lunedì 30 gennaio 2012

(Ri)puliamo la Polizia

In 48 ore 7 morti, tutti nella stessa provincia. Un esempio per farvi capire che cos’è l‘Honduras oggi. Vi avevo già parlato della denuncia proveniente dall’UNAH, l’Università Nazionale, contro la polizia e i loro modi oltre che violenti ricattatori. Nel testo scritto dal Rettore si diceva, anche, esplicitamente che la polizia honduregna è corrotta. Oggi arriva la notizia che “finalmente” il Congresso Nazionale valuterà a giorni una proposta di legge, che si spera venga approvata, che permetterà di “depurare” la polizia. Una legge che andrà a colpire, almeno sulla carta, tutta quell’area di corruzione e mafia che alberga nel settore più importante, se si pensa alla violenza quotidiana che si vive in terra honduregna: la sicurezza nazionale.
Il Congresso non si limiterà, però, solo al mondo della polizia. Il portavoce della Polizia Nazionale, forse anche in maniera un po’ incazzata dato che sparlano sempre di loro, così ha parlato: “Comencemos por la Policía; después sigamos con los demás operadores de justicia (Ministerio Público y Poder Judicial). Luego de que estos tres niveles ya tengan mayor transparencia y profesionalización, sigamos con los demás.
Tenemos que llegar al final, llegar al Congreso, al Ejecutivo, a todas las posiciones donde el crimen organizado ha tratado de ingresar, sí vamos a revestir de moral el país”.
Dite che non abbia ragione? Se si deve sanare il cancro non ci si deve limitare solo all’organo colpito ma andare anche a debellare le metastasi sparse, ormai, in ogni dove.
Qual è il problema? Sempre quello. Fare ciò significherebbe “depurare” il Presidente e i suoi fidi scagnozzi. Forse si pulirà la polizia, io lo spero, ma se non si cambia modo di fare politica e, sopratutto chi questa politica la dirige, c’è poco da essere allegri e c’è poco da essere gioiosi per la nuova legge che sembra arriverà.
octavio

venerdì 27 gennaio 2012

Memoriale


Giorno della Memoria. Ricordiamoci che ciò che è accaduto non dovrà ripetersi più. Pensare a gente che perde le unghie nella disperata ricerca di arrampicarsi su pareti lisce per evitare il soffocamento provocato dal gas fa venire i brividi. Pensare alla mancanza di cibo, di igiene, di libertà, di cure mediche ci lascia sbigottiti. Pensare a che cosa è in grado di fare l’uomo fa venire voglia di farla finita. Non le bestie, non gli animali, questa è mostruosità.
Monito per tutti, perchè il 27 gennaio sia tutti i giorni.
E dato che bisogna ricordare le atrocità vi invito a leggere e guardare qui: perchè il mondo sappia che cosa l’uomo è in grado di fare, oggi, nel nostro mondo contemporaneo.
michael

giovedì 26 gennaio 2012

Religiosi part-time

Quando bisogna scandalizzarsi per qualcosa, i nostri concittadini più illustri sono sempre in prima fila. Pare quasi che scandalizzarsi faccia piacere, pare che si faccia a gara per chi ha il più grande slancio morale. Niente da stupirsi perciò se un'opera teatrale scandalosa e irriverente come "Sul concetto di volto nel figlio di Dio", diretta da Romeo Castellucci (in cui per tutta la durata della rappresentazione una gigantografia del volto di Gesù fa da sfondo alla storia e viene presa di mira da azioni grottesche e denigratorie quali, ad esempio, lancio di finte feci) diventa oggetto di una gara di moralità. I "cristiani" di Lega Nord, Pdl e UDC perciò si dichiarano paladini della decenza e del belpensiero e tentano di far sospendere lo spettacolo, soprattutto dopo l'intervento del Vaticano che lo definisce "uno spettacolo che offende i cristiani". Ed ecco che la grande folla dei cattolici prende il sopravvento, ancora una volta. Per fortuna che ci sono i cattolici! Evviva!
Io non ho visto questo spettacolo, non so se è un'opera d'arte nè se è una presa in giro. So solo che, dopo certe notizie, sembra che i cristiani siano l'identità nascosta dei borghesi bempensanti, identità che viene allo scoperto soltanto quando qualche faccenda morale urta la loro sensibilità. Ma i cristiani quindi non lo sono a tempo pieno? Sono dei religiosi part-time?
Altrimenti non si spiega come uno possa essere cristiano e leghista allo stesso tempo, per fare un esempio. Spero e credo che esista un'eccezione, un'eccezione che dimostri che qualcosa può riempire la tua vita per intero, non solo la domenica.
zecca

