domenica 28 febbraio 2010

2060 (II appello)

Lo studente Qualcunomiaiuti si presenta, per la seconda volta, all'esame del professor Saccentis docente di "Storia del 2000"...
Ospitaletto (BS) casello dell'autostrada
Saccentis: Qualcunomiaiuti! di nuovo lei!
Qualcunomiaiuti: si professore, ho fatto 150 km per venire...
Saccentis: non cerchi di impietosirmi, non è colpa mia se sono il docente unico di storia del 2000 per tutto il nord Italia, ormai hanno tagliato su tutto...
Qualcunomiaiuti: a proposito di tagli professore... le ho tagliato un pezzo di torta...
Saccentis: guardi che lei deve studiare non fare delle torte!
Qualcunomiaiuti: em si, però pensavo... L'atra volta mi ha detto di prepararmi sul Leghismo!
Saccentis: e va bene mi parli del Leghismo, guardi una relazione schematica, veloce e ben fatta che devo essere ad Aosta entro sera...
Qualcunomiaiuti: si sono pronto, sono nato pronto: allora il Leghismo... dunque ci furono dei Serenissimi che con un carro autocostruito cercarono l'assalto al campanile di Venezia... a no aspetti... subito il movimento della Lega Nord voleva la secessione del nord Italia dal resto d'Italia, quindi nordisti contro suddisti, poi però così non poteva funzionare allora hanno tutti giurato fedeltà alla costituzione italiana e sono passati a proporre il federalismo, ogni regione per i fatti suoi, poi si sono concentrati contro gli stranieri, perchè non votavano mentre i suddisti si quindi hanno fatto "fronte comune" contro il nuovo invasore...
Saccentis: lei ha l'oratoria di un comodino... però un pò di contenuto c'è e se teniamo presente la "scuola" che le hanno fatto frequentare...
Qualcunomiaiuti: mi stà dicendo che mi promuove!!!
Saccentis: calma calma, quali esami deve ancora sostenere?
Qualcunomiaiuti: non so aspetto che la segreteria "sede unica di Mantova" mi dia il nuovo piano di studi...
Saccentis: quanto meno la sua generazione ha imparato a guidare...
Qualcunomiaiuti: veramente viaggio con Trenitalia, regionale, IV classe, tutte le fermate, ritardo medio 30 minuti col sole e vento a favore, prezzi altissimi, treni stracolmi, sporchi, lenti, a piedi faccio prima, d'estate caldi e d'inverno fereddi, attento mi pesti un piede, mi scusi signora, non sono una signora, a mi scusi ancora, dove siamo?, bo ho perso le speranze, deve passare prima un treno di lusso lontana destinazione...
Saccentis: si si ho capito! senta le posso dare al massimo un 25 giusto perchè ha fatto una pessima scuola e non è tutta colpa sua.
Qualcunomiaiuti: la ringrazio professore... senta un mio amico Speriamochemelacavo mi ha chiesto dove la può trovare per il prossimo appello...
Saccentis: dunque, controllo l'agenda... Torino in piazza Carlo Alberto sotto la statua...
Qualcunomiaiuti: sotto la statua di Carlo Alberto?
Saccentis: No sotto a quella di Marchionne, c'è più spazio
Qualcunomiaiuti: ok grazie prof buon viaggio
Saccentis: anche a lei, arrivederci..
Qualcunomiaiuti (tra sè e sè): si buon viaggio! coi treni! ritardo, gomitate con la gente, ci siamo persi, sono vecchia mi faccia sedere, ho la valigia pesante aiutami, cruciverba, libro, sonno, musica, dove cazzo siamo?, signore sta sbavando, perchè siamo fermi?, il treno si è rotto, prima o poi ne passerà un altro, casa, magari, quanto manca?, e chi lo sà?...

IoLiOdioINazistiDellIllinois

I dispetti del fratello maggiore.



Non era solo un problema di disumanità, no quello era troppo poco. Devo aggiungere al mio post Tomb Blocked che le proteste a Hebron continuano e sono ancora più violente. Israele ha infatti deciso di fare entrare all’interno della lista dei territori occupati anche quei siti archeologici che sono da sempre rimasti nella parte del mondo palestinese. E l’ho già detto, di ebraico la tomba di Abramo non ha nulla, la costruzione è pienamente in linea con l’arte islamica.
Le proteste hanno sempre portato con loro la solita ondata di arresti, feriti, intossicati da gas lacrimogeni.
Ciò che però è necessario sottolineare oggi è che non solo vogliono sterminare un popolo, non solo Israele non è per la pace e non lo è mai stato, non solo si divertono, come il bambino più grande che sfida il più piccolo, a deridere e umiliare giovani e anziani, non solo con sadico piacere torturano, ma vogliono anche eliminare la loro cultura. La strada del non ritorno si intraprende quando si vogliono eliminare anche le tracce storiche di un popolo.
momò

sabato 27 febbraio 2010

Think before it's too late!

Oggi faccio una pausa. La sveglia ha suonato e la prima cosa che ha bombardato la mia vista e il mio udito sono state le urla e le immagini di angoscia. Ancora una volta la terra ha tremato. Oggi non posso non fermarmi un attimo dal mio solito lavoro abituale, oggi è il giorno della riflessione non dell’accusa. A un TG ho sentito questa frase: “il nostro mondo è così”, e io cosa dovrei dire? Non lo accetto? Io non ho mai creduto negli slogan acchiappafolle del tipo “un altro mondo è possibile”, io vivo qui non da un’altra parte quindi questo è il mio mondo. Si può certamente sperare e lavorare per una modifica di coloro che regnano sul mondo, ma non certo il mondo.
Oggi dunque ho voluto pensare ai terremoti, alle catastrofi naturali in genere, forze naturali che ammazzano, poi ho voluto pensare ai golpe, alle guerre, al colonialismo mascherato, allo schiavismo mascherato, azioni fatte da uomini per una scelta di potenza: forze umane che ammazzano. Bene, allora voi ditemi che senso ha la denuncia? Che senso ha che io scriva? Che cosa può cambiare questo piccolo e poco seguito blog? Perché, poi, fra i miei amici alcuni devono continuare a soffrire mentre io sono qui a scrivere? E perché anche io a volte devo soffrire?
C’è una poesia di Lagerkvist che dice:
“Non esiste nessuno che ode la voce invocante
Nelle tenebre
Ma perché la voce esiste?”
Perché io sento il continuo bisogno di arrabbiarmi e sfogarmi, di denunciare i soprusi su questo mezzo elettronico che, in realtà, non riesce a trasmettere i miei sentimenti e ci lascia distanti? Perché sento questa voce che non la smette di ronzarmi in testa e di infastidire me che, oggi, vorrei stare tranquillo e comodo sulla mia poltrona? Fino a dove mi spingerà questa voce? Quali altre sofferenze fisiche o spirituali dovrò sopportare? Insomma, in definitiva, ma perché sono su questa terra? Io capisco l’agire di 30000 giovani in Giappone che si suicidano e conosco anche dei blog che spiegano come farlo. Guardate il mondo, con attenzione e dandovi il tempo di capirlo, quale senso c’è a stare qui? L’unica risposta possibile, ma anche questa scomoda, è che per dire che qui c’è il male devo aver sperimentato il bene.
momò

venerdì 26 febbraio 2010

Tomb blocked


Today I want to write my travelogue, my rihlat. I hope that the person who travel with me have pleasure of this. I travel in Hebron (al-khalil) and I visit the Tomb of the Patriarchs, within it the Tomb of Abraham. It’s very hard enter to visit the splendour of Islamic art: an infinite number of controls, the fear that the machine gun pointed at you shoot…
In this period in Hebron there are many protests by Palestinian people because of this inhuman way of controls and I agree with the protests.
Is it possible that the Tomb of Abraham is divided into two parts by a horrible wall that ruin the masterpiece and the sacredness of the place? From a glass window you can see the tomb and you can see Jews on the other side. Perhaps this is not already a form of ghettoization?
momò

Grazie a Dio è venerdì



Grazie a Dio è venerdì (il giorno dopo a giovedì signò)! Vorrei posare l’attenzione sull’oratoria politica di questa vergognosa settimana. Il nostro amato premier ha parlato di un “esercito del bene” da formarsi attraverso il tesseramento al PDL, il sostegno al governo un “chi ama contro chi odia”… som a post direbbero in Emilia. Il nuovo Redentore ha visto anche “l’Amico nella tenda” (quella che fu piantata anche a Roma) decisamente urtato contro la Svizzera, ma come ben sappiamo ogni platea avrà il discorso che più gli aggrada (vedi la visita in Israele con repentine dichiarazioni filochihodavanti). Ancora una volta vorrei destare l’attenzione sulla terminologia e la propaganda che svuota le parole del loro originale significato, modificandolo, torcendolo ad usi innaturali. Grazie a Dio è venerdì non per citare un famoso ristorante di Roma ma nella speranza che il fine settimana veda un po’ meno dichiarazioni di San Silvio, paladino del bene (suo) e sfruttatore del povero San Siro…
IoLiOdioINazistiDellIllinois

giovedì 25 febbraio 2010

Σταματήστε τη βία πριν


Grecia: scontri ieri tra manifestanti e polizia che hanno portato a decine di feriti. Le manifestazioni che da giorni si susseguono in varie città della Grecia sono nate per contrastare il piano antideficit proposto dal governo. Questo piano prevedrebbe, tra le molte proposte, l’aumento delle imposte sui carburanti, taglio degli stipendi pubblici e riforma delle pensioni.

