domenica 18 settembre 2011

Tassare i poveri per dare ai ricchi

I nostri cari (nel senso che costa tanto mantenerli) politici come novelli Principi Giovanni girano per l'Italia-Sherwood a caccia di nuove tasse. Tasse sui prodotti di consumo, sul lavoro, sui passi carrai per uscire di casa, mezzi pubblici più cari, nessun prestito all'imprenditoria giovanile, tasse, tasse e ancora tasse. Così le brillanti menti governative, a tutti i livelli, anche comunali e anche se di "sinistra", affrontano l'eterna crisi economica. Una crisi che nasce dalla struttura stessa di questa economia moderna senza un minimo di ancoraggio alla realtà; titoli basati su altri titoli, carta basata su altra carta, consumo senza bisogno, bisogno senza risposta. In questo quadro pian piano i popoli cominciano a rumoreggiare contro stili di vita imposti, contro una classe politica che come Trimalcione si dà ai sollazzi, ignorando da ignoranti il popolo senza futuro. E come disse l'attore: "cado dalle nubi" quando le prospettive del Pil si dimezzano, quando perdo consensi elettorali, quando chiedono le mie dimissioni perchè mi occupo solo di feste e donne e non faccio il mio lavoro! La realtà ha ormai una frattura con i palazzi del potere che solo un ritorno vero alla Costituzione può sanare. C'è bisogno di uscire da una situazione di pantano culturale prima ancora che economico; interi stati muoiono di fame, le guerre impazzano e nessuno ne può parlare, la verità e la libertà sono negate in ogni istante e chi parla di una rivoluzione culturale è messo tra i pazzi utopisti. Rilanciare la cultura della solidarietà, del denaro in funzione dell'uomo e non del suo contrario, basarsi sull'istruzione come fucina di menti e caratteri in grado di influire sulla realtà. Domani cominciano le scuole, bistrattate e ignorate da ignoranti dal nostro Governo... l'augurio sia quindi di essere scuola ovunque, spiegando ai giovani e parlando alto a loro, spegnere le tv e insegnare l'un l'altro.
IoLiOdioINazistiDellIllinois

1 commento:

  1. Dico che siamo diventati una repubblica ma la nostra cultura è rimasta monarchica in cima ci sono i Signori e noi siamo la plebe o no?
    Vincenza

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