lunedì 30 novembre 2009

scarti (dis)umani 2


L’india è uno dei paesi più poveri al mondo e, come molti di questi, ha grandissime potenzialità tramite le ricchezze minerarie e naturali; fra queste il torio. Questo minerale può essere trasformato in Uranio 233 tramite reattori all’acqua leggera. I vantaggi di questi reattori, definiti di tipo “canadese”, sono molteplici: l’incenerimento e l’eliminazione del plutonio, un minor tasso di inquinamento, una maggiore stabilità del prodotto finale, ma soprattutto l’impossibilità di sfruttare l'uranio 233 ricavato per scopi militari ed una sostanziale indipendenza energetica allorquando il progetto sia ben avviato. Il 28 febbraio 2006 l’amministrazione Bush siglò un accordo con lo stato indiano apposita per consentire il commercio con un paese che non ha firmato il trattato di non proliferazione nucleare.
È di ieri la notizia che è stata aperta un'indagine sulla fuoriuscita di una sostanza radioattiva nell'acqua potabile in un impianto nucleare nel sud dell'India. Almeno 55 operai sono finiti in ospedale per eccessiva esposizione alle radiazioni da tritio. Ancora non è possibile stimare i danni che l’uranio e l’uranio impoverito stanno provocando a tutta la popolazione indiana.
Ancora una volta la legge di mercato supera l’uomo.
momò

religione Islamica: tolleranza o xenofobia?

I giornali, le televisioni, ogni organo d’informazione ha parlato a lungo di un nuovo grande problema, la “terrificante” proposta dell’introduzione dell’ora di religione islamica. L’idea è del vice­ministro Adolfo Urso e nasce, a suo dire, per evitare di lasciare i piccoli musulmani “nei ghetti delle madrase e delle scuole islamiche integraliste”. Il mondo politico e cattolico ha subito reagito con posizioni molto dure a riguardo: il ministro dell’Interno Roberto Maroni (Lega Nord) ha subito risposto con un secco NO alla proposta, così anche il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei, che ha anche aggiunto “l’ora di religione cattolica rappresenta una entità, la Chiesa, che ha una gerarchia, dei valori ben chiari, ben definiti che quindi si possono trasmettere” mentre l’Islam “è un mondo tutto diverso. L’imam interpreta il Corano liberamente, non c’è una serie di dogmi, non c’è un messaggio chiaro da trasmettere”, in fine il cardinale Severino Poletto, arcivescovo di Torino, secondo cui “La religione cattolica fa parte della storia d’Italia, ne ha impregnato la cultura per secoli, l’Islam no”. Unica voce del mondo cattolico ad essere favorevole il cardinale Martino: “Se in una scuola ci sono cento bambini di religione musulmana, non vedo perché non si possa insegnare la loro religione. Questo è il rispetto dell'essere umano”.
A ben guardare sembra che questa proposta non segni tanto una svolta fondamentale per lo sviluppo dell’integrazione sociale e tanto meno per l’educazione.
Perché infatti è stata fatta la proposta proprio della sola ora di religione islamica e non si è proposto l’ora di religione ebraica o buddista o sikh?
Forse qualcuno ha dimenticato che Art. 8 della Costituzione Italiana recita: “Tutte le confessioni religiose sono egualmente libere davanti alla legge. Le confessioni religiose diverse dalla cattolica hanno diritto di organizzarsi secondo i propri statuti, in quanto non contrastino con l’ordinamento giuridico italiano”.
Perché allora si è voluto citarne solo una? E perché proprio quella che il potere ci presenta (in tutto il mondo e su tutti gli organi di informazione) come la religione del terrorismo?
Vorrei essere ancora più preciso: quanti in Italia sanno che cos’è, nelle sue istituzioni, l’Islam? Chi ha mai letto il Corano? Quale ruolo ha un imam nella vita religiosa di un musulmano?
Ancora una volta si tira in ballo un generico Islam per creare paura, sdegno, rabbia, discriminazione; in una parola: xenofobia.
Come sempre accade quando non si conoscono le cose si lanciano slogan (che nascondono sempre un diverso fine) facendoli passare per atti di buonismo o di tolleranza. Sarebbe certo positivo introdurre l’ora di religione alternativa a quella cattolica, fatto che non porterebbe e non porta nessuna offesa alla religione cattolica stessa, ma solo a patto che questa introduzione sia per “rispetto dell’essere umano”.
Già l’uomo, ci rendiamo conto che è uomo anche lo straniero?
momò

domenica 29 novembre 2009

57,5% di farisei


Ecco la nostra Europa, un territorio incapace di dialogare; la dimostrazione arriva questa volta dalla Svizzera. Con il 57,5 % dei voti e con un’affluenza alle urne notevole la popolazione elvetica ha detto no alla costruzione di nuovi minareti oltre i 4 già esistenti. Ancora una volta ci si nasconde dietro un buonismo inutile che ci fa riassaporare l’antica fragranza di una fede cristiana sbandierata a tutti ma mai realmente vissuta. Ancora una volta il voto ci ha dimostrato che tutto ciò che sa di musulmano e arabo è da tacciare come terrorista o presunto tale. Vorrei sapere se esiste qualcuno che può spiegarmi, con motivazioni razionali e non con finite interpretazioni di comodo, che differenza c’è tra un minareto e un campanile. Non sono serviti entrambi, nei secoli, come torri di controllo? Non sono serviti entrambi come insegne architettonica di una appartenenza religiosa? La paura è che ci salga sopra un muezzin a gridare parole incomprensibili? Tranquilli! Ora anche nel mondo arabo esistono i megafoni e comunque i nostri campanili non hanno le campane per richiamare alla celebrazione?
La gravità di questo voto ci mostra nuovamente l’assurda volontà di discriminazione (giustificata con la parola “terrorismo”) e di razzismo che serpeggia e sempre più aumenta; con amarezza nel Vecchio Continente nulla di nuovo.
momò

Why don't you kill me?