mercoledì 25 gennaio 2012

Varie opzioni, unico risultato

La Russia ribolle di rabbia, i partiti all’opposizione ci sguazzano in questo totale e totalizzante senso di rivolta rinato dopo tanti e tanti anni, i comunisti sognano i loro tempi d’oro, le nuove forze nascenti sperano, invece, di accaparrare qualche voto in più. Nuove manifestazioni di piazza sono in programma, si punta a bloccare gli svincoli centrali moscoviti, il popolo vuole farsi sentire e tenta di bloccare ciò che davvero interessa a tutti, l’economia.
C’è solo una nota stonata rispetto a questo quadro così preciso appena dipinto: Putin continua ad ottenere consensi e, in un ultimo sondaggio, guadagna un punto percentuale in più rispetto all’ultimo e quattro punti rispetto a novembre. La Russia sembra pubblicamente non volerlo ma segretamente continuare a sostenerlo. E dunque? Chi detiene la verità su questo vero e proprio casino? Varie opzioni di lettura:
  1. La gente non sa più chi votare, chi scende in piazza sono i più giovani o i più combattivi, la stragrande maggioranza è però talmente schifata o disinteressata che accoglie quello che viene così come viene, se Putin è al potere si sostiene Putin al potere.
  2. Il popolo ha paura, sa che fine hanno fatto gli oppositori di Putin, sa che la piazza è troppo “pubblica” perchè possa succedere qualcosa di irreparabile, ma sa anche che appena i riflettori si spegneranno le punizioni arriveranno copiose e, allora, si lancia il sasso ma si nasconde la mano.
  3. Il popolo è disorientato, vede stagliarsi da un lato la figura di Putin, con tutti i suoi pro e i suoi contro con tutto il suo bagaglio di politica che mai è cambiato e mai cambierà e, dall’altro, il suo acerrimo nemico (anche se a preferenze è messo veramente male) Prokhorv, oligarca e miliardario, che ha saputo proporre, per la sua amata Russia un’unica vera e grande soluzione: la privatizzazione totale.
Molti altri i partiti in gara, molte altre le persone di spicco che, volendo, si potrebbero citare, ma ho voluto dare i due estremi per rendere meglio l’idea ci che cosa sta accadendo in Russia. Di base rimane solo un fatto: nessuno, ripeto nessuno, ha preso in considerazione il popolo che muore di fame o di freddo.
aleksej

martedì 24 gennaio 2012

Siamo rimasti in mutande

Così ormai tutti diciamo, siamo ridotti all'osso e dobbiamo tirare la cinghia. Superati i luoghi comuni arriviamo al dunque: c'è chi sta peggio di noi. Anche questo è un nuovo luogo comune, ma se leggerete con attenzione ciò che sto per dire capirete che, forse, qualcosa di grave, veramente grave sta capitando altrove, là dove, forse, nemmeno sapevamo potesse esserci vita. La situazione in Zimbabwe è così difficile, la gente è così povera che il più fiorente mercato che si è sviluppato è quello della biancheria usata. Da tutto il mondo arrivano indumenti intimi usati che poi, vengono rivenduti a tutti coloro che non si possono comprare un capo nuovo. Capite bene che qui non si tratta più di rimanere in mutande, qui si tratta di sopravvivere, qui si tratta di accontentarsi, il nulla più totale.
Saputa questa orrenda, a suo dire, pratica dei suoi concittadini il Ministro delle Finanze Biti ha deciso di tassare del 40% con un Iva al 15% tutte le importazioni di biancheria intima usata, così da impedire che il suo popolo continuasse a comportarsi in modo abominevole, sempre a suo dire.
Il mondo politico zimbabwense si è completamente schierato a favore del Ministro e, anche l'opinione pubblica ha commentato la decisione come la migliore legge che si potesse prendere in questi ultimi anni.
Io la penso così: che il mondo dei potenti, il mondo sviluppato, il mondo che i soldi bene o male li ha utilizzi i paesi poveri come propria pattumiera fa schifo, che quello stesso mondo riesca a creare un business anche sulle mutande usate è preoccupante, che un Ministro voglia salvare il proprio popolo dagli sberleffi è condivisibile, ma i poveri, quelli che muoiono di fame, come faranno ora a comprare la biancheria intima?
octavio

lunedì 23 gennaio 2012

Ho un volo in partenza, non posso attendere...

Partiamo da un fatto: nessuno ha mai mosso un dito per risolvere la situazione in Yemen. Da mesi, ormai un anno, la gente protesta, la gente muore, l’estremismo prende sempre più piede; da sempre la gente muore. Yemen è sinonimo di povertà, Yemen è sinonimo di dittatura, Yemen è sinonimo di incomprensioni. Lo ripeto, nessuno ha mai fatto nulla, nemmeno la Lega Araba, nemmeno gli Stati Uniti, tutti si sono esposti con dichiarazioni blande tentando di risolvere la crisi interna con le chiacchiere più che con i fatti.
Risultato = il Presidente Saleh se n’è andato, con gioia e tranquillità è partito con il suo personale aereo superlusso per le ridenti aree omanite, lì rimmarrà qualche giorno per poi recarsi negli USA. E dove mai potrebbe recarsi un assassino? Ora, è vero che lui andrà la per ricevere cure mediche, è vero che gli USA hanno confermato questa sua dichiarazione, è vero che Saleh ha precisato che rientrerà in Yemen prima delle prossime elezioni così da poter essere nuovamente a capo del suo partito ed è sempre vero che gli USA hanno precisato che il presidente yemenita starà da loro per breve tempo, ma voi ci credete davvero?
Io non metto in dubbio la malattia e non discuto sulle cure mediche, se uno ne ha bisogno ne ha bisogno, ma mi volete fare credere che le fanno solo nei potenti Stati Uniti d’America?
Ma, soprattutto perchè Saleh andandosene avrebbe dovuto chiedere scusa per i suoi errori e avrebbe dovuto dichiarare che sì è ora di cedere il potere? Io direi che c’è troppa puzza di bruciato.
octavio

