8 marzo, festa della donna. Eccovi un racconto al femminile.
Il Patriarca ortodosso Cirillo, per dirlo all’italiana, ha così commentato, pochi giorni prima delle elezioni, le proteste di piazza che da tempo contraddistinguono la Russia: “Gli ortodossi pregano a casa, nei monasteri e nelle celle dei monaci". Lo stesso patriarca il 6 marzo, due giorni fa, è diventato consigliere spirituale del Cremlino. Dite che le due cose sono da collegarsi? Dite che con quelle parole lo stesso Patriarca si è reso reo di brogli elettorali, subliminalmente indicando chi votare?
Io direi proprio di sì, a comprova di ciò c’è un fatto ancora più allarmante.
Le parole da me incriminate sono state pronunciate nella Cattedrale di Cristo Salvatore, lo stesso luogo sacro dove circa un mese fa si erano “esibite”, sull’altare e davanti a fedeli e sacerdoti, le Pussy Riot, il nome già da solo precisa il loro intento, gruppo punk famoso soprattutto per le loro azioni anti-Putin.
Il gruppo è formato da vari musicisti e sostenitori, tutte donne, ma all’esibizione in questione hanno preso parte solo 5 signore le quali in un luogo così sacro hanno pensato bene di intonare la loro preghiera per salvare la Russia da Putin e così hanno recitato queste parole: “Holy Shit, holy shit, holy shit”.
Per chi non è consono all’inglese potrei tradurre la preghiera con: “Cazzo, Cazzo, Cazzo” o “Porca Puttana, Porca Puttana, Porca Puttana”, mi scuso per le parolacce. E evidente però che già nell’espressione e, sopratutto, nel luogo in cui è stata pronunciata viene sottointeso un gioco di parole blasfemo e bestemmiatore che mi limito a suggerirvi ma che non espliciterò.
Tutto ciò, dicevo, accadeva un mese fa, la comunità ortodossa si è detta indignata, ha chiesto una pena esemplare per il gruppo ma nessuno ha poi fatto niente di decisivo contro di loro. La questione, dunque, sembrava chiusa se non che il sabato prima delle elezioni due delle cinque performer sono state arrestate e imprigionate con l’accusa di “incitamento all’odio religioso e violazione dell’ordine pubblico”. Le due, attualmente in carcere e in attesa di sentenza definitiva che in caso di riconosciuta colpevolezza potrebbe trattenerle in carcere per anche 7 anni, madri di minori, bambini che non arrivano ai 6 anni di età, hanno iniziato uno sciopero della fame per protesta.
È vero che non si può giustificare tutto, non si può scherzare su tutto e non si può sempre mascherare fatti gravi per scherzi di cattivo gusto; questa però è detenzione punitiva,quella che Putin attua sempre per mettere a tacere chi gli sta sui coglioni così da poter vincere le elezioni e governare come meglio gli pare.
aleksej
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