mercoledì 29 febbraio 2012

Secondo voi partiranno?

Una scelta interessante e non stupida. Una mossa arguta che potrebbe, se ascoltata, portare finalmente alla luce la o le verità nascoste da troppo tempo. Potrebbe, in più, togliere le fette di prosciutto che coprono troppi occhi di troppi pezzi grossi della politica internazionale che fanno finta di non vedere per continuare a trarre profitti.
Il rappresentante palestinese alle Nazioni Unite ha chiesto, provocatoriamente, al Consiglio di Sicurezza di organizzare, in breve tempo, una “gita” nei territori occupati per vedere che cosa la politica razzista e folle d’Israele sta producendo a quei famosi territori occupati che sono di diritto palestinesi e di forza israeliani.
Ovviamente nessuno ha fiatato, nessuno ha detto nulla; queste parole sono cadute nel vuoto, e non credo che nessuno mai le raccoglierà. Sarebbe troppo filopalestinese accettare una cosa del genere e sarebbe, dunque, troppo antisemita perchè tutto il mondo non si scagli contro questa decisione e così si lascia che tutto crolli.
Sono pronto anche a dire che se davvero l’Onu accettasse e si decidesse a trovare una data utile per tutti i rappresentanti che dovrebbero partire, Israele riuscirebbe, fosse anche in pochi giorni, a trasformare la realtà come oggi si presenta a chi va in Palestina in un mondo perfetto così da zittire gli importanti turisti. Per coloro che sono già pronti a dirmi che ora esagero, che questa è fantapolitica, rispondo invitandoli a “scovare” in internet che cosa è stato in grado di fare il Mossad in tutti questi anni di esistenza, vi assicuro che cambierete idea.
Mettiamo però il caso che non sia così come dico io, che davvero sia impossibile modificare la realtà, comunque il viaggio sarebbe un fallimento. Chiunque oggi si dice filoisraeliano, direi l’80% della popolazione mondiale, sarebbe in grado di giurare di non aver visto nessun muro, di non aver visto nessun filo spinato, di non aver visto colonie o checkpoint, di non aver visto mancanza di acqua, di luce e di cibo, di non aver visto morte e guerra. E per chi dice che anche stavolta sto esagerando questa domanda: Ricordate il nostro ex-Premier?
michael

martedì 28 febbraio 2012

Morirete tutti

Sapete che cosa vuol dire morire di fame? Sapete che cosa vuol dire morire di sete? Sapete che cosa vuol dire morire per mancanza di cure mediche? Sapete che cosa vuol dire soffrire di claustrofobia? Sapete cosa vuol dire condividere una stanza con dieci, dodici persone? Sapete cosa vuol dire non avere nessuna minima norma di sicurezza rispettata nel luogo in cui vivete? Sapete cosa vuol dire morire bruciati vivi?
Se riuscite a rispondere a tutte queste domanda, ATTENZIONE tutte non solo ad alcune, allora siete stati o siete prigionieri nelle carceri di Honduras.
Io non voglio di certo stare qui a fare moralismo su moralismi, a me non interessa se questi sono assassini o ladri, a me non interessa nemmeno se questi buoni e ingiustamente incarcerati. Saranno quello che saranno, io so solo che questi sono esseri umani e così come proviamo ribrezzo, disgusto e rabbia quando veniamo a sapere di animali bruciati vivi o morti di stenti (senza chiederci se prima di morire avessero commesso azioni negative) così dovremmo fare per questi esseri umani.
Sbaglia dunque chi dice “Meglio così tanto erano persone di malaffare” tanto quanto chi dice “Dobbiamo comunque portare rispetto, avranno sbagliato ma non è una fine giusta per loro”.
Eh no, troppo facile così. Se è stato sbagliato ed è sbagliato trattarli peggio delle bestie o disumano bruciarli vivi, lo è stato e lo è solo perchè non è giusto trattare da schifo altri esseri viventi, a prescindere da tutto.
Negli ultimi dieci (guardate che dieci è un numero piccolissimo) giorni sono morti più di 500 detenuti honduregni per un’unica, sola e grande causa: sovraffollamento delle carceri. 50 morti al giorno solo perchè nessuno è in grado e vuole mettere la parola fine alla gestione fatta con parti intime e non con la testa del servizio detentivo.
Non che la situazione sia migliore in altre parti del mondo, ma qui raggiungiamo proprio il limite.
“Acuérdense de los presos, como si ustedes estuvieran presos con ellos, y también de los maltratados, como si ustedes estuvieran en sus cuerpos”. È un versetto biblico. Lo si trova scritto su tutte le pareti di tutte le carceri di Honduras.
octavio

lunedì 27 febbraio 2012

In odore di vittoria

Putin deve morire. Che vi piaccia oppure no Putin deve morire, per il male che ha fatto e sta facendo a tutto il popolo musulmano che vive in Cecenia e “Ossezie varie” (questo lo aggiungo io). E meno male che i servizi segreti russi e ucraini hanno sventato l’attentato, organizzato per il 4 marzo o giù di lì.
“Oh no, contro il santo Putin si scatena l’ira del terrorismo? Allora sì che lavora per la giustizia, corriamo a votarlo”. Questo è il pensiero che mi immagino stia balzando di testa in testa in tutto il territorio russo.
Alcune precisazione vanno fatte, se no passerei per pazzo:
  1. Io non auguro la morte a nessuno.
  2. È vero che una cellula terroristica è stata fermata ed è vero che le hanno dichiarato di stare organizzando un attentato per colpire Putin.
  3. È anche vero che le prossime elezioni in Russia saranno il 4 marzo, unico vero candidato in odore di vittoria Putin, sempre e solo lui.
Ritorniamo allora al pensiero che credo stia correndo per le menti di molti russi e affiliati. Perchè, direte voi, sei così maligno da pensare che quest’azione così violenta sia, in realtà, solo un mezzo pubblicitario per il nostro amato presidente Putin?
Per due motivi, oggi sono in vena di elenchi:
  1. Perchè nessun terrorista di basso rango potrà mai competere con il terrorismo di alto rango che Putin quotidianamente organizza contro il suo popolo e contro le sue colonie.
  2. Perchè il presidente ceceno, forte del risultato ottenuto da Russia Unita alle scorse elezioni (oltre il 99% dei voti a suo favore), ha dichiarato che alle prossime Putin otterrà così tante preferenze da oltrepassare anche le leggi matematiche e arrivare così alla soglia del 150% dei consensi.
aleksej

sabato 25 febbraio 2012

Chi è che crea il terrorismo?

Un fatto gravissimo, che sta passando come inosservato da quasi tutti i media mondiali e che sarà commentato, dalla stragrande maggioranza della gente come un fatto di poco conto, un fatto che non dovrebbe colpire così tanto il sentire comune. Obama ha chiesto scusa, e meno male che almeno questo lo ha fatto, al presidente afghano Karzai per il ritrovamento in una base militare statunitense in Afghanistan di copie del Corano bruciate. Il fatto è gravissimo, non mi potete venire a dire che è il solito Islam ad essere esagerato o che quelli sono tutti terroristi quindi gli sta sol che bene che gli abbiano brucitao il loro testo sacro. È come dire, per chi ama la propria moglie o fidanzata quasi come un dio, che un gruppo di persone viene in casa vostra e vi brucia la moglie; è come dire, per chi crede nel cristianesimo, che vi brucino la croce che tenete appesa in casa; è come dire, per rendere l’esempio più accattivante, per chi crede nel dio denaro, che vi brucino i vostri soldi: non v incazzereste? E il bello, si dice così ma bisognerebbe dire il brutto, è che è stato accertato che quei libri del Corano bruciati in gran parte erano stati requisiti ad alcuni prigionieri dalle forze statunitensi perchè ritenute testi che incitavano al fanatismo e al terrorismo e ritenuti mezzo per trasportare messaggi in codice tra i vari detenuti. Voi capite, spero, che il mondo militare statunitense è pazzo e il gruppo governativo nordamericano è ormai dentro a un delirio di onnipotenza tale che li rende capaci solo di chiedere scusa davanti a un atto che richiederebbe un risarcimento danni morali e fisici. E, poi, sapete perchè Obama ha chiesto scusa? Solo perchè è preoccupato dell’ondata di violenza che si potrebbe scatenare contro la popolazione statunitense sita in Afghanistan. Preoccupazione assolutamente reale ma concorderete con me, e chi non concorda è plagiato da Obama e i suoi scagnozzi, che a fomentare le azioni violente o il terrorismo, se proprio così volete chiamarlo sono coloro che lo dovrebbero combattere.
octavio