Palestina: nel quartiere di Sheikh Jarrah decine di palestinesi, tra cui molte donne bambini, sono stati ricoverati in diversi ospedali dopo essere stati picchiati da soldati e poliziotti israeliani e da estremisti ebrei. Gli scontri sono nati a causa delle proteste dei palestinesi che chiedevano il rispetto delle “regole di buon vicinato”. Siamo infatti nella settimana che porterà il mondo ebraico alla festa di Purim e i coloni hanno organizzato una serie di feste molto rumorose nelle case sequestrate ai palestinesi, l’estremo rumore nelle ore notturne ha portato i residenti arabi alle proteste. Il risultato è stato una spedizione punitiva da parte dell’esercito israeliano.

Due situazioni diverse in due realtà politico-economiche molto diverse, ma di fondo abbiamo sempre il medesimo metro di giudizio: i soprusi contro il più debole per le gioie del più forte. La storia ci ha insegnato che il popolo, se non è formato da sottomessi schiavi del potere, si ribella. Il XXI secolo ha allora inventato un nuovo “scacco matto” per chiudere la partita, si chiama guerra preventiva, l’unico scopo è zittire chi disturba e chi è scomodo.
momò

mercoledì 24 febbraio 2010

расизм выигрывает, когда мы все потеряно


20% of the population earn less than 70$ per month, life expectancy is 72 years for women and 59 years for men, we are in Russia. These reasons bring population to hate immigrants and to justify neo-Nazi ideas.

The problem of skinhead is quite big in Russia: group of youth who proclaim the need for a pure-bred and the extermination of the immigrants: thieves and weak that cannot help society, from their point of view. They call them “Ciornie”, blacks, i.e. non-Slavic: immigrants coming from ex Soviet republics, Asia and the Gypsies. Why they call them in this way? Because of their black hair and eyes.

There were many attacks on people with these characteristics, overall children killed with knives or fists. nobody does anything, nobody can stop them, they can turn to the city to face uncovered, no one blames them, Russia agrees with silence the violence. accept a policy that made us shudder.

momò

La nuova classe


L’8 gennaio il ministro Gelmini ha emanato una nota di indicazioni operative (nei fatti la nota è firmata da uno dei suoi primi dirigenti il dott. Mario G. Dutto) dove si danno indicazioni sulla composizione delle classi per l’anno scolastico 2010-2011 in merito all’inserimento di alunni stranieri. Cerco di riassumere in breve le novità:

- tetto del 30% di norma per alunni con cittadinanza straniera in una singola
classe;
- al limite può derogare solo il direttore scolastico regionale e solo se tra gli studenti stranieri ci sono competenze linguistiche nella lingua italiana;
- il limite può essere ridotto se gli studenti stranieri nella classe presentano competenze molto inadeguate nella lingua in riferimento alle necessità didattiche;
- l’inserimento sarà accompagnato da corsi di alfabetizzazione nella lingua italiana a vari livelli, da tenere in parallelo con l’attività scolastica.

Il fatto è che in elementari e medie ci sono meno italiani che stranieri quindi o è impossibile usare il tetto del 30% o dovrebbero costituire più classi, ma avendo fatto la riforma del liceo che ha ridotto i corsi e le sperimentazioni ci sono stati molti tagli degli insegnanti e di conseguenza non ci sono professori a sufficenza per costituire le classi. Altro fatto, non meno importante, è che, credo, sia discriminante costituire classi con la percentuale di stranieri.

noemi

martedì 23 febbraio 2010

2060


Lo studente Qualcunomiaiuti si presenta all'esame del professor Saccentis docente di "Storia del 2000"...


Saccentis: bene cominciamo, mi parli della situazione politca italiana tra fine '900 e inizio 2000

Qualcunomiaiuti: in questo periodio si nota l'egemonia politica della destra soprattutto grazie ad un imprenditore che con la potenza mediatica delle sue tre reti televisive decise di entare in politica...

Saccentis: d'accordo: nomi, date e schieramenti...

Qualcunomiaiuti: bè sono un pò confuso... era il 1993\94 però con gli schieramenti faccio un pò di confusione a volte si cambiavano fazioni, mi ricordo che il Milan aveva ceduto Kakà nell'estate 2009 è importante vero? A si poi c'era quella storia di battone...

Saccentis: signor Qualcunomiaiuti si contenga! E poi è la peggior esposizione che abbia mai sentito

Qualcunomiaiuti: mi scusi professore è che il Presidente era citato per tante cose nei documenti dell'epoca a volte confondo i ruoli...

Saccentis: guardi le dò un'altra possibilità... mi parli dell'opposizione

Qualcunomiaiuti: opposizione? quale opposizione?

Saccentis: era un tranello ovviamente...

Qualcunomiaiuti: bè qualcuno c'è stato: operai, studenti, blogger qualche giornalista...

Saccentis: si, si... poveretti, brutta fine

Qualcunomiaiuti: emm... professore posso andare?

Saccentis: in effetti da quando hanno chiuso le scuole e facciamo lezione così a caso la rendita degli studenti non è poi un gran che... però lei è messo davvero male dovrà tornare

Qualcunomiaiuti: va bene professore sempre al Bar Sport?

Saccentis: no devo spostarmi hanno tagliato anche sul caffè, al casello dell'autostrada tra un mese, e ripassi il leghismo!


Solo per ricordare che prima o poi qualcuno studierà anche la nostra storia e ne darà giudizio.

IoLiOdioINazistiDellIllinois


Viva la PACE


Lo sviluppo tecnologico ha fatto passi da gigante su questo non ci sono dubbi, ma il fatto balza ancora più agli occhi se si guarda alle nuove tecnologie belliche che sono già utilizzate, in prova, nelle due centrali guerre americane: Iraq e Afghanistan. Tra le tante novità io vorrei solo presentarne tre: il primo è un piccolo aereo corazzato telecomandato, simile a un piccolo disco volante è usato nei due stati per identificare i congegni esplosivi; il secondo è un piccolo robot con un braccio meccanico molto flessibile su cui è montata una telecamera, serve, ovviamente, per il controllo delle vie più aspre e insidiose; il terzo è un mitra capace, tramite un sensore che studia le zone di calore (quindi può individuare corpi anche dietro gli angoli o i muri), di piegarsi ad angolo retto e sparare permettendo al soldato di rimanere nascosto dietro a un muro. Capite bene che con tutte queste novità è difficile poter credere che la NATO non si accorga se un convoglio che percorre le strade in Afghanistan sia sospetto o meno.
E allora chi vogliono prendere per il culo? La morte di 27 civili, tra cui donne e bambini, è stato un fatale errore, di cui siamo tutti profondamente rattristati? È una vergogna! Ancora si gioca sulla vita di uomini per giustificare una missione detta di pace, ma che è armata fino ai denti. E poi ieri in Italia si è anche aggiunto che i caccia italiani non sono dotati di bombe e si sa: “Se non possono sganciare bombe non possono commettere errori”. Con quale cinismo e tracotanza si possono fare queste affermazioni? Solo per far credere che i soldati italiani vanno in giro in Afghanistan con i fiori per le mamme e le caramelle per i bimbi? Perché ci credono così stupidi?
momò

Free Palestine

Una lettrice e nostra sostenitrice ci ha inviato un importante documento, ringraziandola lo riportiamo:
Signor Preside,
ho saputo che lei ha sospeso per tre giorni dal suo liceo una studentessa accusata di indossare una maglietta con la scritta "Free palestine". Dalle informazioni di cui dispongo, la ragazza intendeva in questo modo protestare per una lezione che riteneva particolarmente tendenziosa del suo professore di storia. Confesso di non capire il motivo per il quale è stata decisa tale sanzione disciplinare. Non pongo sicuramente in discussione la libertà di ogni insegnante di pensare quello che crede circa il conflitto israelo-palestinese, a condizione che, nei propri corsi, si esuli dalla propria opinione per presentare il più obiettivamente possibile la questione alla luce del diritto internazionale. Da tale punto di vista, lo slogan "Free palestine" non ha niente di scandaloso: le risoluzioni dell’ONU e altri documenti diplomatici si sono pronunciati tutti per il ritiro di Israele dai territori palestinesi che sono stati occupati dal 1967 e per la costituzione di uno Stato palestinese con Gerusalemme-est per capitale. E’ anche la posizione del governo francese. Da parte mia, come storico e giornalista, ho pubblicato una quindicina di libri sulla storia di questa “guerra dei cento anni”.. Mi farebbe grande piacere, se lei lo consentisse, tenere una lezione ai suoi allievi su tale tema. Lo farei certamente senza compenso.Con l’assicurazione della mia stima
Dominique Vidal
Il Timone

lunedì 22 febbraio 2010

L'arte e le offese


Oggi voglio fare il critico d’arte e per questo ringrazio l’amico che mi ha fatto notare l’opera d’arte in questione. Si sa che l’arte nasce per esprimere sensazioni, si sa che gli artisti contemporanei amano giocare con la vita quotidiana: dare sfogo alle notizie mondiali. Da che mondo e mondo l’arte ha sempre avuto un non so che di satirico che sciocca facendo sorridere e ragionare. Chiusa la parte da critico d’arte necessaria passo ai fatti. Un artista: Eugenio Merino, un’opera: Stairway to Heaven; la fine del mondo. Si sa se si tocca lo stato d’Israele sei subito criticato e attaccato, infatti l’ambasciata israeliana in Spagna ha subito inviato una lettera di accusa e denuncia dell’opera dichiarandosi fortemente offesa. A me quest’opera non pare che offenda la sensibilità ebraica, a me sembra che racconti una verità, ricordando che in Israele il porto d’armi è molto diffuso anche tra i civili, soprattutto ho visto rabbini armati, perché l’essere armato non è innanzitutto una difesa personale, ma è essere al servizio della nazione.
momò

domenica 21 febbraio 2010

aggiornamenti dal Niger

L'alto rappresentante per la politica estera dell'Unione Europea Catherine Ashton ha condannato il colpo di stato in Niger di giovedì scorso: "L'Alto rappresentate condanna la presa del potere attraverso un colpo di stato militare in Niger, ed esorta tutti gli attori coinvolti a impegnarsi immediatamente in un processo democratico che consenta un rapido ripristino dell'ordine costituzionale nel paese". Intanto il colonnello Djibrilla Hamidou Hima ha annunciato la liberazione dei componenti dell'Esecutivo deposto e promette "più avanti" nuove alezioni. Il portavoce dell'opposizione Bazoum Mohammed ha guidato una manifestazione di 10.000 manifestanti (fonte ansa) ringraziando la giunta militare dell'intervento ma chiedendo di fissare rapidamente le elezioni e il ripristino della costituzione modificata dal deposto Tandja.
Il Timone

