In un mondo così globalizzato come ci ostiniamo a ripeterci, in un mondo dove le culture sono diventate obbligatoriamente uno scambio sempre più proficuo, in un mondo dove la corsa al denaro è il metro di misura di tutte le vicende politiche, in un mondo in cui l’amicizia si basa in primo luogo sui rapporti virtuali pensate che possa esistere un luogo dove si vive con massimo tre (e dico tre) dollari al giorno? Sembra una follia, sembra che io vi stia prendendo in giro e invece questo posto c’è ed è il Laos (beh probabilmente molti è la prima volta che lo sentono nominare). In effetti non un posto che faccia molto parlare di sé: è molto isolato e piccolo rispetto a colossi come Cina e Thailandia e quindi dimenticato da tutti.
Sconosciuto a molti ma con una caratteristica geografica che lo rende degno di nota per gli stati a lui confinanti: il passaggio del fiume Mekong, uno dei fiumi più lunghi al mondo e che dà da vivere a migliaia di poveri e umili pescatori che mantengono la famiglia con la pesca (sia con la vendita che con il consumo).
Quando c’è l’acqua diventa subito ricchezza da sfruttare e, quindi, si pensa subito a grandi dighe che possano trasformare la potenza di scorrimento in energia, energia vendibile e quindi commerciabile. E questa idee viene proprio dal Laos, quel piccolo paesino che non ha nemmeno i soldi per poter finanziare i lavori ma che si appoggia alla Thailandia, principale acquirente di energia una volta finito il lavoro, per iniziare a mettere le fondamenta.
C’è allora un problema che a molti, in internet, non è sfuggito: se si crea la diga, l’acqua che questa deve contenere dove va a finire? È questo il vero problema: dove mettiamo quella gente che perderà tutto perché vedrà i suoi terreni sommersi dall’acqua? E il mondo politico ha pensato bene che quella gente può anche andare al diavolo, non è problema suo. A tutti coloro che verranno investiti dall’acqua sono offerti 15 (e dico quindici) dollari per andare dove a loro pare, chissenefrega dove basta che se ne vadano. E poi c’è un altro problema: l’acqua bloccata, stagnante, non può dare sviluppo ai pesci che nel fiume vivono, si prospetta quindi anche una crisi nell’unico settore che dà da mangiare ai poveri.
Il Laos, paese poverissimo, si appresta quindi a risolvere la povertà con l’energia, peccato che per farlo ucciderà (non direttamente ma indirettamente) tutti i poveri che dovrebbe aiutare. Evviva la politica che lavoro per l’uomo…
octavio
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