Se c’è un uomo di pace è lui, Dalil Boubakeur. Sui fatti di Tolosa è dovuto, ha voluto, intervenire per dichiarare che l’Islam si basa sulla pace, e come dargli torto. I folli esistono, ma non solo nella religione musulmana, e se dobbiamo parlare dell’attentatore che ha ammazzato, a caso, dei soldati e con maggiore intenzionalità degli ebrei, dobbiamo davvero parlare di follia. Non può essere sano di mente chi dice che vuole morire con le armi in mano, chi dice che ha ammazzato persone a caso solo perchè militare o chi dice che vuole ammazzare bambini ebrei solo per vendicare i bambini palestinesi o, ancora, chi filma le sparatorie e dichiara di volerle mettere in internet.
Israele aveva già commentato, poi è stato il turno degli USA (Obama ha chiamato per le doverose condoglianze), poi è stato il turno della Francia (Sarkozy prima ha detto che vuole l’attentatore vivo, poi ha detto “Ci voleva distruggere ma noi non crolliamo”, poi ha detto “Grazie Obama insieme a te combattiamo il terrorismo”, ma che cosa c’entra Obama adesso?), poi è stato il turno della Palestina (Fayyad ha detto “Basta usare noi per giustificare le vostre merdate”, non ha usato queste parole ma il succo è precisamente questo).
Pochi minuti fa ho letto la notizia che il blitz sarebbe finito da qui a poco, l’attentatore sembra essersi suicidato, non avendo risposto a nulla dopo che le teste quadre hanno ridotto a brandelli la sua casa, il suo bunker.
Io volevo accodarmi alle parole di Boubakeur, persona che stimo sinceramente, l’Islam è pace, si fonda sulla pace e lavora per la pace; i pazzi, i folli, gli attentatori non fanno parte dell’Islam, sono assassini e per questo vanno puniti.
Un unico accorgimento, vi prego non usate questo fatto per martirizzare Israele. I bambini e il rabbino morti sono martiri, questi ebrei morti sono martiri; il governo d’Israele e i suoi sostenitori sono degli assassini. Perchè? La stessa violenza usata dall’attentatore di Tolosa la riversano sui cittadini palestinesi, con un unico obbiettivo: sterminio di un popolo.
michael
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