mercoledì 9 maggio 2012

Tutti da rinchiudere


Degli ammalati, da emarginare, la feccia dell’umanità, uno sbaglio di natura ecc. ecc. Molti lo pensano ma non lo dicono, altri lo pensano e lo dicono apertamente riscuotendo, anche, a volte, un notevole successo. Sto parlando di lesbiche, di gay, di bisessuali, di transgender e di intersessuali (per elencare tutte le caratteristiche che sottostanno alla sigla Lgbti) dispersi per il mondo che ancora oggi vengono discriminati e che, ancora oggi, non possono, spesso, essere liberi di dire quello che vogliono per paura delle ritorsioni.
Ora arriviamo ai fatti, arriviamo ai problemi veri e propri. In Russia, per ora solo in alcune municipalità, ma sembra che la legge verrà affrontata anche in parlamento per diventare, cos’, legge nazionale, essere omosessuali non viene vietato (ovviamente a parole), ma viene multato. Un ragazzo ha infatti portato all’attenzione del mondo intero, tramite un suo tweet, la condanna, che è caduta come un macigno sulla sua testa, al pagamento di un multa pari a 5mila rubli per “propaganda omosessuale”.
La scusa che giustifica la multa risiede nella volontà dello Stato russo di evitare e impedire tutte le manifestazioni che promuovano sodomia, lesbismo, bisessualità e chi più ne ha più ne metta tra i minori. Chiaro è che, con una motivazione così ampia e vaga, tutto ciò che riguarda il mondo Lgtbi, fosse anche l’annuncio di una festa, è da ritenersi punibile.
Insomma, in poche parole, la Russia ha deciso, e sembra proprio che la legge si espanderà per tutto il territorio, che il mondo Lgbti deve tacere e stare zitto, non ha nessun diritto di parlare e di pensare.
I pasciuti oligarchi assassini possono essere eletti a zar, i gay non possono neanche dire “Io sono gay”.
aleksej

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