martedì 3 luglio 2012

E se chiudessimo il blog?


Lo faremmo, forse, per farci arrivare le vostre richieste per farci continuare, e così ci crogioleremmo e gongoleremmo dalla gioia che qualcuno crede in noi.
Lo faremmo, forse, per ritrovare insieme la forza di proseguire in una decisione presa quasi 4 anni fa.
Lo faremmo, forse, perchè quella forza di proseguire l'abbiamo già cercata ma non l'abbiamo poi trovata.
Lo faremmo, forse, perchè non abbiamo più il tempo di dedicarci a una cosa a cui piaceva dedicarcisi.
Lo faremmo, forse, perchè, in ultima analisi, tutto è andato a ramengo.
Il Timone

giovedì 28 giugno 2012

La fine della primavera araba

Per Jamal Zahalqa, deputato palestinese alla Knesset, il parlamento israeliano, “l’affermazione di Mohammed Mursi alla presidenza in Egitto è una vittoria degli egiziani”.
Il leader del partito Alleanza Nazionale Democratica, si è complimentato con Mursi e, come avevano osservato altri politici palestinesi, anche secondo il suo parere il processo di consulta e quello elettorale conclusosi con la nomina di Mursi, è stato un matrimonio con la democrazia.
Anche Zahalqa parla di nuova fase colma di speranza per il futuro. Direttamente aggiornato sul dibattito interno allo Stato ebraico, il deputato sostiene che in Israele non c’è particolare preoccupazione per la vittoria di un candidato dei Fratelli Musulmani, dal momento che è più forte la convinzione che i problemi interni all’Egitto siano talmente estesi, da richiedere la priorità rispetto alla politica estera.
“Altri in Israele non credono in uno scontro aperto tra i due Paesi, perché tale ipotesi significherebbe togliere il pane agli oltre 80 milioni di egiziani”, prosegue Zahalqa con riferimento al taglio delle sovvenzioni statunitensi all’Egitto nel caso di un conflitto con Israele.
“E’ vero che l’Egitto avrà molto da fare al proprio interno, ma l’era di Mubarak non tornerà. Con la vittoria di Mursi, è finita la ‘Primavera israeliana’.
“Non credo che l’Egitto sarà mai uno stato al servizio di Israele, tutt’altro, è una realtà nazionale indipendente che detiene un rapporto speciale con i palestinesi e, anche per questo, gode di grande ammirazione nel mondo arabo”.

via "Agenzia stampa Infopal - www.infopal.it"

martedì 26 giugno 2012

Poveretto, votatelo!


Tutti i non membri del Ku Klux Klan erano intervenuti per denunciare lo schifo della legge anti immigrazione varata tempo fa in Arizona, anche io ne avevo parlato.
Quattro erano i punti chiave sui quali la legge puntava per “smascherare” gli illegali e rimandarli a casa: 1. Possibilità di richiesta documenti a tutti gli immigrati che potevano sembrare illegali; 2. Reato per gli immigrati legali sorpresi senza documenti 3. Impossibilità di contratto di lavoro senza documenti 4. Possibilità di arresto per chi può sembrare illegale.
Obama ha lottato perchè questa legge venisse modificata, era troppo apertamente contro i principi di uguaglianza che aveva sbandierato per farsi eleggere, e ha ottenuto che i punti 2, 3 e 4 venissero eliminati. Un successo per molti; una rivincita per tanti, grandi elogi per quel santo di Obama che avrebbe mantenuto le promesse fatte, ma per chi guarda con attenzione solo una vittoria di Pirro.
Rimane in vita ancora il primo punto della legge, quello più folle, quello più assurdo, tanto che la governatrice dell'Arizona, incazzata nera per la mossa di Obama, ha già detto che, essendo rimasto superstite il primo punto, lo farà applicare sempre, ovunque e comunque.
Ma poi voi lo avete capito il vero motivo di questa modifica di legge voluta da Obama? Semplice, se tutti gli immigrati legali vengono incarcerati solo per il fatto che sembrano illegali chi andrà a votare Obama alle prossime elezioni?
octavio

lunedì 25 giugno 2012

Impeachment


39 voti favorevoli, 4 contrari e 2 assenti. È golpe di Stato? È giustizia? È Costituzione? È legale?
Tutte domande lecite, tutte domande che attendono risposta. Nel mentre, però, in Paraguay l’ex vescovo di sinistra è stato destituito dal suo scranno e al suo posto è salito il sostenitore, ora acerrimo nemico, Federico Franco. C’è da precisare subito che da un punto di vista legale (io non me ne intendo molto, ma ho cercato di informarmi al meglio) le azioni che il Parlamento ha fatto contro il Presidente Lugo sono tutte precise e giuste; accusato di impeachment è stato mandato a processo da quei 39 voti favorevoli di cui all’inizio, è stato, dunque, destituito e al suo posto è salito il suo vice: il Comandante Franco.
Eh sì, quello che lo aveva aiutato a prendere i voti necessari per andare al potere, quello che gli aveva permesso di vincere, subito dopo, gli ha voltato le spalle (attenzione ideologicamente, perchè fisicamente il suo posto di vice ben remunerato mica lo ha mollato) e poi, quando ha potuto gli ha rubato il posto in poltrona.
Ripeto, legalmente mi sembra che le azioni messe in campo siano corrette e, infatti, chi accusa il Comandante di aver architettato un golpe lo fa precisando che, comunque, golpe militare non è.
Quello su cui credo sia necessario soffermarsi un attimo è il motivo per cui su Lugo pende oggi il giudizio di impeachment: malgoverno e aumento della violenza. Ma davvero mi volete fare credere che in Latino America il problema della violenza si può legare, SOLO, al malgoverno? E, poi, c’è da dire che mentre il Comandante Franco fa sapere che la vita in Paraguay è normale e la gente è tranquilla, il popolo fa sapere che i sostenitori di Lugo sono in piazza a protestare e anche i più poveri dei poveri, i contadini, si stanno organizzando per arrivare in città a dire la loro. Vedremo Franco come si comporterà, d’obbligo sottolineare che la vera accusa contro Lugo è uno scontro di non molto tempo fa fra polizia e contadini in cui persero la vita sia gli uni che gli altri; un banco di prova, insomma, quello che sta per arrivare, per Franco.
Nel mentre, per quello che mi è dato sapere, gli USA tacciono; c’è chi non riconosce il nuovo governo, c’è chi (Germania in primis) lo ha già riconsciuto, ma gli USA? Quando parleranno tutto sarà chiaro.
octavio

martedì 19 giugno 2012

I paesi più felici


Benestare provato e dichiarato dalle persone intervistate (bisogna però domandarsi quali); Capacità di sviluppo e, di conseguenza, sogni futuri delle persone intervistate (bisogna sempre domandarsi quali); Attività ecologiche e di autosostentamento attivato in campo energetico, del riciclaggio ecc. ecc.
Sulla base di ciò esce questa cartina del mondo con indicati i paesi più felici del mondo.


Io avrei usato altri parametri, io avrei guardato a povertà, corruzione del Governo, economia, questo però avrebbe voluto dire mostrare la verità e,si sa, è sempre meglio negare tutto, negare l'evidenza.
octavio

lunedì 18 giugno 2012

Vattene tu!


Basta guardare i molti post riguardanti la Palestina o farsi una propria cultura personale andando a cercare in internet o, ancora meglio, andando sui luoghi per capire una caratteristica generale sulle colonie israeliane. Non parlo di loro illegalità, questo lo do per scontato; non parlo di deturpazione di paesaggio, anche questo lo do per scontato; non parlo nemmeno di violenza, ancora una volta do per scontato si sappia che nelle colonie vivono i sionisti più invasati e, dunque, più violenti. Voglio, invece, qui sottolineare l’unica vera questione geografica che accomuna le colonie e cioè la scelta di “crearle” sulle alture, sui monti o sulle colline così da meglio controllare il popolo palestinese.
Alcune sono oggi ancora “semplici” insediamenti, altre sono invece già strutturate e ben avviate e questo è il caso, fra i tanti, di Nazareth Illit o, per farvi capire meglio, Nazareth Alta/ Nazareth di Sopra; la Nazareth, insomma, colonia e colonizzata campo base dei sionisti che hanno strappato la terra ai palestinesi per impiantarci i loro palazzoni e le loro case.
Vi parlo di questo comune perchè da qui viene la nuova proposta assurda del mondo sionista. Premessa, necessaria perchè poi non farlo altro commento, alla propria terra di origine ogni uomo è legato e affezionato, ancora più se gli viene strappata dalle mani con la violenza per costruire il regno di Dio.
La proposta? Pagare i palestinesi perchè vendano la propria casa e se ne vadano per sempre.
michael

giovedì 14 giugno 2012

Un sogno...

