Voi immaginate di essere poveri in un paese ricco e sempre più in ascesa economica. Immaginate di avere un lavoro saltuario o così malpagato da non riuscire a mantenere sé e i propri figli. Se siete così bravi da mantenere viva l’immaginazione (e scrivo dunque a chi questo problema non lo vive, cioè la stragrande maggioranza di chi mi legge) riuscirete anche a capire che cosa significa vivere senza soldi.
Ci si alza alla mattina e quel poco di mangiare che c’è lo si dà ai figli, si va alla ricerca di un lavoro, ci si spacca la schiena tutto il giorno e si ritorna a casa spesso senza un soldo in tasca, ma i bambini devono mangiare. Se ci si fa male come si possono pagare le medicine? Anche un piccolo graffio può portare ad amputazione dell’arto, e come può andare a lavorare un individuo che non è in salute? I soldi dunque da dove arrivano se nessuno lavora?
Questa è la situazione che quotidianamente si vive in Brasile, nelle favelas. Ci tengo a precisare che anche il tentativo di immaginazione che vi ho chiesto all’inizio se contestualizzato nelle favelas fallisce, è l’inimmaginabile reso reale.
Rimane di fondo il concetto iniziale, questa povertà nasce e si sviluppa in un paese ricco, in un paese che sta sempre più crescendo economicamente e che inizia a essere temuto a livello internazionale. C’è dunque una netta discrepanza tra la sofferenza interna e il lusso e lo sviluppo pubblicizzato. Che cosa più di tutto non serve a un paese che deve presentarsi come nuovo mulo di traino dell’economia? Il narcotraffico. E dove il narcotraffico meglio si radica e si espande? Nella povertà. Le favelas sono dunque, e non è una novità dirlo, sede preferibile dove smerciare la droga e chi, disperato, non sa come tirare avanti, rapidamente cade nella trappola del mercato illecito. Che cosa ha allora pensato il Governo? Ripulire le favelas da questi “mercanti di sogni”; ha quindi trovato un lavoro alla popolazione, l’ha armata e l’ha resa giudice su tutti gli individui delle zone marginali. Chiunque è narcotrafficante deve essere cacciato, ma come si fa a capire chi lo è e chi non lo è?
octavio
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