mercoledì 2 dicembre 2009

Le crociate del petrolio 2


Era il 25 novembre. Alle ore 20.30 René Ziza viene crudelmente assassinato. Siamo in Gabon.
Ziza era il neoeletto direttore del CGC (Consiglio Generale dei Caricatori) organo molto importante per la salvaguardia del commercio marittimo. È stato tra gli uomini del nuovo Presidente Ali Bongo Ondimba, che avrebbero dovuto portare ciò che i media del Gabon chiama uno "tsunami" per l'amministrazione del paese equatoriale africana, la lotta contro il privilegio e la corruzione. Le "prime decisioni" del nuovo direttore generale erano ancora sul sito web di CGC, mostrando che aveva annullato una serie di contratti e stava progettando un metodo di "identificazione elettronica e al monitoraggio dei carichi (...) alla luce di confusione attualmente registrati nella rete dei proprietari e per portare serenità e garantire un più agevole esecuzione di traffico ".
Da uno studio del 2007 il Gabon risulta al 84° posto per corruzione e in una scala da 1 a 10, dove 10 sta per lo stato meno corrotto, risulta ottenere un punteggio di 3.3. L'economia del Gabon è basata soprattutto sull'esportazione del petrolio e del legname. L'agricoltura è poco sviluppata ma, in compenso, si possono trovare numerose industrie petrolchimiche data la presenza di idrocarburi come gas naturale (metano), petrolio, carbone e uranio. Il PIL, negli ultimi anni, ha visto una grande crescita legata, in particolare modo, all'estrazione di petrolio lungo la costa, nonostante la maggior parte dei proventi rimanga tuttora in mano alle multinazionali e solo la rimanenza modesta vada realmente al governo gabonese. Ecco allora che voler entrare nel mondo delle multinazionali che gestiscono il petrolio e voler iniziare un’opera di controllo alla corruzione non può essere altro che la miccia che innesca l’offensiva. Un’altra crociata è ancora in atto ma nessuno ne vuole parlare.
momò

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