giovedì 28 giugno 2012

La fine della primavera araba

Per Jamal Zahalqa, deputato palestinese alla Knesset, il parlamento israeliano, “l’affermazione di Mohammed Mursi alla presidenza in Egitto è una vittoria degli egiziani”.
Il leader del partito Alleanza Nazionale Democratica, si è complimentato con Mursi e, come avevano osservato altri politici palestinesi, anche secondo il suo parere il processo di consulta e quello elettorale conclusosi con la nomina di Mursi, è stato un matrimonio con la democrazia.
Anche Zahalqa parla di nuova fase colma di speranza per il futuro. Direttamente aggiornato sul dibattito interno allo Stato ebraico, il deputato sostiene che in Israele non c’è particolare preoccupazione per la vittoria di un candidato dei Fratelli Musulmani, dal momento che è più forte la convinzione che i problemi interni all’Egitto siano talmente estesi, da richiedere la priorità rispetto alla politica estera.
“Altri in Israele non credono in uno scontro aperto tra i due Paesi, perché tale ipotesi significherebbe togliere il pane agli oltre 80 milioni di egiziani”, prosegue Zahalqa con riferimento al taglio delle sovvenzioni statunitensi all’Egitto nel caso di un conflitto con Israele.
“E’ vero che l’Egitto avrà molto da fare al proprio interno, ma l’era di Mubarak non tornerà. Con la vittoria di Mursi, è finita la ‘Primavera israeliana’.
“Non credo che l’Egitto sarà mai uno stato al servizio di Israele, tutt’altro, è una realtà nazionale indipendente che detiene un rapporto speciale con i palestinesi e, anche per questo, gode di grande ammirazione nel mondo arabo”.

via "Agenzia stampa Infopal - www.infopal.it"

martedì 26 giugno 2012

Poveretto, votatelo!


Tutti i non membri del Ku Klux Klan erano intervenuti per denunciare lo schifo della legge anti immigrazione varata tempo fa in Arizona, anche io ne avevo parlato.
Quattro erano i punti chiave sui quali la legge puntava per “smascherare” gli illegali e rimandarli a casa: 1. Possibilità di richiesta documenti a tutti gli immigrati che potevano sembrare illegali; 2. Reato per gli immigrati legali sorpresi senza documenti 3. Impossibilità di contratto di lavoro senza documenti 4. Possibilità di arresto per chi può sembrare illegale.
Obama ha lottato perchè questa legge venisse modificata, era troppo apertamente contro i principi di uguaglianza che aveva sbandierato per farsi eleggere, e ha ottenuto che i punti 2, 3 e 4 venissero eliminati. Un successo per molti; una rivincita per tanti, grandi elogi per quel santo di Obama che avrebbe mantenuto le promesse fatte, ma per chi guarda con attenzione solo una vittoria di Pirro.
Rimane in vita ancora il primo punto della legge, quello più folle, quello più assurdo, tanto che la governatrice dell'Arizona, incazzata nera per la mossa di Obama, ha già detto che, essendo rimasto superstite il primo punto, lo farà applicare sempre, ovunque e comunque.
Ma poi voi lo avete capito il vero motivo di questa modifica di legge voluta da Obama? Semplice, se tutti gli immigrati legali vengono incarcerati solo per il fatto che sembrano illegali chi andrà a votare Obama alle prossime elezioni?
octavio