Pague por sufrir


Every day I hear trouble and sorrow, all over the world. I try my best not to forget. Every day I try to express, with my words, the feelings which subtend to despair. Then I heard a voice, maybe you can think now that I’m a visionary, in Spanish told me:

Vamos hermono, Dios te quiere, y sabes que Dios sae que tu no nescesitas esos $5000 pesos que traes ahi... muestrale! Como prefieres tu salvacion al dinero?... solo 2 personas bueno que dios te vea darle $2000 pesos... solo 8... bueno que dios vea que te duele desacerte de 500 pesos 30 personas?? bien bueno hermano que dios te vea tirar 100 pesos miserables ...., uy bien hermanos ok ok que Dios te vea darle un peso.

Que Dios te vea darle un peso? What a useless idea! How can I think that in this world I could stop to suffer? It will be fantastic, but I guess it’s impossible. Why don’t you try to speak with a Palestinian mother, a youth from Haiti, men from Iraq or Afghanistan?
How can I believe that to rescue myself it’s right to pay God?
The sect Pare de sufrir has in Latin America a lot of churches, some TV program, in Brazil a political party. They start from Brazilian favelas, the “priests” persuade poor people to pay 1 dollar to have their salvation. From poor people to rich people the step is very easy if you have TV program to publicize your faith. Your faith in Money.
momò

sabato 20 febbraio 2010

انا احب فلسطين


Ricordo con onore e gioia il sesto anniversario delle settimanali proteste nonviolente della città di Bil’in. Ne avevo già parlato e mi voglio complimentare con chi ha la forza di rivendicare la propria libertà senza cadere nelle più basse azioni di violenza, che, a rigor di logica, sono soprattutto usate dall’altra parte come scusa per continuare lo sterminio. Oggi a casa mia è una giornata grigia, triste e leggendo i quotidiani palestinesi rivedo i cieli azzurri e l’aria fresca e speziata di al-Khalil (vero nome della città). Ricordo l’amore della gente e la quotidiana umiltà. Ricordo le soste in piccoli ristoranti o il mercato con i suoi colori, il centro storico con le sue contraddizioni. Io cerco sempre di ricordarmi questa Palestina: انا احب فلسطين
Ma ieri i cieli azzurri e limpidi fumavano, un fumo nero d’armi da fuoco li ha voluto coprire. A est della città di Khuzaa i soldati hanno incominciato perquisizioni a tappeto con arresti e sparatorie che hanno ferito, tra i tanti, molti bambini. Feriti anche nelle città di Ni’lin e Nabi Saleh dove le marce contro il muro sono state represse nel sangue. Il cielo in Palestina quando è sereno è di un azzurro che fa male, ti ricorda la bellezza del luogo e ti mostra i tuoi vestiti insanguinati.
momò

venerdì 19 febbraio 2010

Niger

Sentiamo il bisogno di parlare del colpo di stato in Niger anche se le notizie sono davvero poche, frammentarie e le televisioni tacciono.
I fatti: il Niger è il paese più povero al mondo dove due abitanti su tre vivono con 1,25 dollari al giorno. Per due terzi il paese è occupato dal deserto del Sahara e soffre di periodiche siccità. Nel XVIII secolo comincia la colonizzazione europea completata dai francesi che ne fecero loro colonia fino al 3 agosto 1960. Unica ricchezza del paese sono le miniere di uranio, tra le più grandi al mondo. Ed è proprio dall’uranio che nascono i problemi. Il colosso francese delle energia atomica Areva, di cui lo stato francese possiede più del 90% del capitale azionario, estrae metà dell’uranio dal Niger. Il presidente deposto Mamadou Tandja ( che aveva partecipato già nel 1974 al colpo di stato che portò al potere Seyni Kountché) fu eletto nel 1999 e confermato nel 2004. La costituzione del Niger prevede un termine massimo di due mandati, Tandja è considerato a sua volta golpista per aver cambiato questo limite ed essere rimasto in carica, sospendendo il governo e dichiarando di governare per decreto (27 giugno 2009). Ieri, 18 febbraio 2010, Tandja è stato arrestato dai soldati rebelli guidati dal maggiore Harouma (altre fonti dicono un braccio dell’esercito regolare che ha coinvolta la guardia presidenziale e il resto dell’esercito).
Torniamo all’uranio. Tandja aveva ricevuto proposte da parte cinese e canadese migliori rispetto al contratto con Areva, pretendendo dai francesi il “raddoppio delle bolletta”. In Niger vivono almeno otto etnie e quella dei Tuareg nel nord del paese (guarda caso dove sono le miniere di uranio) è in lotta con il governo centrale. Tandja aveva accusato Areva di finanziare la guerriglia, mentre i francesi dicono che era il prezzo per risparmiare le miniere dalle incursioni Tuareg. Un cocktail abbastanza esplosivo nel quale sembra essersi inserito anche l’esercito insoddisfatto dalla condotta presidenziale. Vorrei comunque precisare che Tandja non è uno “stinco di santo”; inerte davanti alle frequenti carestie, epurativo e dispotico verso l’opposizione che tende a deviare verso le rinomate galere del Niger.
Quello che conta in questo quadro è che del paese più povero al mondo non si parla, che la popolazione è alla fame da sempre e che le potenze mondiali continuano a vedere nell’Africa un loro privato produttore di materie prime.
Il Timone

immaginare un nuovo giorno in Italia


Lo stato dell’arte dell’istruzione pubblica nel nostro paese è in continuo sgretolamento. I nuovi e fantasiosi licei introdotti dall’ultima riforma indicano la tendenza a dequalificare sempre di più chi, prima o poi, dovrà lavorare. “Ma come! Si va a lavorare a 15 anni, il lavoro è assicurato” diranno questi fasciolegaforzisti. Il fatto è che si certifica, rafforza e consolida la prospettiva di avere solo e sempre più un futuro da precario. Chi giovane ha poca voglia di studiare non viene aiutato a completare la sua formazione, con l’ eliminazione di un’insistenza che magari a 15 anni non capisci ma che poi ti salva quando in testa hai un po’ più di “sale”. Nel frattempo i rettori universitari continuano a prevedere la bancarotta. Il rettore dell’università di Firenze Alberto Tesi durante l’inaugurazione dell’ultimo anno accademico ha proiettato la curva in caduta libera dei finanziamenti statali e quella in salita verticale dei costi. “Ma perché non è un’università virtuosa!” diranno sempre i fasciolegaforzisti. Prendiamo un’università considerata dal governo “virtuosa”: Bologna. L’ateneo bolognese ha ricevuto per quest’anno 32 milioni in meno rispetto al 2009 e dovrà prosciugare i risparmi che l’avevano fatta considerare “virtuosa”; una spirale davvero brillante. Rimane la volontà di questo governo di pensare solo ai propri amici, si tratti di ballerine, escort, imprenditori, appaltasti, ricchi in genere che aiutano altri ricchi per dirla breve. Un governo che spezza il futuro di lavoratori che si trovano a piedi a dieci anni dalla pensione e mettendo i giovani nell’impossibilità di poterla anche solo vagheggiare la pensione, basta non farli lavorare così non possono pretendere nulla. Intanto avanza inesorabile e potentissima la macchina della propaganda che, soprattutto sotto elezioni, mostra un mondo dorato che non esiste.
IoLiOdioINazistiDellIllinois

Quando il silenzio è ignoranza


Chi non muore si rivede. Danny Ayalon, vice Ministro degli esteri israeliano, non è nuovo a realizzare figure ignobili con i rappresentanti di altri stati. Dopo aver insultato l’ambasciatore turco pubblicamente, davanti a TV locali e giornalisti, mettendolo in una posizione d’imbarazzo davanti alla stampa mondiale, ieri se l’è presa con una delegazione americana, fatto ancora più scandaloso, per il mondo occidentale, perché l’America è sempre stato il primo amico d’Israele. Il problema era che la delegazione faceva parte dell’associazione noprofit J Street; sapete perché Ayalon non ha voluto parlare con loro e ha rifiutato ogni possibile incontro? Ecco cosa si legge sul loro sito come presentazione del loro lavoro:


J Street was founded to change the dynamics of American politics and policy on Israel and the Middle East. We believe the security and future of Israel as the democratic home of the Jewish people depend on rapidly achieving a two-state solution and regional comprehensive peace. Our mission is to promote meaningful American leadership to achieve peace and security in the Middle East and to broaden the debate on these issues nationally and in the Jewish community. J Street represents Americans, primarily but not exclusively Jewish, who support Israel and its desire for security as the Jewish homeland, as well as the right of the Palestinians to a sovereign state of their own - two states living side-by-side in peace and security. We believe ending the Israeli-Palestinian conflict is in the best interests of Israel, the United States, the Palestinians, and the region as a whole.

