martedì 31 maggio 2011

Terzo quesito, scheda grigia ultima parte

Questo popolo “malato di mente”, come lo ha definito il nostro Premier, che ha votato a Sinistra è vero, ma soprattutto ha votato per dare il segno della volontà di cambiamento, sono ora certo andrà anche a esprimere con il suo voto (unico vero potere che il popolo ha in democrazia) un nuovo dissenso verso l’operato governativo: il tarlo che auspicavo ha iniziato a lavorare.

art. 3, comma 2: “2. La Strategia nucleare costituisce parte integrante della strategia energetica nazionale di cui all’art. 7 del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133.”; art. 3, comma 1, lettera a): “a) l’affidabilità dell’energia nucleare, in termini di sicurezza nucleare ambientale e degli impianti, di eventuale impatto sulla radioprotezione della popolazione e nei confronti dei rischi di proliferazione;”; art. 3, comma 3, lettera b): “b) i benefici, in termini di sicurezza degli approvvigionamenti, derivanti dall’introduzione di una quota significativa di energia nucleare nel contesto energetico nazionale;”; art. 3, comma 3, lettera c): “c) gli obiettivi di capacità di potenza elettrica che si intende installare in rapporto ai fabbisogni energetici nazionali ed i relativi archi temporali;”; art. 3, comma 3, lettera d): “d) il contributo che si intende apportare, attraverso il ricorso all’energia nucleare, in quanto tecnologia a basso tenore di carbonio, al raggiungimento degli obiettivi ambientali assunti in sede europea nell’ambito del pacchetto clima energia nonché alla riduzione degli inquinanti chimico-fisici;”; art. 3, comma 3, lettera e): “e) il sistema di alleanze e cooperazioni internazionali e la capacità dell’industria nazionale ed internazionale di soddisfare gli obiettivi del programma;”; art. 3, comma 3, lettera f): “f) gli orientamenti sulle modalità realizzative tali da conseguire obiettivi di efficienza nei tempi e nei costi e fornire strumenti di garanzia, anche attraverso la formulazione o la previsione di emanazione di specifici indirizzi;”; art. 3, comma 3, lettera g), limitatamente alle parole: “impianti a fine vita, per i nuovi insediamenti e per gli”; art. 3, comma 3, lettera h): “h) i benefici attesi per il sistema industriale italiano e i parametri delle compensazioni per popolazione e sistema delle imprese;”; art. 3, comma 3, lettera i): “i) la capacità di trasmissione della rete elettrica nazionale, con l’eventuale proposta di adeguamenti della stessa al fine di soddisfare l’obiettivo prefissato di potenza da installare;”; art. 3, comma 3, lettera l): “l) gli obiettivi in materia di approvvigionamento, trattamento e arricchimento del combustibile nucleare.”; l’intero Titolo II, rubricato “Procedimento unico per la localizzazione, la costruzione e l’esercizio degli impianti nucleari; disposizioni sui benefici economici per le persone residenti, gli enti locali e le imprese; disposizioni sulla disattivazione degli impianti”, contenente gli artt. da 4 a 24; art. 26, comma 1, limitatamente alle parole: “della disattivazione”; art. 26, comma 1, lettera d), limitatamente alle parole: “riceve dagli operatori interessati al trattamento ed allo smaltimento dei rifiuti radioattivi il corrispettivo per le attività di cui all’art. 27, con modalità e secondo tariffe stabilite con decreto del Ministero dello sviluppo economico di concerto con il Ministero dell’economia e finanze, ed”; art. 26, comma 1, lettera d), limitatamente alle parole: “, calcolate ai sensi dell’art. 29 del presente decreto legislativo”; art. 26, comma 1, lettera e), limitatamente alle parole: “, al fine di creare le condizioni idonee per l’esecuzione degli interventi e per la gestione degli impianti”; art. 27, comma 1, limitatamente alle parole: “e sulla base delle valutazioni derivanti dal procedimento di Valutazione Ambientale Strategica di cui all’art. 9”; art. 27, comma 4, limitatamente alle parole: “, comma 2”; art. 27, comma 10, limitatamente alle parole: “Si applica quanto previsto dall’art. 12.”; art. 29; art. 30, comma 1, limitatamente alle parole: “riferito ai rifiuti radioattivi rinvenienti dalle attività disciplinate dal Titolo II del presente decreto legislativo ed uno riferito ai rifiuti radioattivi rinvenienti dalle attività disciplinate da norme precedenti”; art. 30, comma 2: “2. Per quanto concerne i rifiuti radioattivi derivanti dalle attività disciplinate dal Titolo II del presente decreto legislativo, il contributo di cui al comma 1 è posto a carico della Sogin S.p.A. secondo criteri definiti con decreto del Ministro dello Sviluppo economico, di concerto con il Ministro dell’ambiente e la tutela del territorio e del mare e con il Ministro dell’economia e finanze che tiene conto del volume complessivo e del contenuto di radioattività. Tale contributo è ripartito secondo quanto previsto all’art. 23 comma 4.”; art. 30, comma 3: “3. La disposizione di cui al comma 2 non si applica ai rifiuti radioattivi derivanti da attività già esaurite al momento dell’entrata in vigore del presente decreto, per i quali rimane ferma la disciplina di cui all’art. 4 del decreto-legge 14 novembre 2003, n. 314, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 dicembre 2003, n. 368, così come modificato dall’art. 7-ter del decreto-legge 30 dicembre 2008, n. 208, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 febbraio 2009, n 13.”; l’intero Titolo IV, rubricato “Campagna di informazione”, contenente gli artt. 31 e 32; art. 33; art. 34; art. 35, comma 1: “1. Sono abrogate le seguenti disposizioni di legge: a) articolo 10 della legge 31 dicembre 1962, n. 1860; b) articoli 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 20, 22 e 23 della legge 2 agosto 1975, n. 393.”»

octavio

lunedì 30 maggio 2011

Ferma la nave, la nostra voce a sentire!

Calma, i risultati dei ballottaggi sono veri è successo davvero, respiriamo con calma e riflettiamo. Milano ha preferito cambiare pagina contro ogni pronostico, contro ogni convenzione già firmata, appalto già assegnato, affare già fatto. Napoli ha fatto la svolta nella svolta, bocciata la vecchia giunta ha comunque irriso il candidato di destra e sorriso a un'esperienza sicuramente nuova, non sono un ultras del neo sindaco di Napoli ma ammetto che la sfida mi affascina. Fermiamoci alle due città simbolo così lontane e oggi così vicine. Credo che il successo sia dovuto soprattutto a quel pluralismo che è innato nel nostro Paese e che invano PDL e PD hanno cercato di estirpare, chi ha vinto oggi sono persone credibili in corsa grazie alle primarie o al voto popolare non sono certo il parto asfittico delle segreteie di Partito. Sono quindi lieto che si invochi una legge elettorale che ridia la possibilità di decidere i propri rappresentanti che metta fine allo scempio del parlamento fantoccio lontano da Dio e dagli uomini. Le urne hanno finalemente fatto il funerale a un Governo che sarebbe dovuto cadere a dicembre  e che solo l'improvvisa "conversione" di venti parlamentari ha salvato. Berlusconi è delegittimato e la coalizione con la Lega paga il "me ne frego" che hanno fatto riecheggiare tra i loro stessi elettori sempre meno appassionati alla cosa pubblica in particolare e a qualsiasi cosa in generale. Anche la sproporzione dei budget dei candidati milanesi è una boccata di ossigeno per chi si sente preso in giro da una classe dirigente che è in realtà un immenso peso economico per il Paese. Coraggio dunque continuaimo su questa onda e affossiamo il despota con 4 (speriamo siano 4) bei "sì" al referendum del 12 e 13 giugno!
IoLiOdioINazistiDellIllinois 

L'unità della città è l'unità del popolo d'Israele, e chi ci viveva prima?

Gerusalemme Est, se ne sente spesso parlare ma non si sa mai bene identificarla, è quella parte di Gerusalemme che nel 1948 fu annessa alla Giordania e che nel 1967 fu occupata e annessa ad Israele con la Guerra dei Sei Giorni. È un fetta di terra che comprende in sé parte della Città Vecchia, il Monte del Tempio, il Muro Occidentale, la Mosche di al-Aqsa e la Chiesa del Santo Sepolcro; è una fetta di terra che contiene il cuore dei tre grandi monoteismi mondiali ed è per questo che è contesa.
Alle celebrazioni in memoria di questa conquista Netanyahu era in prima fila, sorridente e felice di poter dire: “Sono passati 44 anni e ora possiamo dire che siamo di fronte all’unificazione della città”. Una dichiarazione che dovrebbe subito far drizzare le orecchie agli USA perché è evidente che è stata fatta proprio per far capire a Obama chi è che comanda sui dialoghi di pace tra Israele e Palestina. Bibi ha poi continuato dicendo: “L’unità della città è l’unità del popolo d’Israele”; non lasciando nulla di sottaciuto esprime dunque con semplicità la sua testardaggine nel non voler mollare quel lembo di terra, di diritto palestinese, in mano ai suoi vicini, come li chiama lui. Finisce il suo bel discorso, Obama non ha commentato nulla a riguardo, meno male che era determinato a riportare Israele a confini prima del ’67, con queste parole: “Siamo determinati a difendere le nostre posizioni e la nostra sicurezza e raggiungere la vera pace con i nostri vicini”, cioè: “Vicini o fate come dico io oppure andate pure a crepare”.
Finita la commemorazione e finito il suo inutile discorso si viene a sapere che 1250 nuove unità abitative saranno costruite a Gerusalemme Est, cento milioni di dollari vengono messi dal governo a disposizione per la riqualificazione di Gerusalemme Est in vista di un turismo sempre più crescente, sono state compiute diverse incursioni, con anche alcuni arresti, a Bil’in, Nablus, Jenin, Ramallah, Al Bireh, Gaza, Gerico e nel quartiere di Silwan, sono state distrutte dall’esercito di occupazione alcune parti dell’impianto fognario di Betlemme e 8 pozzi (e dico otto) del campo profughi di Jenin.
Queste sono le garanzie che si hanno da Israele, che si voglia o meno ritornare ai dialoghi di pace.
michael

