La struttura è così composta: Los Halcones che controllano le zone di dominio dei Los Zetas; Las Ventanas ragazzi che “fanno il palo” in diverse aree dello Stato Messicano e su tutto il territorio che viene chiamato “la ruta del migrante”; Los Mañosos che si occupano del commercio di armi; Los Leopardos prostitute e travestiti che raccolgono informazioni dai loro clienti; Direcciòn 20 membri che gestiscono tutta la banda. La struttura è a cellula così che nessuno sa niente di ciò che accade nell’altro reparto e, in caso di arresto o tortura, non può rivelare nulla. Questa è la banda de Los Zetas, paramilitari violenti e molto esperti che da tempo il governo messicano sta cercando di smantellare attraverso la sua violenta guerra ai cartelli della droga. Non è solo della droga però che trattano ma si occupano anche di portare illegalmente gli immigrati da uno Stato all’altro. Ed è qui che giunge la notizia: ieri sono arrivati all’aeroporto di San Salvador 11 feretri di giovani salvadoregni uccisi (insieme ad altre 60 persone provenienti da tutto il Centro America) come prezzo da pagare per la lotta che il governo messicano compie contro la droga. Questo il discorso del presidente Funes: "Ya no podemos permitir que nuestros hijos e hijas que se aventuran a irse del país para encontrar en otro país condiciones de vida que aquí no encuentran, no podemos permitir que les maltraten, que dañen su integridad física, que violen sus derechos humanos".
Questo è il vero problema. Lo sfruttamento e la violenza su persone innocenti. E non è valido limitarsi a dire che i cattivi sono i paramilitari che non hanno il senso del rispetto e non si fanno scrupoli su niente. No! Questo non basta, si abbia il coraggio di dire invece che con la corruzione, e l’ingiustizia uno Stato può vivere forte e in salute per lungo tempo, perché nella maggioranza dei casi è di quello che vive. Combatte il narcotraffico per ottenere successo dalla gente, arresta o uccide alcuni capi ma poi i rimanenti li invita di nascosto a cena per dividersi i profitti. Per fare questo bisogna accettare però la perdita di alcune vite umane, solo così si può continuare a giustificare la battaglia.
octavio
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