mercoledì 18 maggio 2011

Vogliamo poter votare, votare SI'

Quando esplode la bomba è chiaro che poi le ripercussioni, i commenti, le beatificazioni, le recriminazioni, le accuse, le scuse, tutto viene messo in campo per continuare la guerra mediatica che solo ora è nel pieno della sua energia. La sconfitta, la tremenda sconfitta, che il PDL ha ottenuto a Milano (un po’ ovunque ma quello che fa scalpore è Milano) porta tutti a parlare, soprattutto coloro che hanno invece vinto o intendono farlo con i prossimi ballottaggi.
Il primo a parlare è il Movimento 5 Stelle che si bea (giustamente) dell’ottimo risultato ottenuto soprattutto in terra bolognese e sottolinea che con loro una nuova politica verrà messa in atto; io sono d’accordo con loro quando dicono che hanno messo in crisi il sistema politico attuale. Questo è vero, loro hanno messo in crisi il potere bipartitico, ma non solo loro hanno cercato di fare ciò: io non voglio dimenticare le centinai e centinaia di liste civiche che cercano di portare nuova aria nello scantinato ormai asfittico della politica contemporanea.
Il secondo a parlare è Bersani il quale, volendo portare a termine la partita a scacchi con un favoloso scacco matto al Re Berlusconi, inizia a cercare le alleanze. Dopo l’ormai famoso “Vinciamo noi, perdono loro”, dichiarazione che ci fa pensare più a una sfida a battaglia navale che alle elezioni per ridare dignità a questa nostra cara Italia malata, corre ai ripari e chiede al Terzo Polo, ora sì utilissimo a tutti per quel 5% di voti che fanno davvero la differenza, l’allenaza, ritorniamo così al vecchio caro e beneamato motto del “do ut des”.
L’unico che rimane muto, e questo non è positivo ma anzi fomento l’idea che nuovi intrighi si stanno compiendo, è Berlusconi il quale dopo la brusca frenata deve ancora riprendersi e passa le sue giornate a studiare quale sia la nuova più giusta mossa da mettere in campo.
Un silenzio che ripeto non fa ben sperare, anche perché con tutto questo chiasso, con tutte queste dichiarazioni che si rimpallano l’una con l’altra ci stiamo dimenticando, o forse vogliono che ci dimentichiamo, che domani la Camera voterà l’emendamento per tentare di eliminare la voce nucleare dal prossimo referendum. Quesito referendario che scotta in quanto l’unico che dopo Fukushima come un magnete attira gente alle urne, gente alle urne significa voto anche per gli altri quesiti, voto anche agli altri quesiti significa raggiungimento del quorum su tutta la linea referendaria. Insomma ciò che il popolo vuole: niente nucleare, acqua pubblica e politici giusti che pagano per i reati commessi è ciò che il nostro governo non vuole: se passasse tutto ciò finirebbe il motivo di esistere del Governo Berlusconi.
octavio

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