È iniziato da pochi minuti il vertice interministeriale tra Israele e Italia, Netanyahu è stato accompagnato da nove ministri per incontrare Berlusconi e il suo staff. Motivo della visita è il rafforzamento della relazioni bilaterali, anche dopo i cambiamenti avvenuti in Medio Oriente, a favore del processo di pace. Il sito Ynet ci informa, però, di alcune discrezioni, della quali non mi stupisco e, anzi, alle quali do piena fiducia.
Netanyahu verrebbe in Italia per mettere sotto pressione (e uso le parole del sito) l’Italia affinché si arrivi, alla fine di questi due giorni, a una dichiarazione comune che ribadisca la sua opposizione al riconoscimento di uno Stato Palestinese da parte delle Nazioni Unite.
È ovvio che fino alla fine degli incontri non si può essere certi di nulla, dovremmo aspettare e alla fine giudicheremo. Da chi ha però definito Israele “l’unico stato democratico mediorientale”; da chi non si è accorto del muro che divide Israele e Palestina perché stava leggendo; da chi non riconosce la scelta di Obama (molto labile anch’essa) di “obbligare” Israele a ritornare entro i confini del 1967, che cosa ci si può aspettare?
michael
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