Il mondo ricorda l’Africa, il mondo ricorda il pallone da calcio e così nascono i mondiali in Sud Africa, tutto il mondo ha ricordato l’evento storico di questi mondiali come l’inizio di una nuova era e una nuova vita anche per il popolo africano, un modo per scongiurare il regime razzista ormai superato.
Nessun Dorma si unisce a tutte quelle persone che ricordano il massacro di Soweto, cerchiamo anche noi, ora che ci siamo fatti le ossa di ricordare per non dimenticare: 16 giugno del 1976, circa 600 studenti furono massacrati dall’esercito del regime razzista. Altri 1500 furono feriti. Il primo a cadere fu il dodicenne Hector Petersen, che divenne così uno dei simboli della lotta che avrebbe portato, diciotto anni dopo, alla fine del regime segregazionista introdotto nel 1948. Nel 1991 l’Organizzazione dell’Unità africana decise di ricordare l’accaduto proclamando il 16 giugno ‘Giornata internazionale del bambino africano’.
Ecco allora, chi si ricorda dei bambini africani? Chi ha davvero un interesse (e qui parliamo a livello di istituzioni, non di singoli cittadini o volontari che si spaccano letteralmente la schiena per poter portare un minimo sollievo in una enormità di bisogni) per l’Africa? Esisterebbero così tante multinazionali straniere dedite all’aspirazione del petriolo, alla raccolta di pietre preziose, allo sfruttamento intensivo del territorio, alla raccolta di uranio se davvero ci fosse un reale interesse allo sviluppo di una popolazione, di uno stato, di una nazione e di un continente?
Il potere rende pazzo chi lo ha e ammazza chi a lui è sottomesso, volente o nolente. Nessun Dorma propone di modificare la dicitura proposta per la giornata del 16 giugno:
‘Giornata internazionale del bambino africano’ e dei suoi genitori sfruttati dal mondo occidentale che pensa solo ai soldi.
In Africa è prassi normale (vedi le industrie sopra citate) dare le perle ai porci.
Il Timone
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