giovedì 23 febbraio 2012

To boycott Israel, Shopping Tips


Nel mentre che il mondo rimane, addormentato e inerme, ad osservare l’ultima decisione d’Israele: possibilità ai coloni di costruire strade a delimitare e a difendere le colonie senza nessuna previa autorizzazione da parte del Governo e senza necessità di registrazione presso il catasto, io utilizzo il mio spazio odierno per la pubblicità.
Un libro che chiunque, come me, è contrario al sionismo, è contrario al colonialismo, è contrario all’abominio che Israele sta facendo contro la Palestina deve conoscere e deve avere.
Per il pdf qui.
Per acquistarlo qui.
Sapevate che tutte le banche israeliane offrono alle imprese di costruzioni tassi agevolati per permettergli di tirare avanti anche con la crisi e che i tassi sono maggiormente agevolati se le case sono costruite su territori occupati? Sapevate che molti agricoltori palestinesi che si sono visti sottratti la terra ora lavorano in nero per agricoltori israeliani che non danno nessuna garanzia su malattie e assicurazioni? Sapevate che Israele produce energia eoliche grazie alle alture del Golan occupate e che l’energia che arriva in Palestina e a Gaza, in particolare, è gestita da una compagnia nazionale che toglie e mette la luce a suo piacimento come punizione per i palestinesi?
Tutto questo e molto altro è spiegato dettagliatamente nel libro, il quale ha tra i suoi collaboratori l’Alternative Information Center, cosa che per me è un vanto.
“There are concrete steps that people can take, learning from the lessons of the first Intifada and the Boycott, Divestment and Sanctions campaign to dismantle the South African Apartheid regime; strategies of popular resistance, strikes, occupations, direct actions. From the streets into the offices, factories and headquarters is where we need to take this fight, to the heart of decision-makers that are supposedly making decisions on our behalf and the companies making a killing out of the occupation. The third intifada needs to be a global intifada.”
Ewa Jasiewicz, from the besieged Gaza Strip, January 2009
michael

martedì 21 febbraio 2012

Martedì grasso

Vorrei fare anzitutto un esempio. Se, da cristiani, foste informati che alla tal manifestazione il volto di cristo è stato usato come divertimento, come maschera per il carnevale, come gioco per passare le giornate cosa fareste? Ecco, il problema qui si fa enorme, esempi di questo tipo ce ne sono tanti, molti hanno “profanato” il volto di cristo, ma il popolo cristiano cosa ha fatto? I moralisti si sono detti indignati, i sinceri si sono detti addolorati, i menefreghisti se ne sono fregati; si sa il sentimento cristiano non è mai stato forte negli individui, oppure, se lo è stato si è trasformato in integralismo moralista. Ora cambiamo religione, vi rifaccio la stessa domanda ma mettendo l’Islam al posto del cristianesimo, quale sarà il risultato? Manifestazioni di piazza a non finire, dichiarazioni al vetriolo lanciate su giornali, muri, televisioni e radio, quello che, insomma, tutti, chiamano terrorismo islamico. Io odio pensare che il mondo islamico sia terrorista, per me è insensato crederlo; penso invece che la verità stia nel senso religioso: quello cristiano manca, quello islamico è tanto, così tanto da diventare, a volte e non sempre, integralismo.
Dopo la lunga dissertazione religiosa posso dunque arrivare al punto: la Macedonia rischia che le proteste che da alcune settimane la invadano cadano troppo pericolosamente nel sangue. Proteste per cosa? Per il carnevale di Vevcani, esistente già dal 1400, dove hanno sfilato alcune maschere offensive per la comunità albanese musulmana lì abitante. Da lì ovviamente la notizia si è sparsa in tutta la nazione con relative proteste.
Preciso subito che io non sono qui a dire che i musulmani sono sempre presi di mira e quindi vanno difesi, chi ha le sue colpe se le deve prendere e il fatto che, ad esempio, la comunità albanese non voglia che i propri figli imparino il macedone mi sembra insensato, tanto quanto la scelta del sindaco della cittadina in questione che non ha voluto chiedere scusa.
Ciò che va valutato è che, ancora una volta, si fa di tutta l’erba un fascio: ci si obbliga a credere che qualunque cosa sbagliata l’altro faccia sia per questioni di diversità e, in questo caso, essendo la diversità la religione su quello si gioca.
Il primo vero razzismo non è tanto dire “tu hai la pelle scura e io ce l’ho chiara” ma “tu sei diverso da me e per questo io ti sono superiore”.
aleksej

lunedì 20 febbraio 2012

Rinchiusi, al buio

Sicuramente vi sarà capitato, a me moltissime volte, di pensare con preoccupazione a tutto ciò che potrebbe andare storto se non ci fosse l’energia elettrica. A me è capitato di pensarci sopratutto quando mi ci sono trovato senza; blackout per maltempo, per lavori di manutenzione o via dicendo.
Senza elettricità si sta al buio, ma è anche vero che si può aiutare con le candele, si sta al freddo, è sempre vero che ci si può coprire, ma molto dipende dal freddo che fa. Senza elettricità si scongela il freezer e si scalda il frigorifero, non si può quindi mantenere il cibo, tutti gli elettrodomestici sono fuori usi e non vanno gli ascensori. Senza elettricità la TV non si accende, le porte automatiche non si aprono, gli apriporta non funzionano. Senza elettricità le tapparelle automatiche non si alzano, ma è anche vero che quelle in pochi ce le hanno, nessun esercizio può aprire per svolgere il suo lavoro. Senza elettricità i recinti per gli animali sono inutilizzabili e possono scappare, i sistemi di allarme sono fuori uso e tutto, e se dico tutto è tutto, è svaligiabile. Senza elettricità i selfservice dei benzinai non vanno e nemmeno le torrette per il calcolo dei litri, i telefoni non funzionano e i cellulari a lungo andare svaniscono. Senza elettricità le pompe per il prelevamento di acqua dai pozzi non funzionano e così nè i campi vengono irrigati, nè il bestiame può abbeverarsi.
Senza elettricità tutto finisce.
Ora pensate che questa situazione per noi sarebbe paradossale, sarebbe l’apocalisse. La si può immaginare e si può anche pensare che in realtà una situazione del genere realmente a noi difficilmente capiterà.
Questa vita da blackout totale si è iniziata a vivere a Gaza da qualche settimana, non siamo ancora al massimo delle disperazione, ma poco ci manca. Tenete anche presente che grazie a Israele, non solo l’elettricità manca, ma anche la benzina, le candele e le coperte.
michael

domenica 19 febbraio 2012

Le passanti

Cos'è questo tempo che scorre tra le dita? Con quale nome la Storia ricorderà i nostri anni? Sentendo sul volto il vento della guerra incombente, ruggente e anelante ci chiediamo se in questi anni si sia effettivamente vissuti in pace. Quanti i passanti incrociati e lasciati andare, come è possibile che stiamo nuovamente e silenziosamente precipitando verso le armi? Nella nostra "grande" civiltà orientale, nella nostra Europa dimentica della sua Storia, la solitudine e la paura di non avere abbastanza denaro hanno reso l'altro uno sconosciuto, un passante e infine un nemico. Nemico per il posto di lavoro che occupa e che vorrei io, nemico per la macchina che guida e che io non ho, nemico invidiato e di nuovo odiato. Tutta la nostra divisione, il potere tecnico ed economico che pensavamo potesse svilupparsi all'infinito lasciandoci grassi mangiatori di elettronica ci ha visti invece sempre più soli e pian piano gli uni contro gli altri. Parafrasando il celebre verso possiamo dire; non chiuderti nelle tue stanze, resta amico dei ragazzi di strada, dei tuoi colleghi, insegnanti e vicini. Solo così possiamo di nuovo ricostruire quella terra di pace che vogliamo nonostante latentemente ci insinuino come inevitabile un intervento armato contro l' Iran.
IoLiOdioInazistiDellIllinois



giovedì 16 febbraio 2012

La vera storia del popolo d'Israele

Con il suo fare sornione, con l’aria da vittima geograficamente posta in mezzo ai mostri, con la sua arte del perfetto manipolatore di menti Israele c’è riuscito ancora. Ha vinto un nuovo tassello del mosaico che sta creando per la distruzione e lo sterminio del popolo palestinese: dal prossimo aprile l’Unrwa non potrà più sostenere economicamente molti dei progetti avviati in Palestina e molte della famiglie povere, per non dire alla fame, di Gaza.
In un periodo di crisi economica mondiale, in un periodo di crisi energetica a Gaza che obbliga da qualche giorno l’intera popolazione al buio totale direi che è la mossa migliore che i nazisti israeliani potessero fare, tutto ovviamente grazie agli USA.
Ho pensato allora di fare l’eretico, ho pensato di fare il bestemmiatore e ora vi racconto la mia versione della storia del mondo ebraico, così rispondo anche a un commento di qualche giorno fa.
“Dopo le sofferenze patite in Egitto, dopo la fuga e la liberazione, il popolo ebraico si dimostrò irriconoscente verso Dio che, per questo motivo li punì e li fece vagare quarant’anni per il deserto prima di raggiungere Kan’an, la terra promessa. Durante la permanenza nel deserto Mosè ricevette le tavole della Legge e sancì quindi l’alleanza tra Dio e gli ebrei. Questo succedeva milioni e milioni di anni fa, poi la storia, le guerre, la geografia hanno ribaltato le cose e la terra che era dei palestinesi rimane ai palestinese, la terra egizia rimane agli egiziani e la terra siriana rimane ai siriani: grande ingiustizia per il popolo ebraico. Stavolta però non si presenta Dio a risolvere la questione, bensì gli uomini, sacerdoti di quella religione che si chiama sionismo, decisero, senza chiedere a molti, senza chiedere ai residenti, di sbattere gli ebrei in Palestina, la famosa Eretz Israel, sapendo bene che l’avvrebbero voluta trasformare in Eretz Kan’an. Ma come riuscire a fare tutto ciò? Sterminando i vecchi residenti per far posto ai nuovi”.
Quella che racconto è una storia vera. C’è pure chi ancora li giustifica.
michael

Delincuentes quemados vivos, qué te parece?