venerdì 20 gennaio 2012

I costi della politica


Mi ricordo che quando ero giovane mi buttai in politica, mi ricordo che quando ero giovane “investii” tutti i miei guadagni (paghette e poco altro) in politica. Mi stupisco di una quota di partecipazione pari a 35.800 dollari per andare a cena con pezzi grossi e il presidente Obama per, così, pagargli la sua campagna elettorale.
Mi ricordo che quando ero giovane, finita la campagna, mi dissi, tutto soddisfatto, "Abbiamo speso poco, questo sì che è fare politica".
uno de iGiovani

giovedì 19 gennaio 2012

Voi crepate, noi ce ne andiamo

Se escludiamo gli anni ’70 e ’80, “anni di piombo” latinoamericani, anni di guerra e violenza, la cooperazione statunitense è sempre stata presente in Latino America. Il loro lavoro radicato nel territorio è sempre stato utile a tutta la popolazione sopratutto per le due principali aree d’interesse: l’acqua, privata in latinoamerica e dunque inaccessibile per i più poveri (inutile sottolineare che i poveri qui muoiono di fame), e il recupero dei giovani, firmatari di un contratto di morte appena entrano in una qualsiasi banda.
Oggi, 2012, gli USA ci ripensano, hanno infatti deciso di ritirare tutti i volontari presenti sul territorio honduregno. Tanti, il numero più elevato che gli USA abbiano mai avuto in uno Stato latinoamericano. Anche Lobo, con la sua orrenda faccia tosta, ha commentato la scelta statunitense come sviluppo normale dopo che la violenza è arrivata ai massimi livelli e ha messo in crisi la struttura delle ONG. La scelta avviene dopo che una volontaria è stata violentata e un volontario è stato ferito con un colpo di pistola a una gamba.
Dopo aver fatto sapere il ritiro dei volontari gli USA hanno anche dichiarato che non amplieranno nemmeno i progetti in El Salvador e Guatemale, pertanto una volta finiti quelli in essere il mondo del volontariato statunitense abbandonerà anche questi due paesi, che “vantano” tassi di violenza e omicidi altissimi.
Ora, io capisco che uno stato debba difendere i propri cittadini, ma allora perchè se Lobo questo non lo fa nessuno lo destituisce? Il problema non è chi colpisce questa violenza ma è la violenza. Anche chi va in territori pericolosi e/o poveri ad aiutare se non aiuta a bloccare la spirale della violenza non produrrà nulla. Ci saranno esiti positivi fulminei, distrutti tutti da nuovi attacchi di violenza. E, in fin dei conti, quando c’è la violenza chi se ne può andare se ne va, vedi gli USA (e come loro molti altri), ma chi pensa a chi è obbligato a restare perchè lì vive?
octavio

mercoledì 18 gennaio 2012

Aprite quei cazzo di valichi!

Durante la mia permanenza in Palestina due immagini mi rimasero impresse e tutt’ora, quando ci penso, mi tornano sempre alla mente. Prima fra tutte, la lunga file delle donne davanti alle sedi UNRWA per prendere sacchi di riso, poi un bambino; si arrabbiò con me perchè per errore urtai il suo giaciglio, una pila di sacchi di riso UNRWA.
Questa introduzione perchè oggi voglio parlarvi del grido di allarme che ha lanciato l’UNRWA sulla Striscia di Gaza e, per me, l’UNRWA in Palestina sono i sacchi di riso che si vedono in ogni angolo. Ovvio che non solo quello fanno, anzi il cibo è la minima parte, prima loro caratteristica è quella di ricostruire ciò che il sionismo distrugge e così il Vice Commissario Generale Ellis ci informa che le esigenze umanitarie a Gaza sono ancora molte e molto diffuse, non che ci volesse un Vice Commissario per saperlo ma una sua conferma è sempre utile. Ellis è poi entrata nei particolari e così scopriamo che su un piano di ricostruzione dal valore di 667 milioni di dollari (noterete quindi che la volontà e la possibilità di ricostruire ci sarebbe) solo 22 progetti sono stati realizzati per un valore di 22,5 milioni di dollari, cioè niente a confronto di quanto progettato. Superfluo dire che l’impossibilità di procedere nei progetti è dovuta da Israele il quale, come tutti sanno, blocca e strablocca gli accessi dei materiali e dei lavoranti.
L’UNRWA ci tiene a sottolineare che è vero che le restrizioni ai movimenti di transito da e per Gaza sono stati allentati ma la Striscia rimane sempre sotto assedio. E io sottolineo la parola assedio, perchè esplica al meglio che cosa Israele sta compiendo contro una popolazione che da oltre sessant’anni ha dovuto solo subire ingiustizie e angheria, solo perchè la Bibbia parla di Eretz Israel.
Ultima azione folle di questo governo di nazisti è stata quella di distruggere, perhè non è solo stato chiuso ma è stato proprio distrutto, il passaggio nel valico di Karni. Ellis ha precisato che ora è ancora più difficile il commercio, se con parole eufemistiche dobbiamo parlare, dato che l’altro passaggio, quello di Kerem Shalom è disponibile solo per gli operatori e le ONG.
michael