Terzo quesito, scheda grigia II parte

Il quesito referendario contro il nucleare, ricordo che chi è contrario DEVE votare SÌ, così prosegue, e proseguo anche io a sottolineare ciò che al momento attuale, se saremo liberi di esprimere nuovamente il nostro dissenso contro il nucleare, andremo ad abrogare.

art. 26; art. 29, comma 1, limitatamente alle parole: “gli impieghi pacifici dell’energia nucleare,”; art. 29, comma 1, limitatamente alle parole: “sia da impianti di produzione di elettricità sia”; art. 29, comma 1, limitatamente alle parole: “costruzione, l’esercizio e la”; art. 29, comma 4, limitatamente alle parole: “nell’ambito di priorità e indirizzi di politica energetica nazionale e”; art. 29, comma 5, lettera c), limitatamente alle parole: “sugli impianti nucleari nazionali e loro infrastrutture,”; art. 29, comma 5, lettera e), limitatamente alle parole: “del progetto, della costruzione e dell’esercizio degli impianti nucleari, nonché delle infrastrutture pertinenziali,”; art. 29, comma 5, lettera g), limitatamente alle parole: “, diffidare i titolari delle autorizzazioni”; art. 29, comma 5, lettera g), limitatamente alle parole: “da parte dei medesimi soggetti”; art. 29, comma 5, lettera g), limitatamente alle parole: “di cui alle autorizzazioni”; art. 29, comma 5, lettera g), limitatamente alla parola: “medesime”; art. 29, comma 5, lettera h): “h) l’Agenzia informa il pubblico con trasparenza circa gli effetti sulla popolazione e sull’ambiente delle radiazioni ionizzanti dovuti alle operazioni degli impianti nucleari ed all’utilizzo delle tecnologie nucleari, sia in situazioni ordinarie che straordinarie;”; art. 29, comma 5, lettera i), limitatamente alle parole: “all’esercizio o”; art. 133, comma 1, lettera o) del d.lgs. 2 luglio 2010, n. 104 limitatamente alle parole “ivi comprese quelle inerenti l’energia di fonte nucleare”; nonché il decreto legislativo 15 febbraio 2010, n. 31, nel testo risultante per effetto di modificazioni ed integrazioni successive, recante “Disciplina della localizzazione, della realizzazione e dell’esercizio nel territorio nazionale di impianti di produzione di energia elettrica nucleare, di impianti di fabbricazione del combustibile nucleare, dei sistemi di stoccaggio del combustibile irraggiato e dei rifiuti radioattivi, nonché misure compensative e campagne informative al pubblico, a norma dell’art. 25 della legge 23 luglio 2009, n. 99”, limitatamente alle seguenti parti: il titolo del decreto legislativo, limitatamente alle parole: “della localizzazione, della realizzazione e dell’esercizio nel territorio nazionale di impianti di produzione di energia elettrica nucleare, di impianti di fabbricazione del combustibile nucleare,”; il titolo del decreto legislativo, limitatamente alle parole: “e campagne informative al pubblico”; art. 1, comma 1, limitatamente alle parole: “della disciplina della localizzazione nel territorio nazionale di impianti di produzione di energia elettrica nucleare, di impianti di fabbricazione del combustibile nucleare,”; art. 1, comma 1, lettera a): “a) le procedure autorizzative e i requisiti soggettivi degli operatori per lo svolgimento nel territorio nazionale delle attività di costruzione, di esercizio e di disattivazione degli impianti di cui all’art. 2, comma 1, lettera e), nonché per l’esercizio delle strutture per lo stoccaggio del combustibile irraggiato e dei rifiuti radioattivi ubicate nello stesso sito dei suddetti impianti e ad essi direttamente connesse;”; art. 1, comma 1, lettera b): “b) il Fondo per la disattivazione degli impianti nucleari;”; art. 1, comma 1, lettera c): “c) le misure compensative relative alle attività di costruzione e di esercizio degli impianti di cui alla lettera a), da corrispondere in favore delle persone residenti, delle imprese operanti nel territorio circostante il sito e degli enti locali interessati;”; art. 1, comma 1, lettera d), limitatamente alle parole: “e future”; art. 1, comma 1, lettera g): “g) un programma per la definizione e la realizzazione di una “Campagna di informazione nazionale in materia di produzione di energia elettrica da fonte nucleare”;”; art. 1, comma 1, lettera h): “h) le sanzioni irrogabili in caso di violazione delle norme prescrittive di cui al presente decreto.”; art. 2, comma 1, lettera b): “b) “area idonea” è la porzione di territorio nazionale rispondente alle caratteristiche ambientali e tecniche ed ai relativi parametri di riferimento che qualificano l’idoneità all’insediamento di impianti nucleari;”; art. 2, comma 1, lettera c): “c) “sito” è la porzione dell’area idonea che viene certificata per l’insediamento di uno o più impianti nucleari;”; art. 2, comma 1, lettera e): “e) “impianti nucleari” sono gli impianti di produzione di energia elettrica di origine nucleare e gli impianti di fabbricazione del combustibile nucleare, realizzati nei siti, comprensivi delle opere connesse e delle relative pertinenze, ivi comprese le strutture ubicate nello stesso sito per lo stoccaggio del combustibile irraggiato e dei rifiuti radioattivi direttamente connesse all’impianto nucleare, le infrastrutture indispensabili all’esercizio degli stessi, le opere di sviluppo e adeguamento della rete elettrica di trasmissione nazionale necessarie all’immissione in rete dell’energia prodotta, le eventuali vie di accesso specifiche;”; art. 2, comma 1, lettera f): “f) “operatore” è la persona fisica o giuridica o il consorzio di persone fisiche o giuridiche che manifesta l’interesse ovvero è titolare di autorizzazione alla realizzazione ed esercizio di un impianto nucleare;”; art. 2, comma 1, lettera i), limitatamente alle parole: “dall’esercizio di impianti nucleari, compresi i rifiuti derivanti”; art. 3, comma 1, limitatamente alle parole: “, con il quale sono delineati gli obiettivi strategici in materia nucleare, tra i quali, in via prioritaria, la protezione dalle radiazioni ionizzanti e la sicurezza nucleare”; art. 3, comma 1, limitatamente alle parole: “la potenza complessiva ed i tempi attesi di costruzione e di messa in esercizio degli impianti nucleari da realizzare,”; art. 3, comma 1, limitatamente alle parole: “valuta il contributo dell’energia nucleare in termini di sicurezza e diversificazione energetica,”; art. 3, comma 1, limitatamente alle parole: “, benefici economici e sociali e delinea le linee guida del processo di realizzazione”

octavio

sabato 28 maggio 2011

Global Peace Index


Oggi è l’immagine che parla di per sé, giocate come ho fatto io a vedere chi è prima di quei paesi occidentali o di quegli stati economicamente potenti che l’opinione pubblica ritiene migliori di quei paesi poveri dove la gente muore di fame. Basti sottolineare, il resto ripeto spetta al vostro desiderio di conoscenza, che l’Italia si trova dietro a paesi come Malesia , Vietnam, Emirati Arabi; che gli Stati Uniti hanno davanti Cina e Cuba (legge del contrappasso?); la Russia ha davanti Yemen e Sri Lanka. Spero che questo sia un modo per far cambiare idea a molti benpensanti che non si pongono il problema della pace e della violenza, a quelli che pensano che con i soldi si risolve tutto.
octavio