A causa de lo malos momentos que vivió el país de Honduras en el sitio penal de Comayagua (centro de Honduras), desde la red social informativa de la página web de Telesur se informó que al menos 4 módulos del centro penitenciario, que aloja a 850 reclusos que se incendiaron. Un caso muy parecido al que se vivió en nuestro país Venezuela en la cárcel de sabaneta del municipio Maracaibo donde 108 reos perdieron la vida en un intento desesperado por escapar del humo que los ahogaba.
Segíun cuerpos policiales de Honduras, confirma que hay más de 272 muertos en el incendio que se provoco en el centro penitenciario Del mismo modo, Danilo Orellana, director del centro penitenciario de Honduras, informó este miércoles que al menos 200 reclusos murieron durante el incendio y así mismo añadió que se encuentran investigando las causas del siniestro, se presume que sería por la quema de un colchón y que las hipótesis que se manejan son dos: que un recluso habría comenzado el fuego, o que se habría producido un cortocircuito a las 10:50 pm. 200 han sido las cifras de muertos donde la mayoría murieron asfixiados.
Por otro lado, según la periodista Leda Santodomingo quien en ese tiempo trabajaba como corresponsal en Venevisión se encontraba haciendo un reportaje sobre la Masacre de Sabaneta, relató que al menos 108 reos perdieron la vida en un intento desesperado, se presume que una de las causas del incendio fue provocado con gasolina por uno de los dos grupos en pugna, muchos acusaron a la banda “Los Goajiros” de ser la responsable.
El comportamiento de los reos de la cárcel de sabaneta suelen ser muy violentos, el problemas por el cual se armó todo, fue por el gran odio que ambas bandas se tienen Uno de los entrevistados fue Salvador Cubillán, Juez Cuarto de Primera Instancia Penal, él relató los sucesos que a su juicio lo tocaron profundamente: “No creo que vuelva a ver algo así, oficialmente fueron 102 los muertos, aunque los penados indicaron que fueron 200”.

mercoledì 15 febbraio 2012

Caña de la muerte

24mila persone tra El Salvador e Nicaragua morte dal 2000 ad oggi, 2mila morti all’anno, tutti per insufficienza renale cronica e tutti lavoratori nelle piantagioni di canna da zucchero o di riso. L’anno scorso la Ministra della Salute salvadoregna, María Isabel Rodríguez, aveva richiesto un aiuto internazionale per far fronte a questa malattia che, come raccontano gli infermi, è subdola e quando ci si accorge di averla è già, ormai, troppo tardi.
Questo il racconto di una donna, una moglie che ha visto suo marito, padre di otto figli e lavoratore dall’età di 16 anni, morire: "No le paraba el hipo, no dormía, sufría calambres, dolores de cabeza, perdió el apetito, vomitaba el agua y los alimentos que trataba de ingerir, se le ampollaron la boca y (tenía) todo el cuerpo reseco, perdía la vista, no podía orinar, se levantaba de pronto desesperado y al final hablaba sólo y deliraba".
Essendo una malattia avrà anche le sue cause, solo che, in questo caso, non c’è accordo nemmeno a livello internazionale. Molti medici dicono che si sviluppa per questioni fisico-naturali. Gli operai che ne sono affetti sono tutti obbligati a fare grandi sforzi in condizioni pessime e, sopratutto, in zone molto calde che portano costantemente il corpo a uno stato di disidratazione tale che, a lungo andare, diventa irreversibile, così vengono compromessi inevitabilmente i reni. Altri, e io sono dalla loro parte, dicono che è a causa dei pesticidi: "Me ponía la mochila en el lomo y tiraba el veneno (herbicidas y pesticidas) sin ninguna protección, hasta una vez me cayó todo el veneno en el lomo”. Le parole di un altro ammalato fortunatamente ancora in vita. Non è un mistero che il lavoro nei paesi sottosviluppati non segue nessuna norma igienica e di sicurezza, passare giornate intere a spargere veleno senza nessuna protezione pensate davvero che non sia dannoso?
Allora il vero problema qual è? Le multinazionali e l’idea che l’economia di sfruttamento sia l’unica soluzione per poter accaparrare quanti più soldi possibili. Fino a che, e questo è una vita che lo dico, l’unico metro di misura sarà il (vil) denaro ci saranno morti, e non bisogna andare fino in Latino America per scoprirlo.
octavio

Libri Misti

Comprare i libri di testo è per le famiglie italiane una spesa necessaria. La cultura si paga, l'istruzione serve, perciò non ci si fanno troppe domande.
Alcuni ogni anno comprano i libri nuovi, altri se li passano di fratello in fratello, altri li vendono e li comprano usati. Finora ci si è sempre arrangiati: chi non si può permettere 400 euro di libri all'anno li cerca nei mercatini dei libri usati. Ma non può trovarli tutti, perchè da molti anni le edizioni dei libri cambiano regolarmente con qualsiasi scusa (rendendo inutili i libri vecchi): nuove scoperte, nuovi sistemi, riforme scolastiche, o, a volte, semplicemente un libro più leggero o con una grafica diversa. E così bisogna comprarsi il libro nuovo.
Ogni anno si dice che ci sarà una riforma per cui le case editrici dovranno mantenere per cinque anni almeno la stessa edizione di un libro: qualcuno sostiene che questa riforma già è stata fatta, ma vi assicuro che i libri continuano a cambiare ogni anno.
Così ho cercato una normativa che regoli le adozioni dei libri scolastici e - Badabum! - eccola qua: Circolare n. 18 - Prot. n. 1308.
Dal testo della normativa (http://www.istruzione.it/web/istruzione/cm18_11 ), in cui sono elencati i vincoli che devono rispettare gli istituti scolastici per l'adozione dei testi, si capisce che sì, per sei anni non si possono adottare nuovi testi, ma... l'editore può trasformare quando vuole il testo in Libro Misto (cioè libro+ espansione online); e dal prossimo anno scolastico "non potranno più essere utilizzati testi esclusivamente a stampa". Quindi via di nuovo: nuova ondata di nuove edizioni per cui i mercatini del libro usato non serviranno più a niente, e nuove spese accollate alle famiglie, che accumuleranno sugli armadi, in cinque anni, cinque edizioni dello stesso libro.
zecca