lunedì 25 giugno 2012

Impeachment


39 voti favorevoli, 4 contrari e 2 assenti. È golpe di Stato? È giustizia? È Costituzione? È legale?
Tutte domande lecite, tutte domande che attendono risposta. Nel mentre, però, in Paraguay l’ex vescovo di sinistra è stato destituito dal suo scranno e al suo posto è salito il sostenitore, ora acerrimo nemico, Federico Franco. C’è da precisare subito che da un punto di vista legale (io non me ne intendo molto, ma ho cercato di informarmi al meglio) le azioni che il Parlamento ha fatto contro il Presidente Lugo sono tutte precise e giuste; accusato di impeachment è stato mandato a processo da quei 39 voti favorevoli di cui all’inizio, è stato, dunque, destituito e al suo posto è salito il suo vice: il Comandante Franco.
Eh sì, quello che lo aveva aiutato a prendere i voti necessari per andare al potere, quello che gli aveva permesso di vincere, subito dopo, gli ha voltato le spalle (attenzione ideologicamente, perchè fisicamente il suo posto di vice ben remunerato mica lo ha mollato) e poi, quando ha potuto gli ha rubato il posto in poltrona.
Ripeto, legalmente mi sembra che le azioni messe in campo siano corrette e, infatti, chi accusa il Comandante di aver architettato un golpe lo fa precisando che, comunque, golpe militare non è.
Quello su cui credo sia necessario soffermarsi un attimo è il motivo per cui su Lugo pende oggi il giudizio di impeachment: malgoverno e aumento della violenza. Ma davvero mi volete fare credere che in Latino America il problema della violenza si può legare, SOLO, al malgoverno? E, poi, c’è da dire che mentre il Comandante Franco fa sapere che la vita in Paraguay è normale e la gente è tranquilla, il popolo fa sapere che i sostenitori di Lugo sono in piazza a protestare e anche i più poveri dei poveri, i contadini, si stanno organizzando per arrivare in città a dire la loro. Vedremo Franco come si comporterà, d’obbligo sottolineare che la vera accusa contro Lugo è uno scontro di non molto tempo fa fra polizia e contadini in cui persero la vita sia gli uni che gli altri; un banco di prova, insomma, quello che sta per arrivare, per Franco.
Nel mentre, per quello che mi è dato sapere, gli USA tacciono; c’è chi non riconosce il nuovo governo, c’è chi (Germania in primis) lo ha già riconsciuto, ma gli USA? Quando parleranno tutto sarà chiaro.
octavio

martedì 19 giugno 2012

I paesi più felici


Benestare provato e dichiarato dalle persone intervistate (bisogna però domandarsi quali); Capacità di sviluppo e, di conseguenza, sogni futuri delle persone intervistate (bisogna sempre domandarsi quali); Attività ecologiche e di autosostentamento attivato in campo energetico, del riciclaggio ecc. ecc.
Sulla base di ciò esce questa cartina del mondo con indicati i paesi più felici del mondo.


Io avrei usato altri parametri, io avrei guardato a povertà, corruzione del Governo, economia, questo però avrebbe voluto dire mostrare la verità e,si sa, è sempre meglio negare tutto, negare l'evidenza.
octavio

lunedì 18 giugno 2012

Vattene tu!


Basta guardare i molti post riguardanti la Palestina o farsi una propria cultura personale andando a cercare in internet o, ancora meglio, andando sui luoghi per capire una caratteristica generale sulle colonie israeliane. Non parlo di loro illegalità, questo lo do per scontato; non parlo di deturpazione di paesaggio, anche questo lo do per scontato; non parlo nemmeno di violenza, ancora una volta do per scontato si sappia che nelle colonie vivono i sionisti più invasati e, dunque, più violenti. Voglio, invece, qui sottolineare l’unica vera questione geografica che accomuna le colonie e cioè la scelta di “crearle” sulle alture, sui monti o sulle colline così da meglio controllare il popolo palestinese.
Alcune sono oggi ancora “semplici” insediamenti, altre sono invece già strutturate e ben avviate e questo è il caso, fra i tanti, di Nazareth Illit o, per farvi capire meglio, Nazareth Alta/ Nazareth di Sopra; la Nazareth, insomma, colonia e colonizzata campo base dei sionisti che hanno strappato la terra ai palestinesi per impiantarci i loro palazzoni e le loro case.
Vi parlo di questo comune perchè da qui viene la nuova proposta assurda del mondo sionista. Premessa, necessaria perchè poi non farlo altro commento, alla propria terra di origine ogni uomo è legato e affezionato, ancora più se gli viene strappata dalle mani con la violenza per costruire il regno di Dio.
La proposta? Pagare i palestinesi perchè vendano la propria casa e se ne vadano per sempre.
michael

giovedì 14 giugno 2012

Un sogno...

