L’unica domanda che è rimasta dopo l’arresto di Gbagbo è: adesso inizia davvero una nuova era per la Costa d’Avorio? Al nuovo presidente, che poi tanto nuovo non è dato che è eletto dallo scorso novembre, spetta un lavoro gigantesco primo fra tutti quello di portare la sicurezza dopo che le armi e la violenza sono state l’unica regola ammessa fino a pochi giorni fa.
La gente è ancora barricata in casa, un po’ perché continua ad avere paura e un po’ perché non si sa bene chi si incontrerà nelle strade e non si sa bene chi è ancora alleato di chi e chi vuole sfogare la sua ira solo per il gusto di sfogarla. Il problema umanitario continua: i supermercati sono poco riforniti e aprono a singhiozzo, la gente in alcuni casi ha perso tutto, i profughi sono troppi per poter risolvere il problema in breve tempo. Oltre a tutto ciò inizia ora un vero e proprio problema di violenza per le strade non più legato allo scontro tra i due leader ma causato proprio da loro. Entrambi hanno infatti armato giovani e prigionieri affinché diventassero i loro mercenari, ora queste persone sono libere di girare indisturbate (e soprattutto armate) per la città facendo un po’ quello che gli pare. Insomma il vero problema che oggi c’è in Costa d’Avorio è il rischio della nascita di bande armate che insanguinino il paese.
Un altro fatto è avvenuto ieri, la riconciliazione fra l’esercito e il nuovo presidente in carica. Gbagbo è riuscito a “durare” in carica così tanto tempo da dopo le elezioni perché aveva dalla sua parte l’esercito; ora, dato che Gbagbo non c’è più (lui stesso alla cattura aveva incitato i suoi sostenitori a deporre le armi), i militari fanno marcia indietro e vanno sotto l’ala protettiva di Ouattara. Molti hanno commentato questo gesto come un primo passo positivo vero la pace e la calma nel paese, io non sono di quest’idea. Sarà che ho visto l’esercito ribellarsi troppe volte, sarà che sono nato “Bastian Contrario” ma io di questi militari non mi fido. Davvero voi credete che un esercito che è riuscito, nel giro di un giorno, a cambiare completamente idea politica solo perché il loro leader è stato sconfitto non possa più cambiare idea e schierarsi contro il leader attuale? Credete davvero che al primo lauto compenso esterno non siano in grado di mettere in atto un colpo di stato?
La situazione in Costa d’Avorio è ancora troppo fragile per poter cantare vittoria, chi lo spiega al mondo internazionale che, avendo visto la vittoria di Ouattara, vede conclusa la necessità di aiuto a quel paese e sta abbandonando tutti al loro destino?
octavio
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