”Non siamo solo pronti a finanziare i progetti previsti, ma anche ad esaminare la realizzazione di altri grandi progetti”, queste le parole di Putin il 2 giugno giorno dei funerali del presidente, secessionista e riconosciuto solo dallo stesso Putin, dell’Abkhazia, la regione georgiana che, dopo la guerra lampo (e non a caso uso questo termine) del 2008 è stata dichiarata, dalla Russia, indipendente. Il presidente Bagapsh è morto domenica scorsa per delle complicazioni dopo un intervento che aveva subito a Mosca e, ritornato in patria, ho ottenuto i funerali di stato con la presenza dell’avversario numero uno della Georgia; è triste notare come anche i funerali, anche un uomo morto, anche un cadavere possa essere usati per fare dispetto, perché qui è solo questione di dispetto, allo stato che ha tentato di fregare il passaggio di un gasdotto alla Grande Madre URSS.
Al funerale Putin ha precisato ancora meglio cosa intende lui per “sostegno finanziario”, ha promesso infatti 10 miliardi di rubli (250 milioni di euro circa) per mantenere una regione-stato troppo importante per essere persa o abbandonata.
E così ritorniamo ad un mio vecchio post, quello in cui presentavo Putin come un nuovo Babbo Natale che elargiva doni al suo esercito per potersi ammodernare dopo che la guerra georgiana aveva presentato dei difetti e delle arretratezze negli equipaggiamenti militari. Il cerchio oggi si chiude: prima i soldi all’esercito, poi i soldi allo stato che l’esercito ha “liberato”, l’imperatore ha chiuso con ciò le regalie per il suo popolo, ora inizia una nuova campagna di guerra, ora bisogna trovare un nuovo presidente per l’Abkhazia.
La Georgia così commenta: ”Putin non perde mai un’occasione per mettere l’accento sul riconoscimento illegittimo dell’Abkhazia, nel tentativo di farla passare per una decisione legittima”, ed hanno ragione, ma chi pensate farà qualcosa per bloccare queste infami azioni?
aleksej
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