lunedì 16 gennaio 2012

A caccia di farfalle

Ormai lo diamo per assodato, il narcotraffico messicano è la situazione più intricata e orrenda che il mondo moderno potesse creare. Ormai non c’è bisogno che stia a dilungarmi molto sulle pene che la popolazione messicana sta passando, sul troppo sangue che sta sgorgando su tutto il suo territorio, sull’incapacità della polizia e dell’esercito di fermare i narcos e la destrezza e “intelligenza” dei narcotrafficanti. Queste sono cose che si sanno.
La notizia “interessante” è che sono state rese pubbliche in Messico alcune notizie riguardanti un’operazione che Stati Uniti, Messico e pentiti narcotrafficanti hanno messo in piedi per tentare di bloccare la spirale infinita del commercio di droga. Non era certo l’azione in sè che avrebbe bloccato i cartelli della droga, ma mettendo degli infiltrati nel sistema del lavaggio di denaro avrebbe dovuto aiutare i due Governi protagonisti a conoscere molto meglio tutta la struttura e colpirne così il cuore. Risultato? Ovviamente un nulla di fatto. Do comunque per assodato che Messico e Stati Uniti trovano in questo commercio, a dir poco illegale, grande fonte di sostentamento.
Un ennesimo grande e importante nulla di fatto che, però, ha fatto emergere l’incapacità e l’interesse di profitto che porta con sè il traffico di droga. Dai documenti di cui parlavo prima fuoriesce infatti che gli infiltrati il loro lavoro l’hanno svolto nel migliore dei modi, loro i soldi li hanno lavati con curi. Sono stati in grado di dichiarare che non solo il lavaggio è avvenuto con banche in Stati Uniti, Canada e Cina, ma anche che 2,5 milioni di dollari (alla faccia della crisi) sono stati “riservati” agli USA. Gli infiltrati hanno lavato tale cifra, “spedendola in America e poi nessuna ne ha più saputo nulla, dove sono scomparsi tutti questi soldi?
Ultima dichiarazione dei lavoratori sotto copertura riguardava un viaggio, un trasporto di cocaina dall’Ecuador alla Spagna attraverso l’aeroporto di Dallas (alla faccia dei controlli antiterrorismo).
Ora, forse gli infiltrati non potevano fare nulla o avevano l’ordine di non fare nulla, rimane il fatto che, basandomi solo su ciò che è emerso, un duro colpo, per non esagerare e dire il blocco, al narcotraffico internazionale lo si potrebbe dare, ora si sa anche dove bisognerebbe colpire, manca solo quel Governo che smetta di fare affari con il crimine organizzato.
octavio

domenica 15 gennaio 2012

Naufraghi e disperisi

Fabrizio De Andrè Parlando del naufragio della London Valour

"I marinai foglie di coca digeriscono in coperta il capitano ha un'amore al collo venuto apposta dall'Inghilterra il pasticcere di via Roma sta scendendo le scale ogni dozzina di gradini trova una mano da pestare ha una frusta giocattolo sotto l'abito da tè. E la radio di bordo è una sfera di cristallo dice che il vento si farà lupo il mare si farà sciacallo il paralitico tiene in tasca un uccellino blu cobalto ride con gli occhi al circo Togni quando l'acrobata sbaglia il salto. E le ancore hanno perduto la scommessa e gli artigli i marinai uova di gabbiano piovono sugli scogli il poeta metodista ha spine di rosa nelle zampe per far pace con gli applausi per sentirsi più distante la sua stella sì e oscurata da quando ha vinto la gara del sollevamento pesi. E con uno schiocco di lingua parte il cavo dalla riva ruba l'amore del capitano attorcigliandole la vita il macellaio mani di seta si è dato un nome da battaglia tiene fasciate dentro il frigo nove mascelle antiguerriglia ha un grembiule antiproiettile tra il giornale e il gilè. E il pasticciere e il poeta e il paralitico e la sua coperta si ritrovarono sul molo con sorrisi da cruciverba a sorseggiarsi il capitano che si sparava negli occhi e il pomeriggio a dimenticarlo con le sue pipe e i suoi scacchi e si fiutarono compatti nei sottintesi e nelle azioni contro ogni sorta di naufragi o di altre rivoluzioni e il macellaio mani di seta distribuì le munizioni."