venerdì 27 maggio 2011

La Democrazia ha bisogno di Utopia

Oggi ero sul furgone della ditta a fare le mie consegne, ad un tratto mi trovo davanti una bellissima Maserati Quattro Porte e dietro un BMW di quelli "palestrati", per completare il quadretto in direzione opposta ecco dirigersi un SUV. In quel frangente ho ripensato agli articoloni sui giornali di qualche giorno fa "un italiano su quattro a rischio povertà". Ora, io mi ritengo molto fortunato perchè ho un lavoro e ho avuto la possibilità di studiare ma la sproporzione tra chi ha tantissimo, chi si barcamena e chi non ha nulla è il vero punto di questa infinita crisi economica. Nazioni alla fame, Stati che dichiarano fallimento sono compensati da magnati, emiri, petrolieri ecc che hanno più di quanto potranno mai spendere da qui all'eternità. Dalle mie parti si direbbe "al ghe un quel che non quedra brisa" c'è qualcosa che non torna; le bolle finanziarie, il reale valore della moneta che noi stampiamo e che a noi manca! Il valore della vita di un uomo, tutto è fondato nel proteggere una piccola (rispetto al tutto) oligarchia. L'Italia è un caso ancor più bello, una vecchia, bollita e immensa classe dirigente che vive agiatamente senza muovere un muscolo, una classe dirigente che vuole essere modello, che appare ovunque, che tanto "in qualche modo faranno" si stupisce pure che i giovani non abbiano più tanta voglia di mantenerla. Ecco dunque che questa classe dirigente con i grandi industriali, insomma, chi ha in mano il pallino ti dicono che il diritto del lavoro deve mettersi da parte perchè c'è la crisi, che la Costituzione è roba vecchia perchè c'è la crisi, che poter votare un candidato costa troppo perchè c'è la crisi. Questa crisi economica c'è e ci sarà ogni volta che ci si accorge che il denaro in realtà è carta e la carta non si mangia, è un ricatto che si può tirar fuori ogni volta che si desidera è la politica al servizio dell'economia di pochi. "Sei un utopista" mi ripetono sempre ma di recente ho sentito dire che "la democrazia ha bisogno di utopia", non discorsi campati per aria ma prospettiva nuova per riuscire a vivere tutti in questo lembo di terra senza doverci ammazzare a vicenda per un pezzo di carta che non si mangia. E allora "cosa proponi di concreto?" Cominciamo con smettere di produrre, vendere e usare armi, cominciamo a fissare lo stipendio dei politici a quote umane e smettiamola di dargli titoli quando non sono in carica, creiamo posti di lavoro sulle opportunità che il Paese ha nella sua natura: cultura, terriotorio, enogastronomia, investiamo sulla formazione e non sui calciatori. Se anche questo è utopia allora "siamo qui a smacchiare i giaguari".
IoLiOdioINazistiDellIllinois 

Terzo quesito, scheda grigia I parte

Essendo il quesito sul nucleare un testo lunghissimo e molto intricato sono costretto a presentarvelo in più parti, la prima, quella che trovate qui sotto, non ha bisogno di spiegazioni capillari vi lascio quindi il testo sottolineandovi ciò che si vuole abrogare tramite il nostro SI’, sempre che ci permettano di dirlo questo SI’...

« Volete voi che sia abrogato il decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, nel testo risultante per effetto di modificazioni ed integrazioni successive, recante “Disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e perequazione tributaria”, limitatamente alle seguenti parti:
art. 7, comma 1, lettera d: “d) realizzazione nel territorio nazionale di impianti di produzione di energia nucleare;”; nonché la legge 23 luglio 2009, n. 99, nel testo risultante per effetto di modificazioni ed integrazioni successive, recante “Disposizioni per lo sviluppo e l’internazionalizzazione delle imprese, nonché in materia di energia”, limitatamente alle seguenti parti: art. 25, comma 1, limitatamente alle parole: “della localizzazione nel territorio nazionale di impianti di produzione di energia elettrica nucleare, di impianti di fabbricazione del combustibile nucleare,”; art. 25, comma 1, limitatamente alle parole: “Con i medesimi decreti sono altresì stabiliti le procedure autorizzative e i requisiti soggettivi per lo svolgimento delle attività di costruzione, di esercizio e di disattivazione degli impianti di cui al primo periodo.”; art. 25, comma 2, lettera c), limitatamente alle parole: “, con oneri a carico delle imprese coinvolte nella costruzione o nell’esercizio degli impianti e delle strutture, alle quali è fatto divieto di trasferire tali oneri a carico degli utenti finali”; art. 25, comma 2, lettera d), limitatamente alle parole: “che i titolari di autorizzazioni di attività devono adottare”; art. 25, comma 2, lettera g), limitatamente alle parole: “la costruzione e l’esercizio di impianti per la produzione di energia elettrica nucleare e di impianti per”; art. 25, comma 2, lettera g), limitatamente alla particella “per” che segue le parole “dei rifiuti radioattivi o”; art. 25, comma 2, lettera i): “i) previsione che le approvazioni relative ai requisiti e alle specifiche tecniche degli impianti nucleari, già concesse negli ultimi dieci anni dalle Autorità competenti di Paesi membri dell’Agenzia per l’energia nucleare dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (AENOCSE) o dalle autorità competenti di Paesi con i quali siano definiti accordi bilaterali di cooperazione tecnologica e industriale nel settore nucleare, siano considerate valide in Italia, previa approvazione dell’Agenzia per la sicurezza nucleare;”; art. 25, comma 2, lettera l), limitatamente alle parole: “gli oneri relativi ai”; art. 25, comma 2, lettera l), limitatamente alle parole: “a titolo oneroso a carico degli esercenti le attività nucleari e possano essere”; art. 25, comma 2, lettera n): “n) previsione delle modalità attraverso le quali i produttori di energia elettrica nucleare dovranno provvedere alla costituzione di un fondo per il «decommissioning»;”; art. 25, comma 2, lettera o), limitatamente alla virgola che segue le parole “per le popolazioni”; art. 25, comma 2, lettera o), limitatamente alle parole: “, al fine di creare le condizioni idonee per l’esecuzione degli interventi e per la gestione degli impianti”; art. 25, comma 2, lettera q): “q) previsione, nell’ambito delle risorse di bilancio disponibili allo scopo, di una opportuna campagna di informazione alla popolazione italiana sull’energia nucleare, con particolare riferimento alla sua sicurezza e alla sua economicità.”; art. 25, comma 3: “Nei giudizi davanti agli organi di giustizia amministrativa che comunque riguardino le procedure di progettazione, approvazione e realizzazione delle opere, infrastrutture e insediamenti produttivi concernenti il settore dell’energia nucleare e relative attività di espropriazione, occupazione e asservimento si applicano le disposizioni di cui all’art. 246 del codice dei contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture, di cui al decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163.”; art. 25, comma 4: “4. Al comma 4 dell’articolo 11 del decreto legislativo 16 marzo 1999, n. 79, dopo le parole: «fonti energetiche rinnovabili» sono inserite le seguenti: «, energia nucleare prodotta sul territorio nazionale».

octavio

giovedì 26 maggio 2011

Secondo Quesito, scheda gialla

Con il secondo quesito referendario siamo nuovamente nell’ambito della privatizzazione dell’acqua e, in particolar modo, l’elettore può decidere rispetto alla determinazione della tariffa del servizio idrico, decidere insomma sulle bollette da pagare. Il quesito è così formulato:

« Volete voi che sia abrogato il comma 1, dell’art. 154 (Tariffa del servizio idrico integrato) del Decreto Legislativo n. 152 del 3 aprile 2006 “Norme in materia ambientale”, limitatamente alla seguente parte: “dell’adeguatezza della remunerazione del capitale investito"? »

Siamo quindi di fronte a quello che in gergo viene chiamata una parziale abrogazione di norma, cioè l’andare a eliminare solo una parte del testo all’interno del comma preso in considerazione, il testo integrale è questo, si va a togliere la parte che vi metto in rosso.

1. La tariffa costituisce il corrispettivo del servizio idrico integrato ed è determinata tenendo conto della qualità della risorsa idrica e del servizio fornito, delle opere e degli adeguamenti necessari, dell'entità dei costi di gestione delle opere, dell'adeguatezza della remunerazione del capitale investito e dei costi di gestione delle aree di salvaguardia, nonché di una quota parte dei costi di funzionamento dell'Autorità d'ambito, in modo che sia assicurata la copertura integrale dei costi di investimento e di esercizio secondo il principio del recupero dei costi e secondo il principio "chi inquina paga". Tutte le quote della tariffa del servizio idrico integrato hanno natura di corrispettivo.

Il SI’ a questo quesito permette all’elettore di evitare che qualsiasi sia l’ente che distribuisce l’acqua possa trarre profitto rispetto al lavoro svolto. Togliere quella parte di frase fa in modo che i costi dell’acqua siano calcolati sulla base dei costi di funzionamento e di investimento e non secondo il guadagno d’impresa. Questa la spiegazione con parole ponderate e auliche ora la spiegazione più spicciola, per far capire a tutti perché bisogna andare a votare e bisogna votare SI’. L’abrogazione parziale di norma fa in modo che chi gestisce la distribuzione dell’acqua non possa arricchirsi con i nostri soldi ma vada solo a coprire le spese di funzionamento del servizio. ATTENTI! Se le logiche di mercato entreranno anche nel mondo dell’acqua anche noi, mondo occidentale borghesotto e benpensante faremo la fine dei paesi del Terzo Mondo, dove lì sì, solo per logiche di sfruttamento, si muore davvero di sete.
octavio

mercoledì 25 maggio 2011

Primo Quesito, scheda rossa

Parlando con alcuni amici riguardo ai prossimi referendum mi accorgo che tra di loro, e come tra di loro immagino anche tra molta gente comune, non è chiaro il significato dei quesiti referendari. Come dargli torto? Il povero elettore si trova a dover rispondere “SÌ” o “NO” a quattro domande che non spiegano nulla, non fanno altro che ripetere delle leggi, delle loro modifiche, dei commi che per chi non si sia letto la legge prima non vogliono dire nulla. Ho pensato allora, con i limiti che anche a me competono, di spiegarveli io, cercherò almeno di darvi delle parole concrete per quei commi e quelle leggi che rimangono così anonimi.