Un sogno? Che i popoli vivano in accordo tra di loro. Un sogno? Che si realizzi questo. Sì perchè il problema non è tanto sperare che l’uomo possa vivere insieme all’altro uomo, di per sè ci riuscirebbe; il problema è che ciò si realizzi. Se ti convincono che il tuo vicino puzza, se ti convincono che chi ti sta a fianco ruba, se ti convincono che al di là del fiume stanno gli assassini, se ti convincono che nel bosco vivono i mostri, se ti convincono che nel mondo i migliori siamo solo noi è chiaro che si arriva al famoso, strausato, pieno di significato homo homini lupus.
Ora, che Kosovo e Serbia siano ai ferri corti è risaputo, molti post sono stati dedicati a questo annoso problema. Che si arrivi a tanto è, però, per me complicato da comprendere. Il Ministro dell’Interno kosovaro ha stabilito che l’utilizzo di auto con targhe serbe ma riferite a località kosovare è vietato; da pochi giorni, chiunque venga sorpreso a bordo di un mezzo con queste caratteristiche si vedrà sequestrare il veicolo.
Le auto con targhe serbe viaggiano ovviamente al Nord del paese, e il Nord del paese è a maggioranza serba, la quale, ça va sans dire, non ha nessuna intenzione di accettare questa nuova legge. Una legge, diciamolo, fatta solo per inasprire il già inesistente dialogo. Una legge inutile, insignificante; ditemi voi che cosa cambierà, nel rapporto tra i due Stati e le due popolazioni se ci saranno macchine senza targa serba in Kosovo.
E ora voi mi potresti dire: “Ma sei scemo, ma non lo sai che è previsto dagli accordi di Belgrado che in Kosovo non esistano più macchine con targa serba?
Sì, lo so. A maggior ragione.
aleksej

mercoledì 13 giugno 2012

Buone notizie


Una buona notizia? Beh sicuramente ogni tanto ci vuole, non si può vivere solo del male della gente. Una buona notizia? Io sono sempre scettico, non canto vittoria fino a che non vedo risultati concreti e, quindi, prima di credere che sia davvero buona bisogna capire se funzionerà. Una buona notizia? Beh adesso ve la devo dire se no mi prendere per pazzo e, sopratutto non capite di che cosa sto parlando.
Nuova Delhi, prima città nel mondo indiano a farlo, ha deciso di istituire una banca del cibo per i bisognosi e abbienti. Non perdo tempo a dirvi che l’indigenza, la soglia di povertà, l’estrema povertà, sono normalità in India; se site curiosi informatevi tramite siti internet dedicati.
La decisione è dunque buona; chiunque (in particolar modo dopo banchetti e cerimonie) abbia cibo in avanzo che butterebbe via può contattare i volontari che lavoreranno per la banca in questione così da far ritirare le derrate in eccesso e permettere agli stessi di redistribuirle tra chi ne necessiti.
Perchè allora io non sono così convinto che sia una buona notizia? Di per sè, è vero, il metodo di lavoro studiato e l’idea di fondo non fanno una grinza e sono ammirevoli. C’è però da domandarsi: quanto interesserà alla gente con cibo di aiutare la gente senza cibo? Quanto questi volontari saranno così integerrimi da distribuire il cibo ai soli veramente bisognosi? Quanto la mafie e le mafie cercheranno di speculare e speculeranno su questa nuova banca del cibo? Quanti e quali interessi per il Governo che ha emanato l’idea si svilupperanno con l’avvio di questa iniziativa?
Staremo a vedere.
octavio

martedì 12 giugno 2012

Cercare di capire


Immaginate di essere un popolo, povero, affamato e in via di sicura estinzione. Immaginate di trovare il vostro modo di sostentamento nel petrolio. Immaginate, quindi, di sentirvi tranquilli, sicuri che un futuro migliore è in arrivo; si sa che con il petrolio tutto è possibile, tutto è fattibile. Immaginate ora di vedere tonnellate di persone straniere, bianchi, occidentali, non musulmani che invadono le vostre terre, sfruttano le vostre risorse, sfruttano il vostro lavoro, esportano tutta all'esterno e non investono nulla nel vostro territorio. Immaginate ora di scoprire che il vostro Governo, quello che dovrebbe supportarvi sia venduto, corrotto e abbia al suo interno infiltrati bianchi, occidentali, non musulmani che sappiano tutto di tutti e agiscano prima ancora che le decisioni governative siano pubbliche. Non vi verrebbe odio? Non pensereste che l'occidente e il suo modus vivendi sia da vietare? Ecco a voi Boko Haram.
Con questo non voglio giustificare la violenza, non voglio giustificare le stragi di cristiani, non voglio giustificare il sangue versato che nessuno tenta di fermare. Con questo voglio spiegare.
octavio

venerdì 8 giugno 2012

Il popolo eletto da Dio


Come si fa a distruggere una persona? Come si fa a distruggere una stirpe? Come si fa a distruggere un popolo? Ovviamente tutte le risposte le potete andare a chiedere al Governo d’Israele il quale saprà darvi delucidazioni così precise che rimarrete a bocca aperta per quanto l’uomo sia capace di essere crudele. Cercherò comunque di farvi un sunto di tutto ciò che si deve fare, metti caso vogliate diventare sionisti.
  1. Limitazioni nel movimento: trovare diversi modi e forme per poter bloccare nelle loro città i residenti, fare in modo che anche uscire di casa o andare al lavoro sia per loro impossibile. In questo Israele eccelle, basti pensare al muro di separazione o alla cupola missilistica di Gaza.
  2. Limitazioni nell’economia: non c’è nemmeno bisogno di spiegazioni, senza lavoro non c’è economia, senza economia c’è la morte totale. In Palestina mancanza di lavoro e disoccupazione sono a percentuali altissime e quelle attività che darebbero almeno sostentamento vengono continuamente messe in crisi: uliveti incendiati, coltivazioni distrutte per far posto a colonie, pozzi e risorse idriche chiuse o inaccessibili.
  3. Limitazioni nel sostentamento: Mancanza di cibo e di strumenti lavorativi sono alla base della distruzione di un popolo. Israele è maestro nel blocco totale imposto a Gaza che gli permette, su ogni singolo bene, di decidere se entrerà e come entrerà. Cibo fresco arriva spesso a Gaza avariato a causa delle troppe ore di attesa sotto il sole prima che si apra il valico.
  4. Limitazioni nell’educazione: mantenere un popolo ignorante è il miglior metodo per controllarlo. Di pochi giorni fa la notizia che Israele dopo aver arrestato 18 minorenni, averli incarcerati e, prima, torturati gli vieta ora di poter sostenere gli esami scolastici necessari per superare l’anno scolastico in corso.
Questo è il popolo d’Israele, il popolo eletto da Dio.
michael

