Dolore, sgomento, rabbia, odio, gioia, paura, morte. Queste, se si possono catalogare, i vari sentimenti in giro per il mondo dopo che davanti agli occhi di tutto il mondo crollavano le Twin Towers. Le testimonianze audio che rimangono fanno venire i brividi, le immagini di chi si buttava dalle finestre per scampare da una morte certa e andare verso una morte certa sono terribili, pensare a quante persone sono morte è raccapricciante. Oggi la memoria si fa però forte, forte e audace perché Bin Laden è stato catturato e, come dice Obama, sì sono passati dieci anni ma al-Qaeda è più debole e noi più forte, dimentica Obama che oggi è il giorno delle lacrime non certo il giorno delle congratulazioni.
I dubbi, le interpretazioni, le indagini tutto ciò che riguarda l’ormai storico 9/11 sono stati da tutti studiati, filmati, giudicati e, ormai, tutti hanno una loro ipotesi rispetto al dramma; quando la verità verrà a galla immagino ci saranno anche le scommesse e qualcuno vincerà anche denaro, colui il quale, di sicuro, l’avrà sparata più grossa.
Ma oggi, ed è qui che i capi di stato, i giornali, le TV, internet ecc. ecc. sbagliano, è il giorno del compianto non dei discorsi, oggi è la data di morte scritta su numerose, infinite silenti tombe e da oggi iniziano le successive (ed è triste dirlo ma giorno per giorno) date scritte su altre infinite silenti tombe, questa volta scavate in tutto il mondo.
Oggi l’unico discorso che può forse essere valido è questo: Perché tanto odio? Perché tanti morti? Qualcuno sa cosa vuol dire morire? Ma, forse, il discorso perfetto è questo: chi le asciuga le lacrime a chi piange?
octavio
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