Continua il mio lavoro di descrizione della situazione politica dello Zimbabwe, continuo a presentarvi la campagna elettorale che Mugabe sta mettendo in atto. Per fare ciò parto da una notizia positiva (o, meglio, che cerca di portare il positivo): la Banca Mondiale, dopo aver testato il progetto in Malawi, apre una nuova campagna di sensibilizzazione per contrastare il contagio di HIV. Dal titolo “Il tuo futuro è più luminoso senza un dolce papà” si impegna a finanziare la vita di centinaia di adolescenti che potranno così andare regolarmente a scuola invece di prostituirsi, gli sugar daddy sono anziani che comprano giovani amanti per i loro divertimenti sessuali il più delle volte contagiandole. Se davvero il progetto andasse in porto ci sarebbe un grandissimo passo avanti, ci sarebbe forse la possibilità di vedere un futuro.
Ora provate guardare in chiave metaforica la figura del sugar daddy, non trovate che possa essere la miglior descrizione di Mugabe? Un uomo all’apparenza dolce e che cerca ci ammagliare con la sua estrema squisitezza, ma che nasconde dietro di sé l’ombra del monatto: il barelliere che fa ammalare lo Stato che governa.
Ed ecco che arriviamo alla campagna elettorale. Vi ricordate quei 45 attivisti arrestati di cui, poi, 39 liberati, torturati perché avevano visionato dei video sulle proteste in nordafrica? Non solo loro hanno ottenuto questo trattamento, un professore dell’Università e cinque suoi colleghi per aver fatto vedere le stesse immagini nelle loro lezioni sono stati arrestati e torturati. Torture evidenti su piedi, natiche e gambe fatte con manici di scopa e oggetti appuntiti.
Oltre alle torture un altro punto è entrato ufficialmente nelle campagna che dovrebbe portare Mugabe di nuovo sul podio: boicottaggio prodotti internazionali. Lui stesso in persona avrebbe invitato il popolo a non comprare prodotti esteri come risposta critica alle sanzioni che continuano ad arrivare contro il governo. Sanzioni giuste, anzi troppo poco efficaci per il mostro di cui stiamo parlando, che fanno incazzare Mugabe perché vanno a fregargli tutti i soldi che lui vorrebbe fare, vanno a mettere in crisi le industrie che lui ha, ecco allora che propone di mettere al bando i prodotti che vengono dall’estero.
Per oggi mi fermo qui, non ho più intenzione di stare a ripetere che i mostri vanno fermati, io mi limiterò a raccontarvi le storie dello Zimbabwe, la vita della gente comune; non dimenticare è già un non abbandonare quel popolo, certo un intervento internazionale sarebbe più auspicabile.
octavio
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