All’aeroporto devi (se vuoi entrarci) raccontare quello che vuoi, ma mai che andrai nei “famigerati” territori occupati. Là sono terroristi.
Questa è la prima giustificazione che si trova per permettere creazione di muri, check point, militari (armati di tutto punto) e odio.
Quello che più fa paura è proprio l’odio.
I giornali non ti raccontano l’odio, la tv non te lo fa vedere.
E poi bisogna sempre stare attenti alle parole, alle definizioni, perchè se è El che agisce è ovvio che si tratta di semplice azione militare, ma se è la Palestina allora è terrorismo.
Prendi una macchina e fai attenzione subito alla targa (gialla preferibilmente, se non vuoi problemi all’infinito), finalmente parti. Vedi come è bella la Palestina.
Poi si fa buio ti avvicini al terrorismo e inizi a vedere l’odio. Vedi i blocchi di cemento in mezzo alla strada, luci abbaglianti che ti costringono a rallentare, le reti con il filo spinato.
Avanzi ed ecco, chi ci apre le porte della bella Palestina? Un mitra.
Hebron
È difficile poter credere che all’interno del miglior amico di Dio possa vivere l’odio, sei nella città vecchia ed è emozionante pensarlo e vederlo. Il tipico mondo arabo, la tipica architettura araba, il tipico mercato arabo. A starci in mezzo un po’ ti senti anche tu il miglior amico di dio.
(chi ha passione per il mondo arabo, forse capisce)
Poi ti guardi intorno, c’è tanta gente è vero, ma ti senti un po’ solo, ti senti soprattutto osservato (ma non dalla gente che ti sta intorno, dall’alto). Non sai che sensazione sia. Torna il mitra.
Hanno munito di muro anche Abramo.
È strano pensarlo ma per voler pregare devi superare tre controlli, se devi andare al bagno, sei libero di farlo ma la camionetta con il mitra è lì con te.
L’odio.
Esci dalla gabbia che hanno creato e torni alla tua bella Palestina.
È ancora tutto strano ma la differenza, la senti e la vedi. Qui almeno si è meno osservati. E poi, in fin dei conti, qui l’odio è più “tranquillo”. Vedi la gente fare la sua vita, chi apre il ristornate, chi il suo negozio (bisogna sempre trattare, se no il prezzo sale), chi squarta una mucca (sembra terrificante invece dentro questa tranquillità capisci che è la normalità).
Si sente l’oppressione ma si va avanti. Chiusi in una gabbia, si va a Gerusalemme e molti non possono venire, per entrare solito gioco di macchine per fare contenti gli amanti del colore giallo (forse il verde è troppo terrorista, io sapevo che calmava...). Prima della città ti stupisci di due cose: 1 il muro. Che spesso è solo montagna o a volte è così basso che ti stupisci che ci sia e a volte è così alto che non capisci perchè ci sia. 2. le colonie: la finta gioia delle case perfette, della vita perfetta, ma anche del terrore continuo.
Attenzione! Non mi sono dimenticato, passato le colonie e il muro cosa c’è? La più bella e maestosa costruzione di cemento dopo il muro, il famoso check point di Gerusalemme... e di nuovo c’è il mitra.
Si torna nella bella Palestina e finalmente vado all’università (lì si incontra l’uomo, beh qui più che altro la donna). È bello sapere che almeno qui (dove prima c’era l’odio e il mitra di El, quindi un attacco militare, ma dove sono finiti gli studenti?) qualcuno parla, o scrive, come sto facendo io, o organizza qualcosa di vivo. Forse è verò per andare contro l’odio prima di tutto bisogna essere vivi (mi sembra anche che qui a volte, è difficile rimanere vivi...”uomini sotto il sole”?).
Non c’è niente da fare, bisogna rimanere vivi. Anche perchè l’odio non lo racconta nessuno, e se non lo racconta nessuno come si fa a ricordarsi dell’amico di dio?
Vedi... solo rimanendo vivi.
momò

scorie


Cosa rimane della guerra fredda? Non le ideologie ma una quantità spaventosa di ricordi nucleari. Non solo sommergibili russi abbandonati con il loro cuore di uranio ma un commercio di scarti nucleari da tutto il mondo verso la Russia. Le città segrete Mayak e Krasnojarsk sono i centri di raccolta delle scorie, città popolate. Dal sito del fotoreporter di Report, Giorgio Fornoni, ci sono i risultati della sua inchiesta sul grande affare economico di questo “accatastamento” di immondizia nucleare. Nella stessa Italia i residui delle vecchie centrali “spente” dal 1987 non sono stoccati in appositi siti ma lasciati nelle strutture delle centrali. Vi invito a cercare su youtube “report la pattumiera nucleare”. E grazie al nostro governo ne faremo altre…
IoLiOdioINazistiDellIllinois

venerdì 27 novembre 2009

17 50 S 031 03 E


Lo Zimbabwe è ormai entrato nella storia per i fatti agghiaccianti di torture e violenze contro i civili. È famoso anche per i grandi giacimenti di diamanti, da tempo venduti illegalmente per avere maggiori finanziamenti per la guerra. Proprio in virtù di questi “diamanti insanguinati” nel 2003 venne stilato il famoso “Processo di Kimberley”. Il sistema elaborato prevede che ad ogni importazione ed esportazione di diamanti greggi sia allegato un certificato non falsificabile. I Paesi che non partecipano al sistema saranno esclusi dal commercio internazionale di diamanti greggi. Anche lo Zimbabwe è entrato in questo processo e, per mantenere il controllo dell’area dei giacimenti, ha spostato grandi numeri di militari per il controllo dei minatori abusivi. È di oggi la notizia di Obert Mpofu, Ministro delle Miniere, che i soldati stanno compiendo gravi atti di violazione dei diritti umani contro la popolazione della regione del Manicaland per poter scavare illegalmente e mettere sul mercato nero i diamanti.
momò

giovedì 26 novembre 2009

Thanksgiving Day


Oggi è il giorno del ringraziamento, oggi è un giorno di festa in America, il secondo con Obama presidente. Lo scorso anno nel tradizionale e molto atteso discorso disse: “Oggi come una sola persona e con un’unica voce, gli americani possono rendere grazie perché un nuovo e più luminoso giorno sta già arrivando, gli Stati Uniti hanno davanti mesi difficili. Ma ce la faremo nello stesso modo in cui abbiamo fatto per molti anni da Lincoln in poi: stando fianco a fianco nelle avversità”. Un discorso che tutti hanno apprezzato, un discorso che ha fatto sciogliere il cuore di molti che, presi dalla foga (per carità giusta perché ha portato un nuovo anche in America) del nuovo presidente di colore, lasciano correre su altri problemi per soffermarsi su di lui. Oggi il giorno del ringraziamento porterà aria d festa nei cuori americani, porterà aria di soldi (si sa che da domani inizia ufficialmente lo shopping natalizio) nelle casse statali, porterà aria di guerra in Afghanistan.
momò

mercoledì 25 novembre 2009

una giornata in Italia


amico mio non abbiamo un governo. Abbiamo partiti, fazioni, interessi contrastanti e l'uomo della strada non sa da che parte voltarsi. Ai suoi occhi, chi è che rappresenta il governo? Un vigile che se vede un ingorgo nel traffico svolta l'angolo, un impiegato dell'ufficio pensioni che ci sbatte in faccia lo sportello? Se le cose non cambiano alla svelta, il nostro uomo della strada tra poco si metterà a urlare, invocando un nuovo capo... un nuovo Duce!
ioLiOdioINazistiDellIllinois

