Quando io andai in Palestina era l’era Olmert, ancora doveva essere accusato di corruzione e quindi regnava indisturbato. Quando io andai in Palestina vidi con i miei occhi quello che internet da anni cerca di raccontare: case distrutte, ceckpoint ovunque, il muro, paura e rabbia, fame e disperazione. Sempre lui nel settembre 2008 dovette dare le dimissioni ma, non trovando la Livni (quell’assassina della Livni) la maggioranza necessaria per attuare un nuovo governo, prima di andarsene si tolse il vizio di dare avvio lui a Piombo Fuso: oltre 1400 morti sulla coscienza.
Usciti di scena il corrotto e l’assassina torna alla ribalta il carnefice: Netanyahu. Non voglio stare qui a fare l’elenco di tutto ciò che fino ad oggi ha fatto, vi invito a leggere i miei post, mi soffermo solo su di un fatto, gli ultimissimi dialoghi di pace. Dopo che per anni tutti se ne sono fregati il paladino della legge Obama ha deciso di tornare sui dialoghi tra israeliani e palestinesi e così ha voluto aprire un tavolo di incontro, quando però so è accorto che la Palestina (GIUSTAMENTE) non avrebbe dialogato se Israele non avesse smesso di costruire le proprie case in territorio arabo, prima ha cercato di fare la voce grossa contro Netanyahu poi ha capito che tanto da Israele e lobby sioniste americane i soldi li otteneva solo se si metteva prono davanti a loro e quindi ha lasciato perdere. Le case hanno continuato ad essere abbattute, i prigionieri hanno continuato ad essere seviziati , i muri hanno continuato ad essere costruiti, Gaza ha continuato ad essere isolata dal mondo.
Ora che il mondo arabo è in fiamme un sondaggio porta lo “scompiglio” in Israele e così pare che per il 55% degli intervistati ritiene che a breve cresceranno le pressioni internazionali affinché Israele trovi un accordo con la Palestina. È chiaro che con queste dichiarazioni subito l’opposizione alza la voce e cerca di screditare chi è in carica. E così torna in pista la Livni che ha il coraggio di fare questa dichiarazione: “Il modo in cui il Primo Ministro lavora rispetto ai colloqui di pace ha dimostrato totale mancanza di capacità di guidare il popolo di Israele. Questo è un passo indietro che ci riporta al passato nel quale Netanyahu annunciava il suo desiderio di raggiungere un accordo definitivo entro un anno».
Detto in parole povere la Livni fa il suo lavoro, cioè attacca il Premier, ma lo fa dicendo assurdità, dicendo che lui è un incapace perché spera ancora nei dialoghi di pace. La Livni non dimentica le sue origine, lei che sorrideva mentre a Gaza si sterminava il popolo palestinese ora si fa propaganda politica dicendo pubblicamente che se fosse al potere continuerebbe il lavoro iniziato. Quello che è da notare è che la politica in Israele la vince chi riesce a sparare più in alto le torture da infliggere ai palestinesi.
michael
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