sabato 23 luglio 2011

Un nuovo lutto al braccio

"Una persona convinta ha tanta forza come 100mila persone che hanno solo interessi"
Questa è la frase che Anders Behring Breivik ha lasciato sul suo twitter come presentazione. Lui è, o dovrebbe essere, l’ideatore della strage compiuta ieri in Norvegia. Non solo ideatore ma anche realizzatore essendo stato visto prima sul luogo dell’esplosione e poi, travestito da poliziotto, sull’isola dove sono stati 80 i morti (dati tutti dolorosamente in aumento).
Il mondo intero ora si scatena nel cercare di delineare il profilo psicologico e sociale del giovane; chi va a guardare il suo conto in banca, chi il suo profilo face book, c’è chi trova fondamentale sottolineare che aveva un appezzamento di terra dove coltivava prodotti agricoli.
A me non interessa nemmeno che sia un anti-islamico e un sostenitore dell’estrema destra, indizi che, a rigor di logica sono molto importanti, invece, per inquadrare il soggetto.
Non mi interessa per un solo motivo cento persone sono morte, non è importante il mandante o il realizzatore (certo questo va trovato, processato e arrestato), sono importanti i morti, soprattutto giovani tra i 13 e i 15 anni.
Nel momento del cordoglio e del compianto non c’è spazio per grandi commenti o commiserazioni, certo è che il mondo in cui viviamo fatto di un potere preponderante che uccide le persone rendendole automi soli e schizofrenici, gli episodi di violenza sono all’ordine del giorno. La violenza è certo un modo per cercare di fuggire la realtà, cercare di non risolvere il problema.
octavio

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