Solo a Berlino è crollato (2)


Il territorio è africano, coordinate: lat. 36° N - ; long. 5° W, ma dal XVI secolo il potere è spagnolo; questa è Ceuta la terra di nessuno. Anticamente era una delle colonne di Ercole al di là della quale non si poteva andare perché il mondo finiva, oggi è una città ma per molti, ancora, è un blocco. A Ceuta si sa quando si entra ma non quando si esce: sei metri di doppia maglia metallica che circonda il perimetro continentale, decine di motovedette a sorvegliare il litorale, 1.209 militari in difesa della frontiera. Tutto ciò per evitare accessi e uscite illegali. Va sottolineato che il governo spagnolo ha anche ristretto moltissimo le possibilità di ottenere il permesso di soggiorno e ritardato i tempi di risoluzione per le pratiche di rimpatrio. Il 2005 è l’anno delle grandi rivolte e dei grandi massacri, dopo quei fatti molti hanno lasciato il centro per protesta. Ancora oggi vivono là, nella foresta, tra tende e baracche, si arrangiano come possono con lavori saltuari; sono le famose “tigres del monte”. Ancora oggi aspettano di sapere che sarà della loro vita.
momò

domenica 22 novembre 2009

Un incontro imprevisto: la giustizia si rovescia.

Parlo a studenti universitari. Vi chiedete mai perché avete scelto la facoltà che fate? Ok “perché mi piace”, è la risposta immediata. Ma il gusto passa e il piacere anche. “Cosa farò da grande?” Ci chiedevamo all’inizio di quest’avventura, ma il “da grande” è sempre più vicino e quella domanda si fa sempre più pressante.
Tra un articolo di procedura civile e l’altro mi capita spesso di chiedermi: “Perché ho scelto di studiare legge?” non so darmi una risposta definitiva. È un senso della giustizia, di voler difendere l’altro che a volte riemerge, nonostante si faccia di tutto per vivere e star bene da soli.
Ultimamente, alla luce di tutti i fatti successi, in Italia e nel mondo, mi sono chiesta tante volte: “Ma a cosa servirà tutto il mio studio?” anche se diventassi un magistrato, un ottimo giudice (?!) le cose non si risolveranno, il male comunque trionferà.
Era un periodo che pensavo a questo. Ed è successo un fatto.
Sono stata a Roma a un convegno universitario organizzato da un movimento chiamato “The Others” e in alcuni incontri si diceva che l’uomo ha dentro di sé l’istinto di fare il male ma allo stesso tempo anela la bene. È stato un discorso molto toccante anche se difficile da capire. Ma non ci si è fermati, in questo convegno, alle parole ma si è andato nei fatti attraverso l’amicizia e la convivenza con amici di altri atenei, italiani, francesi, scoprendosi amici con gente che non sapevi neanche esistesse. Mi sono chiesta come era possibile tutto questo. Alla fine è vero che se riconosci che tutti abbiamo lo stesso desiderio di essere felici e di realizzarci, alla fine tutti siamo uguali.
Sono tornata a casa e la visione di tutto è stata diversa, a cominciare dai miei studi e dal modo che avevo di guardarli.
Se tutti al fondo siamo portati a commettere il male tutti però abbiamo lo stesso bisogno di bene, ma di un bene che sia duraturo e vada al di là delle cose, che risponda a quella domanda: “ Ma la mia vita a cosa serve?” allora il modo che ho di guardare colui che commette un reato, il modo che ho di applicare una legge, cambia e tutto è stravolto.
Cambia il modo di vedere la persona che hai davanti; finalmente si spacca dentro la mia testa la concezione che per anni alcuni professori ( non tutti, alcuni sono stati d’aiuto e d’esempio) mi hanno inculcato: che il mondo è diviso in due parti, i buoni (che normalmente sono i potenti) e i cattivi (che normalmente sono i deboli), e che contro di essi la legge doveva essere una punizione definitiva senza possibilità di salvezza. Ma non c’è nessuna divisione.
“Ricorda in alcun modo che non puoi essere giudice. Giacchè nessuno può essere su questa terra giudice di un’malfattore se prima non abbia acquistato coscienza che anch’egli è altrettanto malfattore quanto quello che gli sta d’innanzi, e forse prima d’ogni altro colpevole” sono le parole che Dostoevskij fa dire allo sterec Zosima.
Pensavo prima che fosse impossibile applicare questo, ma ora, invece, non mi sembra più così lontano.
Loner

venerdì 20 novembre 2009

Le nuovi leggi di mercato


La British American Tobacco (BAT) è una delle più importanti industrie di sigarette mondiali (Lucky Strike, Pall Mall, Benson & Hedges per citare le più famose), nel suo decalogo dei principi generali viene precisato il loro impegno per la vendita di sigarette a un pubblico adulto, si legge “Adulto Una persona che ha compiuto almeno 18 anni. In quei paesi in cui requisiti legali o impegni volontari assunti dai Partecipanti stabiliscono un’età minima più alta per la vendita legale, l’acquisto, il possesso o il consumo di tabacco, il termine “adulto” indica una persona che abbia raggiunto quell’età minima stabilita”.
La BBC ha da poco presentato un documentario dove si dimostra che la BAT detiene il monopolio della vendita di sigarette in Africa e, sebbene precisato nel decalogo l’impegno a vietare la vendita di sigarette sfuse, invia sul territorio barattoli contenenti sigarette per la vendita del singolo pezzo. In Nigeria il prezzo della singola sigaretta è di 20 naira (moneta locale) mentre che la confezione più conveniente di biscotti ne vale 50. Sempre in Nigeria è stato vietato, dopo lunghe lotte, la pubblicità in ogni tipo di forma, ma è stato dimostrato che l’industria regala gadget di vario tipo e addirittura concorsi a premi.
È semplice comprendere i motivi: per i giovani la singola sigaretta, a un prezzo inferiore del cibo, è un valido aiuto per eliminare la fame.
momò

Il processo (2° parte)

Date le premesse ecco le conseguenze (ancora una volta mi limito a citare solo le più importanti):

Si invita il governo indiano a ratificare la Convenzione delle Nazioni Unite contro la tortura e altri trattamenti o punizioni crudeli, inumani e degradanti e a prendere misure preventive al fine di ridurre il rischio che i Dalit siano soggetti a tortura, a prendere misure giuridiche per criminalizzare la tortura in India, a prendere misure punitive per la polizia che commette la tortura, per promuovere la sistematica riabilitazione e compensazione per le vittime di tortura e creare un meccanismo indipendente di denuncia per le vittime di tortura che sia accessibile ai Dalit;