«Volete Voi che sia abrogato l’art. 23-bis (Servizi pubblici locali di rilevanza economica) del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112 “Disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e finanza la perequazione tributaria”, convertito, con modificazioni, in legge 6 agosto 2008, n. 133, come modificato dall’art. 30, comma 26, della legge 23 luglio 2009, n. 99, recante “Disposizioni per lo sviluppo e l’internazionalizzazione delle imprese, nonché in materia di energia”, e dall’art. 15 del decreto-legge 25 settembre 2009, n. 135, recante “Disposizioni urgenti per l’attuazione di obblighi comunitari e per l’esecuzione di sentenze della corte di giustizia della Comunità europea”, convertito, con modificazioni, in legge 20 novembre 2009, n. 166, nel testo risultante a seguito della sentenza n. 325 del 2010 della Corte costituzionale?»

Anzi tutto va precisato che si parla sempre di una legge, la legge Ronchi, che ha poi subito tutte le modifiche che sono riportate nel quesito, ma che di fondo non è poi di molto cambiata dalla stesura iniziale. In particolare si va ad abrogare l’art. 23 bis cioè quella parte di legge che governa la privatizzazione dell’acqua. I punti salienti di questa legge, la totalità potete comunque andarvela a leggere qui, sono: 1. conferimento della gestione a società e imprenditori mediante gara pubblica; 2. mantenimento pubblico delle reti idriche ma possibile gestione privata delle stesse; 3. i soggetti affidatari diretti dei servizi (cioè chi ora fornisce l’acqua) può partecipare alla gara per l’affidamento gestionale.
Detto così, ed è questo ciò che ripetono sempre i sostenitori della privatizzazione dell’acqua, potrebbe sembrare che rimanendo pubbliche le reti e solo privata la gestione il mantenimento di un universale accesso all’acqua sia mantenuto, il fatto poi che gli affidatari attuali possono gareggiare anche loro con i privati sembra dare più garanzie di legalità a tutto l’assetto previsto dalla legge. La legge non è dunque di per sé da considerare sbagliata o ingiusta, sono i motivi che l’hanno portata ad essere realizzata che vanno abrogati. Abrogare questo articolo vorrebbe dire abrogare la possibilità dei privati di gareggiare per ottenere le gestioni delle reti idriche. Se anche le reti rimanessero pubbliche poco cambierebbe la gestione privata permette a pochi di approfittarsi di un bene che è fondamentale per la vita delle persone. Ecco perché bisogna votare SÌ a questo quesito.
octavio

martedì 24 maggio 2011

Possibili nuovi rischi nucleari

Circa il 200% del PIL è il debito pubblico che il Giappone oggi ha, a questa situazione di emergenza si devono ora aggiungere i costi per la ricostruzione dopo il disastro del terremoto/tsunami che ha portato anche al disastro nuclerare, si parla di circa 130 miliardi di euro. Il problema allora è: dove si possono tirare fuori questi soldi? Perché è vero che si possono emettere nuovi bond statali ma poi questi lo Stato come li ripagherà se non riesce neanche a mettersi in pari con i debiti che ha già?
Ed ecco perché si sta svolgendo un vertice trilaterale tra Giappone, Cina e Corea del Sud: sicurezza nucleare e cooperazione nell’intervento post catastrofi sono i punti chiave dell’incontro. Il meeting sarà poi utile per cercare di ricucire i rapporti con gli stati dato che la Cina aveva bloccato (a ragione) l’importazione di prodotti giapponesi dopo la scelta dello stato nipponico di buttare in mare acqua contaminata: ricordo a tutti che il mare non è uno stagno, l’acqua gira e chissà fin dove arriva; questa versamento di acqua radioattiva doveva essere criticato da tutto il mondo non solo dalla Cina.
Wen Jiabao, premier cinese, appena arrivato in Giappone ha subito fatto sapere che la Cina è pronta a dare aiuto economico per la ricostruzione e a togliere il blocco delle importazioni almeno su due delle 12 aree giapponesi prima off limits. Ha poi fatto un’ulteriore importante dichiarazione rispetto alla Corea del Nord auspicando che si ritorni presto ai Colloqui a sei fermi dal 2008. Per chi non lo sapesse questi colloqui iniziarono tra le due Coree, Giappone, Russia, Cina e Stati Uniti per trovare un accordo politico tra i due Stati coreani e trovare una soluzione (almeno una possibilità di controllo) sugli stabilimenti nordcoreani per l’arricchimento dell’Uranio, tecnica che serve per poter ottenere maggior uranio 235, l’unico che può essere usato nei reattori nucleari ma anche il più raro in natura. L’arricchimento permette di ottenere il 235 a diverse percentuali tramite un miscuglio di quest’ultimo con l’uranio 238, più facile da trovare in natura. Il processo, molto laborioso e soprattutto molto costoso, ha il “problema” di produrre scarti di lavorazione, gli stabilimenti che producono uranio arricchito devono quindi essere a norma sia per la sicurezza dei lavoratori che dell’ambiente, in quest’ultimo caso soprattutto per lo smaltimento dei rifiuti: la Corea del Nord non ha ancora permesso al mondo esterno di poter effettuare controlli sui suoi stabilimenti e, dopo Fukushima, tutto il mondo estremo-orientale inizia ad avere paura.
Il problema nucleare in Giappone non è ancora risolto, non oso immaginare quale sarebbe il risultato di una catastrofe nordcoreana. Chi ha ancora dubbi sulla possibilità di centrali nucleari in Italia?
octavio

lunedì 23 maggio 2011

Sono state gonfiate solo le notizie

Barack Obama ha in questi giorni fatto alcune dichiarazioni che mi hanno un po’ destabilizzato, non pensavo fosse capace di tanto coraggio nei confronti d’Israele. Sentirlo dire, e insistere pure, che Israele deve accettare di ritornare ai confini del ’67 è una prova di forza che non i sarei mai aspettato da lui. Chiaramente Netanyahu tira subito fuori gli artigli e parte subito per gli USA dichiarando in patria sionista che non lascerà l’incontro con Obama senza ottenere un chiarimento, è infatti, secondo lui, assurda la dichiarazione di Obama dato che ritornare ai vecchi confini significherebbe rendere indifendibile lo stato d’Israele e, soprattutto, molte colonie ebraiche sarebbero di netto tagliate fuori dallo stato.
Obama però, più sagace e vispo del solito, risponde subito sui denti a Bibi dichiarando che fino a che Israele continuerà questa OCCUPAZIONE PERMANENTE non si avrà una nazione veramente pacifica. Queste due dichiarazioni fanno eco in tutto il mondo, soprattutto fanno arrabbiare i sionisti, e stupiscono in primo luogo me che ho sempre criticato Obama per essere troppo filoisraeliano. Se mi fermassi qui, se non andassi avanti con le dichiarazioni, se non le avessi scoperte per fatti miei dato che i media mondiali a queste dichiarazioni si sono fermati, potrei concludere che Obama finalmente ha preso la direzione giusta per porre fine al problema israelo-palestinese.
C’è però un’altra dichiarazione che smaschera la vera natura di Obama, quel filosionismo che lo ha portato sempre a scelte pro Israele: “Come si può negoziare con una parte che si è mostrata reticente a riconoscere il tuo diritto di esistere?”. Riferendosi ovviamente ad Hamas e all’accordo fatto con Fatah Obama si dimostra preoccupato per i possibili futuri dialoghi di pace: se da un lato si impone perché i confini si rispettino, condizione necessaria perché la Palestina ritorni alle trattative, dall’altro si dispera perché Hamas può essere un freno per Israele. È ovvio che il diritto di esistere non si può negare a nessuno, nemmeno allo stato israeliano, sarebbe follia, ma davvero mi volete fare credere che Israele oggi sta rispettando il diritto di vita, il diritto di libertà, il diritto di avere lavoro, il diritto di avere da bere e da mangiare e il diritto di libero pensiero dei palestinesi?
Perché si fanno passi avanti ma poi si trova sempre una scusa per mettere da parte la Palestina e ritornare al nulla di fatto che giova solo ad Israele? Guarda caso Bibi oggi fa sapere che la crisi con gli USA non è mai esistita e sono solo state gonfiate le notizie…
michael

domenica 22 maggio 2011

El pueblo unido...