martedì 14 febbraio 2012

Morte ai cristiani

La leggenda narra anche che fu il partiarca Abramo ad ordinare a Lot come espiazione dei suoi peccati di piantare in quel posto i tre bastoni che gli erano stati lasciati dai tre angeli che gli avevano fatto visita (Gen 18,1-2). Dai bastoni, innaffiati con l'acqua presa dal Giordano, germoglia un albero con tre diversi rami. Il legno di quell'albero, scartato al tempo di Salomone per la costruzione del Tempio, fu invece usato per fabbricare la croce di Gesù Cristo.
Sul luogo dove nacque e crebbe quell’albero da tempo, da secoli, è stato eretto un monastero, di religione ortodossa, gerogiano dall’XI secolo. Il Monastero della Croce, così si chiama in onore di quel legno.
Perchè trattare di un monastero cristiano? Perchè essendo situato a Gerusalemme e essendo stato, pochi giorni fa deturpato è mio dovere rendere nota la notizia.
Tutto il mondo parla delle persecuzioni che i cristiani nel mondo subiscono, il Papa spesso è intervenuto a riguardo e ha sempre chiesto di smetterla. A quelli che dei cristiani che crepano in realtà non frega molto la notizia è servita per sparlare e attaccare Islam e musulmani, per dimostrare che l’Islam è la religione dell’odio e dei terroristi; si sa che ormai rincarare la dose sul fattore Islam in particolare e straniero in generale fa successo e, sopratutto, fa razzista, ciò che la stragrande maggioranza della popolazione mondiale oggi è.
Ma se a fare minacce non sono i musulmani? Beh, a quel punto bisogna pensarci un attimo prima di gridare ai mostri e agli assassini. Eh sì perchè se fosse uno statunitense a farlo si cercherebbe comunque di giustificarlo, se fosse un comunista gli si darebbe addosso, se fosse un induista o giù di lì gli si darebbe addosso subito e se fosse un ebreo? SI BLOCCHEREBBE LA NOTIZIA SUL NASCERE.
Ed ecco il perchè scrivo: un gruppo di ebrei estremisti hanno deturpato il Monastero della Croce con una scritta: “Morte ai cristiani”. Dove sono, adesso, i razzisti, i perbenisti, i moralisti, i politici, i religiosi e i rappresentati delle varie lobbies pronti a dare contro agli sterminatori dei cristiani? Perchè tutti tacciono questa notizia, violenta tanto quanto quelle che si sento relative a musulmani?
Lo dico io? Va bene, cercherò anche di essere equilibrato: SE TERRORISTI SONO I MUSULMANI CHE VOGLIONO STERMINARE I CRISTIANI, SE TERRORISTI SONO GLI INDUISTI CHE VOGLIONO STERMINARE I CRISTIANI SONO TERRORISTI ANCHE GLI EBREI CHE VOGLIONO STERMINARE I CRISTIANI.
michael

lunedì 13 febbraio 2012

Prihuyét'

La notizia è scioccante ma è semplice da dire: una donna di 53 anni ha tentato di darsi fuoco davanti alla sede del Governo Russo; si è cosparsa di benzina e si è accesa tramite un fiammifero, i tempestivi soccorsi hanno permesso che non si carbonizzasse e che, pur ferita gravemente, fosse trasportata in ospedale dove, tuttora, permane.
La polizia russa e le forse competenti non hanno saputo dare ragioni sul gesto; in generale non si sa perchè lo ha fatto e, comunque, se proprio bisogna trovare un motivo allora sarà la solita invasata che protestava contro la vittoria di Putin alle scorse elezioni. Una cosa a me mi ha incuriosito, il fatto che nessuno riuscisse a decidersi da quale regione provenisse la donna, alcuni hanno detto da Samara ma, la scelta che va per la maggiore è Sverdvlovsk.
Ho voluto, allora, vedere che cosa caratterizzava queste due regioni, così, per cpaire se qualche indizio poteva arrivarci dato che il folle gesto della donna nessuno lo ha ancora capito.
Sverdvlovsk, parto da questa perchè è la più gettonata, è una regione gigantesca nella quale, data la grande presenza di acqua, moltissimi fiumi la attraversano, si sono sviluppate, anzi dire strasviluppate, industrie siderurgiche, metallurgiche e via discorrendo, è la terra dove il mondo russo costruisce i suoi carri armati, qui infatti esiste la più grande industria di armi da fuoco. Ha poi una seconda caratteristica: la droga. Parlo di ciò perchè chi sostiene che la donna proviene da Sverdvlovsk ci dà anche una precisazione sulla città, Nizhny Tagil, la città con il più alto tasso di consumatori di oppio, la città dove gli spacciatori lavorano alla luce del sole, la città dove l’AIDS si trasmette sopratutto per utilizzo improprio di aghi già utilizzati.
Guardiamo ora l’altro lato, guardiamo ora Samara. Non ci sono grandi notizie interessanti, nulla di sconvolgente sulla città unico fatto di un certo rilievo è sulla sua economia. Samara vive su petrolio e gas, centinaia di giacimenti già attivati e km quadrati di territorio sotterraneo ancora da scoprire.
Forse sono voluto andare troppo oltre, forse i motivi che spingono una donna a darsi fuoco sono altri e, forse, non li scopriremo mai. Certo è che per me i motivi appena addotti sono più che validi.
aleksej