giovedì 7 giugno 2012

Tranquilli, questo non è regime, è democrazia


Ho già parlato abbondantemente di Khodorkovskij, non voglio dilungarmi. Per riassumere a chi ancora non lo conoscesse basta dire che era un magnate russo che ha tentato di mettersi contro Putin nel settore gas e petrolio forte del sostegno che Eltsin gli aveva dato quando ancora valeva qualcosa; le sue mire di ricchezza sono finite quando Putin si è rotto le palle lo ha fatto arrestare per frode, gli ha fatto fallire la ditta (e che ditta) e lo ha fatto condannare ad otto anni di reclusione.
Tranquilli, questo non è regime, è democrazia.
Di Gazprom ho già abbondantemente parlato, non voglio dilungarmi. Per riassumere a chi ancora non la conoscesse basta dire che è l’unica (UNICA) azienda russa nel mercato delle risorse energetiche che davvero conta. Nell’amministrazione vede, con potere decisionale, la figura losca di Vladimir Putin. Ha contratti in tutto il mondo e per miliardi di rubli, ha preso tangenti da tutto il mondo in cambio di forniture varie. Nel tempo ha acquistato e ora gestisce testate giornalistiche e televisioni nazionali che ora sono tutte, inspiegabilmente, filoputiniane. È per lei che viene mantenuta sempre aperta una guerra in Cecenia che ha fatto milioni di vittime.
Tranquilli, questo non è regime, è democrazia.
Del Governo russo ho già abbondantemente parlato, non voglio dilungarmi. Per riassumere a chi ancora non lo conoscesse basta dire che è un postribolo di affiliati al clan Putin; unico attore con potere decisionale sempre lui: Putin. E lui, Putin (lo ripeto e straripeto per continuare a tranquillizzarvi sul fatto che non è regime è democrazia...), ha deciso di nazionalizzare il petrolio. Il mercato energetico quindi, ora, così si suddivide: da un lato Gazprom (Putin) e dall’altro il Governo (Putin).
Tranquilli, questo non è regime, è democrazia.
aleksej

mercoledì 6 giugno 2012

Le politiche vincenti in Europa


Il “problema” velo islamico è da tempo che ci costringe a domandarci se sia giusto o meno che una donna si copra totalmente e completamente. Io penso che ai fini della sicurezza sia sbagliato, ai fini della libertà di espressione e religiosa sia giusto; basterebbe accordarsi per il riconoscimento, ove necessario (e quindi non tanto per fare), degli individui portanti burqa o niqab.
Le leggi a riguardo si sprecano e in molti paesi europei l’uso del velo integrale è, ormai, vietato in ambiente pubblico, pena il pagamento di sanzioni pecunarie più o meno elevate. Ecco, io questo lo trovo ingiusto, completamente ingiusto.
C’è chi ha però voluto fare di più, dimostrando non solo l’ignoranza e la stupidità che lo contraddistingue ma sottolineando al mondo intero la sua xenofobia e il suo razzismo; sto ovviamente parlando di Filip Dewinter, esponente del partito di estrema destra del Belgio.
Il Belgio già da tempo ha una legge che vieta il velo totale per tutte le donne islamiche, pena pecuniaria per chi viene “beccata” pari a 150 euro. Il politicante in questione ha però notato che la legge esiste, ma in realtà ben poche forze dell’ordine e cittadini la mettono in atto e, così, le donne continuano a stare con il loro velo e nessuno gli dice nulla nè gli fa pagare alcunchè. Quindi ecco la proposta: verranno offerti 250 euro a tutti coloro che, forze dell’ordine o cittadini, denunceranno agli organi competenti tutti i soggetti femminili che indossando burqa o niqab contravvengono alla legge.
Un tempo la chiamavano caccia alle streghe e poi le streghe finivano sul rogo. Queste sono le politiche vincenti in Europa oggi.
octavio

lunedì 4 giugno 2012

Tantum religio potuit suadere malorum


La situazione è sempre delicata quando si trattano argomentazioni che potrebbero urtare la sensibilità religiosa di molte persone. Oggi parlerò di aborto.
Immagino che tutti abbiate già fatto un rapido collegamento tra “religioso” e “cristianesimo”, in effetti da qui, dall’Italia, sentiamo solo una campana, quella di Città del Vaticano, che ci obbliga a pensare al mondo cattolico; io però voglio parlarvi di Islam.
Qualcuno sapeva che anche per l’Islam l’aborto è da ritenersi fuorilegge? Qualcuno sapeva che, però, a differenza di molte credenze e dicerie cristiane, per l’Islam la vita inizia dopo 4 settimane dal concepimento?
È proprio su questo che le leggi di tutti i Governi contemporanei basano le loro leggi pro-aborto. Attenzione, gli Stati più moderni, più contemporanei, più legati al politico che al religioso hanno creato permesso di aborto entro margini di tempo molto più ampi, ma la nota islamica è sempre in agguato e, dunque, si rischia di dover cambiare la legge.
In Turchia si sono svolte manifestazioni importanti, numerose e al femminile dopo che è stata lanciata l’idea di revisionare la legge sull’aborto, ovviamente in chiave islamica. Sino ad oggi in Turchia era legale interrompere una gravidanza sino a 10 settimana dal concepimento, ora i politici stanno optando per due differenti vie.
  1. Eliminare la legge che legalizza l’aborto e vietarlo in tutti i casi, fosse anche stupro su minore.
  2. Permettere l’interruzione di gravidanza entro 4 settimane dal concepimento prima, insomma, che inizi la vita.
octavio

giovedì 31 maggio 2012

Alla conquista della luna...


Ormai sono già passati due anni, nessuno, se non i siti strettamente e dichiaratamente filopalestinesi, ci hanno tenuto a ricordare il massacro compiuto per opera israeliana contro la Mavi Marmara, la nave della Freedom Flottilla che cercava di portare aiuti umanitari a Gaza; 9 i morti.
Israele non ha mai chiesto scusa per l’atto, Israele non ha mai dichiarato l’errore dell’atto, Israele se ne fotte che 9 persone siano state ammazzate. Ieri e oggi a Istanbul sono stati organizzati momenti di commemorazione, dolorosa commemorazione.
La notizia che arriva contestualmente è l’organizzazione di una nuova nave che questa estate cercherà di rimuovere, nuovamente, il blocco su Gaza. Tutte le info a riguardo e per chi volesse aiutare le trovate qui.
Lo Stato di partenza è molto lontano e, dunque, gli aiuti economici sono molto necessari; a questo punto conviene dire che non è tanto il risultato quello che conta (spero non sia così ma credo che Israele troverà i mezzi per bloccare questa spedizione, fosse anche con la violenza) ma l’atto di organizzare con testardaggine un modo eclatante per aiutare Gaza e far sì che il mondo porti, riporti l’attenzione su Gaza in particolare, la Palestina in generale.
Israele, intanto, ha già fatto capire che cosa pensa sulla questione Palestina, sulla questione Gaza, sulla questione violenze contro i palestinesi, sulla questione abusi contro minori palestinesi, sulla questione trattamento dei palestinesi nelle carceri, sulla questione odio razziale, sulla questione divisione in due Stati, sulla questione blocco di ogni valico e di ogni genere alimentare e di prima necessità che possa servire ad aiutare i palestinesi.
Nella giornata di ieri un gruppo di soldati israeliani ha collocato sulla Cupola della Roccia/Moschea di Al-Aqsa una bandiera israeliana. Pensando a questa immagine ho pensato un po’ a quella dell’astronauta americano sulla Luna: di colonizzazione sempre si tratta.
michael

martedì 29 maggio 2012

La solita, straziante, conclusione



Non solo gli uomini anche i gorilla. Non solo i congolesi ma anche i rwandesi, non solo gli hutu ma anche i tutsi. Insomma, tutto il lembo di terra che fa da confine tra Repubblica democratica del Congo e Rwanda è ciò che esso contiene è a rischio morte e distruzione.
Il fatto più terribile da raccontare è che se tempo fa (ma neanche troppo lontano, tutti ne abbiamo ancora memoria) i rifugiati hutu scappavano in Congo per evitare di essere trucidati dai connazionali tutsi ora siamo di fronte alla situazione contraria, è il Congo che chiede aiuto al Rwanda. Sono i congolesi che scappano per paura di essere ammazzati, gli scontri sono violentissimi e arrivano sia via terra che via aria.
La ragione in questione è il nord Kivu, qui gli scontri duravano già da mesi (si farebbe prima a dire che qui gli scontri non sono finiti mai) e vedono da una parte l’esercito federale del Congo e dall’altra il Movimento 23 marzo. Ed ecco allora che si apre un mondo; l’M23, infatti, è uno dei tanti gruppi di militari disertori che si sono formati intorno alla figura, pazza, assassina e folle, del generale Bosco Ntaganda, fra i capi, fino al 2009, del’esercito regolare congolese. Questi gruppi paramiliatri capitanati dal generale tramite alla violenza sono dediti al contrabbando illegali dei tanti minerali presenti nella regione del nord Kivu. Chi ci guadagna con questi traffici? Il Rwanda e il suo regime. Chi si è presentato come mediatore fra ribelli e esercito regolare? Il Rwanda e il suo regime. Chi sta sostenendo con armi leggere e pesanti i ribelli? Il Rwanda.
Chi ha iniziato la guerra che ora si sta combattendo è stato però l’esercito regolare, il quale, ora risulta più evidente, sta cercando di fare fuori i ladroni per tenersi lui i proventi del nord Kivu.
Solita conclusione, purtroppo,a rimetterci sono sempre i poveracci: i contadini della zona che cercano, invano di scappare, i lavoratori di quella zona mineraria, gli animali da cortile e in via d’estinzione.
octavio