Oggi voglio raccontarvi come si vive in Honduras, non che non l’abbia già fatto ma nuove notizie fresche di stampa me lo impongono, quale democrazia si è instaurata e quale libertà la popolazione vive.
Delle proteste dei professori ne ho già discusso abbondantemente, ora giunge la notizia che la dirigencia magisterial ha presentato alla Fiscalía especial de Derechos Humanos una denuncia contro il presidente del Honduras Porfirio Lobo, il presidente del Congreso Nacional Juan Orlando Hernandez e il Ministro della Sicurezza Oscar Alvarez; una denuncia che accusa i tre di omicidio, di restrizione illegale della libertà di locomozione ai professori, di restrizione del diritto di libera associazione. Le accuse sono pesanti, sono accuse che si possono rivolgere solo a un nuovo capo nazista che si è posto al potere per distruggere tutti coloro che non si sottomettono al suo volere. I rappresentanti del Colegio de Profesores de Educación Media de Honduras nel presentare la denuncia hanno commentato che Lobo pratica una persecuzione politica che ha portato a 17 docenti tuttora incarcerati e 26 persone, non professori ma cittadini comuni, anche minorenni, sono stati arrestati con l’accusa di danni arrecati a proprietà pubbliche e private, ma in realtà sono veri e propri prigionieri politici.
Come risposta a questa accusa, infamante fino al midollo soprattutto per un Presidente, il Governo ha fatto sapere che da alcune investigazioni è emerso che le proteste che in questo periodo scoppiano in tutto l’Honduras sono organizzate e finanziate dall’estero con l’unico intento di destabilizzare la società e non permettere il rientro dello Stato nella OEA. Non è stato precisato se il Governo pensa al Venezuela piuttosto che ad altri stati sudamericani, ma è stato assicurato che non sarebbe possibile una mobilitazione così organizzata senza un aiuto esterno.
Avete capito come lavora Lobo? Lui, che è stato finanziato dagli USA per porre fine al governo di Zelaya, lui, che ha ammazzato e stra-ammazzato in tutto il territorio che dovrebbe governare, lui, che si è venduto a Micheletti quando era ora di nuove elezioni, lui, che manda l’esercito nelle università per disperdere (ammazzare) gli studenti, lui, che non contento dei soldi degli USA ha dilapidato le casse statali e previdenziali per poter continuare nella sua politica di Boia nazista, per scagionarsi dalle accuse VERE, AUTENTICHE, SINCERE E DOCUMENTABILI che gli sono state mosse contro dai professori cambia le carte in tavola e accusa loro di essere peggio di lui perché loro vogliono “destabilizzate il paese”.
Lobo non ha capito che così facendo da solo più forza a quel gruppo di rivoltosi, nel senso più positivo del termine, che lo vogliono deporre. Lobo non ha capito che il popolo, tutti i popoli, la sua terra la ama e non si fermerà mai davanti a nessuno, nemmeno a coloro che rispondono con le armi. Lobo non ha capito che un popolo unito sa difendere ciò che di diritto è suo.
octavio

Sui nostri monti e in Spagna

Vorrei questa sera parlarvi di Europa. Siamo "euroentusiasti" "euroscettici" ma soprattutto senza Euro... Questa crisi economica dalla quale si stenta ad uscire sta portando diverse conseguenze negli stati membri. Non voglio parlare ancora delle banche, delle tasse prese sempre ai poveri per dare ai ricchi, della finanza che poggia su carta o dati informatici, vorrei qui intrattenervi con un dubbio che mi ha preso davanti a due avvenimenti così lontani ma così vicini. Eccoci al nocciolo: la Spagna vede i suoi giovani occupare le piazze per chiedere un futuro credibile, le stesse cose che qualunque ragazzo brama in ogni angolo del mondo sono oggi esplose qui. Allo stesso tempo nel medesimo piccolo continente la silenziosa e terribile rinascita neonazista ungherese. Perchè questi due avvenimenti non riesco a slegarli? Mi sembrano reazioni opposte alla stessa insicurezza, frustrazione e desiderio di cambiamento. Da una parte si ritorna in piazza, la si occupa si esige ascolto e novità, dall'altra ci si affida al classico "uomo forte" che col pugno di ferro riporti la nave sulla giusta rotta, un Duce. Quello che sta succedendo in Ungheria è spaventoso squadroni paramilitari girano per strade e campagne, la libertà di stampa e informazione messa a tacere, gli zingari trattati ancora una volta come problema da estirpare. Cos'è oggi l'Unione Europea? Credo sia la sola via per non tornare indietro di un secolo, la sola via per dare forza agli organismi internazionali a difesa della pace e dello sviluppo, ma questa è tutt'altra Europa rispetto a quella presente oggi legata sempre e solamente dalla moneta unica, incentrata su una sistema per cui l'uomo è in funzione economica. Se il dubbio che mi ha fatto legare questi due avvenimenti ha un senso è che ci dovrà essere una rivoluzione culturale in cui l'economia sarà in funzione dell'uomo, del suo sviluppo personale, formativo e occupazionale come chiedono oggi i ragazzi in Spagna oppure la svolta potrebbe andare tristemente e nuovamente verso una nera destra.
IoLiOdioINazistiDellIllinois

sabato 21 maggio 2011

Disatro di Sigonella mai più

12 luglio 1984 a Sigonella (per chi non lo sa è Sicilia, vicino Lentini) un aereo americano precipita poco dopo il decollo e rilascia nell’ambiente ingenti quantità di uranio impoverito. L’aereo cade per un guasto a due motori che avrebbero poi causato un incendio interno (oltre all’uranio l’aereo trasportava vernici) che, avendo prodotto un enorme fumo tossico, ha impossibilitato i piloti a tentare un atterraggio di emergenza.
L’inchiesta sull’incidente viene seguita solo dagli americani che si impongono perché l’Italia non ci ficchi il naso in quel guaio e, così, nessuno viene a conoscenza della verità, se non per quelle piccole informazioni filtrate che gli USA facevano trapelare.
C’è un dato che è fondamentale tenere a mente (oggi più che mai) le malattie tumorali da radioattività si manifestano dopo circa cinque dieci anni e a Lentini tra il 1992 e il 1995 (dieci anni dopo), senza che nessuno avesse apertamente parlato di rischio nucleare, è stato registrato uno “strano” aumento di malattie leucemiche. Da tempo e anche oggi tutta quella zona di Sicilia ha un primato, un triste primato, un primato che sarebbe meglio non avere: la più alta percentuale di mortalità infantile da tumore in Italia.
Molti lettori giudicheranno questo post come un semplice esempio del passato per aumentare le decisione del voto nelle persone che ancora dubitano sull’opzione nucleare in Italia. Sì, è vero, in parte l’intento è questo. I motivi di questo post sono anche altri due: da un lato ricordare tutti quei bambini morti a causa del nucleare, bambini morti che potremmo trovarci anche nel resto d’Italia se il progetto delle centrali riuscirà ad andare avanti; dall’altro informare tutti che circa un mese fa un altro aereo è caduto a Sigonella, nessuno morto e nessun ferito, soprattutto l’aereo in questo caso non trasportava uranio, quindi la notizia è passata in fretta sui media.
Ma se è caduto vent’anni fa, pieno di uranio, se è caduto poco tempo fa, senza uranio, chi ci assicura che non cadrà anche fra un decina d’anni? Chi ci assicura che quello che cadrà non sarà nuovamente pieno di uranio? Chi ci assicura sui possibili/probabili, dopo il Giappone nulla è più fantascienza, disastri nucleari?
Ecco perché il SI’ al referendum contro il nucleare è un voto saggio, ponderato, sicuro, necessario, d’obbligo.
octavio

venerdì 20 maggio 2011

Un SI' per non morire di sete

Tema centrale per la vita dell’uomo è l’acqua e l’Italia a breve sarà chiamata a indicare se vuole acqua pubblica o privata. Noi, mondo occidentale, ci dimentichiamo in fretta del fattore acqua. Noi, mondo occidentale, abbiamo sempre centinaia di bottiglie in casa e non ci rendiamo conto di cosa vuol dire morire di sete, per questo ce ne freghiamo del problema acqua pubblica o acqua privata. Ho pensato allora di lasciarvi qualche stralcio (il testo intero lo trovate qui) del documento finale dell’Assemblea Mondiale dei cittadini e degli eletti per l’acqua (Amece) che nel 2007 (sono passati 4 anni e non si è ancora risolto nulla) si svolgeva a Bruxelles, nel Parlamento Europeo. Spero che queste parole siano di sensibilizzazione per una grande corsa al voto, al voto del SI’.

Ci teniamo a confermare la nostra opposizione alla mercificazione dell'acqua e a qualsiasi forma di liberalizzazione e privatizzazione dei servizi idrici. La Commissione Europea e il Consiglio dei Ministri dell'Unione Europea sono tra gli attori più agguerriti della liberalizzazione di questi ultimi e ciò è dovuto al fatto che nove tra le dieci imprese private multinazionali dell'acqua maggiori al mondo sono europee. Per questo motivo noi abbiamo manifestato, durante l'Assemblea, davanti alla sede della Direzione Generale del Commercio della Commissione Europea per denunciare la politica dell'UE in materia idrica : l'acqua non è una merce e i servizi idrici non sono dei servizi commerciali. L'acqua è vita, e al pari della vita, è sacra. Allo stesso modo, i servizi idrici sono dei servizi comuni pubblici nella misura in cui essi riguardano il diritto umano alla vita (l'accesso all'acqua potabile e ai servizi sanitari) e costituiscono un bene vitale e insostituibile per la sicurezza dell'esistenza collettiva (l'acqua per l'agricoltura, per l'industria…)
Di conseguenza, noi appoggiamo l'idea di un governo pubblico dell'acqua e dei servizi idrici in tutti i continenti, nel quadro di una gestione comunitaria dell'acqua, di tutte le acque, parte integrante di una politica di valorizzazione e preservazione del territorio soprattutto a livello dei bacini idrogeologici.

(…) Non c'è niente di inevitabile nella crisi attuale dell'acqua, né nel fatto che 2,6 miliardi di persone non hanno accesso ai servizi sanitari, né in quel che riguarda la quantità e la qualità dell'acqua disponibile.
Un miliardo e mezzo di persone non hanno accesso all'acqua potabile perché sono povere e non perché l'acqua manchi nelle loro regioni. Ma la povertà assoluta può essere sradicata.
Allo stesso modo, se l'acqua diventa rara e dunque più cara ciò è dovuto alle nostre scelte e pratiche in materia di utilizzo e di « consumo ». Questa rarefazione de facto condurrà a guerre idriche delle quali noi saremo i soli responsabili. Ma noi possiamo evitare questi conflitti, se e solo se ci assumiamo le nostre responsabilità.

octavio

茉莉 : un fastidio da estirpare!