Si nota con preoccupazione la mancanza di impegno sostanziale da parte dell'Unione europea nei confronti del governo indiano, specialmente ai vertici UE-India, sull'ampio problema della discriminazione basata sulla casta

Anche in Italia abbiamo appena avuto un caso di polizia che commette la tortura, con commenti politici a dir poco osceni. La preoccupazione rivolta nel 2007 dal Parlamento europeo verso il disinteresse dell’unione ora diviene certezza. Si sente spesso criticare i paesi orientali come paesi di violenze e barbarie e si dimentica di guardare in casa propria.
momò

giovedì 19 novembre 2009

Il processo (1° parte)

Torniamo indietro fino al secondo millennio a.C., in quei tempi nacque la struttura catastale indiana, struttura che continua a esistere pur essendo già il 2009 d. C.
La struttura così si compone brahmani (sacerdoti), kshatrya (guerrieri), vaishya (mercanti e artigiani) e shudra (servi), cui si aggiungevano i "fuori casta", genericamente indicati come paria o intoccabili, esclusi dal novero castale per la spregevolezza dell'occupazione. I Dalit, gruppo etnico indiano fanno parte di quest’ultima.
Riporto qui sotto parte dei Testi Approvati dal Parlamento Europeo nel gennaio 2007.

Risoluzione del Parlamento europeo sulla situazione dei diritti umani dei Dalit in India

A. visto che l'India è la maggiore democrazia funzionante nel mondo, in cui ciascun cittadino è uguale davanti alle urne elettorali, e che precedentemente il presidente e il Capo dello Stato indiano erano Dalit e che Dalit sono stati ministri; visto che esistono scuole di pensiero indù che respingono la discriminazione di casta e l'esclusione come aberrazione della loro fede,
B. visto che i Dalit e gruppi simili esistono anche in Nepal, Pakistan e Bangladesh,
C. considerando che la commissione nazionale indiana per i diritti umani ha riferito che l'attuazione della legge sulle caste e tribù intoccabili (prevenzione delle atrocità) resta insoddisfacente e ha pubblicato numerose raccomandazioni intese ad affrontare il problema,
D. considerando che, nonostante il fatto che si commettano contro Dalit ventisette atrocità giornaliere ufficialmente denunciate, la polizia frequentemente impedisce ai Dalit di entrare nelle stazioni di polizia, respinge le denunce dei Dalit e ricorre regolarmente e impunemente alla pratica della tortura contro i Dalit,
E. considerando che, nonostante molti Dalit non denuncino crimini per paura di rappresaglie da parte delle caste dominanti, le statistiche ufficiali di polizia relative agli ultimi 5 anni mostrano che ogni settimana 13 Dalit sono assassinati, 5 case o proprietà di Dalit vengono bruciate, 6 Dalit sono rapiti o catturati, ogni giorno 3 donne Dalit sono violentate, 11 Dalit sono percossi e viene commesso un crimine contro Dalit ogni 18 minuti(2) ,
F. considerando che uno studio recente sulla intoccabilità nell'India rurale(3) , che prende in esame 565 villaggi in 11 Stati, ha rilevato che operatori sanitari pubblici hanno rifiutato di visitare case Dalit nel 33% dei villaggi, e nel 27,6% dei villaggi non è stato permesso ai Dalit di entrare in stazioni di polizia, che bambini Dalit hanno dovuto, nel 37,8% delle scuole governative, mangiare separatamente dagli altri, che i Dalit non ricevono la posta a casa nel 23,5% dei villaggi e che nel 48,4% dei villaggi non hanno avuto accesso a fonti di acqua, a causa delle pratiche di segregazione e di intoccabilità,
G. considerando che la metà dei bambini Dalit in India sono denutriti, che il 21% è "seriamente sottopeso", e che il 12% non arriva ai 5 anni di vita(4) ,
H. considerando che nelle scuole la condizione di intoccabile ha contribuito a livelli di esclusione e analfabetismo per i bambini Dalit molto superiori a quelli relativi alla popolazione in generale, con il 'gap di analfabetismo' tra Dalit e non Dalit quasi immutato dai tempi dell'indipendenza indiana e che i livelli di alfabetizzazione tra le donne Dalit restano bassi a circa il 37,8%, nell'India rurale(5) ,
I. considerando che le donne Dalit, insieme alle donne "tribali", sono tra le più povere dei poveri in India, sono vittime di doppia discriminazione in base alla casta e al genere in tutti i settori della vita, sono soggette a grosse violazioni dell'integrità fisica, compreso l'impune abuso sessuale da parte delle caste dominanti, sono escluse socialmente e sfruttate economicamente,
J. considerando che la commissione nazionale per gli intoccabili ha rilevato nel Piano speciale del governo destinato alle caste intoccabili una notevole insufficienza di ripartizione e di spesa nei crediti destinati all'assistenza e allo sviluppo dei Dalit,
K.considerando che i Dalit sono soggetti a lavoro obbligatorio e forzato e discriminati in molti mercati, compreso quello del lavoro, della casa, del consumo, del capitale e nei mercati del credito; ricevono salari inferiori e sono soggetti a orario di lavoro più oneroso, a ritardi nei pagamenti dei salari e ad abusi verbali e fisici;
momò

mercoledì 18 novembre 2009

Schiavismo


Dell’ultima volta che sono stato a Mosca ricordo le grandi zone di miseria, immensi palazzi rattoppati, povertà e fame vicino a grandi Hotel, lusso e pubblicità di auto a prezzi sconcertanti. La notizia di qualche giorno fa di un poliziotto licenziato dell’ “amico” Putin dopo la sua critica allo stato di corruzione delle forze dell’ordine russe mi ha riportato alla mente il mio viaggio in Russia. Perché è così che viviamo nella normalità quotidiana. Il disastro del vertice FAO a Roma dove i paesi ricchi si danno alla macchia e un dittatore sanguinario passa per difensore dei popoli oppressi non lascia molte speranze per il domani. Io sono lo storico del “Timone” e dovrei dirvi quando tutto questo è cominciato. Impero Romano? Greci? Egizi? Primati? Sembra una storia vecchia come il mondo i grandi imperi, più o meno dichiarati, si poggiano sullo sfruttamento dei vinti, degli schiavi, dei deboli. La nota positiva è che tutti questi grandi centri di potere sono crollati, implosi o sconfitti. Le famose invasioni barbariche sono avvenute perché questi popoli avevano fame.
IoLiOdioINazistiDellIllinois

i segreti più scottanti (3)