Un sogno? Che i popoli vivano in accordo tra di loro. Un sogno? Che si realizzi questo. Sì perchè il problema non è tanto sperare che l’uomo possa vivere insieme all’altro uomo, di per sè ci riuscirebbe; il problema è che ciò si realizzi. Se ti convincono che il tuo vicino puzza, se ti convincono che chi ti sta a fianco ruba, se ti convincono che al di là del fiume stanno gli assassini, se ti convincono che nel bosco vivono i mostri, se ti convincono che nel mondo i migliori siamo solo noi è chiaro che si arriva al famoso, strausato, pieno di significato homo homini lupus.
Ora, che Kosovo e Serbia siano ai ferri corti è risaputo, molti post sono stati dedicati a questo annoso problema. Che si arrivi a tanto è, però, per me complicato da comprendere. Il Ministro dell’Interno kosovaro ha stabilito che l’utilizzo di auto con targhe serbe ma riferite a località kosovare è vietato; da pochi giorni, chiunque venga sorpreso a bordo di un mezzo con queste caratteristiche si vedrà sequestrare il veicolo.
Le auto con targhe serbe viaggiano ovviamente al Nord del paese, e il Nord del paese è a maggioranza serba, la quale, ça va sans dire, non ha nessuna intenzione di accettare questa nuova legge. Una legge, diciamolo, fatta solo per inasprire il già inesistente dialogo. Una legge inutile, insignificante; ditemi voi che cosa cambierà, nel rapporto tra i due Stati e le due popolazioni se ci saranno macchine senza targa serba in Kosovo.
E ora voi mi potresti dire: “Ma sei scemo, ma non lo sai che è previsto dagli accordi di Belgrado che in Kosovo non esistano più macchine con targa serba?
Sì, lo so. A maggior ragione.
aleksej

mercoledì 13 giugno 2012

Buone notizie


Una buona notizia? Beh sicuramente ogni tanto ci vuole, non si può vivere solo del male della gente. Una buona notizia? Io sono sempre scettico, non canto vittoria fino a che non vedo risultati concreti e, quindi, prima di credere che sia davvero buona bisogna capire se funzionerà. Una buona notizia? Beh adesso ve la devo dire se no mi prendere per pazzo e, sopratutto non capite di che cosa sto parlando.
Nuova Delhi, prima città nel mondo indiano a farlo, ha deciso di istituire una banca del cibo per i bisognosi e abbienti. Non perdo tempo a dirvi che l’indigenza, la soglia di povertà, l’estrema povertà, sono normalità in India; se site curiosi informatevi tramite siti internet dedicati.
La decisione è dunque buona; chiunque (in particolar modo dopo banchetti e cerimonie) abbia cibo in avanzo che butterebbe via può contattare i volontari che lavoreranno per la banca in questione così da far ritirare le derrate in eccesso e permettere agli stessi di redistribuirle tra chi ne necessiti.
Perchè allora io non sono così convinto che sia una buona notizia? Di per sè, è vero, il metodo di lavoro studiato e l’idea di fondo non fanno una grinza e sono ammirevoli. C’è però da domandarsi: quanto interesserà alla gente con cibo di aiutare la gente senza cibo? Quanto questi volontari saranno così integerrimi da distribuire il cibo ai soli veramente bisognosi? Quanto la mafie e le mafie cercheranno di speculare e speculeranno su questa nuova banca del cibo? Quanti e quali interessi per il Governo che ha emanato l’idea si svilupperanno con l’avvio di questa iniziativa?
Staremo a vedere.
octavio

martedì 12 giugno 2012

Cercare di capire


Immaginate di essere un popolo, povero, affamato e in via di sicura estinzione. Immaginate di trovare il vostro modo di sostentamento nel petrolio. Immaginate, quindi, di sentirvi tranquilli, sicuri che un futuro migliore è in arrivo; si sa che con il petrolio tutto è possibile, tutto è fattibile. Immaginate ora di vedere tonnellate di persone straniere, bianchi, occidentali, non musulmani che invadono le vostre terre, sfruttano le vostre risorse, sfruttano il vostro lavoro, esportano tutta all'esterno e non investono nulla nel vostro territorio. Immaginate ora di scoprire che il vostro Governo, quello che dovrebbe supportarvi sia venduto, corrotto e abbia al suo interno infiltrati bianchi, occidentali, non musulmani che sappiano tutto di tutti e agiscano prima ancora che le decisioni governative siano pubbliche. Non vi verrebbe odio? Non pensereste che l'occidente e il suo modus vivendi sia da vietare? Ecco a voi Boko Haram.
Con questo non voglio giustificare la violenza, non voglio giustificare le stragi di cristiani, non voglio giustificare il sangue versato che nessuno tenta di fermare. Con questo voglio spiegare.
octavio

