lunedì 4 giugno 2012

Tantum religio potuit suadere malorum


La situazione è sempre delicata quando si trattano argomentazioni che potrebbero urtare la sensibilità religiosa di molte persone. Oggi parlerò di aborto.
Immagino che tutti abbiate già fatto un rapido collegamento tra “religioso” e “cristianesimo”, in effetti da qui, dall’Italia, sentiamo solo una campana, quella di Città del Vaticano, che ci obbliga a pensare al mondo cattolico; io però voglio parlarvi di Islam.
Qualcuno sapeva che anche per l’Islam l’aborto è da ritenersi fuorilegge? Qualcuno sapeva che, però, a differenza di molte credenze e dicerie cristiane, per l’Islam la vita inizia dopo 4 settimane dal concepimento?
È proprio su questo che le leggi di tutti i Governi contemporanei basano le loro leggi pro-aborto. Attenzione, gli Stati più moderni, più contemporanei, più legati al politico che al religioso hanno creato permesso di aborto entro margini di tempo molto più ampi, ma la nota islamica è sempre in agguato e, dunque, si rischia di dover cambiare la legge.
In Turchia si sono svolte manifestazioni importanti, numerose e al femminile dopo che è stata lanciata l’idea di revisionare la legge sull’aborto, ovviamente in chiave islamica. Sino ad oggi in Turchia era legale interrompere una gravidanza sino a 10 settimana dal concepimento, ora i politici stanno optando per due differenti vie.
  1. Eliminare la legge che legalizza l’aborto e vietarlo in tutti i casi, fosse anche stupro su minore.
  2. Permettere l’interruzione di gravidanza entro 4 settimane dal concepimento prima, insomma, che inizi la vita.
octavio

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