La sorte ha voluto che giusto ieri avvenissero nei due territori più a rischio di questo periodo, Kirghizistan e Thailandia, due scontri molto violente, diversi ma simili. Sebbene il nuovo governo abbia dichiarato che la situazione è pienamente sotto controllo ieri i sostenitori di Bakiev hanno occupato l’aeroporto e stanno portando avanti la loro protesta. In Thailandia invece due sono i morti violenti, ovviamente entrambi della parte dei manifestanti e ovviamente entrambi già dichiarati terroristi (e quindi se gli spari in testa o nel petto fa poi lo stesso perché loro sono terroristi, i cattivi). Dopo aver fatto questi feriti il governo ha anche dichiarato che la zona occupata dalle Camice Rosse è ora completamente circondata da blindati dell’esercito e le elezioni programmate per il 14 novembre sono revocate.
In entrambi i casi l’esercito è sempre la soluzione, in entrambi i casi la violenza è la soluzione. Violenza che si sviluppa da entrambi i lati e quindi è da condannare sempre. Ciò che non ho mai capito, ci ragionavo ieri in macchina, è perché i manifestanti violenti sono terroristi l’esercito invece è fatto da uomini giusti; l’esercito a mio avviso è fatto da terroristi legalizzati. Entrambi i gruppi son comunque bombe ad orologeria, in mano a “capi” o presunti tali che li mando alla morte certa, alla violenza certa, alle ferite certe.
Il problema delle guerre è sempre questo, chi le comanda sta comodamente seduto i poltrona e muove le pedine sulla cartina, chi le fa crepa, chi non le fa o non le vuole le subisce e crepa.
octavio
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