venerdì 8 giugno 2012

Il popolo eletto da Dio


Come si fa a distruggere una persona? Come si fa a distruggere una stirpe? Come si fa a distruggere un popolo? Ovviamente tutte le risposte le potete andare a chiedere al Governo d’Israele il quale saprà darvi delucidazioni così precise che rimarrete a bocca aperta per quanto l’uomo sia capace di essere crudele. Cercherò comunque di farvi un sunto di tutto ciò che si deve fare, metti caso vogliate diventare sionisti.
  1. Limitazioni nel movimento: trovare diversi modi e forme per poter bloccare nelle loro città i residenti, fare in modo che anche uscire di casa o andare al lavoro sia per loro impossibile. In questo Israele eccelle, basti pensare al muro di separazione o alla cupola missilistica di Gaza.
  2. Limitazioni nell’economia: non c’è nemmeno bisogno di spiegazioni, senza lavoro non c’è economia, senza economia c’è la morte totale. In Palestina mancanza di lavoro e disoccupazione sono a percentuali altissime e quelle attività che darebbero almeno sostentamento vengono continuamente messe in crisi: uliveti incendiati, coltivazioni distrutte per far posto a colonie, pozzi e risorse idriche chiuse o inaccessibili.
  3. Limitazioni nel sostentamento: Mancanza di cibo e di strumenti lavorativi sono alla base della distruzione di un popolo. Israele è maestro nel blocco totale imposto a Gaza che gli permette, su ogni singolo bene, di decidere se entrerà e come entrerà. Cibo fresco arriva spesso a Gaza avariato a causa delle troppe ore di attesa sotto il sole prima che si apra il valico.
  4. Limitazioni nell’educazione: mantenere un popolo ignorante è il miglior metodo per controllarlo. Di pochi giorni fa la notizia che Israele dopo aver arrestato 18 minorenni, averli incarcerati e, prima, torturati gli vieta ora di poter sostenere gli esami scolastici necessari per superare l’anno scolastico in corso.
Questo è il popolo d’Israele, il popolo eletto da Dio.
michael

giovedì 7 giugno 2012

Tranquilli, questo non è regime, è democrazia


Ho già parlato abbondantemente di Khodorkovskij, non voglio dilungarmi. Per riassumere a chi ancora non lo conoscesse basta dire che era un magnate russo che ha tentato di mettersi contro Putin nel settore gas e petrolio forte del sostegno che Eltsin gli aveva dato quando ancora valeva qualcosa; le sue mire di ricchezza sono finite quando Putin si è rotto le palle lo ha fatto arrestare per frode, gli ha fatto fallire la ditta (e che ditta) e lo ha fatto condannare ad otto anni di reclusione.
Tranquilli, questo non è regime, è democrazia.
Di Gazprom ho già abbondantemente parlato, non voglio dilungarmi. Per riassumere a chi ancora non la conoscesse basta dire che è l’unica (UNICA) azienda russa nel mercato delle risorse energetiche che davvero conta. Nell’amministrazione vede, con potere decisionale, la figura losca di Vladimir Putin. Ha contratti in tutto il mondo e per miliardi di rubli, ha preso tangenti da tutto il mondo in cambio di forniture varie. Nel tempo ha acquistato e ora gestisce testate giornalistiche e televisioni nazionali che ora sono tutte, inspiegabilmente, filoputiniane. È per lei che viene mantenuta sempre aperta una guerra in Cecenia che ha fatto milioni di vittime.
Tranquilli, questo non è regime, è democrazia.
Del Governo russo ho già abbondantemente parlato, non voglio dilungarmi. Per riassumere a chi ancora non lo conoscesse basta dire che è un postribolo di affiliati al clan Putin; unico attore con potere decisionale sempre lui: Putin. E lui, Putin (lo ripeto e straripeto per continuare a tranquillizzarvi sul fatto che non è regime è democrazia...), ha deciso di nazionalizzare il petrolio. Il mercato energetico quindi, ora, così si suddivide: da un lato Gazprom (Putin) e dall’altro il Governo (Putin).
Tranquilli, questo non è regime, è democrazia.
aleksej