sabato 11 febbraio 2012

Spread it around/Diffondete/Difundelo

Se siete a conoscenza di altri nominativi qui non presenti contattate l’autore dell’elenco qui: gcozette@crln.org e www.crln.org
De conocerse casos que no estén incluidos en la lista, el autor solicita que se lo notifique a gcozette@crln.org y www.crln.org
Cases not included in the list, the author requests to be notified at www.crln.org gcozette@crln.org
2011: 59 asesinatos
5 de noviembre de 2011 - José Luis Lemus Ramos (campesino de Aguán).
1 de noviembre de 2011 - Catalino Efraín López (campesino de Aguán).
22 de octubre de 2011 - Alejandro Rafael Vargas Castellanos, hijo de la rectora de la Universidad Nacional de Honduras (UNAH) y su amigo Carlos David Pineda Rodríguez.
15 de octubre de 2011 - Segundo Mendoza (activista campesino de la organización Rigores)
11 de octubre de 2011 - Santos Ceferino Zelaya (campesino de La Aurora)
2 de octubre de 2011 - Carlos Martinez (Cooperativa de Lempira)
29 de septiembre de 2011- Miriam Emelda Fiallo (esposa del presidente de una cooperativa campesina inscrita en COAPALMA, Germán Castro) y Fredy Castro, hermano de Germán y tesorero de la cooperativa.
15 de septiembre de 2011 - Dennis Montoya (líder politico y deportivo) y (en otro ataque) Juan de Jesús Figueroa, presidente de la comunidad Patronato de Matarras.
10 de septiembre de 2011 - Ramón Antonio Cruz Lara, activista e hijo del docente Héctor Cruz, miembro del zelayista FNRP (Frente Nacional de Resistencia Popular).
8 de septiembre de 2011 - Medardo Flores (periodista de Radio Uno). 16 periodistas fueron asesinados desde febrero de 2010.
7 de septiembre de 2011 - Mahadeo "Emo" Sadloo, activista fundador del FNRP y militante por la educación pública.
2 de septiembre de 2011- Olvin David Gonzalez Godoy, miembro de una cooperativa agraria afiliado a MUCA (Movimiento Campesino Unido de Aguán).
1 de septiembre de 2011 - Juan de Dios Palencia Mejía (pastor y docente) y su mujer Dunia Suyapa Sánchez Zapata (docente).
22 de agosto de 2011 - Nahúm Alexander Guerra (estudiante y activista universitario).
21 de agosto de 2011 - Pedro Salgado, vicepresidente del MUCA, y su esposa Reina Irene Mejía.
20 de agosto de 2011 - Arnoldo Portillo, cooperativista de la comunidad La Concepción en el Bajo Aguán.
20 de agosto de 2011 - Secundino Ruiz Vallecillo, presidente de la Cooperativa San Isidro y de MARCA (Movimiento Auténtico de Resistencia Campesina de Aguán). MARCA integra el FNRP.
18 de agosto de 2011 - Victor Manuel Mata Oliva (40), Sergio Magdiel Amaya (17) y Roldin Marel Villeda (15).
15 de agosto de 2011 – Cinco campesinos fueron asesinados al abandonar el Instituto Nacional Agrario de Honduras.
14 de agosto de 2011 - Javier Melgar (17), campesino y 5 sicarios confundidos por el Ejército. Ese mismo día Lelis Lemus Martinez (17) y Denis Israel Castro (18) fueron asesinados.
25 de julio de 2011 - Carlos Maradiaga presidente de la cooperativa campesina Coapalma-Ecara.
23 de julio de 2011 - Julián Alvarenga García (45) presidente de la cooperativa Isla I de Nueva Marañones (en el MUCA).
16 de julio de 2011 - Luis Alonso Ortiz Borjas (52) y Constantino Morales Enamorado (32), miembros de la Cooperativa Nueva Marañones, (en el MUCA).
14 de julio de 2011 - Nery Jeremías Orellana (26), periodista de radio Candelaria, director de Radio Joconguera y activista del FNRP
5 de junio de 2011 –José Recinos Aguilar, Joel Santamaría y Genaro Cuesta (campesinos de la cooperativa San Esteban, en MARCA).
24 de mayo de 2011 - Juan Angel Sorto (19), músico de rock y miembro de Artistas en Resistencia.
18 de mayo de 2011 - Denis Moisés Lara Orellana (37), secretaria regional de la Asociación Nacional de Campesinos Hondureños (ANACH).
18 de mayo de 2011 - Sixto Ramos (45) responsable de la Coordinadora de Organizaciones Populares de Aguán (COPA) y de la cooperativa Nueva Suyapa del Movimiento Campesino de Aguán (MCA).
15 de mayo de 2011 - Francisco Pascual Lopez, granjero del MCA
10 de mayo de 2011 - Héctor Francisco Medina Polanco (35), periodista de TV. Ese mismo día, José Paulino Lemus Cruz, campesino de la cooperativa "Brisas de Aden" (en el MCA).
07 de mayo de 2011 - Henry Roney Díaz, campesino de la cooperativa El Despertar (en MARCA).
19 de abril de 2011 - Tarin Daniel Garcia Enamorado (26) y Carlos Alberto Acosta Canales, campesinos miembros del MUCA.
18 de marzo de 2011 - Ilse Ivania Velásquez Rodríguez (59), docente y ex directora en Tegucigalpa.
19 de febrero de 2011 - Reina Elizabeth Veliz Varela (39) y líder del FNRP.
11 de febrero de 2011 - Freddy Gonzalez Castro y Rigoberto Fúnez (tesorero y presidente, respectivamente de la Cooperativa Prieta).
31 de enero de 2011 - Dr. Jose María Turcios, activista del FNRP.
15 de enero de 2011 - Jose Ricardo Dominguez Hernandez (42), activista del FNRP.
2 de enero de 2011 - Ermin Nabarro, de la Cooperativa La Aurora (MUCA).
2010: 61 asesinatos
1 de diciembre de 2010 - José Luis Sanabria (45), docente de Copan y director de la escuela Carlos Roberto Reina.
29 de noviembre de 2010 - Adelson Díaz Estévez.
15 de noviembre de 2010 - Raul Castillo (48) de la Cooperativa 14 de mayo, José Luis Sauceda (25) de la Cooperativa 14 de mayo, Ciriaco Muñoz (50) de la Cooperativa Nueva Esperanza, Teodoro Acosta (39) de la Cooperativa Nueva Esperanza, Ignacio Reyes Garcia (50) de la Cooperativa Tres Familias Unidas. Todos miembros del MCA.
30 de octubre de 2011 (sin confirmar) Luis Antonio Hernández, docente líder del FNRP.
17 de septiembre de 2010 - Juana Bustillo (49) sindicalista y enfermera.
15 de septiembre de 2010 - Efraín López.
10 de septiembre de 2010 - Francisco Miranda Ortega (55), dirigente del MUCA). Ese mismo día: Enrique Alfredo Larios Cruz, campesino de la cooperativa "Unión Catracha" (en el MCA).
28 de agosto de 2010 - Santos Remigio Ávila (45) secretario general de la ANACH.
24 de agosto de 2010 - Israel Zelaya Díaz (62) periodista de Radio International.
18 de agosto de 2010 - Victor Manuel Mata Oliva (40), Rodving Omar Villegas (15), Sergio Madiel Amaya (18), y Roldin Marel Villeda (15) de la cooperativa La Aurora.
9 de agosto de 2010 - Esteban García Cruz (45), de la Cooperativa 25 de Abril (en el MUCA).
4 de julio de 2010 - Roger Antonio Fúnez Flores, dirigente del FNRP en El Progreso y locutor de Radio Progreso.
30 de junio de 2010 (no confirmado) - Jorge Alberto Castro Ramírez (41) del FNRP.
20 de junio de 2010 - Oscar Yovani Ramírez (17) de la cooperativa San Esteban (en MARCA). Previamente fue torturado.
20 de junio de 2010 - Mauricio Nahún González Coello, hijo de un líder sindical.
15 de junio de 2010 - Rolando Valenzuela, ex ministro de Manuel Zelaya y activista de Liberales en Resistencia.
10 de junio de 2010 - Oscar Molina, cuñado del vicepresidente del gremio cervecero Porfírio Ponce.
29 de mayo de 2010 - Agustín Bustillo (40) de la Cooperativa Camarones (MUCA).
18 de mayo de 2010 - Olayo Hernandez Sorto (38), miembro del Consejo de Organizaciones Populares Indígenas de Honduras (COPINH).
13 de mayo de 2010 - Gilberto Alexander Nuñez Ochoa (27) y José Andrés Oviedo (26) participantes de las movilizaciones del FNRP.
8 de mayo de 2010 - Adalberto Figueroa, dirigente ecologista de la región de Olancho.
29 de abril de 2010 - Miriam Yaneth Romero Domínguez (44) docente de la Colonia San Carlos de Sula.
26 de abril de 2010 - Pedro Antonio Gomez y Oscar Tulio Martinez, familiars del ministro zelayista Arcadia Gomez.
20 de abril de 2010 - Jorge Alberto "Georgino" Orellana (50), periodista de TV.
13 de abril de 2010 - Luis Antonio Chévez Hernández (22), periodista de radio W105.
7 de abril de 2010 - José Leonel Guerra Alvarez (32) de Cooperativa La Confianza (en el MUCA).
1 de abril de 2010 - Edy Gabriel Betancourt (23), estudiante de la UNAH. Ese mismo día: Miguel Angel Alonso Oliva (22) de la Cooperativa Guanchias in Aguán.
28 de marzo de 2010 - Dr. Yorleny Yadira Sánchez Rivas (33).
27 de marzo de 2010 - José Bayardo Mairena Ramírez y Manuel Juárez, periodistas de "Esto es Olancho" de Canal 4.
23 de marzo de 2010 - José Manuel Flores, docente de Ciencias Sociales y miembro del FNRP.
17 de marzo de 2010 - Francisco Castillo (50), miembro del FNRP, y vinculado al sacerdote cooperativista Fr. Andres Tamayo. Ese mismo día: Jose Antonio Cardoza y Jose Concepcion Carias (ambos 50), dirigentes de la cooperativa Brisas (en el COHDEFOR).
14 de marzo de 2010 - Nahún Ely Palacios Arteaga (36), periodista de Radio Tocoa.
12 de marzo de 2010 - Ramón Ulises Castellanos y Miguel Sauceda, campesinos.
11 de marzo de 2010 - David Enrique Meza Montesinos (51) periodista de radio El Patio.
1 de marzo de 2010 (sin confirmar) - Bessy Pamela Cerrato Banegas, activista del FNRP e hija de una dirigente del Sindicato de Embotelladores.
24 de febrero de 2010 -Claudia Larissa Brizuela (36) hija de Pedro Brizuela, líder de la resistencia.
17 de febrero de 2011 - Dara Gudiel (17), hija del periodista Enrique Gudiel.
15 de febrero de 2010 - Julio Fúnez Benítez (57) sindicalista del gremio de Sanidad.
14 de febrero de 2010 - Feliciano Santos (40), de la Cooperativa 21 de Julio.
4 de febrero de 2010 - Francisco Montes (45) e Isidro Cano (45) de la Cooperativa Buenos Amigos. Ese mismo día: Isidro Santos de la Cooperativa Occidental. Ese mismo día: Vanesa Yaneth Zepeda Alonzo (29), enfermera y dirigente del gremio de Seguridad Social.
31 de enero de 2010 - Juan Ramon Mejia (60) de la Cooperativa Occidental (en el MUCA).
Enero de 2010 - Blas Lopez, docente y dirigente étnico.
Desaparecidos (2010-2011)
30 de agosto de 2011 - José Reynaldo Cruz Palma, presidente de una comunidad campesina en San Pedro Sula.
21 de agosto de 2011 - Oscar Elías López Muñoz (49).
2 de agosto de 2011 - Mauricio Joel Urbino Castro (34), taxista.
11 de junio de 2011 - Kelvin Omar Andrade Hernández (18) hijo del exiliado Dagoberto Andrade.
21 de mayo de 2011 - Olvin Gallegos y Segundo Gómez, campesinos de la granja "El Despertar".
15 de mayo de 2011 - Francisco Pascual López de la Cooperativa Rigores.
21 de febrero de 2011 - Franklin Padilla, dirigente del gremio docente.
7 de febrero de 2011 - Samuel Josué Pastrana Molina .
20 de julio de 2010 - Luis Alexander Torres Casaleno.
15 de julio de 2010 - Vilmar Edmundo Talavera Avilez, policía.
13 de julio de 2010 - Denis Alexander Russel (19) estudiante del Instituto de la Patria en La Lima, Cortés.
13 de junio de 2010 - Osmin Obando Cáceres (22) hijo del coordinador del FNRP en Tela, Atlántida.
Heridos críticos
5 de octubre de 2011 – Pedro Alfredo Matamoros Bonilla y Heder Jael Sánchez Cruz, dirigentes de la cooperativa La Aurora (en el MUCA)
1 de marzo de 2011 - Eduardo Argueta Santos.
25 de mayo de 2010 - Douglas Ramón Gomez Torres, sindicalista.
29 de julio de 2011 - Nelson Eliberto Lopez Reyes.
octavio