Direi che per la mente di Ayalon niente poteva essere peggio che questi propositi, come si può pretendere che il suo raziocinio possa accettare l’idea di due stati in piena sicurezza per Israele e Palestina? Piuttosto la sicurezza deve essere per Israele, il resto non conta nulla.
momò

giovedì 18 febbraio 2010

Niger: il petrolio scorre lento

COLPO DI STATO IN NIGER. Notizia fresca di stampa, ci scusiamo con i lettori ma ancora le notizie sono offuscate e poco chiare. Lavoreremo al più presto per tenervi aggiornati. Per ora possiamo solo dire che è strano che proprio in quel territorio, il povero territorio africano, che proprio in quella zona così ricca di PETROLIO scoppi un colpo di stato. Forse mettiamo le mani già troppo avanti, ma siamo abituati ai giochi politici ormai.
il Timone

Favole per adulti


C’era una volta una bambina. Aveva 4 anni e viveva per la strada, raccoglieva elemosine per suo padre, alcolizzato già da prima che lei nascesse. Lei raccoglieva soldi per colui che l’aveva messa al mondo, obbligando sua moglie, con calci e pugni, a un rapporto sessuale. Sua madre era bella, come tutte le ragazze di 14 anni possono essere, giovane e fresca come una rosa.
Per sopravvivere la madre vendeva droga, raccoglieva le elemosine, si prostituiva; ed è così che si è ammalata di Aids e l’ha trasmessa alla figlia di 4 anni. Alla sera la cena nella loro casa fatta di lamiera era composta, quando si era fortunati, da patate lesse, al bambino piccolo, quello nato in casa qualche ora fa, invece spettava il “latte”: l’acqua in cui la povera madre aveva fatto bollire le patate.
Un giorno però quella bambina di 4 anni scoprì che possedeva un immenso dono, aveva la capacità di volare, poteva spostarsi nel cielo da una parte all’altra della città. Inizio così a scoprire che la vita di molte persone non era come la sua; non tutti chiedevano l’elemosina o si prostituivano, non tutti vivevano in case fatiscenti, soprattutto non tutti avevano l’odore delle fogne a cielo aperto da sopportare tutto il giorno. In una delle sue peregrinazioni per il paese notò una volta un edificio immenso, bello, grande, dentro si muovevano esseri con vestiti di lusso, che mangiavano a sazietà, avevano sempre molti soldi in tasca e si divertivano con i loro figli, anche loro con bei vestiti e scarpe comode – lei non aveva mai indossato le scarpe.
Ai suoi occhi di bambina quegli esseri sembravano maiali, grossi maiali dalla bocca sempre aperta, pronta per mangiare, e dalla pancia grossissima e a lei facevano tanto ridere. Tutti i giorni andava vederli, fino a che i maiali non decisero di distruggere la zona dove la bimba aveva la casa per costruire una superstrada. Le ruspe non si accorsero che mentre buttavano giù la sua casa uccisero anche lei.
momò

mercoledì 17 febbraio 2010

quarto potere

Joseph Goebbels prima di essere canceliere del Reich, generale della Wehrmacht, Ministro plenipotenziario per la mobilitazione alla guerra totale fu, dal 1933 al 1945, Ministro della Propaganda. Le sue invenzioni propagandistiche contribuirono in modo decisivo allo sviluppo del nazionalsocialismo e il controllo che questo esercitò sul popolo tedesco. E' da quest' "uomo" che si manifesta in modo più clamoroso cosa il controllo del Quarto Potere (l'informazione) può provocare nell'immaginario comune. Questa ruolo mi è tornato prepotentemante in mente quando la scorsa settimana centinaia di aquilani hanno sfondato la zona rossa per manifestare la loro protesta. Il fastidio maggiore è che praticamente nessuno parla della "zona rossa" dove la situazione è controllata militarmente e la ricostruzione tarda. Ci furono grandi speciali televisivi per la consegna di qualche casa con tanto di torta presidenziale. Ricordate Goebbels.
IoLiOdioINazistiDellIllinois

You would say that's right?


The night brings advice, so I’m thinking if a simple person who reed one of my post can feel the sorrow. I think that we have become accustomed by news and war and with indifference we see TV or reed a newspaper. I’ll do my best to explain what’s the meaning of my writing.

For all the wives all over the world: if your husband, while you’re sleeping, was arrested, you would say that’s right? If you’re allowed to visit your husband or your son one every eight month, you would say that’s right?

For all the children all over the world: if military kill your father or your brothers and sisters because of their protest, you would say that’s right?

For all the families all over the world: if your work was ruined by military’s malice, you would say that’s right? If your health was contaminated by phosphorous weapons or radioactive slag, you would say that’s right?

Maybe it’s brutal, maybe everyone would not think about this, but this is normal life for the inhabitants of Palestine, Honduras, Chechnya, Japan.
momò

martedì 16 febbraio 2010

السلامة أولا ثم الشعب


Il 26 novembre 2009 Benyamin Netanyahu faceva una dichiarazione, sotto pressioni americane, molto importante, promise il congelamento delle costruzioni e dell’ampliamento delle colonie nei successivi dieci mesi. Bene la verità, resa nota non solo dai quotidiani palestinesi ma anche da alcuni ONG in loco, è che i lavori continuano in 29 insediamenti. Addirittura nella colonia di Beitar illit ad ovest di Betlemme il Ministero delle Abitazioni (sì un ministero che si chiama proprio così) ha venduto già un buon numero di abitazioni prima ancora che le stesse fossero progettate.
Ciò che vorrei sottolineare è che le colonie allo stato israeliano costano moltissimo, sono costanti uscite di denaro pubblico. Non so se le avete mai viste, io sì, avete presente il perfetto quartiere ordinato, con le case a schiera aventi giardinetto privato, strade pulite, cinema e bar? Ecco sembra di stare in un film e in realtà sono le colonie. Spese folli di mantenimento perché tutti i confort devono essere potenziati per mantenere della gente in territori così aspri e difficili.
La sicurezza poi è al primo posto, per entrare ti chiedono precisamente perché vuoi entrare, dove sei diretto, con quale famiglia hai parentela o legame di amicizia in quale casa e quale numero civico, se non si fidano anche il nucleo famigliare. Sicurezza elevata per le entrate ma mai per le “uscite”, sono famosi infatti, ricordo che le colonie sono sempre in posizione rialzata rispetto ai villaggi palestinesi, i lanci di pietre, spazzatura e olio bollente contro la popolazione araba.
momò

La protezione civile: uno stato nello stato.

Questo articolo non vuole parlare della vicenda Bertolaso ,almeno non nei particolari, poiché siamo ancora alla fase istruttoria e quindi le informazioni sono ancora confuse e non mi sento di poter dare un giudizio realista.
Sulla protezione civile, invece, avrei qualcosa da dire. Per farlo riporto un articolo che ho letto su internet (riportato sul Manifesto) che spiega benissimo ciò che vorrei emergesse da questo post.
Buona lettura.
“Quella di Viareggio è solo l'ultima chiamata per Guido Bertolaso e il suo piccolo esercito della Protezione civile: 700 funzionari, 300.000 volontari pronti a occuparsi di tutto, dalle crisi idriche ai terremoti, dai vertici internazionali allo smaltimento dei rifiuti e ai netturbini in sciopero. Uno stato nello stato cui compete qualunque evento - naturale o umano - che abbia bisogno di un intervento immediato. Con il potere di muoversi al di fuori di ogni controllo istituzionale «normale», se non quello della presidenza del consiglio.
Uno dei casi più clamorosi è datato 28 marzo 2003, durante l'invasione americana dell'Iraq, quando il governo (Berlusconi) dichiarò lo stato d'emergenza su tutto il territorio nazionale, affidando al capo della Protezione civile (Bertolaso) «la tutela della pubblica incolumità» in quanto «delegato del Presidente del Consiglio». Il decreto non conteneva nemmeno la data di scadenza della «delega», ma c'era la guerra e quasi nessuno ci fece caso - fatte salve un paio di interrogazioni parlamentari dell'opposizione. Cosicché, almeno in teoria, l'Italia è ancor oggi in «gestione straordinaria».
Del resto quella era la conseguenza di una logica che ha cambiato la stessa natura dello stato: da quando è stata istituita (febbraio 1992) la Protezione civile ha aumentato a dismisura le sue funzioni, i suoi poteri e i suoi interventi, come ente preposto al coordinamento emergenziale di polizia, carabinieri, vigili del fuoco, guardia di finanza e quant'altro. E anche se il bilancio corrente su cui può contare il dipartimento diretto da Bertolaso è contenuto - 142 milioni di euro per il 2009 - la quantità di denaro che gestisce è incalcolabile, flessibile e dilatabile a dismisura: perché a ogni dichiarazione di crisi corrisponde uno stanziamento straordinario, da gestire in estrema libertà d'appalto. Difficile che qualcuno osi interferire con le gestioni delle emergenze - che in quanto tali tendono a rispondere solo alla legge divina -, anche se ogni tanto qualche giudice si imbatte in imbarazzanti relazioni d'affari che aprono altrettante inchieste, come quella barese che indaga sul rapporto tra i vertici della Protezione civile e Giampaolo Tarantini (l'uomo delle escort per Palazzo Grazioli) a proposito di protesi.
Negli ultimi dieci anni la Protezione civile ha avuto nelle sue mani la gestione di ben 592 dichiarazioni di stato d'emergenza, in alcuni casi piccole siccità, in altri devastanti terremoti. E, sempre, ha steso sul territorio interessato una presenza che, per «garantire l'integrità della vita, i beni, gli insediamenti e l'ambiente» - come recita la legge 24 febbraio 1992 - si è trasformata in una struttura di controllo più invasiva di ogni altro settore dello stato e, soprattutto, con un grande grado di autonomia”
Loner

lunedì 15 febbraio 2010

anniversario

Non se ne parla molto ma in questi giorni in Afghanistan è in corso L'operazione Mushtarak. Il 15 febbraio 1989 l'URSS si ritirò dall' Afghanistan. Oggi è la ricorrenza di questo evento e davanti alla strage di ieri di civili afgani è bene ricordare questo precedente storico. Ormai non si parla nemmeno più della decisione del presidente americano Carter, del 1979, di organizzare e armare i mujaheddin afgani sfruttando anche il commercio dell'oppio del paese in funzione antisovietica. Chi semina vento...

