lunedì 5 marzo 2012

Lacrime di coccodrillo

Il 63.9% delle preferenze è piovuto sulla faccia di Putin, e così i suoi occhi si sono bagnati. Ha pianto, si è commosso pensando che il suo popolo abbia voluto nuovamente, per la terza volta, mettere lui a capo dell’Impero delle Russie, abbia voluto mettere lui sul trono di zar.
Non starò qui a rompervi le palle sulle solite fisime riguardanti la mancanza di stupore rispetto a questa vittoria, si sapeva che sarebbe successo così, si sapeva che avrebbe vinto lui.
Mi stupisco del fatto che tutto il mondo dell’opposizione abbia già mostrato video riguardanti i brogli elettorali e nessuno abbia ancora fatto nulla o abbia messo in discussione la vittoria così tanto attesa del nostro leader preferito.
Arrivo però al fatto, arrivo a ciò che mi stupisce di più: Medvedev. Ora sappiamo tutti che lui è solo stato una parentesi, lo sapevamo già da quando era salito sul trono e sapevamo che chi lo pilotava era sempre Vladimir. Nessuno si era stupito quando alla vigilia delle nuove campagne elettorali Medvedev aveva dichiarato che si sarebbe ripresentato anche contro il suo stesso capo: quando a uno piace un gioco è difficile poi farlo smettere...
Fantastica è però la dichiarazione fatta a caldo appena saputo della vittoria del suo, ormai ex, amico: “Chiedo a tutta la struttura di Giustizia della Russia di riesaminare l’affaire Prokhorov”. Cioè lui che insieme a Vladimir lo avevano fatto prima mettere in galera e poi aumentare la pena ora dice che Prokhorov è innocente? E, soprattutto, perchè si preoccupa di Prokhorov e non chiede alla Giustizia di fare il suo corso rispetto ai brogli elettorali?
C’è qualcosa che non va per il verso giusto, ma, sopratutto, c’è qualcosa che va in direzione esatta: è chiaro che Prokhorov è la chiave per smascherare il volto lacrimante di Putin, e non ci voleva certo Medvedev per capirlo.
aleksej

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