Vogliate scusare la mia assenza di questo periodo tra le fila del blog. Causa: studio. Sto preparando, infatti, un esame di Storia dell'arte della Cina e, come spesso mi capita, mi chiedo se tutto ciò che ci è dato da studiare ha davvero un riscontro, un'utilità per la vita normale che conduciamo. Fortunatamente, anche questa volta, ne ho avuto conferma. Osservavo le opere di Wang Mian, pittore sotto gli Yuan, dinastia mongola che dominò l'Impero di Mezzo, a cavallo tra la fine del XIII secolo e la prima metà del XIV. Egli amava dipingere, soprattutto, i pruni, simbolo di forza perché fiorendo quando è ancora inverno sono un primo annuncio di ciò che tanto si attende: la primavera. Pare che questa sua scelta rappresentasse anche un'esternazione del suo sentimento di opposizione alla dominazione straniera che regnava al tempo. Era necessario, infatti, resistere e, al contempo, essere il “pruno”, il segno di un cambiamento. Mi ha molto colpito questa sua scelta e mi ha fatto tornare alla mente le pesanti censure avvenute in quest'ultimo periodo in Cina, proprio contro un fiore, il gelsomino, colpevole di essere stato scelto come simbolo nelle Rivolte del Nord Africa. Colpa, questa, che non è passata inosservata al governo cinese, che ha quindi vietato la vendita del fiore, ha cancellato il termine dal vocabolario e ha oscurato qualsiasi messaggio sul web che contenesse questo carattere. Vedendo queste rivolte infatti era stato lanciato un appello, attraverso internet, a camminare in silenzio per strada, ogni domenica, con un gelsomino in mano, per mostrare il proprio dissenso verso l’attuale situazione del paese. Un gesto fin troppo ardito a quanto pare. Ovviamente, come ogni "buon governo", è stata inventata una scusante ad hoc per queste misure di repressione contro il povero fiore, spiegando che il divieto è scattato perché i gelsomini erano infettati dalle radiazioni di Fukushima. Mah. La celebre frase "mettete i fiori nei vostri cannoni", diventata simbolo dei pacifisti, sembrerà ora come ora, a questo governo asiatico, più pericolosa che mai.


Ora Sergio è arrabbiato
perché ognuno è ammirato
non dal suo seminato,
ma da quel fiore strampalato.
Però in fondo al cuore, io
so che lui ringrazia Iddio
che gli regalò un fiore
per cambiare il suo cuore.”
La Ballata del giardiniere

小王子

giovedì 19 maggio 2011

Ripercorrendo la storia

Nel 1800 in Palestina risiedevano 10mila ebrei, nel 1904 viene fondato il primo kibbutz e, magicamente nel 1915 gli ebrei arrivano a numero di 85mila. Nel 1920 viene fondato l’Haganà e da qui al 1929 gli ebrei diventano 120mila acquistano territori, espandendosi e organizzandosi già come un piccolo stato. Poi la seconda guerra mondiale, lo sterminio che non va mai dimenticato, e l’arrivo in Israele di migliaia di profughi.
Da un lato gli ebrei e dall’altro gli arabi, a comandare l’Inghilterra. Sono fonti certe e storiche quelle che ci informano che da un lato gli ebrei hanno sempre cercato di allargarsi territorialmente (con l’aumento della popolazione aumentava anche il territorio conquistato) e, dall’altro, che le due maggiori organizzazione terroristiche ebraiche, la banda Stern e Irgum Zwei Leumi, si uniscono ai rivoltosi arabi per cacciare gli inglesi. L’unione dei militanti porta l’Inghilterra a rimettere nella mani dell’ONU la questione palestinese e così nel 1947 arriva la risoluzione che spartisce la Palestina in due realtà vicine ma autonome.
Perché tutto questo background storico? Perché una dichiarazione, che arriva da Netanyahu, cerca di presentare come falsi questi dati storici appena descritti. Queste le parole di Bibi: “Gli eserciti arabi, con l’aiuto di forze palestinesi, hanno attaccato lo stato ebraico tentandone la distruzione, questo non è stato detto nell’articolo”. L’articolo a cui si riferisce è quello che Abbas ha scritto sul New York Times nel quale affermava: “Le forze sioniste hanno espulso i palestinesi dai loro territori per assicurare una maggioranza ebraica sul territorio, questo ha spinto gli eserciti arabi ad intervenire”.
Il piccolo sunto storico da me fatto, qualsiasi libro di storia contemporanea non fazioso o qualsiasi ricerca in internet che vorrete fare vi dimostra come in realtà sono andati i fatti, non c’è quindi molto da commentare. Quello che fa schifo è il continuo del discorso di Netanyahu che così dice: “Possiamo concludere che la leadership palestinese e la creazione di uno stato palestinese è un modo per continuare il conflitto con Israele e non per porre fino ad esso”.
Davanti a questa affermazione Obama cosa dice? “Bisogna tornare ai dialoghi di pace”. A Obama gli si è “incantato il disco”, Netanyahu, folle di rabbia, straparla, Hamas e Fatah hanno fatto pace ma ancora non hanno agito in maniera decisiva a favore del popolo: chi si preoccupa di porre fine al conflitto?
michael

mercoledì 18 maggio 2011

Desti!

Se Davide vince Golia in casa del gigante nano forse qualche crepa nel muro si sta allargando. Il dato che maggiormente mi fa ben sperare in un lento risveglio dal lungo letargo è il crollo delle preferenze al "povero Silvio". Non pretendo di essere un luminare di politca ma voglio credere che le Primerie siano state istitute per salvare l'opposizione da se stessa ed emerge che dove gli elettori hanno potuto decidere un canditato si è optato per l'uomo più credibile. Tornare a scegliere le persone contro ogni logica dittatoriale e segretariale ha reso possibile questi muovi passi avanti. Questa è l'interpretazione che mi sento di dare guardando i risultati. Inoltre vorrei fare un piccolo salto in avanti. Ci staimo lentamente dimenticando che c'è la guerra in Libia e noi ne siamo negativi protagonisti, ci stiamo dimenticando che la Sardegna ha votato praticamente unanime contro il nucleare, ci stiamo dimenticando che se tanti processi sono aperti contro Berlusconi delle prove ci devono essere, pur continuando a difendere il principio di innocenza finchè non ci sarà un sentenza definitiva. Ma appunto esigiamo che ci sia la possibilità di arrivare a una sentenza. Da questo voto amministrativo l'appello deve ora continuare a essere ripreso affinchè il referendum fermi questa squallida invenzione del Legittimo Impedimento. Non molliamo ora apriamo una porta verso la Costituzione, il Pluralismo, la Democrazia.
IoLiOdioINazistiDellIllinois

Vogliamo poter votare, votare SI'

Quando esplode la bomba è chiaro che poi le ripercussioni, i commenti, le beatificazioni, le recriminazioni, le accuse, le scuse, tutto viene messo in campo per continuare la guerra mediatica che solo ora è nel pieno della sua energia. La sconfitta, la tremenda sconfitta, che il PDL ha ottenuto a Milano (un po’ ovunque ma quello che fa scalpore è Milano) porta tutti a parlare, soprattutto coloro che hanno invece vinto o intendono farlo con i prossimi ballottaggi.
Il primo a parlare è il Movimento 5 Stelle che si bea (giustamente) dell’ottimo risultato ottenuto soprattutto in terra bolognese e sottolinea che con loro una nuova politica verrà messa in atto; io sono d’accordo con loro quando dicono che hanno messo in crisi il sistema politico attuale. Questo è vero, loro hanno messo in crisi il potere bipartitico, ma non solo loro hanno cercato di fare ciò: io non voglio dimenticare le centinai e centinaia di liste civiche che cercano di portare nuova aria nello scantinato ormai asfittico della politica contemporanea.
Il secondo a parlare è Bersani il quale, volendo portare a termine la partita a scacchi con un favoloso scacco matto al Re Berlusconi, inizia a cercare le alleanze. Dopo l’ormai famoso “Vinciamo noi, perdono loro”, dichiarazione che ci fa pensare più a una sfida a battaglia navale che alle elezioni per ridare dignità a questa nostra cara Italia malata, corre ai ripari e chiede al Terzo Polo, ora sì utilissimo a tutti per quel 5% di voti che fanno davvero la differenza, l’allenaza, ritorniamo così al vecchio caro e beneamato motto del “do ut des”.
L’unico che rimane muto, e questo non è positivo ma anzi fomento l’idea che nuovi intrighi si stanno compiendo, è Berlusconi il quale dopo la brusca frenata deve ancora riprendersi e passa le sue giornate a studiare quale sia la nuova più giusta mossa da mettere in campo.
Un silenzio che ripeto non fa ben sperare, anche perché con tutto questo chiasso, con tutte queste dichiarazioni che si rimpallano l’una con l’altra ci stiamo dimenticando, o forse vogliono che ci dimentichiamo, che domani la Camera voterà l’emendamento per tentare di eliminare la voce nucleare dal prossimo referendum. Quesito referendario che scotta in quanto l’unico che dopo Fukushima come un magnete attira gente alle urne, gente alle urne significa voto anche per gli altri quesiti, voto anche agli altri quesiti significa raggiungimento del quorum su tutta la linea referendaria. Insomma ciò che il popolo vuole: niente nucleare, acqua pubblica e politici giusti che pagano per i reati commessi è ciò che il nostro governo non vuole: se passasse tutto ciò finirebbe il motivo di esistere del Governo Berlusconi.
octavio

