giovedì 20 maggio 2010

Ma che freddo fa...

Vi avevo già informato del problema elettrico a Gaza, vi avevo già informato che la mancanza di luce era stata di 24 ore per lungo tempo e gli aiuti che erano arrivati avevano portato a blocchi “temporanei” di 8 ore. Credete che la situazione sia migliorata con il tempo? Ovviamente no, il carburante è ancora bloccato alla frontiera da Israele e regolarmente le centrali smettono di funzionare e il buio torna ad accompagnare la vita dei palestinesi, a volte 8, a volte 12 e a volte 24 ore, dipende. Mancanza di elettricità e carburante vuol dire anche mancanza di riscaldamento e, credetemi, in Palestina la notte fa molto freddo. Israele però è sempre più intelligente di quello che ti aspetti e cos’ha pensato bene di fare? Il carburante rimane bloccato alle frontiere ma l’accesso di piccoli termosifoni alimentati a gas di fabbricazione cinese possono entrare. Fabbricazione cinese vuol dire basso costo, il blocco delle frontiere e del commercio a Gaza vuol dire pochi soldi e le due cose quindi si combinano perfettamente. Tutti sono accorsi a comprare un piccolo e unico mezzo per scaldarsi. Il 2009 ha visto 87 morti per intossicamento da monossido o per gli incendi scaturiti da questi “macchinari”, i primi 5 mesi del 2010 ne ha già visti 23 per le medesime cause. Il lavoro di alcune ONG è quello anche di far arrivare opuscoli esplicativi sull’utilizzo di questi piccoli termosifoni perché se da un lato la prevenzione è giusta dall’altro la morte per assideramento è peggio. Qual è il problema? Che nell’opuscolo viene chiaramente precisato che la stufa non può essere utilizzata in casa perché il livello di monossido che produce è troppo elevato, bisognerebbe tenere tutte le finestre aperte e, quindi perdere il calore.
Spero che questo post vi faccia capire come ragionano gli israeliani, non solo portano avanti uno sterminio razziale ma anche studiano al dettaglio le mosse per mettere sempre più in ginocchio la popolazione.
momò

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