lunedì 28 maggio 2012

Nuove "cure" per l'HIV


Credo che l’ignoranza sia uno dei più grossi mali che colpisce il mondo, a causa dell’ignoranza si sono commessi e si commettono atti immondi. Vedo che l’ignoranza alberga, prima fra tutti, tra i politici di tutto il mondo. il che è ancora più grave.
I dati sugli affetti da HIV sono altissimi, sono spaventosi; la concentrazione percentuale di questi dati nel continente africano è altissima, è mostruosa.
Dato che siamo nel 2012 e il mondo è sviluppato scientificamente non c’è bisogno che io stia qui a dirvi come fare a proteggere sè e gli altri dal possibile contagio ma, dato che l’ignoranza alberga nei politici, io voglio parlarvi dei nuovi sistemi che il Senatore dello Zimbabwe Femai ha pensato per debellare il virus e limitarne la diffusione.
Partiamo da due dati di base che vengono dati per scontati dal politico in questione: la colpa del contagio è tutta delle donne e l’istinto sessuali maschile è normale e non da condannare. Avendo ben chiari questi due concetti arriviamo al dunque: come fare per evitare il contagio HIV? “Che le donne si vestano male, non si lavino, si sottopongano ad infibulazione”.
Cioè detto brutalmente, perchè le parole del Senatore sono aggraziate nella forma brutali nel contenuto, “L’uomo ha bisogno di scopare, se voi donne vi mantenete in uno stato igienico e sociale così basso da fare schifo di sicuro nessuno verrà da voi e così la smetterete di contagiarci. Se poi vi fate infibulare, ancora meglio”.
Il Senatore dopo questa favolosa perla di saggezza ha voluto, sotto lo sguardo allibito di tutta la folla che ascoltava il suo discorso, motivarlo anche con questioni scientifiche, si sa, lui, che ha un grado di ignoranza da fare spaventare i più ignoranti tra gli ignoranti, parla a ragion veduta mica per sparar cazzate. Gli organi sessuali femminili sono più idratati di quelli maschili è questo liquido in eccesso che produce i batteri che contagiano il pover uomo che va lì, violentemente o meno poco importa, ad appagare i suoi giusti, sensati, normali e necessari impulsi sessuali.
Ringrazio molto il Senator Femai, adesso inizierò una campagna per spiegare a ricercatori, associazioni, medici e gente comune che per fermare l’HIV basta infibulare tutto il genere femminile.
octavio

giovedì 24 maggio 2012

DIfendete il diritto dei palestinesi


Prima una breve introduzione generale. Lo sanno tutti, anche i bambini, da che esiste lo Stato di Israele il mondo palestinese è stato distrutto e, dunque, il popolo palestinese protesta. Lo sanno tutti, anche i bambini, che le proteste si sono sempre mosse su due filoni: quelle violente, integraliste che sono da condannare in toto, hanno prodotto solo altra violenza di ritorno; quelle pacifiche, che io ho sempre appoggiato e sono, in generale da appoggiare, che male c’è a che un gruppo di individui contesti la propria perdita di qualsiasi libertà? Lo sanno tutti, anche i bambini, che Israele non accetta queste proteste, quelle violente per ovvie ragioni, quelle pacifiche perchè lo Stato di Israele è guidato da nazi-sionisti che hanno subito una “lobotomia talmudica”. Lo sanno tutti, anche i bambini, che Israele per risolvere il problema proteste incarcera tutti, senza troppe remore.
“L’Unione Europea (Ue) difende il diritto dei palestinesi a manifestare pacificamente contro gli insediamenti illegali che Israele costruisce sulle loro terre”.
Questa sarebbe la grande novità, questo sarebbe la svolta decisiva, qui si dovrebbe festeggiare perchè qualcuno ha detto qualcosa contro Israele. Anzitutto non è il primo Stato che interviene non a favore ma contro Eretz Israel, e la conta degli Stati che hanno riconosciuto la Palestina e la conta dei politici che hanno cercato di far muovere qualcosa sono infinite.
Io, sinceramente, non mi accontento di questa dichiarazione, è facile elencare i diritti di qualcuno, il problema è che questi diritti devono essere rispettati e fatti rispettare. Fino a che non si prenderanno posizioni ferme e decise che mettano fine allo strapotere nazi-sionista parlare di Palestina è solo dare aria alla bocca.
michael

mercoledì 23 maggio 2012

Un bravo cristiano dice "No!"

Un bravo cristiano dice “No!”, un cristiano “normale” dice “Perchè no?”, un “non” cristiano dice “Assolutamente sì!”. Ora decidete voi da che parte stare, io sono per la libertà e credo, dunque, che bisogna prendere una parte ben precisa; io, per la prima volta, sono d’accordo con l’operato di Obama.
Ha detto, quando lo si doveva votare che avrebbe modificato la sanità USA, ha cercato di farlo, poi si è tirato indietro, poi si è venduto alle lobbies, poi ha buttato via i 30 denari ed è tornato sui suoi passi, poi ha capito che con le lobbies non si scherza ed è tornato da loro come il figliol prodigo, poi ha deciso che un po’ di testa sua lo poteva anche fare e come Davide contro Golia ha fatto uscire una nuova legge, interessante, utile.
D’ora in avanti i datori di lavoro saranno obbligati a fornire ai loro dipendenti un’assicurazione medica. Diciamo che non ha mantenuto le promesse che aveva fatto, diciamo che, comunque, con questa legge i più poveri dei poveri (e gli USA ne sono pieni) rimangono fottuti, ma, almeno, un passo in avanti è stato fatto e, e questo è ancora più interessante, a danno dei padroni, dei ricchi, dei lobbisti. Interessante sopratutto perchè sino all’uscita di questa legge le assicurazioni facevano quello che più a loro aggradava e, dunque, se tu avevi avuto molte malattie o molti ricoveri l’assicurazione te la sognavi.
Ma perchè tutte le citazioni bibliche di cui sopra? Semplice, proprio per l’uscita di questa legge Obama si è beccato una bella causa da una serie di istituzioni e gruppi cattolici (per non essere troppo fasullo sottolineerò che sto parlando di lobbies cattoliche) americani che ritengono l’azione anticostituzionale. Ma perchè? È una scelta giusta quella che ha fatto Obama. E allora vado a leggermi la norma e scopro che l’assicurazione medica in questione deve comprendere anche la copertura per i contraccettivi.
“Oddio, aiuto, gridiamo allo scandalo. Obama è con Satana perchè permette l’uso dei contraccettivi dopo aver detto, oltretutto, che lui è d’accordo a che degli orridi froci si sposino”, ho voluto riassumere qui il pensiero dei bravi cristiani che dicono di no. Ecco perchè io sono d’accordo con Obama.
octavio

lunedì 21 maggio 2012

Fate la carità, la carità per i poveri!!