Il memorandum d'intesa tra Stati Uniti e Israele, firmato il 17 gennaio 2009 a Washington, afferma nel preambolo la condanna «di tutti gli atti, metodi e pratiche del terrorismo», senza riguardo agli autori e alle ragioni, riconosce la minaccia a Israele rappresentata dalle attività terroristiche a Gaza, ed il diritto di Israele a difendersi dal terrorismo. Afferma inoltre che la lotta al contrabbando di armi dirette ad Hamas a Gaza ha una dimensione multiregionale che richiede perciò una cooperazione tra Stati; riconosce inoltre la necessità di garantire una sicura e non ostacolata assistenza umanitaria agli abitanti della Striscia.
A fianco di ciò va detto che Israele è fra le prime 10 potenze mondiali nella produzione di armi. Ovviamente la produzione non viene usata solo per motivi interni ma anche per esportazioni in tutti il mondo spesso non troppo regolari. Famosi nella storia sono gli arresti di trafficanti di armi israeliani sia verso il Darfur che verso la Georgia (per citare fatti più vicini storicamente a noi).
L'elenco delle merci vendute è lungo: aerei senza pilota, torrette automatiche per mezzi blindati, sistemi anti-aerei, sistemi per comunicazioni, razzi e altre munizioni.
Segreti che non si sarebbe voluto arrivassero alla stampa internazionale. Poca stampa si è pero ricordata di sottolineare che questo traffico illegale avviene anche con le forze di resistenza palestinese.
Si sa le leggi di mercato non guardano in faccia a nessuno.
momò

martedì 17 novembre 2009

Le crociate del petrolio


Un territorio sterminato che ha al suo interno moltissime tribù dalle più svariate origini. La Cina ha dovuto spesso scontrarsi con queste realtà e in particolare con una. Gli uiguri sono musulmani cinesi stanziati nel territorio dello Xinjiang, qui sono state molte le rivolte e gli scontri della popolazione contro il governo, negli ultimi anni però la situazione si è capovolta; è il governo che si scontra contro la tribù. Molti sono stati gli arresti, dal 2008 sono iniziati gli arresti di massa soprattutto studenti. Moltissimi giovani universitari, anche solo per aver volantinato davanti alle facoltà sono stati incarcerati. L’accusa per tutti è di terrorismo.
Poiché l’Islam è accusato di fomentare le violenze private e pubbliche agli uighuri non è permesso esternare le pratiche religiose, studiare o portare sotto braccio libri di religioni, indossare simboli religiosi. Il governo cinese dà agli imam precise disposizioni su dove i fedeli si possono incontrare e di cosa possono o non possono parlare. Assolutamente impensabile manifestare i propri sentimenti religiosi in luoghi pubblici o statali come uffici o scuole.
C’è un dettaglio che, a onor del vero, va reso pubblico: la produzione di petrolio nello Xinjiang è infatti passata da sette milioni di tonnellate di petrolio negli anni '90 a 27,4 milioni di tonnellate nel 2008, configurandosi così come secondo produttore di petrolio della Repubblica Popolare Cinese. A parte per la produzione di idrocarburi, lo Xinjiang è importante perché si colloca al confine con il Kazakistan, paese fondamentale dal punto di vista dell’accesso alle risorse del Caspio.
So di ripetermi ma ancora una volta si usa la religione per nascondere i veri motivi economici.
momò

lunedì 16 novembre 2009

Chi si loda s'imbroda


Ho deciso di sprecare due righe sul Lodo Alfano, perché leggendo i giornali ma soprattutto sentendo i discorsi in giro, mi sono accorta della grande disinformazione riguardo a tal proposito.
Il lodo Alfano garantisce l’immunità parlamentare alle quattro cariche dello stato, e sospende tutti i processi, anche quelli ancora in corso, e per qualsiasi reato, fosse anche truffa-omicidio-furto etc, non collegati cioè alla carica ricoperta e anche quelli commessi prima di assumere la carica.
Il lodo Alfano inoltre è un decreto, non una legge ordinaria, cioè significa che non passa attraverso il parlamento (ci sarebbe poi da chiedersi se non sarebbe comunque passato anche lì alla fiducia, visto il governo attuale) ma va direttamente al capo dello stato per la firma.
Si giusto, sembra di avere già sentito questo discorso. È infatti una rivisitazione del precedente Lodo Schifani, già bocciato nel 2003 dalla Corte Costituzionale. “Il lodo Alfano fa proprio schifano”, avevo letto in una manifestazione. Credo avessero ragione.
Nel lodo Alfano comunque si sottolinea la sospensione dei processi che “opera per l’intera durata della carica o della funzione e non è reiterabile, salvo il caso di nuova nomina nel corso della stessa legislatura.”
Questo vuol dire che la sospensione può durare al massimo il periodo di una legislatura (5 anni, tranne se vi siano elezioni anticipate). Questa è l’unica differenza con il lodo Schifani che invece poteva essere prorogata senza limiti.
La corte costituzionale ha ovviamente dichiarato INCOSTITUZIONALE, il lodo per la violazione dell’ormai famoso art 138, ossia l’obbligo di fare riscorso a una legge costituzionale e non ordinaria, e l’ art 3., ovvero il principio di uguaglianza di tutti i cittadini davanti alla legge. Tutti vuole dire anche Berlusconi e tutti gli altri…

Questa decisione presa a maggioranza, 9 giudici contro, avrà come effetto la riapertura dei due processi a carico del premier; per corruzione in atti giudiziari dell’avvocato Mills e per reati societari nella compravendita dei diritti tv Mediaset.

Credo che i fatti si commentino da soli, alla prossima.
Raissa

"Parigi val bene una messa”


Le recenti, o meno, trasformazioni di “illustri” rappresentanti della nostra politica mi hanno ricordato la frase di Enrico IV di Borbone. Come noto il buon Enrico cambiò fede per poter prendere il trono di Francia nel 1594. Non so quanto oggi l’appoggio ecclesiastico conti a livello di voti, ma è il bisogno di essere riconosciuti come - cattolici di un partito cattolico che vuole i voti dei cattolici- che “val bene una messa”. Ci sono stati grandi politici che non hanno avuto bisogno di benedizioni ufficiali per far capire la loro inclinazione, uno su tutti il sindaco di Firenze Giorgio La Pira, semplicemente vivevano come tali e facevano politica secondo la loro esperienza. Togliete il crocefisso dalle scuole e mettetene altri due, la politica italiana è meglio rappresentata dai due ladroni.
IoLiOdioINazistiDellIllinois

