martedì 12 luglio 2011

Il Quartetto suona la stessa musica

Si è soliti ascoltare un quartetto d’archi e invece oggi l’attenzione è tutta sul Quartetto che a Washington si è ritrovato per cercare una mediazione che dia nuova vita al Medio Oriente. Essendo però che difficilmente chi non vive nel Paese in questione può dare consigli utili per il superamento dei problemi interni, anche stavolta il Quartetto si è fermato su di un nulla di fatto. Per non fare passare l’incontro come nullo sono state presentate svariate scuse, prima fra tutti i difficili rapporti che da anni intercorrono tra Palestina e Israele (che novità), fra le tante una mi fa arrabbiare. È stato difficile per il Quartetto proporre una soluzione valida soprattutto perché la Palestina è irremovibile sulla sua decisione di presentare all’ONU la richiesta di riconoscimento dello Stato Palestinese. Data questa dichiarazione (ricordo che il quartetto di incontrava negli Stati Uniti e quindi doveva tener conto delle lobby ebraiche in loco) tutta la colpa viene data in mano ai palestinesi, così da farli passare nuovamente come carnefici e non come vittime.
Premetto che io ritengo sia giusto che la Palestina presenti questa richiesta all’ONU ma anche se ciò fosse davvero invalidante per i negoziati perché nessuno ha parlato della legge che ieri, giorno dell’incontro, la Knesset ha approvato e che lo stesso Netanyahu avrebbe voluto votare più avanti proprio per non passare inviso al Quartetto? È evidente che non si voglia mai presentare Israele come carnefice. La legge in questione prevede sanzioni severe, pecuniarie e non, per tutti coloro che, persone o istituzioni, richiedano o attuino un’azione di boicottaggio nei confronti degli insediamenti: boicottare un insediamento è boicottare Israele.
Perché nessuno ha parlato di questo? E non mi venite a dire che è solo un modo per preservare la popolazione israeliana perché ogni giorno tutti i palestinesi boicottano gli insediamenti anche solo protestando davanti ad essi, questa è una nuova legge che da un lato permette di mettere in croce la popolazione araba e dall’altro giustifica la costruzione continua e forzata di nuovi insediamenti, chiunque infatti si opponesse alla costruzione di nuovi avamposti ora può esser punito dalla legge.
Non pensate che la costruzione indiscriminata di case e colonie sia un motivo ancora più invalidante i dialoghi di pace di una richiesta di riconoscimento del proprio stato? Il problema è che a livello mondiale si è voluto descrivere il mondo mussulmano come violento e quello sionista come buono e ora tutti ne paghiamo le conseguenze, anche noi che per questo motivo stiamo perdendo la capacità critica.
michael

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