Un po’ perchè c’è la crisi e in qualche modo bisogna tirare avanti, un po’ perchè, sempre per la crisi, bisogna monetizzare, un po’ perchè Putin si è rotto le palle di avere tutti contro. I primi motivi che mi vengono in mente pensando alla nuova legge che lo zar sta cercando di far passare alla Duma e che ha riscontrato la negatività di tutti gli altri partiti al potere.
È una legge che esiste già, è una legge che prevede il pagamento di una multa in caso di organizzazione di manifestazione che supera il numero di manifestanti dichiarati e autorizzati, 25 euro che servono a ripagare lo Stato del maltorto subito. Partendo dal mio personale giudizio che è assurdo multare un gruppo di persone che intendono dire la loro, la libertà di espressione dove cazzo è andata a finire?, la Corte Costituzionale russa ci ha tenuto a precisare che la multa è da notificare solo nel caso in cui il superamento del numero autorizzato sia realmente una minaccia per la sicurezza. La precisazione è sicuramente utile ma, conoscendo chi sta al potere, sappiamo già tutti che anche fossero due gatti a manifestare la multa arriverebbe certa e subitanea.
Capite bene però, per i motivi di cui sopra, che 25 euro sono pochi, sono un nulla rispetto a quello che porterebbero nelle casse dello Stato le centinaia e centinaia di manifestazioni che vengono da tempo organizzate contro Putin. Russia Unita ha dunque presentato un disegno di legge che mira  multare le manifestazioni non in regola con multe pari a 38mila euro per gli organizzatori e 25mila euro per i partecipanti.
Avete capito il ragionamento dello strozzino? “Manifestate pure contro di me, intanto mi ricoprite di soldi...”. Davanti, però, alle avversità di tutti gli altri partiti, Putin ha deciso di fare un passo indietro, ha deciso di “abbassare” le multe proposte, da 38mila scende a 25mila e da 25mila scende a 12.500.
Il Presidente della Duma, allora, avendo capito che Putin è scemo e non capisce che gli altri partiti non vogliono votare la legge non perchè le multe siano alte ma perchè è insensata la legge in quanto tale, ha deciso di rinviare la votazione. Rinviare però, perchè Putin non molla.
aleksej

venerdì 18 maggio 2012

Tutti a scuola di ebraico


Impartae l'alfabeto ebraio.

Ora cercate una grammatica e studiatevi le regole basilari.

Siete pronti, dovete solo avere un account facebook.

Visitate qeusto link e guardate come è maturo, intelligente, sviluppato, civile e pacifico Israele.


michael

giovedì 17 maggio 2012

Tutti gli Ai Weiwei e Chen Guangcheng si facciano avanti


La Clinton, Obama, Biden, i sottoposto di Obama tutti, i sottoposti della Clinton tutti, buona parte degli americani, buona parte degli abitanti il Globo terrestre, buona parte dei cinesi erano scesi in campo per far sì che l’attivista cieco Chen Guangcheng potesse ritrovare la libertà dopo che era da una vita segregato in casa e controllato a vista dalle autorità cinesi e dopo che lui, cieco, era riuscito a scappare dalla sua casa guardata a vista e si era rifugiato presso l’ambasciata americana.
L’ambasciata si era subito prodigata a dare un giaciglio dove far riposare le stanche membra del pezzo grosso che aveva appena “catturato”, i funzionario che mettevano a letto il povero Chen Guangcheng già fantasticavano su come potevano utilizzare quest’uomo contro il governo cinese. Si sa che la Cina stringe tra le mani gli attributi del povero Obama, da un punto di vista economico, e, dunque, ogni conto attacco è ben visto e ben voluto.
Ora Chen Guangcheng è libero, ora andrà in America a studiare presso l’università di New York che gli ha offerto una borsa di studio. E va bene, e che vada e che studi.
Perchè puntare tutto su di lui ed evitare di guardare al problema generale? Beh, l’ho detto prima, bisogna non solo colpire la Cina ma proprio ferirla e, per fare ciò, bisogna usare i pezzi grossi, quelli che contano, quelli che hanno una eco formidabile, tutti gli Ai Weiwei e Chen Guangcheng della Cina si facciano avanti, avranno sfarzo e vita felice negli USA, devono solo essere disposti a dar contro il Governo di Pechino.
E, guardate, di motivi per protestare ce ne sono fino all’infinito, quello che critico io è che non si deve puntare solo a chi dà lustro allo Stato che si presenta come difensore, bisogna salvare tutta la povera gente che viene maltrattata solo perchè cerca di alzare la testa.
octavio

mercoledì 16 maggio 2012

Unete a la Marche Patriotica...così morirai

Marcha Patriótica, così si chiama il movimento che da un po’ di tempo organizza manifestazioni, volantinaggi, pubblica articoli e interviene, in Colombia, contro la politica corrotta e contro la violenza che insanguina tutto lo Stato latinoamericano.
Questi alcuni passi del comunicato di oggi, sul sito trovate il testo integrale, dopo che il Mostro USA ha firmato il trattato di libero commercio con la Colombia, appunto:
Ante la entrada en vigencia del Tratado de Libre Comercio de Colombia con Estados Unidos en el día de hoy, MARCHA PATRIÓTICA declara:
1.- El TLC representa un capítulo más del proceso sistemático de cesión de soberanía impuesto por las clases dominantes. Junto con el intervencionismo militar y cultural del imperialismo estadounidense, se constituye en una pieza más del indigno y oprobioso régimen de dependencia que ha imperado históricamente en nuestro país y que se viene profundizando con la implantación del modelo económico neoliberal a lo largo de las últimas décadas.
4.- Pese a la retórica gubernamental sobre sus supuestos beneficios para la sociedad y la población colombianas, este tratado está llamado a deteriorar aún más el aparato productivo, a castigar a la pequeña y mediana producción industrial, a desmejorar las condiciones de la producción agrícola, avícola y pecuaria, y sobre todo de la economía campesina, y con ello la ya precaria soberanía alimentaria. El TLC producirá la destrucción masiva de puestos de trabajo y desmejorará la situación de ingresos de importantes sectores de la población trabajadora. Al mismo tiempo, estimulará el consumo de las clases más pudientes de nuestro país.
8.- El alborozo que ha generado la entrada en vigencia del TLC en las clases dominantes reafirma la necesidad de producir un cambio político, basado en la más amplia organización, movilización y unidad popular, que siente las bases para la superación del modelo económico neoliberal que ha imperado en el país durante las últimas décadas y, en general, del modo de vida y de producción. Asimismo, para contribuir a propiciar la verdadera integración de Nuestra América con fundamento en los principios de la autodeterminación, la cooperación y la solidaridad internacionalistas.
Forse sarà l’ultimo dei loro discorsi, accusati di essere sottomessi al potere dominante, accusati di essere stati creati ad hoc dai politici che governano, accusati di voler assicurarsi le masse per poter avere nuovo peso politico, rischiano, in pochi giorni, di essere sterminati. O almeno questo dichiara il volantino che il gruppo paramiliatre Aguilas Negras ha fatto circolare per tutto lo stato Colombiano.
octavio

lunedì 14 maggio 2012

Incarcerate le donne!

Da un po’ di tempo, scusate se non riesco a essere attuale su alcune notizie ma venirne a conoscenza è, spesso, impresa da titani, è stata fatta una proposta di legge, io direi contro ma molti dicono a favore delle donne, in Kirghizistan. Stato piccolissimo, con ex presidente filoamericano e attuale presidentessa (il femminile è solo biologico) filoputiniana messa al potere tramite orrendo colpo di stato, è d’importanza strategica per controllare i territori dei terroristi.
La legge, proposta da una donna per le donne, vorrebbe istituire il divieto assoluto alle donne sotto i 22 anni di lasciare il paese; il motivo è che si vuole proteggere l’onore della famiglia e l’integrità sessuale della ragazza.
Ma perchè tutto ciò? Le donne kirghize vengono spesso portate, con le solite promesse di vita favolosa, in Russia in particolare, in tutto l’Est Europa in generale, e poi costrette, praticamente, ai lavori forzati se non alla prostituzione; il governo moscovita informa che moltissimi sono i bambini nati da donne kirghize che vengono poi abbandonati negli orfanotrofi della capitale russa. Spesso figli di nessuno, bambini nati da stupri e violenze.
La legge dunque vorrebbe combattere questo. A parole, però, precisa che si va a salvaguardare l’onore della famiglia; allora la mi a domanda è: si vogliono rinchiudere le donne in Kirghizistan per evitare loro il martirio fuori patria o per salvaguardare l’onore del popolo a cui appartengono? Ma poi evitare di farle uscire non significa semplicemente lasciarle in povertà e miseria in un paese che si sta rialzando in piedi dopo il troppo sangue che ha versato e che è in mano a una donna alla quale interessa solo di servire lo Zar Putin e non guarda nemmeno in faccia il suo popolo?
aleksej