scarti (dis)umani


Il primo caso che fece più clamore in tutto il mondo fu il Giappone la guerra finì dopo i bombardamenti di Hiroshima e Nagasaki ma gli effetti si ebbero anche molto tempo dopo con la nascita di centinaia di bambini deformi.
L'uranio impoverito è un materiale di scarto ottenuto dalla raffinazione dell'uranio naturale sia nei reattori nucleari che nelle bombe atomiche. Il materiale di partenza che viene usato sia dall'industria civile che da quella militare è l'uranio U-235. Poiché questo isotopo è scarso in natura deve essere arricchito artificialmente. Il processo industriale che serve ad ottenere uranio arricchito produce una grande quantità di materiale di scarto, l'uranio impoverito appunto. La produzione di uranio arricchito effettuata per le bombe atomiche e per le centrali nucleari, ha creato una vasta riserva di uranio "impoverito" o depleto, scoria radioattiva che viene considerata risorsa per l'uso che se ne fa nelle armi. Il quantitativo totale ammonterebbe ad almeno 6 milioni di tonnellate, pari a un chilo per ogni abitante del pianeta, così distribuito:
- 318.000 tonnellate in Europa (288.000 Cogema, Francia - 30.000 BNFL, UK) URENCO
- 700.000 tonnellate negli USA (USEC, STARMET, MSC, LOCKHEED, PRIMEX, BNFL etc.)
- 5.000.000 di tonnellate nell'ex-Unione Sovietica (Chepetsky Mechanical Plant)
- 450.000 tonnellate in Canada (Cameco).
L’utilizzo di uranio impoverito ha segnato nella storia molte guerre e ha portato conseguenze disastrose sia umane che ambientali: Vietnam, Kosovo, Cecenia fino ai giorni nostri.
Iraq e Afghanistan già da tempo subiscono questo “effetto collaterale” di guerre preventive l’ultima notizia arriva dalla Palestina. L’annuncio da parte del Ministero della Sanità, sotto l’autorità del governo eletto di Hamas, ha seminato il terrore da qualche tempo a Gaza. Infatti, undici mesi dopo la guerra lanciata dal governo israeliano contro la popolazione – le donne palestinesi che vivono nelle aree colpite dai bombardamenti stanno dando alla luce bambini malformi.
momò

venerdì 13 novembre 2009

I segreti più scottanti (2)

Quasi nessuno conosce la storia che sto per raccontare. In Etiopia ha sempre vissuto (per millenni) una piccola etnia di ebrei autodichiarantisi discendenti di Salomone e la regina di Saba più probabilmente arrivati sul territorio dallo Yemen. Il gruppo è quello dei falasha, ebrei neri di un ebraismo molto antico e rigido sempre discriminati e ghettizzati. Solo con gli anni ’50 del XX secolo Israele si è ricordato di loro e ha approvato la “Legge del ritorno”, inizialmente solo poche unità avevano il permesso di entrare nello stato ma con il tempo sono aumentati sempre più. Arriviamo così agli anni ’70 quando un gruppo consistente di falasha si sposta in Sudan a causa della grave siccità e qui inizia una vera e propria campagna di rientro di massa: Karthoum segretamente autorizzò aerei israeliani ad evacuare oltre 8mila persone con l’operazione denominata “Mose” (21 novembre 1984-5 gennaio 1985). Per opposizione dei Paesi arabi, il trasferimento dal Sudan a Israele fu portato avanti dagli Stati Uniti con l’operazione “Giosué”, che coinvolse altri 1000 falasha. Infine, con l’operazione “Salomone”, del 1991, altri 15mila falasha raggiunsero la “terra promessa”. Con il 2007 si decise per l’ingresso totale, nel corso dei successivi anni, di tutta la popolazione. Una volta entrati tutti sono obbligati a seguire corsi d’istruzione sia religiosa che linguistica in Scuole Ebraiche, anche se, data la grande quantità d’ingressi, non tutti possono partecipare a questi corsi e rimangono ignoranti e abbandonati in un nuovo territorio, ghettizzati e disprezzati dagli ebrei israeliani
Due sono le considerazioni a questo punto. La prima è sottolineare la nuova politica di immigrazione israeliana: da un lato permette il diritto al ritorno degli ebrei etiopi, dall’altra ignora il diritto al ritorno dei rifugiati palestinesi nella loro terra. La seconda è che dal 2004 anche i falasha hanno avuto accesso nell’esercito. Forse allora che gli ingressi così voluti da Israele erano solo volti ad aumentare le fila della forza militare?
momò

giovedì 12 novembre 2009

Cosa bolle in pentola!

Giravo per la facoltà di giurisprudenza oggi e si vociferava sul nuovo ddl, ma sempre a voce bassa. Ormai si ha paura a dire la propria opinione su tutto, e per sapere qualcosa non puoi chiedere a un professore perché ti direbbe che non ha tempo, che ha mille altre cose da fare. Quindi devi o documentarti da sola, o avere la fortuna di avere qualcuno, amici o compagni, che ti pungolano e che ti fanno interessare a tutto. Io ho questa fortuna. Bene torniamo all’argomento ora. Infatti è stato depositato, questa mattina ,il nuovo ddl sui processi brevi, firmato fra gli altri da Gasparri, Bricolo, e Longo. Il ddl prevede l’estinzione dei processi di primo grado, passati due anni da quando il pm chiede il rinvio a giudizio. L’estinzione avviene anche in altri tre casi: se dalla sentenza di primo grado passano due anni senza che sia stata pronunciata una sentenza in appello; se dall’appello passano due ulteriori anni per arrivare alla sentenza in Cassazione ; e se dalla pronuncia della Cassazione di annullamento passi più di un anno prima che si arrivi a sentenza irrevocabile. Il processo non si estingue, dice il ddl, per alcune cause legate sia alla persona dell'imputato che ai reati imputati. L'estinzione non interviene se l'imputato è già stato condannato a pena detentiva per delitto o è stato dichiarato "delinquente o contravventore abituale o professionale".Non si applica nei processi relativi a reati puniti nel massimo da dieci anni di reclusione in su. Esclusi espressamente sono i reati di terrorismo, mafia e quelli ritenuti di "grave allarme sociale": tra gli altri pedopornografia infantile, furto in appartamento o scippo, delitti legati agli infortuni sul lavoro, circolazione stradale e immigrazione clandestina. La corte europea sui diritti dell’uomo di Strasburgo aveva già condannato l’Italia per i suoi processi troppo lunghi. La relazione che accompagna il ddl dice che questo meccanismo è volto ad attuare la durata ragionevole dei processi nel diritto penale, ma il sindacato dei magistrati avverte che se la legge dovesse passare andrebbero a monte migliaia di processi. Ma come mai questa legge arriva proprio ora? Non certo per le sentenze dette prima di condanna arrivate da Strasburgo a mio parere. A mio parere dietro a un disegno di legge c’è sempre una motivazione visibile e una un po’ più occulta. Direi che, per il modesto parere di una studentessa oltretutto fuori corso quindi non proprio ascoltabile se volete, la motivazione visibile è l’eccessiva durata dei processi; la motivazione occulta è che per salvarne uno li salviamo tutti, come ha dichiarato qualcuno. Infatti da quel che ricordo ci sono due processi a Milano per corruzione giudiziaria e frode fiscale che riguardano il nostro premier . Egli potrebbe, essendo processi in primo grado, avvalersi di questa futura(?) Legge per chiudere anche questi processi. D’altronde non tutti devono rispondere davanti alla giustizia, solo quelli che non possono farsi delle leggi per non rispondere alla legge!
loner