martedì 17 maggio 2011

Ed ora avanti tutta

Premessa: questo post non sarà un esultanza fine a se stessa e non sarà nemmeno un esultanza partitica. Io a votare ci vado ma non voglio stare qui a spiegarvi perché voto di qua invece che di là o così via; oggi però è d’obbligo parlare del voto italiano, è d’obbligo l’esultanza.
Berlusconi stravince? No. Berlusconi vince? Nemmeno. Berlusconi perde? Neanche (magari). Berlusconi crolla? Non del tutto. Berlusconi vacilla? SI’, ed ecco perché bisogna esultare. Festeggiare è ancora immaturo, lo si potrà fare quando il santone taumaturgo perderà, ora si può gioire perché l’impero berlusconiano inizia ad essere inviso anche nella sua Milano, quella città “fortezza inespugnabile” che nessuno avrebbe mai pensato potesse votare di qua invece che di là.
E la Lega? Beh loro continuano ad avercelo duro (prerogativa irrinunciabile per un leghista doc) e proprio in virtù di questo bisognerà vedere come cambieranno nuovamente le carte in tavolo per rimettere il PDL prono e pronto ad ogni servigio.
Non fissiamoci però solo su Milano (e comunque c’è ancora il ballottaggio), questo è anche il commento dei portavoce pidiellini, guardiamo anche al resto dell’Italia: a Torino vince il PD, a Bologna vince il PD e a Napoli il PD muore e si va a ballottaggio tra destra e IDV (con un Di Pietro che così gongolante non lo si era visto mai).
Ma che cosa in realtà questo voto a fatto emergere? Prima di tutto, e ancora una volta, si è sottolineato che gli schifi sessuali non aiutano l’immagine di un politico, in secondo luogo che il popolo italiano ha finalmente capito che la classe dirigente attuale è da cambiare. Non ne possiamo più dei giochi di potere che portano frutti solo a chi si sottomette al “regime soft” che stiamo vivendo.
Il segnale è arrivato, il segnale ha colpito nel segno. Ora ci sono i ballottaggi poi i referendum, non perdiamoci d’animo, è ora che la nostra voce si faccia sentire.
octavio

lunedì 16 maggio 2011

La catastrofe è arrivata

Dai nazisti che cosa ci si può aspettare? Non certo il dialogo, non certo la tranquillità, ci si può aspettare solo la morte. Così è stato in Palestina nel giorno della “naqba”, la commemorazione per la costruzione dello Stato d’Israele nel ’48, e di “naqba”, catastrofe, oggi si può parlare. Un morto a Gaza, dieci morti sul confine con il Libano, dieci morti sulle alture del Golan, decine e decine i feriti in tutti i territori occupati e nei territori “sionizzati”. Andando con ordine bisogna precisare che in Israele è stata istituita un’apposita legge per vietare le celebrazioni della naqba su tutto il territorio israeliano (che per un militare ben istruito nelle scuole rabbiniche significa anche nei territori occupati, in quanto territorio preso “giustamente” da Israele). È chiaro però che ai palestinesi, ragionevolmente, non interessa che esista questo divieto, loro si sentono in diritto di ricordare la catastrofe che rovinato loro la vita, quindi manifestano. Per favore superiamo fin da subito il moralismo, non vediamo in questo nome, catastrofe, un ‘accusa troppo forte, faziosa e discriminante nei confronti di Israele perché da quando è nato lo Stato Sionista Nazista sono state distrutte case, sono state vietate alcune strade, sono stati costruiti i checkpoint, è stato costruito il muro, è controllato l’accesso all’acqua, è controllato l’accesso alla pesca, sono state distrutte centinaia di coltivazioni d’ulivo, sono stati abbattuti centinaia di capi di bestiame. Non è questa una catastrofe?
Israele, poi, aveva questa volta dei motivi in più per attaccare e ammazzare, aveva ancora (e ha tuttora) il sangue amaro per la rappacificazione che è avvenuta tra Hamas e Fatah, e non sto qui a ripetervi le sanzioni che sono state riversate contro la Palestina solo per questo fatto.
Ma cos’è successo in particolare? Nulla di grave, ai miei occhi, nulla che potesse portare a dei morti: centinaia di palestinesi si erano radunati sia sul confine con il Libano che sulle alture del Golan per manifestare, hanno avuto l’ardire o il coraggio, di oltrepassare il confine, appena il primo passo è stato compiuto Israele ha aperto il fuoco, i soldati dicono che hanno sparato in aria per disperdere le folle, i morti dicono che gli è stato sparato contro.
Quando queste azioni barbare e cruente avranno fine? Solo quando ci si deciderà a definire pubblicamente e istituzionalmente il governo israeliano un governo del terrore e il suo braccio armato, l’esercito, composto da terroristi.
michael

domenica 15 maggio 2011

diritto di voto

Riecco il popolo alle urne! Almeno quelli che non sono ancora così disgustati o menefreghisti da disertare il compito. Ricordo la famosa locandina che tutti i manuali di storia contemporanea riportano con il motto "Dio ti vede, Stalin no". Erano i tempi delle lotte tra PC e DC (e pensare che oggi buona parte di questi due antichi colossi convivono e sovente perdono!), i tempi della caccia a ogni singolo voto, campagne elletorali per le vie, le piazze le case, le radio. Queste ore ai seggi sono arrivate dopo scarsi contenuti politici e molti spot. Quello che è certo è che la temperatura del Paese verrà calcolata con apprensione: il peso della Lega, la credibilità dei candidati, le schede bianche, l'astensione, le liste civiche tutto verrà studiato, analizzato e soppesata in tv, sui giornali, nei blog. In realtà speriamo di sbloccare il discorso dall'eterno dilemma Berlusconi si - Berlusconi no ma ancora una volta torneremo a questo impari confronto. La candidata del Premier a Milano ha speso 19 milioni di euro in più del suo più diretto avversario, questa è democrazia? I grandi mezzi di comunicazione (nascosti dietro il finto dito della Parcondicio) sono del Premier, la squadra che sfila per la città alla vigilia delle elzioni è del Premier, questa è Democrazia? E' parità di diritti? Il problema non è "Berlusconi si o no", qui il problema è che chi è ricco lo sarà sepre di più, chi è potente lo sarà sempre di più. Ma in queste elezioni prima e nel referendum poi c'è (fino a quando si potrà) la possibilità di gridare ancora una volta che l'Italia si merita di meglio rispetto ad una classe dirigente corrotta e corrutrice che vive del lavoro degli altri. Alle urne dunque tifando per Davide contro Golia.

IoLiOdioINazistiDellillinois

sabato 14 maggio 2011

Attacco nucleare

Tutti abbiamo visto che cosa è successo a Fukushima, tutti ora sappiamo che cosa significa avere delle centrali nucleari sul proprio territorio. Ho però voglio di ripetervelo, dato che ormai, qui in Italia, si voterà o si dovrebbe votare a favore o contro il nucleare.
Centrali nucleari significa: rischio di morte, significa inquinamento, significa malformazioni genetiche. È chiaro, tutto ciò solo se una centrale salta per aria, ma se salta per aria in Giappone, l’avanguardia dell’antisismico, cosa può succedere in Italia, l’avanguardia del “costruiamo con la merda tanto non ci vado a vivere io”? Questo vale per la centrale in quanto tale, ma le scorie? I prodotti di scarto che fine fanno? E arriva quindi la notizia choc di oggi: è stato formulato un accordo tra Mongolia, Stati Uniti e Giappone, prima che Fukushima accadesse, affinché tutte le scorie radioattive prodotte dai due stati potessero essere accatastate in Mongolia.
E perché proprio lì? Beh mi sembra logico, tutte quelle steppe desertiche e semidesertiche, inabitabili per l’uomo, non possono essere lasciate libere, inutilizzate, quelle vanno riempite di tutti gli scarti del mondo, tanto là chi ci va a guardare? È stato il Giappone che ha fatto uscire la notizia, forse perché impaurito proprio dopo Fukushima.
La scelta della Mongolia di diventare la nuova discarica nucleare a cielo aperto viene presa solo per questione economiche, è chiaro che l’inquinamento totale di quella zona viene fatto solo sotto lauta ricompensa da parte dei due stati produttori di scorie. A che cosa punta quindi il governo mongolo? Per prima cosa, lo abbiamo appena detto, a riempire le casse statali, per seconda cosa tenta di diventare una nuova potenza che possa mettersi a confronto con la Russia. Data la sua enorme estensione territoriale il governo di Putin ha sempre offerto grandi vantaggi a chi entrava nel mondo del nucleare, primo fra tutti un luogo dove smaltire i rifiuti, Ioliodio avea già scritto a riguardo.
Tutto ciò abbiamo detto avveniva prima di Fukushima, dopo il disastro (non ancora concluso, non ancora risolto) nessuno ha cercato di fare marcia indietro, il Giappone sì ci informa della notizia ma il governo rimane fermo nelle sue decisioni, del nostro mondo, del nostro ambiente, di ciò che ci circonda non ce ne frega nulla. tutto è un possibile produttore di denaro, ciò che interessa è quanto vale se poi per ottenere il valore si arriva alla distruzione dell’oggetto poco importa.
aleksej

