dato da studiare ha davvero un riscontro, un'utilità per la vita normale che conduciamo. Fortunatamente, anche questa volta, ne ho avuto conferma. Osservavo le opere di Wang Mian, pittore sotto gli Yuan, dinastia mongola che dominò l'Impero di Mezzo, a cavallo tra la fine del XIII secolo e la prima metà del XIV. Egli amava dipingere, soprattutto, i pruni, simbolo di forza perché fiorendo quando è ancora inverno sono un primo annuncio di ciò che tanto si attende: la primavera. Pare che questa sua scelta rappresentasse anche un'esternazione del suo sentimento di opposizione alla dominazione straniera che regnava al tempo. Era necessario, infatti, resistere e, al contempo, essere il “pruno”, il segno di un cambiamento. Mi ha molto colpito questa sua scelta e mi ha fatto tornare alla mente le pesanti censure avvenute in quest'ultimo periodo in Cina, proprio contro un fiore, il gelsomino, colpevole di essere stato scelto come simbolo nelle Rivolte del Nord Africa. Colpa, questa, che non è passata inosservata al governo cinese, che ha quindi vietato la vendita del fiore, ha cancellato il termine dal vocabolario e ha oscurato qualsiasi messaggio sul web che contenesse questo carattere. Vedendo queste rivolte infatti era stato lanciato un appello, attraverso internet, a camminare in silenzio per strada, ogni domenica, con un gelsomino in mano, per mostrare il proprio dissenso verso l’attuale situazione del paese. Un gesto fin troppo ardito a quanto pare. Ovviamente, come ogni "buon governo", è stata inventata una scusante ad hoc per queste misure di repressione contro il povero fiore, spiegando che il divieto è scattato perché i gelsomini erano infettati dalle radiazioni di Fukushima. Mah. La celebre frase "mettete i fiori nei vostri cannoni", diventata simbolo dei pacifisti, sembrerà ora come ora, a questo governo asiatico, più pericolosa che mai.
“Ora Sergio è arrabbiato
perché ognuno è ammirato
non dal suo seminato,
ma da quel fiore strampalato.
Però in fondo al cuore, io
so che lui ringrazia Iddio
che gli regalò un fiore
per cambiare il suo cuore.”
La Ballata del giardiniere
小王子
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