Oggi, nel giorno in cui FIAT ferma la produzione, vorrei timidamente parlare di lavoro. Mentre Brunetta vagheggia di assurdi incentivi ai giovani per uscire di casa, io, da giovane, dico che non voglio un incentivo ma la possibilità di sognare un lavoro, un futuro. La mia generazione, in Italia, si trova le gambe tagliate su due fronti rispetto alle precedenti. Il primo è la svalutazione dell’istruzione. Una scuola superiore sempre più misera di insegnanti, educatori e con classi sempre più grandi (come studenti non come aule), una laurea triennale che equivale a un bello zero virgola uno sul curriculum e una laurea specialistica dai prezzi sproporzionati rispetto al resto d’Europa soprattutto in proporzione alla qualità del servizio reso. Secondo fronte è quello stesso del mercato del lavoro, solo ed esclusivamente un orizzonte di contratti a tempo determinatissimo, se ti va molto bene quindi non lamentarti se no perdi anche quelli. E’ vero che per molti aspetti questa generazione non è idilliaca ma come potrebbe svegliarsi se abbiamo una classe dirigente che risale al Giurassico dove i nomi che si sentono ripetere sono sempre e comunque gli stessi, dove i giovani dei vari partiti sono i primi della classe che nessuno tollera? Le riforme che consentiranno a questo paese, cioè ai suoi abitanti, di avere un domani non sono quelle che riguardano le vicende degli attuali politici, uomini miopi e senza larghi orizzonti. Le riforme necessarie sono per chi oggi, giovane o meno uomo o donna rimane e rimarrà senza la possibilità di camminare con le proprie gambe. Maurizio Crozza ricorda spesso una frase di De Gasperi “lo statista non pensa alle prossime elezioni, lo statista pensa alle prossime generazioni”, perciò non sarebbe male pensare di avere un futuro migliore già oggi, tutto sommato anche i dinosauri si sono estinti.
IoLiOdioINazistiDellIllinois
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