Mentre scrivo sento che in Egitto il regime risponde alle manifestazioni con i primi scontri, condotti attraverso "sostenitori" quanto mai dubbi. L'attaccamento al potere è duro a morire diviene qualcosa di endemico, si alimenta della sua stessa natura "dopo 'l pasto ha più fame che pria". Dopo anni al governo (alcuni per venti altri per trenta) si potrebbe dire che tutti i vantaggi che si potevano ottenere, tutte le ricchezze accumulate potrebbero essere abbastanza e, invece, ci si incolla alla sedia col vecchio adagio del "boia chi molla".
Quello che sembra emergere è questa volontà assoluta di un proprio tornaconto contro qualsiasi evidenza, contro ogni protesta, contro ogni logico buon senso. Si preferisce affossare il paese che si dovrebbe curare invece che favorirne lo sviluppo e la libertà. C'è una sete assoluta di uomini nuovi, di idee diverse dai calcoli di economisti cinici con la "r" moscia, c'è bisogno di rispondere ai tanti che nel mondo chiedono un sistema diverso in cui il nord consumi meno e il sud possa sfamarsi, studiare, lavorare. L'appello agli italiani è per una folle speranza che questi, così lenti a destarsi ma implacabili dopo il primo passo, si sveglino dalla ipnosi della televisione per guardare onestamente in faccia alla realtà. La realtà indica una disoccupazione giovanile inaccettabile, una crisi che arricchisce i ricchi; droga di un sistema drogato. La realtà parla di abbandono costante delle università sempre meno giovani decidono di studiare: "tanto a cosa serve", parla di criminalità così dentro alle istituzioni da potersi addirittura permettere di far arrestare chi è diventato pericoloso ed inutile; anzi ci si fanno pure pubblicità! La realtà parla di trasporti pubblici per ricchi efficaci e veloci e treni per pendolari fatiscenti e cari. La realtà parla di quartieri di grandi e piccole città dimenticate dallo stato e dai partiti, la realtà parla di città terremotate senza prospettiva, la realtà parla di lavoro da fare ma che viene continuamente celato. I poteri da tenere divisi sono ormai quattro e non si può affidare l'Esecutivo al detentore assoluto del Quarto Potere quello mediatico, oggi il più tremendo.
IoLiOdioINazistiDellIllinois
Le Peuple est l'ensemble de tous ceux qui RESSENTENT UNE NECESSITE COMMUNE. A lui par conséquent appartiennent tous ceux qui reconnaissent leur propre détresse comme une détresse commune, c'est-à-dire tous ceux qui ne sauraient espérer apaiser leur détresse que dans l'apaisement d'une détresse commune (...) Qui donc n'appartient pas au Peuple et qui sont ses ennemis? Tous ceux qui ne ressentent aucune nécessité..."
RispondiEliminaRichard Wagner, L'ouvre d'art de l'Avenir.
Courage Nessun Dorma!