IoLiOdioINazistiDellIllinois
 

giovedì 12 gennaio 2012

Have a nice day, my friend


Il video su youtube è bloccato per i minori di 18 anni, non perchè sia porno o erotico ma per la violenza delle scene. Io credo che sia giusto che il mondo sappia, credo che non solo aljazeera debba mostrare il video sulle sue emittenti, vorrei che anche chi non è dichiaratamente di parte lo prendesse in considerazione e lo mostrasse, nella sua violenza e nella sua durezza. La storia è maestra di vita? Se sì, allora servirà a qualcosa, se no almeno si ha un’idea vera di ciò che gli Stati Uniti fanno nei paesi che vanno a colonizzare dicendo che agiscono per la pace e la libertà.
I marines e tutto l’assetto militare statunitense si è subito apprestato a dire che non si è ancora certi sull’autenticità del video. Hanno poi aggiunto (alla faccia della coda di paglia...) che anche se il video fosse vero le azioni in esso contenute non rappresentano i loro valori fondamentali (?!?) e non sono indicativi del carattere dei marines.
Commento generale per tutta questa serie di stronzate: ma andate affanculo.
Secondo il mondo statunitense noi, dopo che abbiamo visto le immagini della guerra, dopo che abbiamo saputo i numeri dei morti, dopo che, sopratutto, abbiamo avuto esempi come quello di Abu Ghraib crediamo ancora a queste fandonie?
Il problema è un altro, il problema è che in Afghanista, e questo anche in Iraq e in tutti i territori che gli USA devono conquistare, sono stati mandati giovani fomentati dai loro superiori, dalle tv e dai giornali; giovani ai quali non è stato permesso di vivere in pace e che esprimono così il loro disagio. C’è chi si diverte a farsi le foto con i carcerati, c’è chi prova gusto a masturbarsi davanti alla popolazione femminile, chi non ha altro di meglio da fare che toccare (ma dire meglio abusare) le parti intime degli individui appena arrestati e chi, come nel video, gode nel pisciare su dei cadaveri.
octavio

mercoledì 11 gennaio 2012

Please give me a five-minute break, I need to rest

Il 20 gennaio dello scorso anno gridavo alla risoluzione del giallo. Non voglio oggi dire che ritiro tutto ciò che ho detto, anzi, purtroppo posso dire che la mia ipotesi è ancora più avvalorata dagli ultimi fatti accaduti in Polonia. Ecco allora la nuova versione dei fatti, dopo che Mikolaj Przybyl, procuratore militare polacco, ha tentato il suicidio in diretta televisiva. Forse qualcuno ha già visto le immagini e sa, dunque, che, la telecamera era fissa sulla scrivania del militare e non viene, quindi ripreso il momento dello sparo, il quale si sente, come nei migliori film, fuori campo. Triste è invece vedere che sì i giornalisti corrono in soccorso del suicida, oggi non è più in pericolo di vita, ma con le telecamere sulle spalle, così da poter “documentare” meglio.
Przybyl ha tentato il suicidio nel giorno in cui, davanti alla nazione si apprestava a smentire le accuse di violazione della legge quando chiese ad alcune compagnie telefoniche di consegnargli i testi degli sms e gli audio delle telefonate scambiate tra giornalisti e magistrati. Lui aveva un unico compito nell’esercito, indagare sulla fuga di notizie riguardanti il disastro aereo in cui morì Lech Kaczynski. Dovrò essere più preciso, lui aveva il compito di impedire che in giro si diffondesse la voce, o anche solo l’idea, di un possibile, probabile, pensabile complotto per eliminare il presidente polacco.
Ecco perchè la mia teoria viene avvalorata (chi non se la ricordasse la può andare a visionare qui), non solo la Russia cercò in tutti i modi di creare le prove perchè venisse archiviato il caso (come è stato archiviato) come incidente, ma cercò anche di avere uomini scelti, su territorio polacco, che aiutassero nell’operazione: quale altro motivo, se no, per questo tentato omicidio così plateale?
aleksej