I segreti più scottanti


Al mercato nero statunitense un rene vale circa 160000 (centosesantamila) dollari. Il Signor Levy Izhak Rosenbaum, incastrato dal FBI, ha confessato di comprarli a 10000 dollari. Israele è da dove provenivano questi reni. Da tempo si sapeva che lo stato ebraico sfruttava volontariamente questo traffico illecito, tanto che la Francia ha da tempo cessato la collaborazione di organi con lo stesso. Durante una conferenza nel 2003 è stato dimostrato che Israele è l’unico paese occidentale con una professione medica che non condanni il traffico illegale di organi: il paese non prende provvedimenti legali contro i medici che partecipano a questo business illegale. Dal 1992 Ehud Olmert, a quel tempo ministro della sanità, ha incominciato una campagna di sensibilizzazione per la donazione degli organi definita, da stampa e televisioni, un successo. Dal 1992 un’altra tremende campagna è iniziata: da Gaza e dalla Cisgiordania sono iniziati a sparire (e tutt’ora spariscono) giovani, arrestati dall’esercito israeliano, e riportati sul territorio morti e con cicatrici post-operatorie simili a quelle lasciate da un intervento per espianto di organi. Secondo le testimonianze della popolazione palestinese così avviene: i soldati arrivano prelevano con la forza (spesso forza armata) un giovane e lo portano a Tel Aviv, al centro per le autopsie di Abu Kabir, da qui torna al suo paese morto e avvolto in un tessuto verde ospedaliero. È facile capire che cosa gli hanno fatto dato che tutti i ragazzi che tornano in un telo verde ospedaliero hanno uno squarcio che va dall’addome al mento.
momò

martedì 10 novembre 2009

Fascismi e Leghismi


Atto II (le opere)
La notte tra il 9 e il 10 novembre (oltre ad essere la notte del muro) è anche la notte dei cristalli, correva l’anno 1938. Il seguito di quella notte è noto, campi di concentramento e sterminio annesso. Durante le ultime campagne elettorali comunali la Lega Nord usava un manifesto macabro. Sulla carta era impressa la foto di un barcone di persone disperate in preda alla fame e alla sete e sopra capeggiava l’orgogliosa frase “Li abbiamo fermati”. Quei nazisti e questi leghisti si sentono fieri di “sparare sulla croce rossa”, sul più debole e indifeso. Intanto nelle nostre civili prigioni italiche un ragazzo è stato massacrato di botte senza appello, mi permetto di aggiungere che la sua vicenda è stata diffusa ma se fosse stato un clandestino che scappava dalla fame e dalla guerra? Qualcuno può giurare che non sia mai successo?
Ioliodioinazistidellillinois

Solo a Berlino è crollato



Dopo la costruzione del muro avete mai provato a sovrapporre due cartine dello stato d’Israele? Intendiamoci il muro è sempre in costruzione, giorno e notte gli operai lavorano ininterrottamente, ma un particolare salta subito agli occhi se si guarda con attenzione le prime costruzioni. Direi che “inspiegabilmente” tutte le fonti idriche del territorio (attenzione stiamo parlando di un territorio in parte anche desertico quindi l’acqua è poca) sono state inserite dal lato israeliano lasciando così i territori occupati senza risorse. Se poi si controlla con maggior attenzione si nota che anche tutte le più importanti strade di comunicazioni sono tagliate dal muro quindi anche quel poco commercio possibile è controllato.

Il muro non è solo quello di cemento perché molti dei coloni stanziati (sempre “inspiegabilmente” in modo strategico) nei territori occupati bloccano molte delle strade di accesso alla città. Ecco che allora il quotidiano andare a scuola dei bambini è interrotto da insulti e affronti se non da violenze. Un esempio valido per tutti è la città di Hebron dove, nei caratteristici vicoli del mercato si è dovuto costruire una vera e propria gabbia di protezione dal lancio di oggetti.

Il muro non è solo cemento e uomini ma anche check-point dove i controlli avvengono a tappeto, dove si sa quando entrare ma non quando uscire, dove si rischia la salute a causa delle radiazioni per il controllo degli zaini. Radiazioni su bambini dai 6 ai 14 anni.

Il muro è anche l’odio: i libri, la carta e l’inchiostro non sono beni di prima necessità e quindi a Gaza non possono entrare.

momò

sabato 7 novembre 2009

Fascismi e Leghismi


Atto I (le parole)
Ogni volta che apro un libro sul nazismo rimango affascinato dalla capacità che questi “uomini” hanno avuto di farsi seguire. Lo storico Inglese Ian Kershaw affronta questo aspetto nel suo libro “Hitler e l’enigma del consenso”. Le sanzioni dopo la prima guerra mondiale avevano sicuramente aperto il campo a un’ideologia di rivalsa verso gli altri popoli. Lo “Spazio vitale” e la xenofobia sono due aspetti che tornano a galla. Già qualche anno prima in casa nostra gente in camicia nera poteva dire frasi come questa: “Il fascismo è un fenomeno politico moderno, nazionalista e rivoluzionario, antiliberale e antimarxista, organizzato in un partito milizia, con una concezione totalitaria della politica e dello Stato, con una ideologia attivistica e antiteoretica, a fondamento mitico, virilistica e antiedonistica, sacralizzata come religione laica, che afferma il primato assoluto della nazione, intesa come comunità organica etnicamente omogenea gerarchicamente organizzata in uno Stato corporativo, con una vacazione bellicosa per la politica di grandezza, di potenza e di conquista, mirante alla creazione di un nuovo ordine e di una nuova civiltà” Emilio Gentile, Fascismo (Storia e interpretazione), Laterza, Roma-Bari, 2002, pp.IX-X (Int.).
Ora, al palato di noi “civili” contemporanei, espressioni come spazio vitale, antiliberale, antimarxista, milizia, politica totalitaria, virilistica e via discorrendo ci fanno inorridire. Noi “civili” contemporanei usiamo: federalismo (spazio –padano- vitale), bipolarismo (nazionalismo), ronde (milizia), lodo (concezione totalitaria della giustizia), “chi l’ha duro la vince” (detto poi da ministri che di virile hanno ben poco) e simili. Ecco! Quello su cui volevo farvi soffermare è lo stesso clima di chiusura culturale, economica, politica e sociale che ha causato un “enigma del consenso” che proietta una luce funesta sul giudizio che la storia darà anche a questa generazione italiana (o padana).
IoLiOdioINazistidell’Illinois