venerdì 10 febbraio 2012

Eretz Israel e Eretz Kan'an

Ecco perchè Israele vuole, pretende, distruggere la Palestina, ottenere il Golan e accaparrarsi parte dell’Egitto.
In quel giorno l’Eterno fece patto con Abramo, dicendo: "Io do alla tua progenie questo paese, dal fiume d’Egitto al gran fiume, il fiume Eufrate; i Kenei, i Kenizei, i Kadmonei, gli Hittei, i Ferezei, i Refei, gli Amorei, i Cananei, i Ghirgasei e i Gebusei".
Genesi 15, 18-21
Il Signore disse a Mose: “Dà questo ordine agli Israeliti e riferisci loro: Quando entrerete nel paese di Canaan questa sarà la terra che vi toccherà in eredità: il paese di Canaan. Il vostro confine meridionale comincerà con il deserto di Sin, vicino a Edom; così la vostra frontiera volgerà al sud della salita di Akrabbim, passerà per Sin e si estenderà a mezzogiorno di Kades-Barnea; poi continuerà verso Cazar-Addar e passerà per Asmon. Da Asmon la frontiera girerà fino al torrente d’Egitto e finirà al mare. La vostra frontiera a occidente sarà il Mar Mediterraneo: quella sarà la vostra frontiera occidentale. Questa sarà la vostra frontiera settentrionale: partendo dal Mar Mediterraneo, traccerete una linea fino al monte Or, dal monte Or la traccerete in direzione di Amat e l’estremità della frontiera sarà a Zedad, la frontiera continuerà fino a Zifron e finirà a Cazar-Enan: questa sarà la vostra frontiera settentrionale. Traccerete la vostra frontiera orientale da Cazar-Enan a Sefam; la frontiera scenderà da Sefam verso Ribla a oriente di Ain; poi la frontiera scenderà e si estenderà lungo il mare di Genesaret, a oriente; poi la frontiera scenderà lungo il Giordano e finirà al Mar Morto. Questo sarà il vostro paese con le sue frontiere tutt’intorno”.
Numeri 34, 1-12
“Così dice il Signore Dio: “Questi saranno i confini della terra da spartire tra le dodici tribù d’Israele, (...) Ecco dunque quali saranno i confini del paese. A settentrione, dal Mar Mediterraneo lungo la via di Chetlon fino a Zedad; il territorio di Amat, Berotà, Sibràim, che è fra il territorio di Damasco e quello di Amat, Cazer-Ticon, che è sulla frontiera di Hauran. Quindi la frontiera si estenderà dal mare fino a Caze-Enon, con il territorio di Damasco e quello di Amat a settentrione. Questo il lato settentrionale. A oriente, fra l’Hauran, Damasco e Galaad e il paese d’Israele, sarà di confine il Giordano, fino al mare orientale e verso Tamar. Questo il lato orientale. A mezzogiorno, da Tamar fino alle acque di Meriba-Kades, fino al torrente verso il mar Mediterraneo. Questo il lato meridionale verso il Negheb. A occidente, il Mar Mediterraneo, dal confine sino davanti all’ingresso di Amat. Questo il lato occidentale.”
Ezechiele 47, 13-20
michael

giovedì 9 febbraio 2012

Racconto super partes

Ho sentito, in questi ultimi giorni, la notizia dell’ENPA: briciole per i passerotti, la sintetizzerei così. Ho visto anche che il popolo del web si è lanciato a far commenti, chi ha voluto fare il moralista e chi ha voluto fare lo stronzo, rimane il fatto che c’è chi è pro e chi è contro.
Io ho visto che a mio figlio piace guardare gli uccellini che mangiano il pane sul nostro balcone e quindi informo tutti, se a qualcuno davvero importa, che io il pane lo lascio e gli uccellini mi ringraziano.
Fra chi commentava c’era anche chi è stato accusato di moralismo perchè diceva, e questo l’ho sentito per radio anche stamattina, che era meglio prima dare il pane ai barboni (o clochard, per rendere più carina una condizione infame di vita) e poi si sarebbe pensato agli uccellini. Io non volendo fare la morale della morale, diverrei un moralista al quadrato, vi racconto una storia.
C’era una volta una clochard, anziana e senza nulla che cercava un rifugio per la notte. A Treviso le notte sono molto fredde e rimanere all’aperto è pericolo, è mortale; decide così di incamminarsi verso il primo centro d’accoglienza ma nulla da fare, pieno; va al secondo, anche qui pieno, va al terzo e sempre la stessa risposta ottiene. Così per tutti i centri d’accoglienza. La nostra clochard, però, non si abbatte, continua la ricerca e capendo, che la sua storia somigliava tanto a quella di Giuseppe e Maria che cercavano un riparo per dove partorire decide di andare dai frati, loro dovrebbero aiutarla. Anzi, e questo lo dico io fuori dalla storiella, loro prendendo esempio dal loro maestro ultimo avrebbero il dovere di aiutarla. Si incammina, arriva e suona il campanello, aprono, ascoltano il problema e rispondono: “No, non possiamo”. Nel mentre che uno dava questa intelligente risposta alla signora un suo confratello si era già affrettato a chiamare il 113 per segnalare che la clochard era entrata nel loro giardino.
Arriva la polizia e carica la donna. Ogni storia ha però un lieto fine: la signora ha ottenuto dalla polizia il permesso di dormire nella sala d’aspetto della stazione ferroviaria.
octavio

mercoledì 8 febbraio 2012

Do you habla inglés?

La Corte Suprema dell’Arizona, ha stabilito che il nome di Alejandrina Cabrera (tipico nome statunitense direi..) non debba essere incluso nelle liste elettorali per le elezioni del prossimo marzo che si svolgeranno della cittadina di San Luis (anche questo tipico nome statunitense), villaggio al confine con il Messico.
E ora, dunque, si capisce tutto: immigrazione, questo è il tema che anche oggi voglio trattare.
La signora Cabrera perchè non può essere iscritta nelle liste elettorali? Non perchè abbia dei reati a carico, non perchè non sia in regola con il suo permesso di soggiorno, non perchè non abbia i documenti necessari, non perchè conduca una vita disdicevole, non perchè abbia delle pendenze verso lo stato o l’erario; semplicemente perchè non parla bene l’inglese. E chi è che l’ha accusata di ciò facendo così intervenire il tribunale dell’Arizona? Il sindaco della città di San Luis. E sapete come si chiama il sindaco? Juan Carlos Escamilla, nome che già solo dal suono denota un albero genealogico del tutto radicato in territorio statunitense direi.
Ora, è vero che la legge americana prevede che, chi è candidato alle elezioni deve conoscere la lingua inglese, e questo mi sembra normale dato che dovrà lavorare solo in lingua inglese, ma non viene precisato il livello che il pretendente deve avere, tanto più se ci riferiamo a una cittadina al confine con il Messico dove lo spagnolo è la seconda lingua ufficiale e, di fatto, è l’unica lingua parlata. In ogni caso la legge c’è e va rispettata, dunque la Cabrera un po’ d’inglese lo deve sapere obbligatoriamente, ma ha dimostrato di saperlo. I test di lingua gli sono stati fatti, forse non è un livello eccelso, ma, di sicuro, cavarsela se la cava, e dunque? Qual è il vero problema? Ve lo dico io.
Lo scorso aprile la signora Cabrera aveva iniziato una lotta contro il Sindaco, il Juan Carlos di cui sopra, per far sì che venisse destituito. La sua lotta era iniziato quando il Sindaco e la sua giunta avevano stabilito di alzare il costo dell’elettricità e di licenziare 12 dipendenti comunali per iniziare una nuova campagna di tagli.
Dite che a Juan Carlos la cosa è andata a genio?
octavio

L'esame di Lanetti (racconto)

