giovedì 23 febbraio 2012

To boycott Israel, Shopping Tips


Nel mentre che il mondo rimane, addormentato e inerme, ad osservare l’ultima decisione d’Israele: possibilità ai coloni di costruire strade a delimitare e a difendere le colonie senza nessuna previa autorizzazione da parte del Governo e senza necessità di registrazione presso il catasto, io utilizzo il mio spazio odierno per la pubblicità.
Un libro che chiunque, come me, è contrario al sionismo, è contrario al colonialismo, è contrario all’abominio che Israele sta facendo contro la Palestina deve conoscere e deve avere.
Per il pdf qui.
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Sapevate che tutte le banche israeliane offrono alle imprese di costruzioni tassi agevolati per permettergli di tirare avanti anche con la crisi e che i tassi sono maggiormente agevolati se le case sono costruite su territori occupati? Sapevate che molti agricoltori palestinesi che si sono visti sottratti la terra ora lavorano in nero per agricoltori israeliani che non danno nessuna garanzia su malattie e assicurazioni? Sapevate che Israele produce energia eoliche grazie alle alture del Golan occupate e che l’energia che arriva in Palestina e a Gaza, in particolare, è gestita da una compagnia nazionale che toglie e mette la luce a suo piacimento come punizione per i palestinesi?
Tutto questo e molto altro è spiegato dettagliatamente nel libro, il quale ha tra i suoi collaboratori l’Alternative Information Center, cosa che per me è un vanto.
“There are concrete steps that people can take, learning from the lessons of the first Intifada and the Boycott, Divestment and Sanctions campaign to dismantle the South African Apartheid regime; strategies of popular resistance, strikes, occupations, direct actions. From the streets into the offices, factories and headquarters is where we need to take this fight, to the heart of decision-makers that are supposedly making decisions on our behalf and the companies making a killing out of the occupation. The third intifada needs to be a global intifada.”
Ewa Jasiewicz, from the besieged Gaza Strip, January 2009
michael

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