martedì 10 gennaio 2012

Grazie figlio mio, mi candido

Se fate delle ricerche in internet troverete sempre che il partito laburista è una formazione politica che si può inserire nel gruppo dei partiti di centrosinistra. Questo è innegabile e lo si deve accettare; lo si deve accettare anche se si parla di stati dove la sinistra non esiste o è così sottomessa alla destra da diventare destra anch’essa, vedi in Israele.
L’attuale partito laburista è erede di un precedente partito (MAPAI) esistente già dal 1930, formazione politica che ha guidato per moltissimi anni Israele e, in particolare, a partire dalla sua nascita come Stato. Se dobbiamo dunque essere chiari, il partito laburista è l’anima del sionismo, capite, dunque, che non può essere di sinistra; con il tempo però Israele non lo ha più accettato, era sì sionista, ma non come loro lo desideravano, il Likud sì che rappresenta quel sionismo nazista di cui Israele ha bisogno, ecco allora che dal 1977 i laburisti perdono sempre più potere.
I due rappresentanti più celebri di questo partito sono Ehud Barak e Shelly Yachimovich, rispettivamente ex e attuale leader della formazione politica. Il primo è l’attuale Ministro della Difesa quello che, pochi giorni fa, si è complimentato con Netanyahu per non aver tagliato sui costi militari anche se tutto il popolo israeliano aveva richiesto una vita meno costosa rivedendo anche la spesa militare. La seconda è l’attuale leader che alle primarie si era presentata come la sicura fautrice di uno stato d’Israele ben inserito nel quadro mediorientale delle primavere arabe e la sostenitrice di due stati divisi ma vicini per Israele e Palestina; peccato si sia poi detta disponibile e, anzi, speranzosa di collaborare con Tzipi Livni, la prima grande mandante di Piombo Fuso.
Tutta questa grande premessa perchè? Perchè Noam Shalit, padre di Gilad Shalit, ha pensato, ieri, di presentarsi alle elezioni con il partito laburista. Ha pensato che la fama e la gloria che ha ottenuto tramite il figlio siano il giusto trampolino di lancio da sfruttare sino all’ultimo. Il partito laburista si è detto, tramite il suo sito, molto felice della scelta di Noam Shalit e ha così commentato sulla sua persona: “incarna i valori fondamentali della società israeliana: solidarietà, responsabilità e sionismo”. Sui primi due mi sento, in piena coscienza, in grado di dire che in Israele non esistono. Sull’ultimo c’è poco da commentare, l’ho detto prima, in Israele destra e sinistra sono la stessa cosa.
michael

lunedì 9 gennaio 2012

Molto sangue è stato versato

Così diceva Panetta davanti a centinaia di soldati e pezzi grossi dell’esercito americano mentre si preparavano, tutti, ad andarsene. Ha poi aggiunto: “ma non è stato versato invano”. Non so se per la mamma, la moglie, la figlia, il padre o il fratello di chi è morto a causa di questa guerra queste parole servano a molto, servano, sopratutto, a eliminare quel rancore così duro da esplodere in violenza. Rimane però il fatto che da un po’ di tempo (neanche troppo rispetto a quello in cui sono rimasti) gli USA non sono più in Iraq; Panetta poteva essere più sincero e dire chiaramente: “Popolo iraqeno, ascoltatemi bene, adesso sono cazzi vostri, noi vi abbiamo distrutto il paese, vi abbiamo distrutto l’economia, vi abbiamo distrutto i vostri affetti, vi abbiamo distrutto la vostra psiche, vi abbiamo distrutto la vita e ora ce ne andiamo. Ricordate, però, tutto questo lo abbiamo fatto per eliminare quel dittatore, cattivo e disonesto, che vi comandava prima. Sbaglia chi dice che noi siamo stati peggio di Saddam, noi abbiamo fatto tutto in nome della libertà”. Se avesse detto questo sarebbe stato sincero, ma non onesto fino in fondo, perchè se è vero che i soldati se ne sono andati è anche vero che il comando politico del premier iraqeno viene tutto dagli Stati Uniti, se ne sono andati fisicamente, non di certo politicamente.
Che cos’è cambiato allora? Sarebbe troppo facile rispondere con un niente, ma in fin dei conti è così: Niente. Le violenze continuano, l’esercito che dovrebbe mantenere la sicurezza è inesperto e di parte, la divisione religiosa interna non si è modificata in nulla e, dunque, il guazzabuglio colossale in cui l’Iraq è finito non ha nessuna, attuale via di uscita.
L’unica certezza è questa: 162mila morti dall’inizio della guerra. Vi pregherei di vistare questo sito, vi pregherei anche di tenerlo controllato, è macabro da dire, ma tiene il conto dei morti.
octavio