Periodo di esami per chi fa l'università. I compagni di corso non si vedono più così spesso, essendo finite le lezioni, così quando ci si trova per studiare insieme la prima cosa che si fa è una bella pausa prelavorativa per caffè e sigaretta, per riallacciare le conoscenze dopo una settimana di solitaria disperazione. Poi a malincuore si torna ai tavoli, si accende il computer, si leggono le ultime battute di Spinoza, si vede l'ultimo video di Maccio Capatonda, e così passa un'oretta di sana ginnastica mentale che rinfranca lo spirito. A questo punto ci torna voglia di caffè, e cos'è, non possiamo fare un'altra pausa? Ma sì, roviniamoci! Ma poi si studia, eh? Che se non finiamo le tavole per martedì poi non riusciamo a fare revisione! Allora pausa, e poi finalmente... no, aspetta! Guarda, c'è Remo: che, non lo si va a salutare? Remo ci invita a giocare a calcetto. Dai, Remo, abbiamo l'esame fra quattro giorni! E con un atto di eroica abnegazione, i nostri eroi rifiutano la gloria e finalmente si danno ai libri. "In questo libro non si capisce niente", dichiaro io. "È meglio se me lo leggo a casa con calma." Tutti si trovano d'accordo e si va a giocare a calcetto.
Esame. Il professore con una calma glaciale appoggia la borsa sulla cattedra. Due ore di tempo, poi consegna. I ritardatari saranno rifiutati o uccisi. Ed ecco che entra Lanetti. Guarda il professore, il professore lo guarda e Lanetti, con una calma ancora più glaciale lo ignora e si siede di fianco a me.
Attimi di gelo, poi si comincia. "Guarda che io ho un tema diverso dal tuo, non posso farti copiare!" "Embè? Prima fai il tuo, poi fai il mio, non vedo il problema."Una logica spiazzante. A trenta minuti dalla fine ho finito il mio. Una risposta su tre, mica male! E comincio il compito di Lanetti. Allo scadere gliel'ho finito. "Ora lo ricopio con la mia grafia, sennò mi sgama", dice lui, incurante del tempo inesorabile. Io consegno. Tutti consegnano, Lanetti scrive.
Il professore fa suonare la sirena dell'evacuazione e con una voce da Severus Piton annuncia che da questo momento i compiti consegnati sono annullati.
Lanetti non alza nemmeno la testa, continua a scrivere. Il professore fa finta di niente, pregustandosi la gioia perversa che proverà annullandogli il compito. Dopo mezz'ora Lanetti si alza, arriva fino alla cattedra e dice: "Consegno". "Il suo compito è annullato, il tempo è scaduto", sentenzia il professore con una malcelata contentezza. "Lei lo sa chi sono io?", dice Lanetti. "No." "Bene". E mette il suo foglio a caso nel mucchio dei compiti consegnati.
zecca

martedì 7 febbraio 2012

Talmud

GEMARA. It had been taught: R. Judah said to the Sages: I too know that this is a death of repulsive disfigurement, but what can I do, seeing that the Torah hath said, neither shall ye walk in their ordinances?  But the Rabbis maintain: Since Scripture decreed the sword, we do not imitate them [when using their method]. For if you will not agree to this, then how about that which was taught: Pyres may be lit in honour of deceased kings,  and this is not forbidden as being of the 'ways of the Amorites': but why so? Is it not written, neither shall ye walk in their ordinances? But because this burning is referred to in the Bible, as it is written, [But thou shalt die in peace:] and with the burnings of thy fathers … [so shall they burn for thee], it is not from them [the heathens] that we derive the practice. So here too, since the Torah decreed the sword,  it is not from them [the Romans] that we derive the practice. Now we have learnt in another chapter, 'The following are decapitated: A murderer, and the inhabitants of a seduced city.'  We know this to be true of the inhabitants of a seduced city, because it is written, ['Thou shalt surely smite the inhabitants of that city] with the edge of the sword.  But whence do we know it of a murderer? — It has been taught: [And if a man smite his servant … and he die under his hand,'] he shall surely be avenged.  Now I do not know what form this vengeance is to take; but when the Writ saith, And I will bring a sword upon you, that shall execute the vengeance of the covenant, I learn that vengeance is by the sword. But perhaps it means that he must be pierced through? — The Writ saith, with the edge of the sword. Then perhaps it means that he must be cut in two [lengthwise]? — R. Nahman said in the name of Rabbah b. Abbuha: Scripture teaches, But thou shalt love thy neighbour as thyself'  choose an easy death for him. Now we find this law [of execution by the sword] when one murdered a slave; whence do we know that this law holds good if he murdered a free man? — Surely this can be deduced by reasoning from the minor to the major: if the murderer of a slave is decapitated, shall he who slays a free man be only strangled! Now, this answer agrees with the view that strangulation is an easier death; but what of the view that strangulation is more severe? It is then deduced from the following: It has been taught: The verse], So shalt thou put away the guilt of the innocent blood from among you, serves to denote that all that shed blood are likened [in treatment] to the atoning heifer: just as there, it is done with a sword and at the neck, so here too, execution is with the sword and at the neck [i.e., the throat]. If so, just as there it was done with an axe, and on the nape of the neck, so here too? — R. Nahman answered in the name of Rabbah b. Abbuha: Scripture saith: But thou shalt love thy neighbour as thyself: choose an easy death for him.

michael  

lunedì 6 febbraio 2012

Il metodo dela tolleranza zero

Non so perchè Jakadrien Turner, 15 anni, non ha detto la verità subito, e rimane, comunque, il fatto che ha rubato in un negozio di Houston lo scorso aprile. Una volta presa, però, ha dato un nome falso, ha detto di essere Tika Lanay Cortez, colombia in attesa di rinnovo del permesso di soggiorno, o meglio, in attesa di rientrare in Colombia per ottenere quei documenti che gli avrebbero permesso di ottenere la green card. Il 23 di maggio viene espulsa e deportata in Colombia e solo alla fine dello scorso mese è riuscita a ritornare a Dallas, dopo che, aveva comunque detto, prima di essere espulsa, di aver mentito e che la sua vera identità era quella, appunto di Jakadrien Turner. Non voglio stare qui a dilungarmi troppo su di lei, lei diventa per me un esempio di come gli USA lavorino e ragionino rispetto al “problema” stranieri, immigrati e clandestini. Non dico che avrebbero subito dovuto credere alle parole della ragazza, mentre diceva di aver mentito sulla sua identità, posso credere e capire che molti sul punto di essere espulsi inventino la qualunque pur di rimanere nel paese tanto sognato e tanto agognato, ma critico fortemente il disservizio. Gli USA, quelli che hanno tutti i mezzi possibili per controllare i flussi migratori, quelli che prendono le “impronte digitali” degli occhi, quelli che interrogano, senza battere ciglio bambini di 5 anni o meno, non si sono nemmeno posti il problema di controllare a fondo sull’identità di questa Tika Lanay Cortez? Basta essere non statunitense da garantirsi a vita l’espulsione? È difficile da credere, ma è obbligatorio constatare che vige ancora, e non c’è nemmeno troppo da stupirsi parlando del paese che gestisce e organizza tutte le guerre nel mondo, la tolleranza zero; quella per cui è meglio togliere il male che curarlo. In parole povere si ragiona così: meglio uno straniero in meno che un problema in più. Il razzismo fa schifo!
octavio

venerdì 3 febbraio 2012

Corruttori e Corrotti

Per dire che Putin è un corrotto e un corruttore non ci vogliono certo grandi studi di economia e di politica, basterebbe stare a guardare come si evolve il suo paese, lui e i paesi che lui comanda. Prendiamo allora il caso della Cecenia: un territorio geograficamente ed economicamente ambito, un presidente eletto e protetto da Putin, una guerra tanto sanguinaria quanto mai finita, necessità di ricostruzione e quindi di flussi di denaro. Il quadro è compiuto, i giochi sono fatti: la patria della corruzione.
Con i soldi in Cecenia si può diventare professore universitario senza nemmeno avere la laurea, si può diventare medico senza sapere che si dovranno poi curare i pazienti, si può essere invalidi e prendere quindi la relativa pensione, si può costruire dove si vuole tanto il permesso ti viene rilasciato.
Lo ripeto, perchè qualcuno si potrebbe confondere, sto parlando di CECENIA, non di ITALIA. Ora vi farò due nuovi esempi, così capirete che mi riferisco alle steppe e non alla macchia mediterranea. In Cecenia per andare a scuola ci vuole l’uniforme, abbastanza castigata ma semplice da reperire (pantaloni o gonna neri e camicia bianca) se non fosse che o la si ha di una determinata marca oppure non si può entrare a scuola. Altro esempio potrebbe essere quello sui libri di testo, ogni hanno sempre nuove edizioni che eliminano categoricamente quelle degli anni precedenti, i testi scolastici diventano così inutilizzabili da parenti e amici più piccoli.
Beh, forse ho sbagliato, anche quest’ultimo esempio ci riporta drammaticamente in Italia.
aleksej

giovedì 2 febbraio 2012

Estamos en toque de queda (2)

