Mentre la tv sionista ci mette a conoscenza della vera intenzione del popolo israeliano e, in particolare, della sua intransigenza rispetto al congelamento degli insediamenti a Gerusalemme, una nuova notizia arriva dal governo capitanato da Netanyahu. Si starebbe infatti organizzando un vero e proprio rastrellamento di palestinesi abitanti nel Negev, la loro terra in cambio di soldi, questa sarebbe la folla idea di Bibi e compagni.
Il fatto è che nel Negev, il deserto palestinese (per chi non fosse troppo avvezzo alla geografia), vivono centinaia di migliaia di palestinesi che, cambiando spesso dimora in quanto nomadi, sono difficilmente censibili. Il Negev è però anche terreno “fertile” per i kibbutz israeliani, è terreno “fertile” per l’esercito, in quanto zona dove poter testare e tentare nuove azioni militari, è terreno “fertile” per le carceri, già esistenti, dove vengono messi i palestinesi più pericolosi, cioè donne, bambini, giovani.
Il deserto serve dunque ad Israele per espandersi e diventare più forte, per accentuare la morsa di ferro che stringe i territori lasciati ai palestinesi (da notare che esistono sionisti così forti nella loro fede da accettare di vivere nel deserto per strappare terreno ai palestinesi) e la popolazione araba là residente dà fastidio sia per la funzione di abitante che per la funzione di genitore. Come fare allora? Trasportarli, trasportarli in massa promettendo denaro per una nuova vita. I nazisti non promettevano denaro ma promettevano la libertà tramite il lavoro, questa è l’unica differenza tra la follia hitleriana e la follia sionista, a comprova di ciò visitate questo sito, qui, leggete e giudicate. Questa è la fine che fanno i palestinesi, che siano trasportati in altra sede o rimangano chiusi nei territori loro assegnati.
michael
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