IoLiOdioINazistiDellIllinois

Lo bailado nadie te lo quita


Prendo una notizia di ieri: nuovi morti, chiusi dentro sacchi della spazzatura, sono stati trovati lungo le strade di San Salvador, morti a causa del conflitto tra le maras.
Di queste bande giovanili si è molto parlato, è stato fatto addirittura un film documentario, si ricordano i mareros soprattutto per i loro tatuaggi, si ricordano, per me che li ho visto, soprattutto per le lacrime tatuate, simbolo indelebile di un assassinio. Ma come nascono le maras? È per una necessità di “difesa” della nazionalità che nascono queste bande che in California combattono contro gli altri latinoamericani presenti, è lì che nascono le due più famose bande: MS-13 e la mara 18, le due che poi apriranno gli orizzonti verso il territorio di Honduras e Guatemala.
Non voglio parlarvi dei metodi brutali che impongono ai neofiti ma del fatto che nel 1996 gli USA hanno modificato le loro leggi sull’immigrazione per rispedire, senza troppi problemi, i malviventi nelle loro città natali. Questa è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso, era, direi, logico che su un territorio debole e fragile, soprattutto politicamente, come il Salvador subito le maras avrebbero ottenuto successo, tanto da espatriare appunto in Honduras e Guatemala. C’è poi da aggiungere l’altra genialata americana, nel 2005 si decise di dividere, in vari territori dello stato americano, gruppetti di mareros per, secondo loro, distruggere la banda. Voi conoscete decisione più stupida?
È ovvio che una piaga così grossa e così radicata è difficile da estirpare, è ovvio che se si vuole mettere in ginocchio uno stato per poterlo meglio sottomettere bisogna agire sulle giovani generazioni. Uccidendole, sbandandole, incriminandole il futuro non arriva.
momò

domenica 14 febbraio 2010

فلسطين هو الدم

بين الخرابيش لا عبد و لا امة و لا ارقاء في ازياء احرار
و لا جناة و لا ارض يضرجها دم زكي, و لا اخاذ بالثار
و لا قضاة و لا احكام اسلمها يردا على العدل اتون من النار
و لا نضار, و لا دخل ضريبته تجبى, و لا بيدر يمنى بمعشار
بين الخرابيش لا حرص و لا طمع و لا احتراب على فلس ودينار
بين الخرابيش لا مال و لا نسب و لا احتراب على حرص وايثار
و لا هيام بالقاب و اوسمة و لا ارتفاع و لا خفض باقدار
الكل زط مساواة محققة تنفي الفوارق بين الجار و الجار
عرار

Fra le tende non ci sono né schiavo né schiava né schiavi in uniforme (ma uomini) liberi
Né criminali né terra imbrattata di sangue puro, né vendette
Né giudici né sentenze ingiuste
Né oro né entrate in cui tasse vengono riscosse (ingiustamente), né riscossione della decima
Fra le tende non ci sono bramosie e avidità né lotte per centesimi o dinari
Fra le tende non ci sono patrimonio né lignaggio né lotte su bramosità e cupidigia
Né sete di un titolo e onorificenze né volontà di raggiungere il massimo o il minimo
Tutti gli zingari, allo stesso, livello, annullano le differenze fra i vicini.

Questa poesia del famosissimo poeta giordano ‘Arar, mai tradotto in italiano chissà il perché, parla degli zingari. A me ricorda anche i profughi di Jenin.
momò

sabato 13 febbraio 2010

Ma chi è antisemita?


Il Jerusalem Post ci informa che ieri Israele ha dichiarato di non voler istituire una commissione indipendente per indagare le azioni militare compiute contro la Striscia di Gaza perché il rapporto fornito dall’ONU è sufficientemente esauriente e ben redatto.
E a questo punto tutto il mondo urla: “W Israele, W la democrazia”.
Sempre ieri l’Istituto di ricerca “Root” di Tell Aviv ha pubblicato un rapporto in cui si esplicita che lo stato ebraico è di fronte a una campagna globale per delegittimare e isolare un soggetto definito colonizzatore. (direi che hanno scoperto l’acqua calda, sono dei colonizzatori). Ma il rapporto continua chiedendo ai vari ambasciatori sparsi nel mondo di creare una rete di individui capaci di rispondere alle accuse, a loro dire, antisemite. Il rapporto si scaglia soprattutto contro le ONG, a detta loro, pro-Palestina e di sinistra. Alla radio Natan Sharansky, presidente dell’Agenzia Ebraica, ha dichiarato che una vera guerra minaccia gli interessi strategici israeliani e si dovrà rispondere colpo su colpo. Infine il rapporto condanna fortemente il rapporto Goldstone.
Ops… scusate forse questo non dovevo dirlo, se no si capisce che al mondo hanno dichiarato una menzogna… beh, questa è la verità: al mondo dicono “smetteremo le ostilità” in casa loro li ammazzano comunque, al mondo dicono “Le ONG sono le benvenute” in casa loro le definiscono “comuniste”. È perché? Perché cercano di dare speranza a quelli che loro vogliono sterminare.
momò

venerdì 12 febbraio 2010

Rotoli S.P.A.


“Per prima cosa dovete sapere che c’è più di un agente segreto. C’è la Spia Generica, le cui attività sono illimitate. Poi c’è chi specializza nei contrordini, magari controvoglia: sono ovviamente gli specialisti del controspionaggio. Poi c’è la spia dello scaldabagno, che non c’entra niente con il nostro tema, ma che è utile far controllare se volete evitare che vi esploda l’appartamento.” Parto da questa citazione di Groucho Marx perché, come lui diceva, “il nostro paese sta andando a rotoli e tra un po’ si chiamerà Rotoli S.P.A”….
Mi scuso per l’attacco ironico quando il trasformare Università, Protezione Civile e gestori dell’acqua pubblica in tante società per azioni richiederebbe, per oppositore, una seria azione di forza ma la citazione era troppo azzeccata. Si restringe ulteriormente (poiché già da tempo non è tutto rosa e fiori) la cerchia di chi deciderà: quante tasse gli studenti dovranno pagare, quanto costerà l’erogazione dell’acqua e ora la brillante idea di mettere in mani non pubbliche una struttura “paramilitare” come la Protezione Civile.
«Ecco la fiera con la coda aguzza,
che passa i monti e rompe i muri e l'armi!
Ecco colei che tutto 'l mondo appuzza!».
Quest’altra citazione invece è di Dante Alighieri (tranquilli non sta parlando della Minestra dell’Istruzione Pubblica) che usa l’immagine del mostro Gerione come rappresentante la Frode che ha la faccia di un uomo giusto ma il resto del corpo è quello di un serpente, non so perché ma pensando a queste scelte governative mi è tornata alla mente.

IoLiOdioINazistiDellIllinois

يدير السماء


I spent a lot of time to do my investigations, but now I can write something very interesting. At the end of the year a lot of indexes were made to explain the condition, all over the world, of the gender gap and the freedom of the press.
It’s very awful discover that Italy in the gender gap index is 72nd, above it you can find Venezuela, Honduras, El Salvador, Israel, Philippines, Sri Lanka and, above all, the State that no one want to will be less, CUBA. Positions immediately below are occupied by Malawi, Gambia and Ghana.
Freedom of press index is not better. Italy takes 49th position above it we have Ciprus, Jamaica, Mali and Macedonia, position below Lebanon and Burkina Faso.
It’s awful to think that Italy, which is known, thanks to our Premier, as the home of hope in which economical crisis doesn’t exist and gender gap is faced by the Minister of Showgirls, is below Honduras, in which, this year, exploded a terrible golpe.
Because of its position, press in Italy is considered partially free. Now I understand why all the world is laughing at our condition. None of our journalists is able to restore truth, at the other side a lot of our journalists don’t want to say the truth.
momò

giovedì 11 febbraio 2010

استغاثة فلسطين


Mi sono sempre chiesto con quale criterio la Televisione scegliesse quali associazioni di beneficenza aiutare. Non sono così bambino da credere che sia per uno slancio di bene che la tv dà spazio alla miseria e credo in primo luogo che la scelta ricada su quanto l’associazione può pagare la sua pubblicità. Poi mi sono convinto di un’altra verità: dipende anche quanto lo Stato che si vuole aiutare sia immischiato nella politica mondiale. Non ho mai sentito parlare di campagne di solidarietà per la Palestina, so dell’esistenza di moltissime ONG che lavorano sul campo ma in TV non ne ho mai visto la promozione. Allora io lancio un appello, non mio ma delle nazioni Unite, l’UNRWA (Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l’occupazione dei profughi palestinesi) ha bisogno di un centinaio di milioni di dollari per continuare a fornire servizi ai rifugiati.