giovedì 5 gennaio 2012

Hacer màs, sentirse mejor, vivir mas tiempo

Questo è il loro motto, accattivante e pieno di responsabilità. nella homepage lo trovate precisato meglio e dunque potete leggere questo: “Queremos mejorar la calidad de vida de las personas, permitiéndoles hacer más, sentirse mejor y vivir más tiempo. Cada uno de quienes formamos parte de GlaxoSmithKline Argentina, guiamos día a día nuestro esfuerzo, capacidad y creatividad hacia el logro de esta misión, conscientes del gran desafío que ello implica”.
Se però andate un po’ più al fondo della questione, se cercate meglio scoprirete anche questo: “Asumimos nuestro compromiso con el entusiasmo de los emprendedores y el ímpetu que despierta la búsqueda permanente de la innovación. Valoramos el desempeño alcanzado con integridad. Lograremos el éxito como líderes a nivel mundial con todos y cada uno de nuestros empleados, quienes brindan su colaboración en forma apasionada y con un sentido de urgencia sin igual”.
Ecco, sapere che li spinge “l’entusiasmo degli imprenditori” e “la ricerca permanente dell’innovazione”, la ricerca, quindi, del denaro, a me un po’ inquieta, soprattutto perchè stiamo parlando della GlaxoSmithKline e, dunque, di un colosso dell’industria farmaceutica.
Tutto questo per introdurvi alla notizia: la GSK è stata multata, per una somma pari a circa 180 mila euro, per aver compiuto irregolarità nell’ottenere il consenso da genitori poveri di figli poveri per i test di diversi vaccini contro polmonite e otite: 14 sono morti.
Quindi, così è andata: la GSK aveva bisogno di testare nuove medicine create con lo “spirito positivo” di cui sopra,a vendo una sede in Argentina e sapendo che i poveri si aggrappano a tutto (sopratutto se si tratta della salute dei loro figli) non ci pensano due volte, quei bambini saranno le loro cavie. Vanno dunque alla ricerca affannosa delle persone adatte, non certo per sostenere meglio le cure ma per poter essere abbindolati meglio, fanno firmare le liberatorie a chiunque passa davanti a loro: nonni, minorenni, persone sotto effetto di sostanze stupefacenti, e iniettano, senza troppo indugiare, il loro veleno.
Questa è la vera è propria, odierna, corsa all’oro.
octavio

mercoledì 4 gennaio 2012

Corte Suprema bye bye...

Confine tra Israele e Libano
Da tempo circolava questa pazza idea in Israele. Ora, possiamo dire che ce l’hanno fatta, ma non c’erano neanche troppi dubbi. Non è ancora legge, ancora devono superarsi alcuni step burocratici, ma credete che qualcosa arrivi dall’alto, come manna, per bloccare l’attentato che il Parlamento israeliano sta mettendo in atto contro la democrazia e la libertà?
Stavolta l’anno fatta grossa, stavolta si scagliano contro la popolazione tutta, non solo contro il popolo palestinese ma anche contro il mondo israeliano. Due provvedimenti, il primo cancellerà la norma che impedisce a un giudice di diventare Capo della Corte Suprema se a più di 3 anni di distanza dal pensionamento; il secondo obbligherebbe a comporre la commissione giudiziaria che elegge i rappresentanti della Corte Suprema con almeno un rappresentante dell’opposizione interna all’ordine degli avvocati. C’è chi, anche in Israele, ha ribattezzato queste leggi con i nomi dei due giudici che beneficeranno di questi cambiamenti, a me non interessa tanto che si parli di queste due persone quanto piuttosto che si sottolinei il fatto che il Parlamento israeliano sta mettendo in campo delle leggi ad personam per mettere al posto giusto la persona giusta nel momento giusto.
Le proteste, ovviamente non sono mancate, così sia Peres che la Corte Suprema hanno attaccato questi disegni di legge come lesivi della democrazia e della libertà invitando i parlamentari a rivedere le loro scelte; parole al vento.
Ma perchè questo attacco alla Corte Suprema? Semplice, quella attuale non è in linea con le decisioni del Governo, anzi, più volte e già da tempo, la Corte avrebbe imposto a Israele lo smantellamento degli avamposti illegali. Capite bene che questa richiesta agli occhi del vero sionista è già folle di per sè, aggiungete poi a ciò il fatto che da qualche giorno il Governo Sionista d’Israele sta pensando di costruire un muro al confine con il Libano. Non credete anche voi, data la nuova idea folle, che la Knesset abbia davvero bisogno di persone fedeli e inclini al suo volere?
michael

martedì 3 gennaio 2012

Affogo


Questa è tortura. Non lo pensate anche voi? Devo anche precisare che nel video abbiamo una simulazione, non è la vera e propria messa in pratica del waterboarding, nella normalità il ma capitato è pure immobilizzato. Funziona così: si prende il soggetto interessato lo si lega ad una base che abbia la parte in cui si posizioneranno i piedi più alta rispetto a quella del volto; all’uomo viene poi coperto il volto con una pezza bagnata e si incomincia a rovesciargli acqua sul viso: gli si fa provare che cosa significa annegare.
Ora preciso subito, per evitare possibili fraintendimenti, che non sto parlando di una pratica di tortura medievale, è una pratica normale usate anche ai giorni nostri, anzi direi che è una delle pratiche più blande con la quale si inizia gli interrogatori in Iraq o Afghanistan da parte dell’esercito statunitense.
Il fatto è che se è vero che gli USA la usano con tranquillità in tutto il resto del mondo, dal 2009 (quindi non parlo di tanti anni fa) è stata impedita in patria da quel sant’uomo di Obama che, con il suo “Manuale per l’Esercito statunitense” ha bandito in maniera decisa questa pratica di tortura.
Sapete chi desidererebbe che questo non fosse mai successo? I Repubblicani, George W Bush insegna. c’è chi infatti, per ottenere l’appoggio di molti ha saputo, senza troppe remore, dire in pubblico che il waterboarding non è una pratica di tortura ma solo un mezzo per rendere più veritieri e utili gli interrogatori. Ma perchè un uomo dotato di raziocinio dovrebbe dire ciò? Per il semplice motivo che in ambito repubblicano si stanno per svolgere le primarie e, dunque, bisogna spararla più grossa che si può; d’altronde bisogna prima sbaragliare la concorrenza interna e poi confrontarsi con quel Nobel per la Pace che decide dove far innescare le guerre.
octavio