venerdì 11 maggio 2012

Il denaro gira per il mondo


In tempo di crisi bisogna tirare la cinghia? In tempo di crisi c’è possibilità di sprechi? In tempo di crisi bisogna pensare in piccolo? In tempo di crisi è lecito sperperare? In tempo di crisi si deve usare il bilancino per ogni singola voce di spesa? In tempo di crisi si deve risparmiare? In tempo di crisi è necessario ridurre al minimo le uscite? In tempo di crisi si devono aiutare le altre persone? In tempo di crisi bisogna guardare prima le scelte utili e lasciare perdere quelle inutili?
Tutte domande inutili, direte. Più che altro domande ovvie, ripetitive e con semplici risposte. Domande che ho voluto comunque portare alla vostra attenzione perchè sia ben chiaro che se i soldi continuamente vengono usati un puttanate significa che questa crisi in realtà non ci sarebbe se non ci fossero al comando del mondo dei pagalobbies e salvabanche.
Allora lo ripeto, c’è la crisi e la gente non ha più lavoro, la gente si ammazza, la gente non ha soldi per comprarsi il cibo, la gente non sa più dove spaccarsi la testa. Di fronte a tutto ciò gli USA hanno stabilito di stanziare (manca solo la firma di Obama che, di certo, non tarderà a venire) 1 miliardo di dollari (minuzie proprio) da investire in Israele.
Non pensate alla cultura, non pensate all’arte, non pensate alle case, non pensate agli aiuti umanitari, non pensate alla benzina, alla luce, al gas ai medicinali; tutta quella cifra per un unico scopi: armi. Verranno, infatti utilizzati per la Cupola di Ferro, la Fionda di Davide e l’Arco, tutti programmi missilistici di Israele contro la Palestina.
Poi non venitemi a dire che Obama è per la pace e spera nei dialoghi di pace tra Israele e Palestina.
michael

giovedì 10 maggio 2012

Gli 007 di al Qaeda

Non lo so, io davvero non ci riesco a credere che quello che è avvenuto pochi giorni fa ha davvero messo in ginocchio al Qaeda, ha davvero aiutato gli USA ha fare una bella figura.
Ovviamente se tutti i giornali del mondo ne parlano in questo senso un motivo ci deve essere, solo bisogna capire qual è il motivo pubblicitario e qual è il motivo realistico.
Che CIA, FBI e OBAMA abbiano fatto un’ottima impressione davanti al mondo intero avendo infiltrato uno 007 in Al Qaeda e avendolo utilizzato per sventare un possibile attacco suicida con nuovi ordigni, nuovi e particolari, è davvero fuor di dubbio? Che OBAMA poco dopo aver incassato gli applausi per la genialata messa in atto dichiari pubblicamente di essere favorevole ai matrimoni gay, passando alla storia per il primo presidente ad averlo detto, è davvero lavoro disinteressato? Non lo so, io sento puzza di metodologie acchiappatoti.
Poi ho un’idea che mi frulla in testa, che non riesco a togliermi dalla testa, che mi è nata da quando è nata al Qaeda, che penso sia vera, anzi io sono sicuro sia vera. Beh passerò per pazzo, nessuno sarà d’accordo con me, ma quale infiltrato? Quale nuova bomba? Quali attentati sventati?
Scusate ma per me l’infiltrato non è un infiltrato è solo uno che lavorava per al Qaeda, un terrorista? No, certo che no, un dipendente USA. Ecco quello che penso: gli USA sono i padroni e al Qaeda i dipendenti.
octavio

mercoledì 9 maggio 2012

Tutti da rinchiudere


Degli ammalati, da emarginare, la feccia dell’umanità, uno sbaglio di natura ecc. ecc. Molti lo pensano ma non lo dicono, altri lo pensano e lo dicono apertamente riscuotendo, anche, a volte, un notevole successo. Sto parlando di lesbiche, di gay, di bisessuali, di transgender e di intersessuali (per elencare tutte le caratteristiche che sottostanno alla sigla Lgbti) dispersi per il mondo che ancora oggi vengono discriminati e che, ancora oggi, non possono, spesso, essere liberi di dire quello che vogliono per paura delle ritorsioni.
Ora arriviamo ai fatti, arriviamo ai problemi veri e propri. In Russia, per ora solo in alcune municipalità, ma sembra che la legge verrà affrontata anche in parlamento per diventare, cos’, legge nazionale, essere omosessuali non viene vietato (ovviamente a parole), ma viene multato. Un ragazzo ha infatti portato all’attenzione del mondo intero, tramite un suo tweet, la condanna, che è caduta come un macigno sulla sua testa, al pagamento di un multa pari a 5mila rubli per “propaganda omosessuale”.
La scusa che giustifica la multa risiede nella volontà dello Stato russo di evitare e impedire tutte le manifestazioni che promuovano sodomia, lesbismo, bisessualità e chi più ne ha più ne metta tra i minori. Chiaro è che, con una motivazione così ampia e vaga, tutto ciò che riguarda il mondo Lgtbi, fosse anche l’annuncio di una festa, è da ritenersi punibile.
Insomma, in poche parole, la Russia ha deciso, e sembra proprio che la legge si espanderà per tutto il territorio, che il mondo Lgbti deve tacere e stare zitto, non ha nessun diritto di parlare e di pensare.
I pasciuti oligarchi assassini possono essere eletti a zar, i gay non possono neanche dire “Io sono gay”.
aleksej

martedì 8 maggio 2012

Cambio di rotta? No, grazie


Due nuove notizie rischiano di passare sotto silenzio internazionale anzi, ormai, possiamo dire che sono passate sotto silenzio voluto.
Non solo non dobbiamo criticare il sistema nazi-sionista di Israele, a meno che non vogliamo essere accusati di antisemitismo e nazismo noi stessi, ma non dobbiamo nemmeno sapere la verità sul suo agire in territorio palestinese. Occhio non vede, cuore non duole e così loro continuano a fare quel cazzo che gli pare.
Sapevate voi che da qualche tempo, si tratta di settimane, Israele ha iniziato una nuova, grande, opera architettonica sul confine con il Libano? Sapevate voi che un nuovo muro, alto 6 metri in media, sta nascendo? Tutto per evitare le infiltrazioni di quei maledetti terroristi che sono ovunque, talmente ovunque che sono solo dove fanno comodo.
E nel mentre che Israele costruisce, fa correre i camion con i blocchi in cemento sulle superstrade che tagliano e derubano terreni agricoli palestinesi, sapete che cosa ha pensato bene di fare Netanyahu? Ha cancellato le elezioni anticipate.
E tutti ora vi chiederete: perchè c’erano elezioni anticipate? Eh sì, in Israele doveva, poteva cambiare la rotta politica e invece il leader maximo ha deciso di no, ha deciso che ci pensava lui a trovare un accordo con il partito Kadima e così è stato (non ci è dato sapere se l’accordo sia stato preso armato). L’opposizione accusava Netanyahu di rompere le palle al mondo intero con la sua politica anti-Iran per evitare di affrontare i problemi interni; il Likud, cioè i galoppini di Bibi, anche lui aveva chiesto lo scioglimento della Knesset (forse si erano stufati anche loro di galoppare); Bibi aveva fatto sapere che pure lui era d’accordo a nuove elezioni per ristabilire il ristabilibile in velocità, ma poi oggi ha fatto sapere, tramite lettera, che no, lui il suo bel culo da quella poltrona non lo spostava, aveva troppe cose in ballo da portare a termine e, si sa, uno sterminio non lo si può fermare per questioni politiche interne.
Io, però, a parte informare i miei lettori di che cosa sta succedendo in Palestina mi sto arrovellando su di una domanda che mi pongo da qualche tempo. Ora la questione la lancio a voi, ho bisogno di testare: alzi la mano chi non gliene fotte un cazzo.
michael

lunedì 7 maggio 2012

Conferencia sobre la ruta del hambre

via latribuna.hn
TEGUCIGALPA.- Uno de los problemas que más aquejan a los países del tercer mundo fue abordado por Melisa Merlo, catedrática de la Universidad Pedagógica Nacional Francisco Morazán, en la conferencia denominada La ruta del hambre.
La disertación se realizó el 26 de abril en la Casa de Morazán situada en el casco histórico de Tegucigalpa. Con esta actividad se inauguró el ciclo de conferencias del Centro Cultural One Way.
 Durante la charla se expuso el problema de este flagelo  en el mundo y su consecuencia más cercana: la desnutrición, como  principal  problemas de salud pública del siglo.
 Los asistentes escucharon con atención a la expositora, quien abordó aspectos claves para la erradicación de este  que aqueja a millones de personas en el mundo.