Il golpe e l'università


Dal 28 giugno dell'anno in corso, il mio paese Honduras ha fatto notizia a livello mondiale.
È successo un fatto, dimenticato dalla società moderna ma è avvenuto nel mio paese, un colpo di stato, attuato dalle forze militari sotto l'ordine di due dei tre poteri dello Stato, il parlamento (“rappresentanti del popolo”) e la magistratura, con l'appoggio di imprenditori e gruppi di potenti. Questi con l'uso della forza hanno cacciato via il presidente della repubblica. La cosa più triste è che il popolo è diviso.
Questo fatto ha provocato un grande disagio nella popolazione del mio paese e dal giorno in cui tutto è incominciato si è formato un fronte popolare che difende una giusta causa. Si chiama “Fronte di resistenza contro il colpo di stato”, una porzione considerevole di detto fronte è formato da studenti dell'Università Nazionale Autonoma di Honduras, Università pubblica del paese e nella quale io studio. Gli studenti si sommano alle manifestazioni e alle proteste e molti di questi sono stati messi in galera o picchiati. Sin dall'inizio si sono verificate numerose violazioni ai diritti umani, ma, in realtà, di diritti umani non ne abbiamo mai goduti pienamente.
Molte sono le forme di protesta dentro l'università: concerti, riunioni ma anche chiusura dei centri educativi, questo ha creato molte polemiche. Polemiche perché il mio campus, come altri nel resto del paese, sono istituzioni pubbliche già con tantissimi problemi e a ciò si è aggiunta la perdita di giorni e settimane di lezioni.
Quando il Fronte di resistenza universitaria decide di chiudere il campus, lo fa senza previo avviso e questo ha provocato degli scontri tra gli studenti, non violenti ma pieni di agitazione.
La maggioranza degli studenti vuole far lezione e durante l'ultimo scontro si è improvvisata una riunione dove ambo le parti hanno avuto la possibilità di esporre i loro punti. Ho avuto l'opportunità di assistere all'incontro e colpiva il fatto di come si tratta il problema politico tra studenti e professori, dentro e fuori dalle aule, a volte con tolleranza e altre con agitazione.
Ho provato a descrivere con precisione la situazione. Questo problema politico ha delle conseguenze che si manifestano in tutte le realtà della società e in questo caso nella mia università.
Dobbiamo chiederci chi o cosa fa sì che tu possa avere una completa formazione come uomo. Non si arriva in profondità! Non si da il criterio di un'umanità nuova.
Si parla di “non infrangere la legge” e di seguire una “morale” e non già di un cambiamento di sguardo; non uno sguardo qualsiasi, ma che accompagni, che esista in ogni aspetto della vita, questo essere insieme in un solo sguardo dà un giudizio per andare in profondità e non rimanere superficiale. Questo è un agire che ti dà un'identità e ti permette affrontare la realtà.
Il 28 ottobre si sono compiuti 4 mesi del colpo di stato e sicuramente le porte dell'università si chiuderanno ancora una volta. A questo punto chiediamoci, chi o che cosa ci farà andare in profondità delle cose?

El golpe y la universidad


Desde el 28 de junio del presente año, en mi país Honduras a hecho noticia a nivel internacional en el último mes.
Ha ocurrido un hecho que ya se daba por olvidado en las sociedades modernas, y este año regreso a mi país un golpe de estado, perpetrado por la fuerza militar, bajo ordenes de dos poderes del estado , el congreso nacional (“representantes del pueblo”)y el poder judicial, incluso patrocinado por empresarios y grupos de poder estos han sacado a la fuerza y bajo el uso de las armas, al poder ejecutivo (el presidente),lo mas triste es que la población se encuentra dividida.
Este hecho a provocado gran malestar en toda la población de mi país, desde el día que esto inicio se a formado un frente popular llamado “frente de resistencia en contra del golpe de estado”, que abogan por causas justas, y una parte considerable del frente son estudiantes de la UNAH (Universidad Nacional Autónoma de Honduras), que es la universidad pública del país, y donde yo estudio. Ellos se unen a las marchas y a las protestas, y muchos han sido presos y golpeados, desde el comienzo del conflicto, han ocurrido numerosas violaciones en contra de los derechos humanos, aun si en realidad de derechos humanos en su totalidad, nunca hemos gozado.
Una forma de protesta adentro de la universidad, a sido con conciertos, otras con reuniones y otra forma que ha hecho polémica en mi campus y en los del resto del país, ha sido cerrando la universidad, polémica porque, ya por el hecho de ser la universidad publica del país tiene muchos problemas y a causa de estos se pierden días he incluso semanas de clases.
Cuando el frente de resistencia universitaria decide cerrar el campus, lo ha hecho sin previo aviso, y esto a provocado enfrentamientos entre estudiantes, no con violencia, pero si con mucha agitación.
La gran mayoría de los estudiantes quieren clases y durante el ultimo enfrentamiento, se improviso una reunión, en el aula magna del campus, las dos partes tuvieron la oportunidad de exponer sus puntos, tuve la oportunidad de asistir a este improvisado encuentro, y sorprende el hecho de cómo se comente el problema político actual entre estudiantes y catedráticos, adentro y fuera de los salones de clase, algunas bese con tolerancia y otras con agitación.
He tratado de describir la situación en hechos precisos, pero el hecho es que el problema político que lleva consecuencias que se manifiestan en todos los lugares de la sociedad, y en este caso en mi universidad, debemos preguntarnos quien o que verdaderamente te lleva a tu formación integral como ser humano, no se llega a la profundidad de la cuestión! No te dan el criterio de una nueva humanidad.
Se habla de “no violar las leyes” y de seguir una “moral”, y no de un cambio de mirada, pero no una mirada individual, si no una mirada que haga compañía, que exista en cada aspecto de la vida, este estar juntos en una mirada da un juicio para entrar al medio y no ir a la superficialidad, este es un actuar que te da una identidad y te permite enfrentar la realidad.
El 28 de octubre se cumpliron 4 mese del golpe de estado, y con seguridad las puertas de mi campus se cerraran una vez mas, así que preguntémonos en este punto ¿Qué o quien nos hará ir ala profundidad de las cosas?