venerdì 26 novembre 2010

Gli egoismi del potere

Bisogna andare per ordine se no si rischia solo di fare un guazzabuglio colossale. Nel 2006 entra in funzione l’oleodotto Bakù-Tbilisi-Ceyhain, milioni di barili tramite esso vanno al Caspio, per arrivarci parte dall’Azerbaigian e attraversa la Georgia, insomma l’unico oleodotto dell’est che non passa dalla Grande Madre Russia distrutta. Nel 2008 scoppia una guerra tra Russia e Georgia, i motivi detti sono i più futili, quello reale e sottaciuto è il controllo di questo oleodotto. Nel maggio del 2009 prima ancora che iniziassero i negoziati la Russia (insieme alla sua amica intima Repubblica separatista dell’Ossezia del Sud) si ritira dalle trattative portando come motivazione la mancanza di un rappresentante dell’Abkhazia, altra regione separatista filosovietica che, dall’ONU, veniva definita parte della Georgia. Nel settembre 2009 Chavez, in un incontro di affari con Medvedev, oltre a dichiarare, di fronte a giovani urlanti, che gli USA sono «Il principale terrorista del mondo», un «boa che inghiotte le piccole nazioni» (e su questo posso essere d’accordo, ma ciò vale anche per la Russia), riconosceva, terzo solo dopo Russia e Nicaragua, come stati indipendenti Abkhazia e Ossezia del sud. Ieri il Ministero Affari Esteri russo ha fatto sapere in una nota che «Malgrado la retorica e le belle citazioni letterarie, non si può ignorare che il leader georgiano spesso tradisce le sue stesse dichiarazioni».la dichiarazione diceva che la Georgia non aveva intenzione di usare la forza contro Abkhazia e Ossezia del sud.
Spero di avervi dato una carrellata storica piuttosto stringata ma comprensibile, spero almeno abbiate notato quali intrighi di potere stanno sempre dietro a una guerra che, volenti o nolenti, colpisce sempre e solo la povera gente, quelli che vengono chiamati anonimamente civili. Sì, lo so, questo è abbastanza un’ovvietà, anche ai tempi dei re loro stavano comodi sui loro troni e a morire andava la povera gente, ma proprio perché è un’ovvietà avremmo dovuto imparare, invece oggi si continua a covare la sete di potere. La si tiene nascosta fino a che non si ha un po’ di potere per poter armare un gruppo di giovani e mandarlo a destra e a manca a conquistare, lo chiamano esercito, ma io lo definirei piuttosto terrorismo organizzato.
aleksej

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