momò

Lo Stato non vuole gli stranieri ma vuole i loro soldi

30 punti. Sono quelli che servono a uno stranieri che vuole avere un permesso di soggiorno. È così che si chiama la nuova proposta del Ministro Maroni che integra il pacchetto sicurezza: permesso di soggiorno a punti.
Per avere il rilascio del permesso, infatti, gli stranieri hanno due anni di tempo per guadagnare questi punti e per farlo devono: -conoscere la lingua italiana, conoscere la costituzione, avere un contratto di lavoro, e avere un alloggio dignitoso, ed essere iscritti al sistema sanitario.
Se ottemperano a tutti questi doveri entro due anni ottengono i famosi 30 punti, altrimenti hanno un anno per cercare di rimediare, e nel caso non ci riuscissero vengo espulsi dal Paese.
Mi piacerebbe che chi ha fatto questo disegno e chi l’appoggia, mi dicesse perché si richiedono cose agli stranieri che comunque essi non potranno ottenere tanto facilmente.
L’italiano da chi verrà insegnato?come faranno a imparare bene la lingua, tanto bene da sostenere un esame? Non parliamo della costruzione, che nemmeno gli italiani conoscono, che perfino il nostro professore di diritto costituzionale non ci ha mai fatto imparare a memoria ma ce ne ha solo spiegate le logiche e i meccanismi. Però gli stranieri verranno interrogati per vedere se hanno imparato alcuni articoli a memoria. Parliamo del lavoro? Inutile sprecare fiato dopo ciò che è successo a Rosarno. E l’alloggio: quanti italiani affittano le loro belle villette a uno straniero con un regolare contratto d’affitto?! È incredibile.
Questo disegno pretende dagli stranieri ciò che nemmeno pretende dai suoi cittadini italiani e così facendo divide gli uomini seconda la loro razza, dimenticando che prima di ciò che ci divide viene ciò che ci unisce.
Ma il bello deve ancora venire.
La Lega ha istituito, e ciò è contenuto in due emandamenti con riferimento al pacchetto sicurezza, una tassa per il rilascio e per il rinnovo del permesso di soggiorno. Una tassa di 200 € che si va ad aggiungere ai 70 € in media dei costi fissi.
Mi sorge una domanda, però,: dove vanno questi soldi? Non preoccupatevi, la Lega non se li vuole intascare (!!) ma andranno a far parte di un “Fondo per la prevenzione dei flussi migratori” istituito presso la Farnesina. Riporto le parole del senatore del Carroccio: “Questo fondo servirà ad aiutare i Paesi poveri a casa loro, grazie ai 200 euro che ogni immigrato dovrà pagare al Fondo per la prevenzione dei flussi migratori. Questa - aggiunge - è solidarietà e vicinanza verso i popoli: aiutarli in casa loro, senza illusioni di El Dorado, che non esistono più. A maggior ragione da noi".
Incredibile, dopo il danno anche la beffa.
Ma mi rivolgo a chi legge questo blog: è ora di dire basta a queste violenze e soprusi, è ora di opporsi ad un governo che porta avanti una lotta al diverso e ci guadagna pure dei soldi.
Cari stranieri, lo stato fascista e razzista che attualmente governa l’Italia non vi vuole, ma vuole i vostri soldi.
loner

mercoledì 10 febbraio 2010

Il Gorilla mangia le banane


È una notizia vecchia come il mondo, lo so, ma è necessario che anche questo blog la ripeta. Mi associo pubblicamente alla richiesta di boicottaggio dei prodotti a marchio Chiquita. L’avevo fatto tempo fa parlando dei prodotti a marchio israeliano e oggi, so bene che è una richiesta folle e che non risolverà nulla, lo faccio per l’Honduras.
Molto si è detto e parlato di questa multinazionale soprattutto della sua implicazione con il golpe che ancora fa soffrire il paese, è difficile da non credere, ai gorilla piacciono le banane e quindi come può Chiquita non essere implicata nel golpe?
Se, però, si vuole essere buonisti allora non accetto l’idea che Chiquita sia implicata con il golpe ma che non abbia interessi alla presenza di Zelaya come presidente quello sì. È stato lui infatti che avrebbe voluto alzare in forma stabile la paga base dei lavoratori del 60%, e quando ne parlava le multinazionali subito storcevano il naso. Si sa aumento dei salari vuol dire aumento delle spese, sapete di quanto? 20 centesimi di dollaro per gli ananas e 10 centesimi per le banane in più ogni 15 kg. Per una multinazionale come Chiquita direi che sono cifre proprio esorbitanti e non accettabili. È giusto che la gente muoia di fame, tanto i poveri per pochi lempira fanno di tutto, pensano loro. Io penso allora che noi poveri dovremmo interrompere questa spirale, smettere di mangiare banane, io sono orgoglioso di non essere come il gorilla e quelli messi in campo, ora, da lui.
momò

restaurazione


Il congresso di Vienna, 1814-1815, ristabilì la situazione politica europea a prima della Rivoluzione Francese e delle imprese napoleoniche. In pratica si riparò e riaffermò la monarchia d' Ancien règime. Non vorrei cedere a discutibili paragoni ma va detto che i politicanti italiani stanno cancellando i momenti fondanti della repubblica; il movimento partigiano, il dibattito costituzionalista, le idee degli anni '60 e '70. I leghisti sono razzisti (ed è inutile che continuino a dire che chi li critica fa razzismo al contrario), il nostro "amato premier" ha il controllo indisturbato delle televisioni e può quindi dilagare senza possibilità di un contrasto intelligente e forte, le possibilità di riunirsi in piazza sono sempre più difficili (anche in città governate dal PD!!!!).
Una speranza, le conseguenze dell atteggiamento dei regnanti "restaurati" (con interventi di chirurgia plastica?) di oppressione fu, in Italia, Il Risorgimento.


IoLiOdioINazistiDellIllinois

martedì 9 febbraio 2010

al-khalil


Lo scorso 20 gennaio il Segretario Generale delle Nazioni Unite Ban Ki Moon ha istituito Filippo Grandi come Commissario triennale Generale dell’Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l’assistenza ai profughi palestinesi. Un fatto sicuramente importante per l’Italia e per il mondo intero. Ieri in Egitto Grandi si è rivolto al primo ministro e alla Lega Araba per chiedere di continuare le pressioni sullo Stato d’Israele perché venga eliminato il blocco del passaggio di materiale da costruzione: "Noi rispettiamo le preoccupazioni di sicurezza di Israele, preoccupazioni legittime, ma abbiamo offerto loro garanzie molto specifiche per garantire che l'impiego di materiali da costruzione, che sarà ricevuto, sarà utilizzato nei nostri progetti per la ricostruzione". Ha poi aggiunto: “Israele, come potenza occupante, ha la responsabilità di fornire le esigenze della Striscia di Gaza, ma non soddisfando le responsabilità, ciò ha portato alla creazione di un'economia illegale basata sul contrabbando di merci attraverso il tunnel lungo il confine con l'Egitto e il successo di un gruppo di persone nella composizione della ricchezza a causa di questo commercio illegale".
A risposta di queste affermazioni, centrali per un dialogo proficuo e una riabilitazione della vita dei palestinesi a un livello, almeno, umano, ieri l’esercito israeliano ha portato avanti una campagna di arresti e cariche sulla folla che hanno prodotto decine di feriti, dieci arresti, tra cui la moglie del sindaco, del comune di al-Bireh, vicino Hebron, l’arresto di 60 residenti di Gerusalemme est con relative razzie nelle case.
Non condivido ma posso capire l’ottusità mentale del colonizzatore che non vuole sentire ragioni sul suo operato da parte dei colonizzati, ma essendo Israele, come dicono alcuni, l’unica democrazia in Medio Oriente, a tal punto di essere degna di avere il sostegno e la vicinanza dei più grandi stati occidentali, quale conclusioni si possono trarre dal suo non voler dialogare nemmeno con l’ONU?
momò

Carolina e Maria

“Carolina si era abituata ad avere vicino quella buffa creatura dagli occhi di cane e dal corpo diseguale e non poteva farne a meno: senza la sua compagnia la giornata le sarebbe sembrata vuota e inutile.”
Mentre leggevo queste righe di un libro mi sono chiesta davvero se la vita senza qualcosa o qualcuno a cui dedicarti appaia sempre così vuota.
Per Carolina, protagonista di questo libro di cui non voglio fare una recensione ma solo prendere spunto, è così. La sua esistenza riacquista significato quando ormai, sola e abbandonata da tutti, fa quest’incontro con Maria e inizia a prenderlo cura di questa ragazzina.
Con degli amici ( amici direi immeritati, non scelti, e quindi non solo amici di ‘passaggio’ diciamo) ci siamo trovati a parlare, a conversare, qualche giorno fa all’università e chi chiedevamo: laurea/macchina/lavoro/famiglia è tutto qui? Sono stati loro a provocarmi e chiedermi: è tutto qui?.
Sì mi laureerò (spero almeno), troverò, se tutto va bene, un lavoro, avrò una macchina ma poi finisce tutto qui? Carolina aveva tutte queste cose eppure si sentiva vuota e inutile finchè Maria non entrò nella sua vita, finchè non cominciò a prendersene cura.
Siamo ragazzi universitari, stiamo decidendo ora cosa saremo “da grandi”, ma è tutto qui quello che ci aspetta? Una vita già decisa in ruoli pre-confezionati pronti per l’uso?
I miei amici dicono di no, dicono che questi non sono che mezzi ma mai il fine da raggiungere, perché la vita è più vera e più bella solo se è dedicata alla costruzione di un amicizia più vera fra te e l’altro che incontri. Così fu per Carolina e Maria.
Forse è solo così che sparisce quella sensazione di vuoto che, a volte, assale alla nostra età davanti alle scelte del futuro.
Sì, credo ci aspetti una bella lotta per dedicarci a ciò a cui siamo chiamati, che non può essere solo un ruolo già pre-stabilito, o come diceva Mounier:
“Vedi è assolutamente necessario che diamo un senso alla nostra vita.
Non quello che gli altri vedono e ammirano, ma il “Tour de force” che consiste nell’imprimervi il sigillo dell’infinito.”
Loner