lunedì 2 gennaio 2012

Morte agli occupanti del Cremlino

Stiamo esagerando? Di certo srotolare un manifesto del genere a pochi passi dal’Istituzione Cremlino è qualcosa non solo di provocatorio e scandaloso ma anche di preoccupante. C’è però da essere sinceri e capire, oltre che dire, che è solo la violenza che genera violenza. Da quando Putin è al potere, cioè da sempre, perchè anche se la sedia l’ha lasciata per breve periodo al comando è comunque rimasto lui, non esiste altro metro di misura se non quello della violenza. Il popolo ha imparato dal suo leader e, ora, così risponde.
Lo striscione era per la consueta manifestazione del 31. Ogni 31 del mese tutte le forze politiche e non scendono infatti in piazza per richiedere la libertà di parola e di azione, agognata da tutti gli esseri viventi e mai concessa dallo Stato russo. Si scende in piazza il 31 per ricordare l’Articolo 31 della Costituzione russa, quello che garantisce appunto la libertà ai cittadini in tutte le sue forme.
Chiaro che l’ultima manifestazione, quella di pochi giorni fa, coincidendo anche con la fine dell’anno, si riempiva di significati nuovi, si ricercava una nuova speranza e un nuovo inizio e così era stata organizzata di tutto punto. Il solito gruppo enorme di manifestanti era sceso in piazza, la solita polizia era schierata per le strade. A differenza delle altre volte, però, dove sì le repressioni erano alte ma almeno una parvenza di manifestazione era messa in atto, l’unico ordine dato a polizia ed esercito è stato “bloccate tutto”. La manifestazione non è nemmeno cominciata, 60 persone sono state arrestate e le rimanenti migliaia sono state disperse, altre dieci persone sono state arrestate a San Pietroburgo, luogo di un’altra manifestazione. La volontà della Russia ormai è chiara, non che fosse così nebulosa da non intendersi già da tempo: troncare sul nascere ogni tipo di dissenso.
Ciò che risulta strano (spero sia evidente la mia nota di sarcasmo) è che dei 60 arrestati non c’è nessuno che non sia sconosciuto alla popolazione russa, sono stati arrestati solo giornalisti, blogger e attivisti. La polizia, dunque, è andata a colpo sicuro, aveva ordini ben precisi. Non vi stupirete, allora, se vi dico che è stato arrestato anche Eduard Limonov, leader di Altra Russia e candidato alla prossime elezioni presidenziali di marzo. Dite che Putin stia mettendo in atto la sua campagna di truffe già ora?
aleksej

domenica 1 gennaio 2012

Si vis pacem, para bellum (?)

Pace è la parola che oggi si ricorda. Pace è la parola che oggi si pensa dopo una notte all’insegna dell’esagerazione. Pace e quello che Nessun Dorma ha sempre chiesto, a grandi e piccini, tutti i giorni dell’anno, perché, è vero è banale da dire, non è un giorno dedicato alla pace che porta la pace che il mondo ricerca.

Pace, che il mondo irride,
Ma che rapir non può.

È questo il punto, tutto siamo pronti a dire che la guerra è ingiusta e che la violenza è da bandire ma poi chi davvero pensa a queste parole? E in questo interrogativo ci mettiamo dentro anche noi, quelli che da anni si battono per la pace.
Siamo troppo comodi, troppo assuefatti per poter capire che la pace si ottiene solo con la giustizia e la giustizia si ha solo dopo il perdono, e se questo non c’è allora è inutile che stiamo qui a prenderci per il culo. Siamo troppo comodi e assuefatti per capire che la crisi economica la si può superare solo attraverso azioni rivolte al raggiungimento di un’economia di compagnia, e se questo non si raggiunge è inutile che stiamo qui a prenderci per il culo. Siamo troppo comodi e assuefatti per capire che il diverso, l’altro, lo si può accettare solo se si attua una solidarietà umana, una fraternità reale che superi i confini e le barriere mentali che ci siamo portati dietro da troppo tempo, e se questo non è realizzabile allora è inutile che stiamo qui a prenderci per il culo.

Brilla nel guardo errante
Di chi sperando muor.

Il Timone