In un giorno, domenica 29 gennaio, 34 morti, per essere cinici (e non ci vuole, comunque molto per calcolarlo) è più di un morto all’ora, gli scienziati direbbero 1 morto e 41 all’ora, come se qualche povero individuo ad ogni ora venisse mutilato di una sua parte.
Non parlo di Honduras, parlo di El Salvador, la distanza è veramente ridicola. Davanti a questi ulteriori 34 morti il Governo devefare qualcosa; sta progettando di mettere il coprifuoco.
Dalle 20.00 alle 6.00 sarà proibito a chiunque, minore, di circolare liberamente per le strade dello Stato salvadoregno o, meglio, per alcune strade; il blocco sarebbe infatti imposto solo nelle aree più pericolose come ad esempio Soyapango, San Juan Opico, Quezaltepeque, Lourdes, Colón, Sonsonate, Nahulingo, Santa Ana, puerto La Libertad, Apopa, Ciudad Delgado.
Saputa questa notizia mi è subito venuto alla mente uno Stato, quello messicano, che da tempo combatte contro il crimine organizzato e il traffico di droga, la scelta della repressione che cosa ha portato? Solo sangue, sangue che si è aggiunto ad altro sangue e, così, è finito tutto.
Il coprifuoco aiuterà certo una fascia, quella dei minori, più debole, tenterà di evitare, forse l’ingresso dei minori nelle maras. Ma pensate che i mareros “conquistino” nuovi adepti solo di notte? Pensate davvero che i mareros “lavorino” solo di notte e solo in determinate aree? Non credete che se si blocca una zona è solo un modo per spingere i criminali a conquistarne una nuova?
I mareros un tempo erano famosi, non che ora non lo facciano più, per sequestrare i bus e dargli fuoco (ovviamente con i passeggeri ancora sopra), questo accadeva di giorno, davanti agli occhi di tutti, platealmente. Il coprifuoco notturno come potrebbe cambiare questi fenomeni?
Non dimentichiamo infine la corruzione, interna ed esterna alla polizia e al Governo, questa in che modo verrà combattuta? Con delle aree proibite alle notte?
Qualcosa va fatto, certo. Forse se si facesse qualcosa di significativo.
octavio

mercoledì 1 febbraio 2012

Io li odio i nazisti dell'Illinois

Il conto per la politica come la conosciamo è servito. L'attuale governo oltre alla demolizione dell'articolo diciotto, oltre al ricatto che fa a tutti i popoli d'occidente ("o Monti o crolla l'Italia e se crolla l'Italia crolla l'Europa e se crolla l'Europa crollano tutti i mercati ecc") sta abbattendo anche quelle forze politiche che, volenti o nolenti, lo sostengono. La differenza di operato è comunque impressionante. Incredibile ma vero quando si parla di opposizione a questo Governo gli unici nomi che emergono sono Lega Nord e Beppe Grillo. Ottimo! La loro opposizione li farà aumentare nei sondaggi ma certo non è un'alternativa, anzi con buona pace degli ipocriti nordici che ci hanno portati in questa crisi, fanno proprio il gioco di un governo che risponde solo al mercato e che ha in questi folli un modello alternativo improponibile e assurdo, insomma meglio averli "contro" che "con" per il nostro Mario. Intendiamoci non siamo nostalgici dell'omuncolo che avevamo prima e che ha fatto solo i suoi porci (con rispetto parlando per il nobile suino che tanto bene opera al palato) comodi che dell'attuale situazione ha le vere responsabilità, solo che non vediamo nell'attuale situazione una corrispondenza all'attesa della povera gente. In più la vecchia politica fa tutto il possibile per farsi odiare. Si annunciano tagli ai parlamentari che sono in realtà rinuncia ad ulteriori aumenti, non si diminuiscono in troppi comuni assessori e dirigenti, non ci si cura delle persone e dello Stato ma si è pronti alla speculazione, alla compravendita di case, ad intascare enormi patrimoni partitici. Se c'è da stringere la cinghia certo non aspettiamoci che inizino loro. Il punto però è un altro. Il punto è quanto e come può reggere la nostra democrazia davanti a questa situazione. L'attuale legge elettorale non consente il rinnovamento reale dei parlamentari che hanno in questi anni dimostrato un distacco dalla realtà davvero mostruoso. Il punto è quindi come agirà il popolo abituato a un tenore di vita che non poteva permettersi quando anche l'ultimo euro sarà speso, come reagirà il popolo in sofferenza davanti a politici ancora ricchi e ben pasciuti, come reagiranno giovani senza lavoro e con titoli di studio di livello che, purtroppo, non sono commestibili.
IoLiOdioINazistiDellIllinois

Mid - Rosso

Nel mentre che alcuni giornali Israeliani hanno pubblicato immagini dell’area sacra di Gerusalemme, il sancta santorum di tutti le fedi monoteistiche, senza la Cupola della Roccia (una svista? Ovvio che no, la Bibbia dice che lì c’era il Tempio di Gerusalemme dunque sti musulmani che cazzo pretendono?) e il governo ha approvato un nuovo flusso migratorio di nuove 1200 (circa) famiglie ebree in territorio d’Israele (secondo voi dove le mandano ad abitare?), si parla di 6/7mila individui, per la stragrande maggioranza etiopi, dei falasha vi abbiamo già parlato, anche troppo, Netanyahu e il Ministro dei Trasporti, che di nome fa Yisrael (siamo messi bene!), lanciano la nuova idea geniale d’Israele: il Mid-Rosso.
Non è nulla di Comunista (ci mancherebbe!!!), è un treno, o meglio una nuova linea ferroviaria che collegherà Costa del Mediterraneo e Costa del Mar Rosso (ecco il perchè del nome) e sarà il nuovo mezzo per attaccare e mettere in crisi il mondo arabo, ovviamente su due fronti. Il primo, più evidente, è la concorrenza spudorata con il Canale di Suez, quindi, Egitto, vai pure a morire; il secondo è sul popolo palestinese (quello a morire ci va già), dove mai verranno posate le ferrovie? Non c’è nemmeno bisogno che risponda. Netanyahu ha così commentato: "La creazione di questa linea è di importanza strategica a livello nazionale e internazionale".
Chi fornirà il materiale e costruirà l’opera, circa 350km di strada ferrata? Il Made in China, Israele, non lo Stato ma il Ministro, ha infatti detto che: "Le capacità tecniche delle imprese cinesi nella costruzione di ferrovie e reti di trasporto sono tra le migliori al mondo", si è dimenticato di dire, va beh, piccola dimenticanza, che sono anche le più economiche al mondo. Che poi la Cina ha anche un altro valore importante in tutta la vicenda, la linea ferroviaria infatti avrà, al suo fianco, in futuro, un gasdotto per esportare gas in India e importare gas dalla Cina, appunto, la quale sembra abbia giacimenti di gas in fase di sviluppo.
Inutile stare qui a dirvi che Israele ci ha anche tenuto a dire che questo nuovo progetto in nessun modo è stato pensato per mettere in discussione il potere economico del Canale di Suez e non è nemmeno stato fatto per mettere le mani avanti date le agitazioni politiche egiziane.
Insomma, loro lo hanno fatto per amore e interesse della loro patria, che questo ovviamente voglia dire far dispiacere a qualcun’altro a loro non interessa minimamente.
michael

Undercover

“UNDERCOVER Ho passato trentadue anni in polizia, dal '39 al '71, con la pausa della guerra e incarichi nell'Oss e nella Cia. Addestrato a organizzare incursioni dietro le linee nemiche. Paracadutato due volte in Italia, per stabilire contatti con la Resistenza. La Cia mi ha richiamato per la Corea.
Sono rimasto nell'Agenzia tre anni e mezzo, addestravo il personale per Stay Behind, la rete di resistenza in caso di invasione sovietica dell’Europa. Nel '55 sono tornato al dipartimento col grado di capitano e sono passato subito alla «Squadra Rossa», come veniva chiamato il Boss, Bureau of Special Services. Sono andato in pensione poco tempo dopo il flop del processo ai Panther 21. (…) UNDERCOVER Quando ci entrai, il Boss aveva appena cambiato nome, per la quarta volta in dieci anni e per l'ottava dalla sua nascita, nel '12.
S'era chiamato Radical Bureau, Neutrality Squad, Radical Squad, Bureau of Criminal Alien Investigation, Public Relations Squad, Bureau of Special Services and Investigations, infine si tolse la parola Investigations. La «squadra rossa» veniva ristrutturata a seconda dei nemici da combattere: nei primi anni erano gli anarchici italiani che tiravano bombe; durante la prima guerra mondiale, gli agenti segreti del Kaiser; negli anni Venti e Trenta, bolscevichi e agitatori sindacali; dopo Pearl Harbor, le spie naziste; negli anni Cinquanta in teoria erano i comunisti, ma l'Fbi ci andava giú cosí pesante che a noi non rimaneva niente. Negli anni Sessanta l'obiettivo erano la Nuova Sinistra e i nazionalisti neri. Eravamo bravissimi a infiltrarci in questi ultimi (…)”
(Estratto da New thing, romanzo del collettivo Wu Ming)

Alexander Pope disse che il vero talento si vede in ciò che spesso è stato pensato ma mai così ben espresso. Tante volte, mentre leggo un bel libro mi chiedo se sia fantasiosa invenzione o semplice osservazione della realtà, posta sotto una lente d’ingrandimento. Chissà.
小王子