sabato 28 agosto 2010

Pane al pane, Vino al vino

Oggi mi distacco un momento dal mondo palestinese per affrontare un problema altrettanto grave e che dimostra chiaramente come si utilizzino parole che sono entrate ormai nel modo comune di pensare, senza avere però presente ciò che si sta dicendo. La Corea del Nord è un mondo a sè stante, un mondo fatto di confini inaccessibili (fili spinati e con cariche elettriche mortali), una crisi economica e del lavoro allarmante, un disinteresse per la povera gente, un controllo capillare della popolazione (se ti viene concesso il visto per entrare ti vengono assegnate anche da tre a quattro guardie statali che ti seguono tutto il giorno), una struttura militare e di polizia che incute il terrore, un terrore sacro per il grande e santo leader (non è sarcasmo ma così viene chiamato) Kim Jong-il. Questa lunga premessa non vuole essere un’accusa allo Stato coreano, io non sono come gli americani che decidono loro che il governo Saddam era da estirpare perché nocivo per la popolazione e hanno così giustificato una guerra. Se mio padre fosse un despota e mia madre una puttana io comunque gli amerei solo per il fatto di essere miei genitori con il tempo poi solo io potrei decidere se ribellarmi o amarli, questo vale anche per l’Iraq e per la Corea del Nord, la libertà e l’amore rimangono a loro. Ciò che mi fa alterare è che l’ambasciatore coreano ha dichiarato ieri a Cuba che in caso di attacco di USA o Seul loro risponderanno con una “guerra santa nucleare”. Io capisco che l’esagerazione è la migliore arma per far parlare di sé e per mantenere un’aura di terrore e potenza che ai dittatori sempre piace (vedi Obama, vedi Bush, vedi Netanyahu) ma perché bisogna tirare in mezzo parole che rimandano subito al mondo islamico e così si permette di fare subito l’associazione terrorismo=Islam? Superando il fatto che una guerra santa nucleare fa ridere sia per il nome sia perché come può esistere una guerra santa nucleare non riesco a spiegarmelo, io invito nuovamente tutti a informarsi e a legger e il Corano, invito ad imparare la lingua araba: gihad non si traduce con guerra santa, quindi mandate gentilmente a quel paese chi si nasconde dietro a queste balle per mandare avanti una campagna razzista inutile e per far sfoggia di un intellettualismo vano.

Scusate ma qualcosa sulla Palestina devo dire. Netanyahu auspica di incontrare almeno ogni 15 giorni Abbas per mandare avanti i trattati di pace. Due commenti rapidi e coincisi: 1. Non fatevi ingannare da un falso e violento come Netanyahu, sono quotidiane le sue affermazioni buoniste che nascondo la morte e l’uccisione di popolo palestinese 2. Non si può fare un dialogo di pace finchè Netanyahu e il suo governo staranno al potere.
michael

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