giovedì 3 maggio 2012

Un nuovo Afghanistan sta nascendo


Un anno fa il mondo intero ha parlato, scritto, sparlato, urlato, commentato la morte di Osama Bin Laden; anche noi siamo caduti nella morsa dei media e ne abbiamo parlato.
Dopo un anno Obama è volato in Afghanistan a sorpresa, così dicono ma chi è così scemo da crederci?, per rincuorare i suo soldati e per firmare (cosa ben più importante) un accordo con Karzai. Il succo dell’accordo è molto semplice: “diciamo che la guerra è finita e noi americani ce ne andiamo, ma in realtà noi americani rimaniamo qua”, Obama però l’ha voluto spiegare in maniera molto più precisa e molto più accettabile.
Ai militari presenti, al popolo americano in tv, al mondo intero ha voluto dire che la guerra sta per finire, nel 2014, cioè quando i militari americani saranno tutti rimpatriati (e io mi immagino le lacrime agli occhi dei soldati non tanto perchè Obama è un leader carismatico, ma perchè sognavano di riabbracciare i propri cari), la sicurezza passerà completamente in mano alle forze dell’ordine e all’esercito afghano. Però (lo so non si inizia una frase con “però”, ma Obama ha sempre il “però” in tasca e interviene un po’ quando gli pare a lui) i soldati americani rimarranno qui, non seguiranno la sicurezza, istruiranno le forze interne e, poi, eseguiranno azioni antiterrorismo. Vedete, avevo ragione io, detta così suona molto meglio, ma il succo è sempre quello: l’America qui ha colonizzato e qui rimane.
Il discorso del Presidente dei presidenti si è poi concluso con le solite cazzate su al-qaeda, del tipo “Un anno fa abbiamo ucciso il capo del male ora stiamo per distruggere l’intera struttura”, parole al vento alle quali non crede, ormai, più nessuno.
Inutile che io stai qui a dirvi e ridirvi che la libertà e la pace duratura che gli USA portavano in Afghanistan non è mai arrivata, soprattutto oggi, a un anno dalla morte del “capo del male”.
Concludo dicendo solo questo, nella speranza che si capisca la gravità della questione, d apochi giorni in Uganda sono arrivate le forze americane per cercare di sconfiggere e catturare il “mostro” Joseph Kony. Un nuovo Afghanistan in arrivo.
octavio

mercoledì 2 maggio 2012

Home sweet home



I coloni, si sa, hanno bisogno di posto, hanno bisogno di terra, hanno bisogno di case. Ecco come fanno ad ottenerle.
michael

lunedì 30 aprile 2012

Cirillo, il patriarca che sa monetizzare

Il patriarca un nababbo? Non è possibile da credere eppure così pare. Auto di lusso, orologi in oro, appartamenti intestati; insomma un feudo nell’Impero di Putin il Terribile. Io comunque non mi stupisco, io credo che da quando Cirillo è entrato in casa Putin, è diventato suo fedele confessore, ha invitato (neanche troppo celatamente) i cristiani moralisti a votare per Putin, ha pubblicamente fatto sapere a tutti che lui si era venduto all’Imperatore e, ora, si dimostra che la ricompensa ottenuta l’ha spesa un po’ come gli pareva.
Davanti a tutto questo schifo e questa eresia la Chiesa ha deciso allora di fare una giornata di purificazione. Non che il patriarca e il suo portavoce abbiano pensato di purificarsi loro stessi, loro sono santi e scelti da Dio, figuratevi se si devono ripulire, hanno, invece, pensato che era meglio scaricare sui fedeli tutte le colpe, dicendo in giro che il mondo è pieno di peccatori e di diffamatori, e che la loro purificazione avrebbe dimostrato, al mondo, che le ingiurie lanciate contro Cirillo, erano solo accuse infondate che colpivano, invece, un santo.
Ecco allora che migliaia di fedeli hanno partecipato alla giornata di preghiera a sostegno della Chiesa Ortodossa dove si è riportato il Patriarca alla punta più alta del podio, facendo autoconvincere i fedeli che i giornali dicono solo balle, e dove si è benedetta nuovamente la cattedrale di Cristo Salvatore dopo che le Pussy Riot l’avevano profanata con le loro “molto particolari” preghiere.
Ah, a proposito, mentre Cirillo si gode il lusso e lo stralusso offertogli da Putin, mentre Cirillo riottiene l’amore dei fedeli che lo salvano da ogni tipo di ulteriore accusa, le cantanti punk sono ancora in carcere, in attesa di processo, nessuno, per loro, si è mobilitato.
aleksej

venerdì 20 aprile 2012

Macelleria Messicana

È la sera del 22 luglio 2001. Sono circa le 22.00. Alla scuola Diaz di Genova, allora ospitante il Genova Social Forum in occasione del G8, faceva interruzione il VI reparto mobile della polizia di Stato. Forse non tutti ci ricordavamo questa data, ma il film che è appena uscito nelle sale: “DIAZ”, di Daniele Vicari, ce l’ha riportato alla mente.
Il G8 sta per finire, ma prima da Roma arriva un alto funzionario del Ministero degli interni che ordina di sgomberare un manufatto, dove si trovano in black blok (“o almeno uomini incappucciati che bevono birra”, come dichiara un poliziotto). L’intervento avviene senza autorizzazione del magistrato: vi è infatti l’art 41 del TULPS (Testo Unico sulla Sicurezza) che in flagranza di reato consente operazione di polizia giudiziaria senza informare il magistrato.
MA qual è il reato? È una bottiglia vuota che il pomeriggio di quel 22 luglio era stato gettata da alcuni manifestanti su una macchina della polizia.
Furono fermati 93 attivisti, 61 persone finirono in ospedale, di cui tre in prognosi riservata e uno in coma.
Il 13 luglio 2007, a sei anni da quei fatti, il vice questore aggiunto del Primo Reparto Mobile di Roma confesserà a Genova in un aula di tribunale che quello fu un vero e proprio pestaggio, definendolo “macelleria messicana”.
Agirono senza paura di nessuna conseguenza; entrarono armati di manganelli contro civili disarmati, fra cui giornalisti, e addirittura un pensionato che aveva trovato lì ospitalità per la notte e che sarebbe rientrato il giorno dopo a casa. Ci tornerà ma con un braccio rotto.
Il passo che riporto tratto dagli atti processuali spiega bene la dinamica di questo ‘macello’, dove afferma che:  l’inconsulta esplosione di violenza all’interno della Diaz abbia avuto un’origine spontanea e si sia quindi propagata per un effetto attrattivo e per suggestione, tanto da provocare, anche per il forte rancore sino allora represso, il libero sfogo all’istinto, determinando il superamento di ogni blocco psichico e morale nonché dell’addestramento ricevuto, deve d’altra parte anche riconoscersi che una simile violenza, esercitata così diffusamente, sia prima dell’ingresso nell’edificio, come risulta dagli episodi in danno di Covell e di Frieri, sia immediatamente dopo, pressoché contemporaneamente man mano che gli operatori salivano ai diversi piani della scuola, non possa trovare altra giustificazione plausibile se non nella precisa convinzione di poter agire senza alcuna conseguenza e quindi nella certezza dell’impunità. Se dunque non può escludersi che le violenze abbiano avuto un inizio spontaneo da parte di alcuni, è invece certo che la loro propagazione, così diffusa e pressoché contemporanea, presupponga la consapevolezza da parte degli operatori di agire in accordo con i loro superiori, che comunque non li avrebbero denunciati”.
è proprio questo il punto più grave: questi poliziotti hanno operato nella totale violazione delle norme e delle leggi, perché sapevano che potevano farlo; perché sapevano che non sarebbero stati puniti; perché sapevano che i loro superiori avrebbero trovato una giustificazione a quel pestaggio( ‘la Diaz era un ospedale e i presenti presentavano contusioni e ferite pregresse all’arrivo del VI comandò’- dichiarerà uno dei loro capi).
Diversi membri dell’Unione hanno chiesto per due volte di istituire una commissione parlamentare d’inchiesta, e per due volte il parlamento si è opposto.
Nessuno vuole un’altra inchiesta, che porterebbe probabilmente alla luce nuovi fatti, nuovi particolari forse anche più scabrosi. Alla fine nessuno risponde.
loner