lunedì 8 febbraio 2010

Zirichiltagghia


La Sardegna, per come io, continentale, la vedo descritta sempre, è un luogodi villeggiatura per ricchi, un paradiso di yacht, escort e cocaina. Qui gliautoctoni sono rintanati chissà dove, e non rompono le scatole se i ricconicontinentali vanno là a fare i festini privati. Villa Certosa, il Billionaire,la Maddalena e Porto Cervo, ecco come me l'immagino.O come me l'immaginavo. Perchè quegli abitanti non sono ancora del tuttochiusi nelle riserve, come gli indiani d'America, ma sono stati capaci di unosciopero generale a Cagliari, coinvolgendo 50 mila persone, e di far sentire laloro voce. Il motivo è la chiusura dell'Alcoa, la multinazionale americanadell'alluminio, che lascia senza lavoro 2mila dipendenti. Ad accrescere ilmalcontento ci sono mille ragioni, di cui l'Alcoa è l'ultima: 600 imprese incrisi, 150 mila disoccupati, il presidente della regione Ugo Cappellacci (Pdl),che di tutte le promesse elettorali fatte, non ne ha mantenuta mezza. La primadi queste promesse elettorali era la costruzione della sede del G8 sullaMaddalena, spostata, a lavori finiti, all'Aquila per ragioni d'immagine delnostro CARO presidente del Consiglio. Le opere costruite (con 330 milioni presidal fondo della regione Sardegna) sono tuttora inutilizzate e abbandonate.Ma quante proteste, dopo l'Onda degli studenti, le manifestazioni dei precari,il No B-Day, le giornate per la libertà di stampa, la rivolta degli immigrati aRosarno, quante evidenzieranno ancora avanti dei problemi, chiederanno rispostee continueranno a non riceverne nessuna?

zecca

Mortem oppeto

Quando si cerca di ricordare un passato ormai remoto non si dà mai troppo valore alle conseguenze odierne, come si dice “il passato è passato”. Il Guatemala ha visto nel suo passato (dal 1954 al 1996) un colpo di stato molto violento che ha prodotto 200.000 morti, 400 villaggi scomparsi e 40.000 desaparecidos. La popolazione ha avuto, ovviamente, molti danni sia fisici che materiali ma soprattutto l’etnia maya ha avuto e tuttora continua ad avere ripercussioni. Diverse ONG hanno dato rapporti allarmanti soprattutto sulla violenza femminile che è in continuo aumento in maggior parte verso quelle donne, povere e lasciate volutamente ignoranti del popolo maya.
Questi gruppi di poveri vivono soprattutto nelle campagna dove possono avere la possibilità di un tentativo di agricoltura, ma una nuova minaccia da tempo soffoca le loro speranze: l’impresa mineraria Montana Exploradora. Impresa che negli anni è in continua espansione e ha già prodotto quanto segue: l’espansione della miniera ha provocato lo sfollamento di comunità agricole, le esplosioni in loco hanno causato danni a case e edifici agricoli, il grande utilizzo d’acqua della miniera ha causato il disseccamento dei pozzi, le attività estrattive hanno causato deformazioni geografiche e ambientali e infine, ma il più importante, è di molto aumentata l’incidenza di disturbi fisici sulla popolazione.
Tutto ciò solo perché non si dimentichi la sofferenza della povera gente.
momò

domenica 7 febbraio 2010

ricordando Cesare


Rileggendo "La luna e i falò" di Cesare Pavese mi è rimasta impressa la descrizione potente di come era, e in alcune parti è, l'Italia. Soprattutto sono due i punti di vista sui quali mi sono fermato maggiormente. Il primo è un forte realismo nel narrare di un paese che, nel Secondo Dopoguerra, aveva bisogno di tutto, la descrizione di una povertà troppo simile a quella di tanti sud del mondo moderni per poter dire "noi non c'entriamo". Il secondo aspetto è l'adozione da parte di Nuto del ragazzo zoppo Cinto, rimasto orfano, come se l'unica speranza di miglioramento sia una responsabilità paterna verso i più deboli e in difficoltà.
"Tu ce l'hai fatta" disse Nuto "perchè bene o male hai trovato una casa; mangiavi poco dal Padrino, ma mangiavi. Non bisogna dire, gli altri ce la facciano, bisogna aiutarli".

IoLiOdioINazistiDellIllinois

Ricominciano i dialoghi di pace?


Sono obbligato a fare il punto della situazione per un attimo, per poter meglio commentare la notizia che giunge da Israele. In un mio vecchio post infatti dicevo che l’inviato USA per il Medio Oriente, Gorge Mitchell avrebbe annunciato che gli Stati Uniti si sarebbero dati molto da fare per il processo di pace tra Israele e Palestina e il suo discorso finiva chiedendo al Premier israeliano di dichiarare apertamente che Israele era per la pace. Bene, pochi giorni fa Gilad Erdan, Ministro per l’Ambiente, seguendo le orme dei tanti discorsi di Netanyahu, ha detto che Israele e Palestina sono potranno presto riprendere i dialoghi di PACE, ma questa volta con la presenza di un mediatore americano. Torniamo allora al vecchio post, Netanyahu aveva risposto alla richiesta di Mitchell con questa affermazione: “Con la creazione di un futuro stato palestinese su tutto il confine nord-orientale si manterrà una presenza di controllo per evitare il traffico illegale di armi”. A ciò va aggiunto un’altra vecchia notizia da me riportata riguardante la famosa “Iron Dome”, la “cupola” missilistica progettata per difendersi dagli attacchi nemici che sarà posizionata a breve sul confine con la striscia di Gaza, ma che sarà poi estesa anche al confine nord con il Libano.
Visto come i politici israeliani hanno risposto alla prima richiesta di dialogo del inviato americano, non credo che questi ulteriori dialoghi porteranno a qualcosa di positivo, anzi non oso immaginare cosa saranno in grado di organizzare dietro alle quinte dei loro bei discorsi.
momò

sabato 6 febbraio 2010

Yemen: pericolo in vista



Il direttore dell’agenzia di intelligence USA, Leon Panetta, ha informato il mondo intero che il governo yemenita potrebbe non essere un alleato solido con gli Stati Uniti. Infatti, anche se il presidente Saleh ha iniziato una forte campagna contro i terroristi il territorio così diviso tra nord e sud potrebbe non rispondere in maniera così forte alla volontà di controllo della sicurezza.
Non metto in dubbio che la situazione in Yemen sia incandescente e sicuramente ciò è dovuto soprattutto a causa della politica del presidente Saleh, colpevole di non essersi mai reso conto che i due storici stati, nord e sud, si sono ormai da tempo unificati e equamente dovevano essere governati. Incandescente anche per la crisi economica che ha messo in ginocchio il paese e ha duplicati i prezzi dei cereali, unico vero alimento della zona, incandescente infine per la povertà dilagante e l’aumento della popolazione che vive nella più totale miseria.
Tutto ciò è vero e innegabile, ciò che ha me fa pensare sulla dichiarazione di Panetta è che anni fa un politico, che porta il nome di Cheney, dichiarava in prima battuta che la guerra in Iraq era giustificata perché sarebbe stata la forza purificatrice dalle cellule terroristiche. Non vi sembrano dichiarazioni molto simili?
momò

venerdì 5 febbraio 2010

L'attesa della povera gente

Riporto oggi 6 domande che Giorgio La Pira pose al suo governo attraverso il libro "l'attesa della povera gente", domande che vorrei girare ancora oggi:

1) é il governo persuaso che la disoccupazione, con la miseria morale che provoca, va combattuta come uno dei fondamentali nemici e delle fondamentali contraddizioni della società?...

2) è il governo persuaso che la disoccupazione costituisca uno sperpero economico che incide gravemente sul reddito nazionale e che, a lungo andare, produce anche inflazione?

3) è il governo persuaso che la eliminazione della disoccupazione presuppone un regolamento del mercato del lavoro da operarsi mediante una pianificazione della spesa (pubblica e privata) che esso solo può compiere?

4) è il governo persuaso che nessun ostacolo di natura finanziaria può e deve impedire il raggiungimento almeno graduale di questo obbiettivo?

5) è il governo persuaso che l'assunzione di questo compito nuovo e così fondamentale importa un mutamento in certo senso radicale della sua politica economica e finanziaria, interna ed internazionale?

6) ed, infine, vuole intanto il governo procedere alla immediata erogazione delle somme necessarie per sovvenire in qualche modo alle prime ed inderogabili esigenze dei disoccupati?