mercoledì 6 giugno 2012

Le politiche vincenti in Europa


Il “problema” velo islamico è da tempo che ci costringe a domandarci se sia giusto o meno che una donna si copra totalmente e completamente. Io penso che ai fini della sicurezza sia sbagliato, ai fini della libertà di espressione e religiosa sia giusto; basterebbe accordarsi per il riconoscimento, ove necessario (e quindi non tanto per fare), degli individui portanti burqa o niqab.
Le leggi a riguardo si sprecano e in molti paesi europei l’uso del velo integrale è, ormai, vietato in ambiente pubblico, pena il pagamento di sanzioni pecunarie più o meno elevate. Ecco, io questo lo trovo ingiusto, completamente ingiusto.
C’è chi ha però voluto fare di più, dimostrando non solo l’ignoranza e la stupidità che lo contraddistingue ma sottolineando al mondo intero la sua xenofobia e il suo razzismo; sto ovviamente parlando di Filip Dewinter, esponente del partito di estrema destra del Belgio.
Il Belgio già da tempo ha una legge che vieta il velo totale per tutte le donne islamiche, pena pecuniaria per chi viene “beccata” pari a 150 euro. Il politicante in questione ha però notato che la legge esiste, ma in realtà ben poche forze dell’ordine e cittadini la mettono in atto e, così, le donne continuano a stare con il loro velo e nessuno gli dice nulla nè gli fa pagare alcunchè. Quindi ecco la proposta: verranno offerti 250 euro a tutti coloro che, forze dell’ordine o cittadini, denunceranno agli organi competenti tutti i soggetti femminili che indossando burqa o niqab contravvengono alla legge.
Un tempo la chiamavano caccia alle streghe e poi le streghe finivano sul rogo. Queste sono le politiche vincenti in Europa oggi.
octavio

lunedì 4 giugno 2012

Tantum religio potuit suadere malorum


La situazione è sempre delicata quando si trattano argomentazioni che potrebbero urtare la sensibilità religiosa di molte persone. Oggi parlerò di aborto.
Immagino che tutti abbiate già fatto un rapido collegamento tra “religioso” e “cristianesimo”, in effetti da qui, dall’Italia, sentiamo solo una campana, quella di Città del Vaticano, che ci obbliga a pensare al mondo cattolico; io però voglio parlarvi di Islam.
Qualcuno sapeva che anche per l’Islam l’aborto è da ritenersi fuorilegge? Qualcuno sapeva che, però, a differenza di molte credenze e dicerie cristiane, per l’Islam la vita inizia dopo 4 settimane dal concepimento?
È proprio su questo che le leggi di tutti i Governi contemporanei basano le loro leggi pro-aborto. Attenzione, gli Stati più moderni, più contemporanei, più legati al politico che al religioso hanno creato permesso di aborto entro margini di tempo molto più ampi, ma la nota islamica è sempre in agguato e, dunque, si rischia di dover cambiare la legge.
In Turchia si sono svolte manifestazioni importanti, numerose e al femminile dopo che è stata lanciata l’idea di revisionare la legge sull’aborto, ovviamente in chiave islamica. Sino ad oggi in Turchia era legale interrompere una gravidanza sino a 10 settimana dal concepimento, ora i politici stanno optando per due differenti vie.
  1. Eliminare la legge che legalizza l’aborto e vietarlo in tutti i casi, fosse anche stupro su minore.
  2. Permettere l’interruzione di gravidanza entro 4 settimane dal concepimento prima, insomma, che inizi la vita.
octavio