Prima la Costa d’Avorio, che tuttora non naviga certo in buone acque, poi il Congo, infine nel 2009 anche lo Zimbabwe entra nella lista dei produttori di diamanti insanguinati. L’inchiesta che allora era stata aperta si basava sulla situazione della regione di Marane dove le miniere erano controllate dalla polizia di stato e dove sono stati uccisi oltre 200 minatori, fra cui molti bambini costretti ai lavori forzati. Inutile dire che il mandante di tutto ciò era ed è Mugabe, il dittatore sanguinario che da troppi anni è al potere. Il rapporto precisava che i profitti ottenuti dalla vendita dei diamanti servivano per comprare la fedeltà dei comandanti militari ed evitare così possibili (auspicabili) golpe militari.
Arriva pochi giorni fa la notizia che un gruppo armato ha lanciato una bomba incendiaria contro la casa di Tendai Biti, Ministro della Finanza zimbabwense del Mouvement for Democratic Change, che, fortunatamente, non si trovava in casa. E sapete perché ciò è accaduto? Perché Biti è il massimo rappresentante (data la sua carica politica) dei sostenitori del blocco della vendita illegale dei diamanti insanguinati. Oltre a ciò è stato anche promotore di denunce contro Mugabe per la sua inadempienza nel pagamento dei salari alla stragrande maggioranza dei dipendenti pubblici: polizia, professori e soldati in primis.
La situazione è nuovamente incandescente, anche se Mugabe dovrebbe ritirarsi,a detta del suo partito, a vita privata e non ricandidarsi più alle prossime elezioni, lo Zanu-Pf continua la sua campagna di terrore. A quanto pare sono pronti per far nascere un nuovo Mugabe, forse anche più feroce dell’altro dato che cerca un candidato forte e giovane e devono contrastare la forza del MDC ormai spopolante in patria.
Nessuno ne parla, nessuno dice nulla; a quali altri individui fanno comodo questi diamanti?
octavio
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