Viaggio in Italia (conclusione)

Seduto ipoteticamente al confine sud d’Europa termina il nostro viaggio in Italia. Qui in Sicilia e nelle isole protagoniste in questi giorni di tanti arrivi si conclude il nostro viaggio. Terminare qui vuol dire aprire l’orizzonte al grido che viene fatto all’Italia e al Nord del mondo da i troppi affamati esclusi dal banchetto di chi, dopo tante guerre, ha smesso di spararsi tra connazionali, con-continentali volgendo lo sfruttamento, più o meno celato, al Sud del mondo. Termina qui questo nostro viaggio perché la ricerca del buono, di un positivo nella nostra Italia per cui vale la pena lottare, ha senso solo se è volto all’attenzione al resto del mondo, se ha per scopo l’aiuto reciproco non la chiusura leghista che oggi vuol dire solo ancora una volta “me ne frego”. L’operazione che è riuscita a Berlusconi e a tutti i compiacenti del suo sistema è semplicemente quella di far disinteressare le persone agli altri, alla cosa pubblica, ha fermato l’opinione generale e le masse davanti a un televisore. La vita stessa è divenuta una grande trasmissione televisiva dove la cura dell’aspetto fisico, il denaro e lo stupro della parola “amore” sono divenuti l’unico modello. Con questo breve viaggio in Italia ho voluto raccontare che un paese diverso c’è e c’è sempre stato si tratta solo di dire no (anche se al prossimo referendum passerà attraverso il SI) al sistema che questa classe dirigente (che ha nell’asse Berlusconi-Bossi la sua massima rappresentanza ma che non scagiona certo troppi esponenti dell’opposizione) ha imposto a tutti noi. Coraggio dunque!


IoLiOdioINazistidellIllinois

giovedì 12 maggio 2011

Alto al Presidente Verdugo

Il dodicesimo che muore in 18 mesi, dodici morti in un anno e mezza non è certo un record di cui vantarsi e se poi i morti sono tutti giornalisti e sono tutti di nazionalità honduregna la cosa si fa ancora più scottante.
Il morto è Francisco Medina ucciso da due uomini in motocicletta che lo hanno ammazzato con colpi di pistola mentre stava aprendo la porta di casa: lo hanno ammazzato mentre tornava dai suoi famigliari, lo hanno ammazzato senza dargli la possibilità di difendersi. Perché è morto? Perché aveva denunciato le attività illegali che il comune nel quale risiedeva stava compiendo.
Il ventisettesimo che muore in 15 mesi, praticamente due morti per mese, anche questo non è certo un record di cui vantarsi soprattutto perché anche in questo caso stiamo parlando di honduregni e, in particolare, di membri di organizzazioni contadine del Bajo Aguan (l’uomo si chiamava José Paulino Lemus Cruz). Tutti morti perché rivendicavano il diritto alle loro terre per poter lavorare, tutti lo sanno (tranne i latifondisti) che un agricoltore senza terra è come un orefice senza oro: non può lavorare. Tutti sanno però che i proprietari terrieri se ne fottono del problema della gente, loro vogliono solo fare soldi.
Questa striscia di sangue è la realtà che quotidianamente vive l’Honduras sotto il regime nazista e autoritario di Porfirio Lobo, questo è quello che anche la chiesa cattolica ha giustificato, questo è quello che gli USA hanno voluto accadesse.
In questo mese di sangue arriva anche un’altra notizia: Zelaya tornerà in questo mese in terra honduregna. Gli è permesso farlo dopo che Lobo ha assicurato che la sicurezza sull’ex presidente sarà mantenuta alta; è obbligato (da Lobo) a farlo perché se lui non torna nella sua patria l’Honduras non può tornare ad avere accesso all’OEA.
L’accordo preso è questo: ritorno nell’OEA se c’è ritorno di Zelaya in Honduras; semplice. I rappresentanti del FNRP chiedono però che non solo sia mantenuta la sicurezza ma anche vengano tolte le accuse (in particolar modo di corruzione) pendenti sull’ex presidente: è ovvio che tutti cercano di tirare acqua al proprio mulino ora che la svolta è vicina. Il problema è che l’accordo chiedeva solo una cosa: il rientro di Zelaya di Honduras. Un mio consiglio per l’ex presidente è di stare molto attento, di guardarsi le spalle, tornato in Honduras Lobo non ci metterà molto a mandare dei sicari, gli stessi che hanno ammazzato Francisco Medina e José Paulino Lemus Cruz.
octavio

mercoledì 11 maggio 2011

Ubi solitudinem faciunt, pacem appellant

È chiaro che non si può festeggiare, è evidente che le violenze non sono finite, anzi potrebbero peggiore (in parte sono già peggiorate), ma la notizia che lo Zanu-Pf, lo storico e stoico partito di Mugabe, ha deciso di togliere di mezzo il premier più brutale e violento che la storia africana abbia mai visto, beh in realtà qualcun altro come lui c’è stato o ancora c’è.
La notizia non è una bufala proviene direttamente da terra africana, lo Zanu-Pf vorrebbe togliere Mugabe perché ormai troppo vecchio e troppo malato e mettere al suo posto qualcuno di più giovane e più energico, c’è poi da ricordare che Mugabe contro Tsvangirai ha già perso una volta ed è rimasto sullo scranno, ormai sedia a rotelle, solo perché pur di non perdere il posto ha iniziato ad ammazzare a destra e a manca fino a che il suo avversario MDC ha deciso di ritirarsi.
Le elezioni si svolgeranno, dunque, l’anno prossimo e possibili nuovi volti dello Zanu-Pf potrebbero essere, uso un condizionale non perché non è ancora stato deciso ma perché i due soggetti in questione si stanno praticamente facendo guerra a vicenda per vincere l’ambito posto senza che il partito abbia mai nominato i loro nomi, o Solomon Mujuri un ex generale molto stretto a Mugabe o Emmerson Mnangagwa, attuale Ministro della Difesa. I nuovi volti sarebbero quindi solo nuove maschere per coprire il volto del sanguinario dittatore, entrambi sono suoi fidatissimi collaboratori, entrambi hanno condiviso e condividono tutte le decisione che sino ad oggi Mugabe ha preso.
E l’opposizione? Ovviamente non sta lì a guardare, non è mai stata lì a guardare, anzi ha preso più botte che aiuti. È chiaro che questa situazione è buona soprattutto per loro, per quelli che da tempo hanno vinto, per quelli che hanno cercato di lavorare SEMPRE per il popolo, e cercano dunque di ottenere più consenso possibile per poi fare veramente quel “Cambiamento Democratico” per il quale tanto stanno combattendo. Ecco perché sono iniziate le violenze e gli stermini (perché è questo che in Zimbabwe succede) contro tutti coloro che fanno parte, hanno fatto parte, hanno votato, semplicemente sono simpatizzanti del MDC. Il terrore è il miglior modo per mettere a tacere i popoli: Tacito Docet.
octavio

martedì 10 maggio 2011

Bloccate Israele, sbloccate quei soldi!

Lo avevo già accennato nel mio ultimo post, ora però la situazione precipita. Dopo la riunione, l’avvicinamento, la riapertura dei dialoghi tra Hamas e Fatah sembrava che la ruota girasse dalla parte giusta e una speranza, o almeno una parvenza di speranza, per la Palestina sembrava arrivare. Israele ovviamente non poteva stare a guardare e decide di dare una serie di sanzioni per mettere in crisi la politica e l’economia palestinese così da soffocare ancora di più gente che sta già boccheggiando. La più grossa e la più stupida, oltre che ingiusta, sanzione che il governo sionista israeliano potesse pensare è stata quella di bloccare il pagamento dei dazi e delle tasse commerciali che di diritto andrebbero versati all’ANP.
Questo blocco ha portato oggi alla mancanza di liquidità nella casse statali che si trovano oggi, per la prima volta dal 2007, incapaci di poter provvedere al pagamento degli stipendi: si parla di centinaia di migliaia di dollari. Non c’è bisogno che stia qui a spiegarvelo io, è chiaro che il non riuscire a pagare gli stipendi una volta mette in crisi tutto il sistema per sempre, perché il ritardo diverrà sempre più cronico fino a che sarà definitivamente impossibile pagare. Nessuno stupore se di conseguenza la gente non ha più i soldi per comperare merce e quindi l’economia di blocca. Nessuno stupore nemmeno se la gente inizia a morire di fame: niente soldi = niente cibo.
Salam Fayyad chiede al mondo internazionale di intervenire, di richiedere a Israele di sbloccare questa situazione che porterà l’intero stato palestinese sul lastrico, e lo sappiamo tutto che già ora non naviga in buone acque…
A proposito di acque, una buona notizia c’è: Freedom Flottilla 2 partirà da svariati porti europei la terza settimana di giugno. Gli aiuti umanitari sono ormai tutti pronti per la partenza, si attende solo un commento di Israele per capire che fine faranno. Una sola cosa per ora è certa, se Israele non smetterà questa dittatura nazista nei confronti della Palestina gli aiuti umanitari non dovranno più solo partire per Gaza ma per la Cisgiordania tutta.
michael