Ecco le domande precise che la povera gente fa al Governo. (ieri e oggi)

IoLiOdioINazistiDellIllinois

Solo chi le compie nega le atrocità


Tutti ne hanno già ampiamente parlato, ma essendo tornato di moda grazie alle dichiarazioni del nostro premier voglio darvi alcuni passaggi del famoso Rapporto Goldstone. Guardate cosa è in grado di fare l’unica e grande democrazia del Medio Oriente:

32. Le forze armate israeliane hanno lanciato numerosi attacchi contro edifici e personale governativi di Gaza. Per quanto concerne gli edifici, la Missione ha esaminato gli attacchi israeliani al Consiglio Legislativo Palestinese e alla principale prigione di Gaza (Capitolo VIII). Il grado di distruzione di tali edifici è grave a tal punto da impedirne il riutilizzo. Dichiarazioni rilasciate dal governo israeliano e dalle forze armate giustificano gli attacchi sostenendo che le istituzioni politiche ed amministrative di Gaza fanno parte dell’ “infrastruttura terroristica di Hamas”. La Missione rifiuta questa posizione. Non esiste nessuna prova che il Consiglio Legislativo e la principale prigione di Gaza abbiano dato un contributo effettivo all’azione militare. In base alle informazioni a disposizione, la Missione ritiene che gli attacchi a questi edifici siano stati un deliberato attacco contro obiettivi civili, in violazione della legge internazionale del diritto umano secondo la quale gli attacchi devono essere strettamente limitati ad obiettivi militari. Questi dati di fatto provano ulteriormente l’estensiva distruzione di proprietà, non giustificata da necessità militari e praticata illegalmente e promiscuamente.
33. La Missione ha esaminato gli attacchi contro sei stazioni di polizia, quattro dei quali sono avvenuti entro i primi minuti delle operazioni militari del 27 dicembre 2008, causando la morte di 99 poliziotti e di nove impiegati pubblici. In totale l’esercito israeliano ha ucciso circa 240 poliziotti, corrispondenti a più di un sesto delle morti palestinesi. Le attenuanti degli attacchi contenute nel report sulle operazioni militari presentato dal governo israeliano nel luglio 2009 chiarificano che i poliziotti sono stati deliberatamente scelti come obiettivo ed uccisi perché la polizia in quanto istituzione o gran parte dei poliziotti in quanto individui sono considerati parte delle forze militari palestinesi di Gaza.
42. Nello stilare le conclusioni legali riguardo l’attacco contro l’incrocio al-Fakhoura, la Missione riconosce che per quanto riguarda le decisioni circa la proporzionalità delle armi usate, soppesando la necessità di raggiungere il vantaggio militare e il rischio di uccidere civili, in alcuni casi ci siano autentici dilemmi. La Missione non crede tuttavia che ce ne siano in questo caso. Il lancio di almeno quattro granate per riuscire ad uccidere un basso numero di specifici individui in un contesto in cui era presente un ampio numero di civili impegnati in attività quotidiane e nelle cui vicinanze trovavano rifugio 1.368 persone, non può essere considerato un’azione militare in cui il numero di civili a rischio venga giustificato dall’acquisizione di vantaggio militare. La Missione ritiene perciò che l’attacco sia stato indiscriminato e abbia violato il diritto internazionale ed il diritto alla vita dei palestinesi civili uccisi durante l’attacco.
43.La Missione ha investigato undici episodi in cui l’esercito israeliano ha lanciato attacchi diretti contro i civili con conseguenze letali (Capitolo XI). I casi esaminati in questa parte del report sono, con una sola eccezione, tutti casi in cui i fatti non indicano alcun obiettivo militare che possa giustificare gli attacchi. I primi due episodi riguardano attacchi contro case situate nel quartiere Samouni a sud di Gaza City, incluso il bombardamento di una casa in cui civili palestinesi si erano radunati a seguito di un ordine da parte dell’esercito israeliano. I successivi sette casi riguardano l’uccisione di civili che stavano abbandonando le proprie case per spostarsi verso luoghi più sicuri, mostrando bandiera bianca e, in alcuni casi, eseguendo gli ordini dello stesso esercito israeliano. I dati raccolti dalla Missione indicano che tutti gli attacchi sono avvenuti in momenti in cui l’esercito israeliano aveva pieno controllo dell’area ed era precedentemente entrato in contatto con o aveva almeno osservato le persone che ha poi attaccato, ed era dunque consapevole del loro status di civili. Nella maggior parte dei casi presi in analisi le conseguenze degli attacchi israeliani contro i civili sono state aggravate dal seguente rifiuto di permettere l’evacuazione dei feriti o di permettere l’accesso alle ambulanze.
44. Questi episodi indicano che le direttive date all’esercito israeliano a Gaza prevedevano una bassa soglia per l’uso di fuoco letale contro la popolazione civile. La Missione ha riscontrato molteplici conferme di ciò, emerse dall’inchiesta sulle testimonianze dei soldati israeliani raccolte nelle due pubblicazioni esaminate.
45. La Missione ha inoltre esaminato un episodio in cui, durante la preghiera della prima serata, un missile ha colpito una moschea provocando la morte di quindici persone, mentre un attacco con munizioni flechette sparato contro una folla riunita in una veglia funebre ne ha uccise cinque. La Missione ritiene che entrambi gli episodi costituiscano un attacco intenzionale alla popolazione e ad obiettivi civili.

E questi sono solo stralci, le parti meno violente.
momò

giovedì 4 febbraio 2010

L'unica grande democrazia in Medio Oriente


So di essermi già espresso a riguardo, ma al peggio non c’è mai fine e da italiano sono offeso per ciò che il rappresentate italiano (non merita di essere citato) dichiara in Israele. L’unico stato democratico del Medio Oriente? Israele leader per la libertà e la pace? Era giusto attaccare Gaza? Ma è una barzelletta?
Dov’è la democrazia (termine che in sé dovrebbe portare anche quello di libertà e pace) se i giovani israeliani (uomini e donne) sono obbligati non solo al servizio militare ma anche a combattere? Dov’è la democrazia se i giovani militari morti sul campo vengono squartati per rubarne gli organi da mettere sul mercato nero? Dov’è la democrazia se Netanyahu dichiara che Israele ha adottato misure enormi per facilitare i negoziati e la pace e, mentre lo dice, degli F16 partono alla volta di Gaza per bombardare e uccidere circa una decina di civili?
Ma poi era giusto ammazzare 1415 civili? Questa è la pace? vi lascio questo link:
http://www.pchrgaza.org/files/PressR/English/2008/list.pdf, qui trovate l’elenco dei nomi con età e lavoro civile, leggete e piangete! Se vostro figlio venisse ucciso dalle armi al fosforo, cioè rimanendo senza arti e quelle parti di corpo rimaste fossero ormai sanguinanti, bruciate e senza più epidermide, oppure vostra figlia di 5 anni uccisa da un colpo di arma da fuoco in testa, voi avreste il coraggio di dire che era giusto?
E non è finita qui. Sempre quello, il rappresentante italiano, alla domanda su cosa avesse provato davanti al muro di Betlemme ha avuto il coraggio di rispondere: “Non l’ho visto, ero distratto dalla lettura”. Direi che per presentarsi come un uomo volenteroso di riaprire il dialogo tra Israele e Palestina è una distrazione non da poco! Come si può dialogare se il tuo vicino ti chiude la porta in faccia con un muro di cemento e, ogni volta che ti vede, ti pesta i piedi (per non dire ti spara in faccia)?
Forse mi odierete, ma da oggi ogni singola azione dell’unico stato democratico in Medio Oriente, sarà riportata, non si può tacere la verità.
momò

mercoledì 3 febbraio 2010

la rimembranza acerba


Il 26 settembre 1997 l'Umbria e le Marche furono scosse da un devastante terremoto, se ne parlò per mesi, gli aiuti arrivarono da tutte le associazioni umanitarie, dagli Alpini, dai diversi popoli europei. (Oggi qualcuno si ricorda del Campo Europa a Casenove di Foligno e della scuola che a nelle vicinanze nacque?). Del sisma in Abruzzo si è già smesso di parlare, tutto a posto? Qualcuno ci crede? solo la protezione civile è potuta intervenire, gli altri fuori non disturbate, facciamo noi, grazie. Haiti stà già scivolando nelle notizie di fondo dei telegiornali, "lontano dagli occhi...". In Italia chi ricorda il terremoto in El Salvador? Nel giorno della Candelora, della candela della luce, vorrei solo ricordare che questi angoli di mondo ci sono ancora. Un omino basso, molto ricco e influente durante la campagna elettorale per le politiche, che poi vinse, promise un milione di posti di lavoro, lo stesso omino promise case per tutti all' L'Aquila entro natale, per favore smettete di credergli.


IoLiOdioINazistiDellIllinois

Sadismi interessati


Dobbiamo tornare indietro fino al 1963 quando, a causa del movimento indipendentista algerino, il generale de Gulle fu costretto a interrompere gli esperimenti nucleari nel Sahara per spostarli negli atolli della Polinesia Francese, oggi Tahiti.
Gli esperimenti sono stati, ovviamente, molto dannosi sia per la popolazione che per l’ambiente e nel 1981 si decise di spostarli sottoterra e poi pian piano cessarono. Nel 1995, sotto un coro di enormi proteste, Jacques Chirac annunciò che la Francia avrebbe condotto una nuova serie di esperimenti sotterranei. I danni sono stati enormi: centinai di persone sterili e con malattie cancerogene e, come sempre, bambini deformi. A Tahiti si formarono numerose associazioni per riottenere almeno un, quasi insignificante, risarcimento danni, ma la Francia sempre negò che determinate malattie cancerogene potessero essere legate ai loro esperimenti. Vennero così nel 2006 organizzati dei centri medici seguiti da UNSCEAR (Comitato scientifico delle Nazioni Unite di studio effetti delle radiazioni ionizzanti), che stilò un elenco di 18 malattie legate agli esperimenti atomici. La notizia di ieri porta un po’ di speranza ai parenti delle vittime, infatti, dopo una lunga discussione, durata anni, in cui la Francia riconosceva solo 13 delle 18 malattie, ieri il primo ministro francese, François Fillon, si è finalmente pronunciato a favore delle 18 malattie per cui la Francia elargirà ricompensazioni.
È sicuramente una nullità questa decisione, anche perché tutta la storia appena raccontata ci dimostra come il più forte ama sadicamente giocare, sempre, con il più debole, ma gli albori di una speranza devono sempre esistere.
momò