
- Centinaia di cittadini saharawi sono detenuti in varie carceri del Marocco senza nessuna accusa chiara e con a carico dei bambini, che sono stati lasciati soli nelle loro abitazioni. La loro libertà dipende dalla sottoscrizione di una dichiarazione prestampata in cui dichiarano (forzatamente) che lacune associazioni saharawi per i Diritti Umani avrebbero legami con gruppi terroristici.
- I morti del 10 novembre erano tutti detenuti che, una volta liberati, non hanno mai raggiunto casa.
- Le incarcerazioni del 10 novembre hanno avuto la giustificazione, dall’esercito marocchino, di “intervento della polizia dopo disordini nelle città saharawi. Nessuno ha detto che le manifestazioni di protesta nascevano dopo che l’esercito aveva distrutto l’accampamento (e non la città) di Gdeim Izik.
Ora le parole del Ministro degli Esteri:
“La televisione marocchina mostra immagini di calma apparente nelle zone delle colonie, ma nei quartieri saharawi i marocchini ammazzano la gente e la lasciano abbandonata per le strade. I militari e la polizia bruciano qualsiasi automobile saharawi che incontrano sulla loro strada per toglierci i mezzi di trasporto. Decine di poliziotti marocchini e armati con coltelli e bastoni rovinano il cibo saharawi, picchiano la gente e si prendono molte persone senza cha si sappia dove vengono portati. Se l’ONU non si decide ad adempiere alle sue stesse promesse per risolvere il conflitto e non si decide a fare qualcosa per proteggere il nostro popolo, saremo obbligati a farlo noi stessi”.
Attenzione! Questa è difesa non è terrorismo, come invece ci vogliono far credere.
octavio
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