giovedì 19 aprile 2012

Huelga de Educación

“El país se recibió tocando fondo en el tema educativo, se trabaja incansablemente por hacer las correcciones necesarias, especialmente en lo administrativo El presidente Lobo Sosa respalda totalmente al ministro de Educación, Marlon Escoto, para que ordene, de una vez por todas, el sistema educativo nacional.”
Queste le parole di una sottomessa (in tutte le sfaccettature che potete dare a questo aggettivo) di Lobo. Il Ministro dell’Educazione che molti, anche fra i politici, vorrebbero vedere mandato a casa a calci nel culo ha il pieno appoggio di Lobo e, dunque, deve essere assassino e ignorante tanto quanto lui, cioè detiene le caratteristiche necessarie per far parte della squadra di Governo di Lobo.
Oggi i maestri e i professori sono tornati a scioperare, se andate a vedere la stampa honduregna i titoli sono tutti contro i docenti: “Sciopero a soli fini politici”, “Ancora una volta giovani senza la scuola”, “I giovani obbligati a rimanere senza educazione” ecc. ecc.
Voi sapete perchè i docenti scioperano? Tre sono le motivazioni: 1. aumento dei salari 2. pagamento stipendi arretrati 3. fine della corruzione presso il Ministero dell’Educazione.
Andiamo allora per ordine; la prima richiesta mi sembra logica, chi non vorrebbe avere un aumento salariale? La seconda va precisata: i professori hanno un credito verso al Ministero pari a 236 milioni di lempiras (moneta locale), più di nove milioni di euro. La terza richiesta è la più giusta e necessaria e, su questa, il Ministo Escoto, di cui sopra, ci sta lavorando; l’ha fatta diventare il suo primo lavoro davanti a tutti i problemi che il Ministero ha.
Dopo poco che Escoto ha fatto sapere la sua intenzione di lottare contro la corruzione un gruppo di sconsociuti sono entrati nella Secretaría de Educación e hanno fatto sparire documenti ufficiali importantissimi. “Han borrado información que es vital y fundamental para darle seguimiento por parte de las autoridades a las denuncias de corrupción”, queste le parole del Presidente del Colegio de Profesores Superación Magisterial de Honduras.
Dite che sia un caso?
octavio

mercoledì 18 aprile 2012

Morti in meno di 24 ore

Non c’era bisogno di internet, di tante parole e nemmeno di questo post per aprire gli occhi e l’intelligenza e capire che a Fukushima la situazione è ancora intollerabile, nera, disastrosa, allucinante. che la vita là sia ormai impossibile lo si era capito da subito,che i cittadini sfollati ora vogliano lasciare tutto per ricominciare una nuova vita altrove è notizia di poco tempo fa (per ulteriori info qui).
Il team di esperti della Tepco che tiene monitorata la centrale di Fukushima ha ripetuto un test per capire quanto ancora sia radioattiva l’area e se ora, a poco più di un anno dal disastro, sia possibile iniziare a rimettere in sicurezza e a norma la zona. Risultato: meglio morire; le radiazioni rilevate sono di 10 volte superiori al livello base.
Detto così, però, non tutti possono rendersi conto di che cosa significhi e allora ve lo spiego meglio, superiore di 10 volte equivale a dire che la strumentazione tecnica (cioè macchine) che fossero inserite dentro i reattori per iniziare i lavori di messa in sicurezza riuscirebbero a resistere e ad essere funzionanti per massimo 14 ore. Facciamo ora una rapida equivalenza, se una macchina dura poco più di mezza giornata un uomo quanto durerebbe? Forse 10/15 minuti.
Attualmente, dunque, i possibili lavoratori di Fukushima sarebbero contrattati a morte certa nel giro di qualche ora, per i più resistenti e fortunati. Quanto ci vorrà perchè la situazioni si sblocchi e si modifichi il potenziale radioattivo? Beh, conoscendo i tempi di smaltimento ordinario direi che per quelli di smaltimento straordinario non ci è dato sapere quando saranno e se mai saranno.
A causa di uno tsunami, che è incontrollabile per natura, è stata distrutta una centrale nucleare costruita dall’uomo, che è così intelligente che l’ha costruita vicino alle coste per avere i finanziamenti dalle assicurazioni e per essere giustificato davanti alla legge. Ben fatto.
octavio

martedì 17 aprile 2012

Giornata del Prigioniero

Art. 90

Agli internati sarà concessa ogni facilitazione per provvedersi di vestiario, di calzature e di biancheria di ricambio, al momento dell’arresto, e per procurarsene, ove occorra, ulteriormente. Se gli internati non possiedono vestiario sufficiente per proteggersi dai rigori del clima e non possono procurarsene, la Potenza detentrice ne fornirà loro gratuitamente. Il vestiario che la Potenza detentrice fornisce agli internati e i segni distintivi esterni che essa potrebbe applicare sul loro vestiario, non dovranno avere carattere infamante nè esporre a ridicolo chi li porta.

Art. 91 

Ogni luogo d’internamento disporrà di un’infermeria adeguata, posta sotto l’autorità di un medico qualificato, dove gli internati potranno ricevere le cure di cui avessero bisogno, come pure un regime alimentare appropriato. Locali d’isolamento saranno riservati ai malati che soffrono di affezioni contagiose o mentali. Le puerpere e gli internati colpiti da malattia grave, o il cui stato esiga una cura speciale, un intervento chirurgico o l’ospitalizzazione, dovranno essere ammessi in ogni stabilimento adatto per curarli e vi riceveranno delle cure pari a quelle date all’insieme della popolazione. Gli internati saranno curati di preferenza da personale sanitario della loro nazionalità.

Art. 93 

Gli internati godranno della più ampia libertà per la pratica della loro religione, compresa l’assistenza alle funzioni di culto, a condizione che si uniformino alle norme correnti di disciplina prescritte dalle autorità detentrici. Gli internati che sono ministri di un culto saranno autorizzati ad esercitare pienamente il loro ministero tra i loro correligionari. A questo fine, la Potenza detentrice invigilerà che essi siano equamente ripartiti tra i vari luoghi d’internamento dove si trovano gli internati che parlano la stessa lingua e appartengono alla medesima religione. Se essi non sono in numero sufficiente, essa concederà loro le facilitazioni necessarie, tra altro mezzi di trasporto, per recarsi da un luogo d’internamento all’altro; essi saranno autorizzati anche a visitare gli internati che si trovano negli ospedali.

1600 detenuti oggi, nella giornata del prigioniero palestinese, iniziano uno sciopero della fame ad oltranza per richiedere a Israele il rispetto della Convenzione di Ginevra firmata anche dai rappresentanti sionisti. Quelli che leggete sopra sono stralci di ciò che i palestinese dovrebbero godere. Di come si vive nelle carceri nazi-sioniste ve ne ho già parlato. Dopo la “creazione” delle leggi Shalit la situazione è peggiorata, non solo per i carcerati, ma anche per i loro parenti.
michael